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Auto, parte il tavolo a Bruxelles: si decide su multe, scadenze e aiuti economici

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Il 29 gennaio si aprirà a Bruxelles l’atteso tavolo che dovrà confermare o decidere le novità per il futuro dell’industria dell’auto europea. Molte le scadenze in arrivo per i produttori. Si parte nel 2026, con le multe milionarie alle case che non potranno dimostrare di aver ridotto le emissioni di CO2 dei propri modelli almeno del 15%. Per arrivare al 2035, quando non sarà più possibile produrre auto con motori tradizionali.

Ma la discussione sulla transizione verso l’elettrico si occuperà anche di neutralità tecnologica e del potenziamento delle infrastrutture di ricarica. L’obiettivo rimane ambizioso: garantire che l’Europa mantenga la sua competitività industriale mentre avanza verso una mobilità a emissioni zero.

filiera automotive

Mercato auto fermo, nel 2024 cresciuto dell’1% e crollato del 18% rispetto al periodo pre Covid

Competitività sarà una delle parole d’ordine dell’Europa, la cui industria (non solo automotive) è presa tra i due giganti in lotta per la supremazia politica ed economica. L‘Unione europea deve trovare un ruolo tra gli Stati Uniti, in mano alle velleità protezionistiche di Donald Trump, e la corsa a conquistare quote di mercato in tutti i settori strategici da parte della Cina, guidata con mano ferma da Xi Jingping.

Tornando all’auto, i dati recenti mostrano un mercato europeo stagnante. Nel 2024, la crescita delle vendite di veicoli è stata inferiore all’1% rispetto all’anno precedete. Rispetto al 2019, invece, le immatricolazioni sono diminuite del 18%. Con una torta più piccola, il 2025 non promette un miglioramento significativo. Sullo sfondo, la scadenza del 2035 per la vendita esclusiva di auto nuove a zero emissioni genera preoccupazioni tra costruttori, imprese della filiera, sindacati e governi dei principali Paesi produttori (sebbene con posizioni diverse). Più della scadenza stessa, è il percorso verso quel traguardo che molti ritengono necessario rivedere.

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha proposto di anticipare al 2025 la revisione delle tappe della transizione, prevista per l’anno prossimi Sarà a Strasburgo per incontrare figure chiave della Commissione europea, come i vicepresidenti Raffaele Fitto ed Henna Virkkunen, e i commissari Oliver Varhelyi e Andrius Kubilius. Questo sarà solo il primo passo di un lungo processo negoziale.

Von der Leyen guida personalmente le trattative

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, guiderà in prima persona il confronto con un calendario di riunioni regolari che coinvolgeranno produttori, fornitori, partner sociali e rappresentanti della società civile. Tra i temi prioritari figurano: innovazione e decarbonizzazione, competitività industriale, semplificazione normativa. Al commissario ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas il compito di elaborare un piano d’azione per il settore automotive, con le prime misure già inserite nel Clean Industrial Deal, previsto per il 26 febbraio.

La politica non resterà fuori dal dibattito. I popolari europei (PPE), che in passato hanno sostenuto le normative sulle emissioni, ora chiedono un allentamento delle regole. In contrasto, la socialista spagnola Teresa Ribera, vicepresidente con delega alla Transizione Ecologica, difende una linea rigorosa. Le tensioni politiche si preannunciano inevitabili, ma faranno parte del gioco che in palio un compromesso accettabile da tutti

Bruxelles, sfilano i lavoratori del settore auto

Il settore automobilistico rappresenta 13 milioni di posti di lavoro e il 7% del PIL europeo. Le parti industriali e sociali si stanno mobilitando. Secondo Ola Källenius, leader dell’ACEA e amministratore delegato di Mercedes-Benz, “se la domanda non riprenderà e l’Europa non riacquisterà competitività, l’ondata di perdite occupazionali proseguirà per molti anni”. Il 5 febbraio, invece, per le strade di Bruxelles sfileranno le proteste dei metalmeccanici europei del settore auto. Imprenditori e lavorati chiederanno alla Ue di farsi carico di un sostegno economico alla transizione, in cambio del rispetto della scadenze già previste e finora confermate dalla Commissione.

