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Tornano Autobianchi e Innocenti: ma finiranno in Cina (grazie al governo)

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Il ministero delle Imprese ha presentato domanda per utilizzare i marchi Autobianchi e Innocenti, non più utilizzati da Stellantis che li ha ereditati da Fca. Vuole avere marchi della storia automobilistica italiana da concedere a produttori cinesi di auto elettriche

Potrebbe essere un nuovo capitolo nel contenzioso che divide il governo di destra dal gruppo Stellantis. Con il primo che vuole a tutti i costi costringere la società nata dalla fusione tra Fca (Fiat più Chrysler) e il gruppo francese Psa a rispettare l’accordo per arrivare a un milione di veicoli prodotto all’anno in Italia.

Cosa che non succederà di sicuro nel 2024: secondo l’ultimo report della Fim, il sindacato dei metalmeccanici della Cisl, la produzione a fine anno supererà a fatica il mezzo milione di veicoli. Da qui la contromossa del ministro delle Imprese Adolfo Urso che vorrebbe portare in Italia una casa automobilistica straniera per la salvaguardia del settore.

Il ministro Urso ha presentato domanda per utilizzare i marchi Autobianchi e Innocenti

Favorite le società cinesi che stanno disperatamente cercando siti industriali in tutta Europa dove produrre veicoli che a questo punto batterebbero bandiera Ue e non sarebbero penalizzati dai dazi sulle importazioni. Ma anche per cercare basi logistiche in modo da accorciare la catena logistica.

In questo contesto si inserisce la notizia anticipata da Il Sole-24 Ore (e non smentita da fonti governative) per cui il ministero delle Imprese ha presentato domanda per sfruttare commercialmente i marchi Autobianchi e Innocenti, in base alla legge che prevede di poter utilizzare marchi che da cinque anni non vengono utilizzati.

In realtà, la domanda è stata fatta per marchi che portano lo stesso nome delle due storiche case milanesi, ma non proprio simili nel design. Inoltre, la legge a cui fa riferimento il ministero (e che ha già ottenuto la registrazione) non si accompagna ancora ai relativi decreti attuativi.

La cinese Dongfeng sarebbe  interessata ad una fabbrica in Italia

Il che potrebbe portare al ricorso da parte di chi, sulla carta, controlla i marchi in questione. E qui torna in ballo Stellantis, che ha ereditato Autobianchi e Innocenti dalla fusione tra Fca e i francesi di Psa.

Ma in attesa di sviluppi, resta da spiegare la mossa del ministro Urso. Vorrebbe portare in Italia un produttore cinese, che produca 3-400 mila vetture da affiancare così alla declinante produzione Stellantis. I marchi Autobianchi e Innocenti verrebbero così concessi a chi è disponibile ad aprire una fabbrica in Italia, per far lavorare tutta la filiera della componentistica.

Uno dei candidati più probabili potrebbe essere il marchio Dongfeng, ma Urso – che di recente è stato in Cina e ha incontrato i dirigenti anche di altre case – è aperto ad altre proposte. I modelli sarebbero cinesi, ma potrebbero fregiarsi di marchi italiani. Ma tutto fa pensare che di questa vicenda siamo solo ai primi capitoli.

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36 COMMENTI

  1. DR voleva termini imerese per ampliare la produzione ma gli hanno fatto passare la voglia. Askoll ha cercato per anni possibili finanziatori per un proprio quadriciclo elettrico ma le banche e lo stato si sono girati dall’altra parte. Adesso chiediamo la carità ai cinesi dopo che ne abbiamo dette di cotte e di crude su di loro. Siamo un paese ridicolo.

  2. A112 Elegant arancio come quella in foto….la mia prima auto…..
    Quanto tempo……snif….

  3. ricapitolando:
    se vanno all’estero a fare fabbriche (GIGAFACTORY, of course 🙄) articoli con finale “e l’italia?” e sacramenti verso il governo.
    se dal governo viene “ventilata” l’ipotesi di concedere 2 marchi (non più usati da decenni) ai ciaina per produrre + auto in italia, non va bene perché “ibride”, “via della seta”, “meccanica”, “quadricicli pesanti” e pensieri ameni vari..

    ok, la categoria dei metalmeccanici è ormai invisa perché retaggio del passato e le moderne bev si reggono su braccetti di erba green intrecciata e le scocche sono di bava di gambero non allevato, i sedili sono schede madri sagomate e il futuro è stare tutti a casa su comode poltrone scorrazzanti..
    ma finché questo non avviene sarà opportuno continuare a far si che sti poveretti abbiano un lavoro e non un rds (reddito di sopravvivenza).
    poi si, il condizionamento alla fine si potrà fare..

