
Autobus elettrici, il momento è ora. Se davvero vogliamo avere città più “respirabili”, iniziamo mettendo a emissioni zero il trasporto pubblico locale.
Autobus elettrici, nuovi o “retrofittati”: ora i soldi ci sono
Il premier Mario Draghi insiste nel dire che per la transizione ecologica non c’è un problema di risorse, i soldi ci sono. Eppure è proprio la mancanza di quattrini ad avere frenato in tutti questi anni la sostituzione di bus vecchi e inquinanti, che avvelenano le nostre città. Un affanno economico testimoniato in più report da ASSTRA, l’Associazione di settore. Ora si può voltare pagina: Milano, Torino e Genova sono le tre città in cui si è partiti con più convinzione, ma è tutta Italia ad avere una chance irripetibile. Con due strade percorribili: il nuovo o il retrofit sui veicoli usati. E non è solo una questione di emissioni: si combatte anche “l’inquinamento acustico“, dato che i bus a batterie non fanno rumore. E inoltre calano i costi operativi: Enel X ha calcolato un risparmio fino al 70% sui consumi. Con un impatto positivo sui conti pubblici, dato che la stragrande maggioranza delle aziende di gestione è finanziata da Comuni e Regioni.

Milano lancia l’allarme per salvare i fondi del Pnrr
Ma ancora una volta le città italiane devono battersi contro la burocrazia.È stato Arrigo Giana, direttore generale di Atm Milano, a ricordare i rischi che corriamo. I fondi europei del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per la mobilità elettrica nel trasporto pubblico locale ammontano a qualcosa come 3,6 miliardi di euro. Ma, essendo a scadenza, qualche intoppo può impedirci di spenderli. “Se non semplificheremo le procedure – ha detto Giana – faremo molta fatica a spendere questi soldi“. Una preoccupazione che viene da un’azienda che si è posta un obiettivo ambiziosissimo. Ovvero convertire interamente all’elettrico una flotta che solo tre anni fa era composta per il 96,5% da mezzi diesel, il 2,3% da ibridi, l’1% da autobus elettrici e lo 0,2% da bus a idrogeno. Un’azienda come ATM consuma ogni anno (non solo per i bus) 365 GWh e si approvvigiona solo da rinnovabili, riducendo l’emissione di CO2 di 112.000 tonnellate. La provenienza è certificate dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Ma anche Torino e Genova si stanno muovendo con convinzione: il capoluogo piemontese già dal 2017 ha iniziato a inserire in flotta i bus cinesi di BYD. Mentre la città ligure ha appena annunciato l’arrivo di 30 e-bus Solaris, per un valore di oltre 15 milioni, con l’idea di mettere in elettrico la flotta entro il 2025.

Risorse anche per convertire in elettrico i vecchi autobus inquinanti
Come si diceva, non c’è solo la strada del nuovo, il retrofit è un’alternativa sempre più concreta. Con l’approvazione del DL Infrastrutture e Trasporti, si sono aperte nuove opportunità per le aziende di trasporto locale che convertono i loro autobus in elettrico. Dando a questi mezzi una seconda vita, nell’imminenza dell’entrata in vigore di una normativa che non consentirà più di farli circolare con la vetuste motorizzazioni originali. Dal 30 giugno 2022 gli autobus Euro 1 di categoria M2 ed M3 (più di otto posti a sedere oltre al sedile del conducente e massa massima non superiore a 5 tonnellate; e più di otto posti a sedere oltre al sedile del conducente e massa massima superiore a 5 tonnellate) non potranno più essere in servizio. Il divieto si estenderà dal 1 gennaio 2023 ai bus urbani Euro 2 e, dal 1 gennaio 2024, agli Euro 3. Non sarà necessario rottamare tutti questi autobus, dunque, li si potrà “retorfittare” in elettrico con soldi messi a disposizione dal Governo. I kit ci sono, come dimostrano anche le esperienze già fatte in Francia e in Germania.
Vi prego di non abusare di orrendi neologismi anglofili. L’autobus si può riconvertire da gasolio a elettrico non “retrofittare”. Grazie
Magari riusciremo a resuscitare la Menarini Bus che ha chiuso
A pensar male si fa peccato ma………..
A volte penso (ovviamente per altri casi passati) che i nostri politicanti facciano di tutto per farli scadere e lasciare le cose come sono.
Se non possono intascarsene una parte è sicuro che li lascino scadere