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43 COMMENTI

  1. L’articolo è impreciso, laddove afferma che “Si parte nel 2026, con le multe milionarie alle case che non potranno dimostrare di aver ridotto le emissioni di CO2 dei propri modelli almeno del 15%”. In realtà le multe, salvo novità, si applicheranno già in relazione alle auto vendute nell’anno solare 2025. Questo in quanto è entrato in vigore il nuovo limite per il periodo 2025-2029 dei 93,6 grammi per chilometro di CO2, oltre 20 in meno rispetto ai 115,1 imposti per il 2020-2024. Questo requisito si applicherà all’intera flotta di vetture di nuova immatricolazione di ogni costruttore.

  2. Le multe previste per il 2025 avranno conseguenze disastrose per il mercato dell’auto europeo e di conseguenza sui consumatori, che qualcosa andasse limato è pacifico.
    Aggiungo comunque anche se sono un po’ off topic che con l’aumento esorbitante del costo delle termiche e la svalutazione delle elettriche, sull’usato EV si riescono a fare dei begli affari (vedere tesla model 3 e model Y vecchio modello). Qualche termiciaista potrebbe passare gioco forza all’elettrico, rimanendone soddisfatto.

    • aspetterei il piano proposto a Febbraio prima di esprimere opinioni. ci sono molte associazioni e forze politiche a favore del mantenimento delle regole attuali. immagino cercheranno una mediazione

  3. “Se già hai fatto euro 6e, euro 7 ecc e 2035 stop auto termiche, perché aggiungere ulteriori norme annuali?”
    Perche’ conoscono i loro “polli”……. Non fanno niente fino al 2035 e poi piangono che “non fanno in tempo”, “sono costretti a licenziare”, ecc. ecc.

    • Eh allora abolisci l’euro X e fai solo normativa c02.
      Cioè o fai 1 o l’altra.
      Difficile capire che rispettare 100 normative diverse sullo stesso problema è solo un costo senza benefici?
      Costo che si riversa sui clienti. a luglio ci sarà euro 7 + normative co2..boh blocco completo del mercato?

  4. La decisione di Trump di abbandonare gli accordi sul clima credo/temo che peserà non poco, insieme ai risultati delle elezionj in Germania, sulle decisioni della commissione UE.
    Rischiamo di avere gli USA che, oltre ad aver tassato del 100% i prodotti green cinesi ( i quali, non potendo vendere li, cercheranno dj “invadere” l’Europa coj loro prodotti), continueranno a estrarre petrolio e gas obbligando noi ad acquistarlo pena salate sanzioni.
    Le industrie europee dell’automobile saranno schiacciate da una parte col costo delle materie prime e dell’energia e dall’altra da una Cina supercompetitiva sull’elettrico in tutte le sue forme dalle auto ai pannelli fotovoltaici alle batterie, tutto questo in tempi strettissimi, troppo brevi per immaginare delle serie politiche che possano risolvere/mitigare questi problemi.
    Insomma come la si guarda in ogni caso rischiamo dj essere perdenti rispetto alle due superpotenze.

        • Che significa pro capite? 😀 adesso le aziende inquinano in base al numero di abitanti della nazione in cui producono? 😀
          Per dire, l’azienda dove lavoro io inquina e consuma in un anno come una città di 35000 abitanti…ma questo valore non è determinato dalla popolazione del luogo in cui è costruita la fabbrica ma dalla dimensione della produzione e dal numero di clienti che richiedono un determinato prodotto.
          Quindi direi che non ha molto senso utilizzare un metro di misura “pro capite”.
          Aggiungo per esperienza personale che una fabbrica costruita qui in Italia deve soddisfare determinati requisiti anche di inquinamento (tempo necessario in 5 anni siamo a metà).
          In cina abbiamo costruito in 12 mesi la stessa fabbrica senza alcuna regola o altro e stanno già partendo.

          • No parliamo di singole aziende ma di sistemi Paese. Ogni abitante cinese contribuisce alle emissioni climalteranti poco più di un europeo e solo due terzi di un americano. Questi sono i fatti.

        • Mamma mia quanto inquinano gli amanti del super Bowl, senza considerare il consumo di cibo e acqua pro capite alle stelle.

        • Le emissioni pro capite cinesi sono il doppio di quelle italiane e siamo fra i paesi più virtuosi d’Europa (pur essendo il secondo paese europeo per produzione industriale). Ma a leggere voi questa realtà non emerge… Dati a convenienza insomma (come il green nelle regioni altrui)

          • Io ho parlato delle emissioni medie pro capite europee, non dell’Italia che grazie all’idroelettrico è fra i paesi più virtuosi. Impari a leggere e a capire quel che legge.