    • è interessante la tua attenzione verso il mondo dei metalmeccanici il quale,
      ti do una novità,
      è ben vivo e vegeto, per lo meno al nord e di sicuro in provi6di Cuneo,
      con aziende letteralmente disperate perché non trovano addetti alle macchine utensili come non trovano disegnatori CAD o programmatori per PLC

      quindi tranquillo, hanno commesse a caterve! e lavoro lavoro lavoro!

      c’è sicuramente una fetta di metalmeccanici con dei problemi, quelli dell’orbita Stellantis:
      mah, forse che i nodi son venuti al pettine?
      per quegli operai c’è futuro di sicuro,
      FUORI da Stellantis
      per Stellantis in Italia invece temo che i giochi siano fatti, da quando Marchionne dichiarò che l’elettrico non gli interessava

      e ti do un’altra notizia:
      nelle BEV c’è tantissima metaleccanica
      nelle batterie c’è meccanica
      nei pannelli FV c’ meccanica
      e i macchinari e i robot sono progettati e realizzati da meccanici

      quindi dormi sereno, per i metalmeccanici c’è futuro,
      per chi si arrocca su posizioni fuori dalla storia invece …beh, c’è un po’ meno futuro….

      • Le aziende non trovano addetti alle macchine, disegnatori cad, programmatori per plc…
        Sembra che in italia in ogni settore non si trovi più manodopera.
        Per prima cosa proporre degli stipendi adeguati a quello che è diventato il costo della vita, perché in questi anni tante aziende zitte zitte con la scusa del covid, guerra, crisi energetica, crisi degli approvvigionamenti hanno aumentato di non poco i prezzi di un livello tale da innalzare anche i loro margini, quindi guadagnando più di prima.
        Secondo tutte le aziende dalle più grandi a quelle più piccole la smettessero di cercare solo e soltanto personale con esperienza, con titoli, ecc, ma cominciassero a formare loro il personale di cui hanno bisogno.
        Io prima lavoravo in una concessionaria e si era in costante ricerca di meccanici per l’assistenza del service. La politica dei titolari era cercare esclusivamente meccanici di esperienza ma con la pretesa di pagarli col livello più basso del ccnl di riferimento del settore. Risultato che non si trovava il personale oppure ci si ritrovava con gente che si spacciavano per meccanici ma il massimo dell’esperienza era sostituire 4 filtri…
        E da contatti con le altre realtà del settore nel territorio era più o meno la stessa cosa che avveniva quasi ovunque.
        Per altri ruoli invece si ricerca il laureato quando si potrebbe benissimo formare in poco tempo persone prive di alti titoli e studi.

        • grazie federico per aver mostrato al “professore” uno spaccato di vita reale di cui non fa parte, ma di cui oltremodo parla con sicumera.. 🙄 chi sa fa, chi non sa insegna

          PS: egli cerca lo scontro “personale” con me, ma dal tono della sua risposta è evidente che “ci” ha capito molto poco del mio commento.. 🤷‍♂️

        • perchè tutti hanno imparato a fare i furbi e visto che da noi pochi anni fa la manodopera era in eccedenza rispetto alla domanda se ne sono approffitti congelando i salari, ora i nodi vengono al pettine, tempo per istruire le persone, soprattutto per certi ruoli a skill elevato, non c’è più con il rischio che poi una volta istruito uno ti molli per un salario più alto o un posto più vicino a casa. Dopotutto questo è frutto delle loro politiche di “mobilità lavorativa” tanto decantate dai programmi “liberisti” di Renzi & Co, ma forse loro pensavano che in Italia, diversamete che altrove, funzionassero in direzione unica incrementando i profitti e riducendo i costi, senza immaginarsi che prima o poi il fare i furbi diventasse lo sport nazionale con certi skill quasi introvabili pagati a peso d’oro.
          Dove lavora mia figlia il tournover è altissimo (lei stessa ha cambiato 3 lavori in un anno e mezzo guadagnandoci non poco a ogni cambio) con imprenditori i ricerca continua di pesone. Se fossero stati un po più lungimiranti in passato (e i passati governi pure) non sarebbero ora a disperarsi che devon rifiutare lavori e commesse per mancanza di personale come si legge quotidianamente sui giornali.