        • Esiste però un problema: gli abitanti degli USA sono circa 300.000.000 mentre quelli della Cina 1.400.000.000. Alla fine fa una bella differenza circa l’entità delle emissioni di ciascun paese

          • Quindi, quelli virtuosi sono i maltesi, gli andorrani e i sanmarinesi.

          • Rispondo al sig. Degli Esposti in questo modo, visto che non mi è consentito di fare altrimenti: maltesi, andorrani e sanmarimesi non sono virtuosi, ma bensì fortunati perchè il loro comportamento è pressochè ininfluente per il pianeta terra, dato che sono in numero estremamente ridotto. Potrebbero benissimo andare a tutto carbone senza creare disastri climatici. La responsabilità nei confronti della salute del pianeta è direttamente proporzionale ai consumi ed alla popolazione di un singolo paese

          • E’ direttamente proporzionale allo spreco di energia di ogni singolo cittadino. Cioè alle emissioni pro capite.

          • @guidetti

            Inquinamento e riscaldamento non hannp dogane o barriere linguistiche.
            La realtà è che la somma prodotta dalle attività umane è incompatibile con la sopravvivenza umana nel pianeta nel lungo periodo e per il vivere sano già da oggi, anzi da ieri.

    • @antonio
      Quindi i nostri esportatori sceglieranno di far pagare caro, carissimo ai cittadiini il gas e petrolio USA per salvaguardare il loro interesse.
      Logico, efficace, lineare direi, il famoso giochetto degli agnelli: utili privati e perdite socializzate.

  5. Queste norme sono assurde.
    Costringere le aziende a produrre un tipo di prodotto che il mercato non acquista in quelle quantità.
    È come costringere la Ferrero a vendere almeno il 20% di Nutella vegana rispetto alla Nutella tradizionale.
    Solo nell’automotive assurdità di questo tipo.
    Ma poi perché tutte queste norme ridondanti?
    Se già hai fatto euro 6e, euro 7 ecc e 2035 stop auto termiche, perché aggiungere ulteriori norme annuali?
    Io mi preoccuperei più dei veri inquinanti come le polveri sottili e i nox piuttosto che della c02.
    O nella peggiore delle ipotesi chiederei alle aziende di compensare le emissioni c02 piantando alberi o investendo nelle produzioni che utilizzano la c02.

    • ma non è vero, avrebbero potuto spingere le ibride nelle varie forme ed avrebbero ottenuto l’effetto desiderato.
      “i veri inquinanti” come dici tu: nelle regole EU sono considerati vari inquinanti, non certo solo la CO2.

      “O nella peggiore delle ipotesi chiederei alle aziende di compensare le emissioni c02 piantando alberi o investendo nelle produzioni che utilizzano la c02.”
      piantare alberi è una misura che rimanda l’assorbimento di CO2 a fra alcuni anni.
      produzioni che utilizzano la CO2??? quali????

    • @DanieleR sicuramente le norme son pensate male….
      però … se si scopre che la “nutella tradizionale” contiene sostanze tossiche
      è doveroso bloccarne la diffusione; se la “nutella vegana” invece non ha tossicità ed è comunque buona…..va favorita la produzione e vendita.

      Miriadi di ricerche e studi han dimostrato che le case produttrici per decenni le hanno “interpretate” le normative Euro(x) facendo emettere ai veicoli sostanze tossiche, cancerogene e clima-alteranti; hanno prodotto volentieri i motori a gasolio perché emettono meno CO2 .. spacciandoli per “ecologici” … peccato per i NOx & PMx ALTISSIMI. Son rimaste ferme a guardare altri sviluppare nuove tecnologie (auto NEV) e adesso “si svegliano” perché nei mercati importanti (USA e Cina) non comprano più i loro veicoli meno evoluti, creando in Europa un enorme surplus produttivo..

      La compensazione delle emissioni CO2 con riforestazione ha poi dei limiti di efficacia; bisogna prima di tutto diminuire fortemente le emissioni… poi magari la Natura nel lungo periodo compensa da sola e riequilibra… sempre che si smetta di deforestare per motivi commerciali – agricoltura e allevamento intensivo piuttosto che trivellare per estrarre idrocarburi o materie prime o… asfaltare tutto per costruire edifici..