          • Antonio, a me fa ridere ripensare a quando in molti facevano la voce grossa per lamentarsi del posto fisso, ma ora che i giovani al posto fisso non ci pensano più li vedi smarriti dal fatto che una volta quando trovavano il dipendente bravo e fedele restava fino alla pensione, mentre i giovani non si fanno problemi ad accettare un lavoro meglio retribuito o con la possibilità di lavorare da casa, o più vicino a casa. Come se il contrario di posto fisso non fosse più turnover, o stipendio che sta al passo con esperienza e competenze.

  4. Se proprio il governo italiano vuole produrre auto cinesi in terra italiana, beh la scelta più appropriata è senz’altro TERRACINA

    • Dove peraltro in tempi ormai passati (di sicuro all’epoca del buon’anima, forse anche un po’ dopo) si facevano record di velocità e se non ricordo male anche le omologazioni della velocità massima di vetture e moto

  5. Ma… siamo sicuri che il governo voglia concedere i due marchi ai cinesi per fare auto elettriche? Dopo anni e anni di battaglia feroce contro l’imposizione UE delle auto elettriche che favorirebbe la Cina e ucciderebbe l’eccellenza italiana nella componentistica per motori termici, si mettono il nemico in casa a fare proprio aiuto elettriche?
    Non è che per caso l’idea preveda invece di far costruire ai cinesi in prevalenza auto termiche ibride concordando che utilizzino componentistica italiana, e giusto una piccola quota di auto elettriche per tenere buona la UE?

    • In teoria Autobianchi sarebbe buono per fare quadricicli pesanti elettrici, quelli fatti bene con vera scocca in lamierati

      ci sono esempi recenti cinesi che hanno dimostrato che è tecnicamente fattibile rimanendo nei limiti di peso dei quadricicli pesanti, e arrivando a lunghezze vettura già interessanti di 2,8 (2 posti) o 3-3,2 metri (2 o 4 posti)

      e non servirebbe chiamare i cinesi, in italia a voglia di industrie capaci

      ma credo ci sia un “veto” non scritto di Stellantis a bloccare progetti del genere, un buon quadriciclo in lamiera al prezzo giusto gli rovinerebbe in parte il mercato delle utilitarie da città

      sarebbero un passettino in più rispetto alla Ami con telaio in tubi quadri e resina, e lunghezza 2,4 m, o alla Xev jojo, con la scocca in parte buona metallica ma costosa e lunga solo 2,5 m

      forse questo tipo di prodotto da citttà, intelligente, economoco ed a bassissimo impatto ambientale, ce lo concederanno solo tra qualche anno, dopo aver già piazzato il piazzabile nelle auto normali

    • In europa siamo quelli furbi. Limitiamo l’import di elettriche cinesi tanto quelli ci invadono con termiche e ibride a prezzi concorrenziali in tutti i segmenti pressoché abbandonati perché a bassa marginalità o comunque dove le case europee hanno gonfiato i prezzi.
      Tutte le case europee si sono dimenticate della storia passata e da dove arrivano. Ormai si guarda solo ai dividendi nel breve e alla borsa.
      Vedremo questa società, questo impero chiamato vecchio mondo, quanto impiegherà a cadere come nella storia è stato per ogni impero.

  6. C’è da dire una cosa… siamo sicuri che i marchi storici quando propongono veicoli bev abbiano lo stesso appeal di marchi nuovi che producono solo o quasi bev? Perché inizio a pensare che in qualche modo il cliente dal marchio a pistoni si aspetti i pistoni… non so… è solo una mia idea?
    E quindi quei marchi che ormai sono solo più scartoffie nell’ufficio del registro… che hanno ormai solo un significato nostalgico… non so a che possono servire…i veicoli elettrici per essere competitivi devono costare poco. Inutile spendere milioni e milioni nel differenziare architetture che non nascendo puramente bev si perdono tutti i possibili vantaggi. Frunk….etc etc Forse conviene cambiare completamente approccio per continuare a lavorare nell’ automotive EU…

  7. Secondo me si fanno i conti senza l’oste.

    Ora una cosa sarebbe cedere ai cinesi Alfa Romeo/Lancia. Nomi con una storia anche nei settori sportivi.
    80KWh di batteria 2 motori da 150KW e fai risorgere una vecchia gloria.
    Ma con autobianchi/Innocenti, fuori dall’italiano chi le conosce. Ed anche in Italia tolta una certa fascia di età chi le conosce?