      • Se vogliamo metterla su questo piano, la nutella vegana fa meno male di quella tradizionale. Ma nessuno si sognerebbe mai di imporla di legge.
        Pienamente d’accordo su discorsi su NOx & PMx.
        Ma di per sè produrre un auto inquina molto, a prescindere che sia EV o ICE.
        Quindi l’auto elettrica in sè non risolve, se non in parte, il problema.
        Se il motivo è meramente ambientale, a questo punto eliminiamo la mobilità privata e muoviamoci tutti in bici o treno o bus.

    • “È come costringere la Ferrero a vendere almeno il 20% di Nutella vegana rispetto alla Nutella tradizionale.”

      NO.

      È come costringere a smettere di vendere l’amianto.

      In fondo, quante persone sono morte di mesotelioma in Italia? Neanche 15.500 tra il 2010 e il 2020, a 30 anni del blocco vendiite, mica è stata una strage, sono solo 1500 all’anno, da cinquant’anni e per i prossimi 20 (poi saranno tutti comunque morti di vecchiaia).
      Fra 100 anni forse gli uomini saranno ridotti a qualche centinaio di milioni, arroccati da qualche parte. Beato chi farà il subacqueo e sarà in grado di scendere in profondità e godersi Piazza San Marco o la Torre degli Asinelli a Bologna.
      Che paranoici green questi plutocrati europei, vietare le auto a combustione interna così, senza un motivo che sia uno.

      • Esatto, invece c’è sempre qualcuno refrattario alle regole, che la mette sempre sul “mi tolgono la mia libertà di scelta” !!!
        Ma quando questa contrasta con il bene, anzi la salute di tutti è giusto imporre.

        • Certo, peccato che per un piccolo miglioramento in termini ambientali (l’inquinamento delle auto europee a livello dell’inquinamento globale è veramente poca cosa), con questa regola noi avremo costi molto più alti (che vedremo se saranno realisticamente sostenibili e se saranno almeno in parte compensati dalla UE o neno, con soldi comunque sempre nostri alla fine) mentre altri paesi (America sia NORD che SUD, Africa
          e gran parte dell’Asia ) questi costi non li avranno o quei paesi che li avranno li avranno li avranno in minima parte perchè non hanno dazi su auto cinesi a bassi costi per “salvare” la produzione locale.
          Alla fine purtroppo temo che comunque vada avremo al posto dell’auspicato win win il temuto lost lost.

          • @antonio gobbo
            “veramente poca cosa”…
            ma cito te: il 15%.

            poca cosa? davvero davvero?
            e cos’altro farebbe diciamo il 60% tutto insieme e da solo?
            così, per curiosità

      • Ma come si fa a paragonare un motore all’amianto? (NDR l’amianto di per sè non è tossico, lo diventa se si sfibra)
        Allora perchè non viene vietato il fumo?
        In Italia si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti
        Ribadisco, se c’è un motivo di salute pubblica o ecologico le soluzioni non sono le auto elettriche ma sono tanti altri i campi in cui intervenire.

        • @danieler
          benaltrismo da bar senza fondamento scientifico.
          studi e studi e studi e dati e dati e dati riportano che
          a. il cambiamento climatico è in corso
          b. è di causa antropica
          c. è dovuto alle emissioni di CO2 dovute all’attività umana
          d. le emissioni degli autoveicoli è una parte consistente del problema
          e. le altre emissioni degli autoveicoli creano problemi di salute pubblica non indifferenti

          ora, che il gioco sia il “ma anche” e buttare la palla in tribuna
          non mi stupisce, è nella natura di noi italiani, mediamente,

          ma che tu ti stupisca che qui tanti non abboccano (più) a simili baggianate,
          ecco, proprio non sta in piedi.

          il fumo? guarda che progressivamente viene vietato, vedi le ultime novità a milano. poco poco, poco per volta, ma la strada è quella.

          l’amianto non è tossico ma lo diventa se si sfibra? verissimo, infatti l’amianto in quanto grigio non da problemi di rifrazione ottica ma solo per gli usi che se ne facevano, che, guarda caso, portavano spesso allo sfibramento. e la Terra è rotonda e 2 + 2 fa 4.
          questo è la tipologia delle.logiche che metti nella discussione.

          • Nessuno mette in dubbio che le attività umane siano causa del riscaldamento globale e nessuno nega che le emissioni delle auto siano parte del problema.
            Il punto è che le auto elettriche non sono nemmeno lontanamente la soluzione e non mitigano il alcun modo il problema. Per esempio in Norvegia che hanno raggiunto il 100% elettrico come vendite, ma contemporaneamente aumentato l’uso di petrolio. Oppure nonostante il diesel abbia il 3% del mercato come vendite auto, a livello di carburante attualmente in Italia viene venduto il doppio rispetto alla benzina. E si può andare avanti con 1000 altre evidenze che anche se la vendita di auto fosse al 100% elettrica ci troveremmo cmq nella stessa situazione.
            Ma poi la famosa Cina è al 30% full elettrico.. Di che stiamo parlando dai.

          • Le auto elettriche circolanti in Norvegia sono il 20 % del totale. I consumi di benzina e gasolio sono diminuiti del 4%. Mi sembra del tutto comprensibile considerando che le prime auto sostituite saranno state le citycar con percorrenze più basse. D’ora in poi, con un mercato 100% elettrico, verranno avvicendate anche auto diesel e benzina di segmenti superiori, con percorrenze più alte. E i due dati circolante-consumi di carburante si allineeranno.

          • Quando capirete che è riduttivo parlare solo di CO2 quando si dà un giudizio sulla sostenibilità dei mezzi di trasporto? E tutto quello che emettono le auto termiche mentre viaggiano non lo consideriamo? Mai sentito parlare di polveri sottili? Va considerato tutto, compreso ovviamente le emissioni derivanti dalla produzione delle batterie per le auto elettriche.

      • “Fra 100 anni forse gli uomini saranno ridotti a qualche centinaio di milioni, arroccati da qualche parte. Beato chi farà il subacqueo e sarà in grado di scendere in profondità e godersi Piazza San Marco o la Torre degli Asinelli a Bologna”. Gentile sig. Guido, apprezzo molto le sue capacità divinatorie, e la apprezzo per questo, peccato che previsioni a così lunga scadenza siano assolutamente inattendibili. Ad esempio, chi nel 1925 (quindi cento anni fa) avrebbe mai immaginato che nel 2025 la popolazione mondiale avrebbe superato gli 8 miliardi). Con questo la prego di non arruolarmi tra i negazionisti climatici, sono solamente contrario a chi si diletta a fare il leone da tastiera sparando le più fosche previsioni ed i più spaventosi anatemi anzichè cercare di ragionare sui problemi e sulle strade per risolverli

        • Ci ragionano le migliori menti del Pianeta da oltre 30 anni: si legga i rapporti dell’IPCC, elaborati dai 1.300 istituti scientifici più prestigiosi del mondo. Basta leggerseli, capirli, e prenderne atto. Scoprirà così da che parte stanno i leoni da tastiera.

        • “apprezzo molto le sue capacità divinatorie” dovrebbe invece apprezzare la mia umiltà: non essendo un climatologo, mi affido alle simulazioni (sì: sono simulazioni, non previsioni, le previsioni le puoi fare quando esiste un modello fisico calcolabile, qui abbiamo a che fare con la stupidità umana che è irrazionale e non segue nessuna regola – la psicostoria di Asimov purtroppo non riusciamo ancora a comprenderla) con relativi scenari, dal migliore al peggiore, scritte dall’IPCC. E Piazza San Marco sommersa rientra nello scenario MIGLIORE, Bologna sommersa invece in quelli successivi, ma sempre scenari previsti, per la cronaca quelli in cui quelli come Trump vengono eletti e buttano nel cesso ogni azione di contenimento.
          Ma se roberto guidetti ritiene di saperne di più dell’IPCC, non di Guido Baccarini umile bardo, pubblichi pure la sua ricerca e la leggerò molto volentieri, così ruggiremo tutti insieme dalla nostra tastiera che Metro Goldwin Mayer spostati.
          Quello di dire che non si è negazionisti climatici ricorda tanto il “Io omofobo? Ma se ho un sacco di amigi gay!” nel momento in cui si dà del millantatore a chi semplicemente riporta la sintesi di quello che si dice di non negare.
          PS: preferisco essere apprezzato per la luna e non per il dito.

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