  8. Non sono ancora partiti questi progetti perchè Urso, nella sua “vision” di neutralità tecnologica, sta chiedendo ai Cinesi che consulta per fargli aprire la fabbrica in Italia, di rimettere in produzione una Lambretta Innocenti motore 2 tempi a miscela, come quella che aveva suo nonno, eventualmente adattabile a biodiesel Eni

    per ora gli hanno risposto ” Grazie, idea molto interessante, ci pensiamo e la richiamiamo noi”

  9. Si ma nell’articolo c’è scritto che la fabbrica sarà in Italia e gli operai anche…. E pure la filiera……..

  10. Quindi ricapitolando: dei prodotti dichiaratamente cinesi, ma vagamente assemblati in Italia, possono addirittura esibire un marchio storico italiano “regalato” dal governo.

    Apriti cielo se incece Alfa Romeo chiama Milano un veicolo prodotto in Polonia (che ricordiamolo: al di là di tutto è un paese della Ue da almeno 20 anni) o se mettono le bandiere italiane sulle Topolino marchiate Fiat ma prodotte in Marocco.

    Questi simpatici monelli che sono al governo, non passa giorno che non trovano qualcosa per farmi divertire come un matto. Che sagome. 😂😂😂😂😂

    • scusa ma in Europa lo sport che va per la maggiore è fregare il proprio vicino e la già citata Polonia e in generale gli ex paesi dell’est sono maestri in questi giochetti vedendosi contributi e con questi far concorrenza ai prodotti nostrani, qualora venisse un produttore cine che utilizza impianti in Italia con nanodopera e magari in parte indotto italiano BEN VENGA o dibbiamo solo prenderci auto costruite altrove e spesso extraUE? Questo sarebbe un modo più intelligete da usare il famoso miliardo di bonus dato in gran parte a chi in italia ha solo la vetrina del concessiinario.

      • -qualora venisse un produttore cine che utilizza impianti in Italia con nanodopera e magari in parte indotto italiano-

        Sinceramente: Ma lei ci crede davvero? Io decisamente no.

      • “… un produttore cine che utilizza impianti in Italia con nanodopera e magari in parte indotto italiano…”

        … non può che produrre auto termiche o al massimo ibride, perché la nostra maestria e la nostra filiera è specializzata in quella tecnologia, non in quella delle auto elettriche…

        • Guardi che la nostra industria della componentistica è capace di fornire un’ampia gamma di prodotti: sospensioni, cerchi ruote, pneumatici, ingranaggi in genere, fari e sistemi di illuminazione, sedili, climatizzatori, cruscotti, alzacristalli elettrici, etc. Tutte cose che servono anche nei BEV.

        • mentre in Serbia, Polonia, Marocco hanno skill decennali nella produzione di eletriche e filieriere / trasporti efficentissimi?
          ma ricordo male che il mantra di quelli che vogliono passare all’elettrico è quello del reskilling della attuale manodopera per non creare disoccupazione “come avvenuto per le carrozze trainate dai cavalli verso le automobili” ed ora invece si scopre che noi si è destinati a morire metalmeccanici di bassa leva yranne pochissimi ultraesperti progettatori CAD o esperti in robotica… ma allora se così fosse essere contro il passaggio all’elettrico avrebbe una forte ragion d’essere … non trovi anche tu eugenio?

        • Allora perchè nel suo intervento afferma ” non può che produrre auto termiche o al massimo ibride, perché la nostra maestria e la nostra filiera è specializzata in quella tecnologia, non in quella delle auto elettriche…” se voleva dire che al governo non servono i BEV? Io mi sono limitato a rimarcare l’inesattezza delle sue affermazioni circa l’industria italiana della componentistica e lei mi replica parlando di tutt’altro

      • …che è più o meno l’idea che stava dietro la Via della Seta, nei capitoli relativi alla produzione in Italia.
        strano, ai tempi Urso non era tanto d’accordo, ma adesso che il sovranismo impera potente
        finalmente avremo le fabbriche dal nome italiano, con manodopera italiana, con indotto italiano
        e
        con dirigenza cinese.
        che dirige, non è l’imprenditoria all’amatriciana, quindi comanda per davvero, e da una posizione di forza….

        non so:
        mi pare una buona idea per penetrare, in tutti i sensi,
        ma sono sicuramente prevenuto e non capisco bene il sovranismo gioggesco….

        • il loro sovranismo si limita alla svendita del proprio paese in cambio di favori. Nei fatti sono i meno patrioti, i meno sovranisti, i meno entusiasti..i meno tutto….anzi no…sono i più incompetenti.

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