Home Vaielettrico risponde Due posti auto per la futura plug-in: in quale ricaricare?

Due posti auto per la futura plug-in: in quale ricaricare?

14

Non uno, bensì due posti auto a disposizione per ricaricare la prossima auto, una ibrida plug-in. Alberto ci chiede quale dei due attrezzare e come. Inviate i vostri quesiti a info@Vaielettrico.it

Abito a Firenze, delle colonnine non mi fido

“Ogni tanto leggo alcuni dei vostri articoli; in particolare un pò di tempo fa avevo letto un vostro articolo che suggeriva di informarsi bene su come ricaricare un’auto prima dell’acquisto onde evitare cattive sorprese.
Stavo meditando l’acquisto di una nuova auto, premesso che considerando le mie esigenze, le abitudini della mia famiglia e l’utilizzo previsto per questa automobile un modello full Electric non è idoneo, mi stavo informando sulle auto a benzina o mild-hybrid. Mi è stata fatta una buona offerta per una Pegeout 308SW plug-in che quindi, anche se ha il motore termico e si può andare a benzina, impone di informarsi sulla ricarica delle batterie
auto plug-in
La prossima auto di Alberto: una Peugeot 308SW ibrida plug-in
Siccome vivo a Firenze e ricordo di un articolo pubblicato sul Corriere della Sera di una persona che segnalò vari problemi con le colonnine pubbliche proprio qui a Firenze mi stavo informando preventivamente, in particolare in una vostra risposta facevate riferimento alle postazioni di ricarica “private”.

Wallbox o presa Shucko? Non ho capito molto

Questa mattina ho fatto 3 telefonate ai numeri verdi di fornitori di elettricità e di wallbox e ci ho capito poco, per cui speravo che avendo una certa esperienza possiate chiarire i lati che al momento mi risultano poco chiari.
Io ho un box auto nel mio palazzo con presa Shuko attaccato al contatore di casa ed un posto auto in un garage condominiale in un altro fabbricato vicino casa. In relazione al box va detto che dato lo spazio davanti potrei non riuscire a fare manovra con il modello in questione perché troppo lungo, e quindi dovrei metterla nell’altro posto.

Se non bastano i 3 kW da contratto…

In ogni caso se la macchina andasse nel box ci sarebbe il problema dei 3KWH del contatore dell’utenza domestica, per capirsi meglio mi riferisco  all’utilizzo contemporaneo di altri elettrodomestici (lavatrice, lavastoviglie etc.) e mi pare di aver capito che la wallbox non risolve questa questione, me lo confermate?
Qualora dovessi mettere la macchina nel posto auto dell’autorimessa condominiale nell’altro palazzo, li mi par di capire che dovrei attivare un’altra utenza, premesso che servirebbe solo ed esclusivamente a ricaricare la macchina: che voi sappiate esistono contratti agevolati specifici che consentano di non pagare tutti gli oneri accessori di un’utenza non domestica?„ Alberto Aquino

Se può, sfrutti il contratto domestico

Risposta – Premesso che non siamo grandi estimatori delle auto ibride plug-in, e nemmeno grandi conoscitori, possiamo comunque risponderle sulle modalità di ricarica.
Partiamo dal suo box collegato al contatore domestico. Se lei ha un buon contratto di fornitura, meglio con tariffa bioraria scontata nelle ore notturne, le converrebbe certamente utilizzare quello per ricaricare la sua nuova auto.
auto plug-in
Essenziale far controllare presa e impianto da un elettricista qualificato.
Molti lo fanno anche dalla presa Shucko con il caricatore mobile in dotazione (o comunque facilmente reperibile a poche centinaia di euro), anche detto per comodità “carichino”. Dovrà però far controllare presa e collegamenti a monte da un tecnico, perchè le ripetute e prolungate ricariche, anche a bassa potenza come nel suo caso, sottopongono l’impianto a uno stress ben superiore a quello abituale per gli usi domestici.
La potenza contrattuale di 3 kW potrebbe bastarle: la ricarica assorbirà circa 2 kW e basterà non effettuarla in concomitanza con l’utilizzo degli elettrodomestici energivori (lavatrice, lavastoviglie, piano ad induzione). Con qualche euro in più potrà installare una wallbox (a partire da 600-700 euro) con bilanciamento dei carichi, evitando così il rischio di distacchi imporovvisi.
auto plug-in

Una prova con l’App alla colonnina, non si sa mai

Nell’autorimessa condominiale dovrà invece installare un nuovo contatore (circa 400 euro il costo) e sottoscrivere un nuovo contratto per “altri usi” soggetto a Iva del 22%, anzichè del 10% previsto per uso domestico. Non ci risulta che ci siano contratti agevolati specifici.
Ultimo consiglio: scarichi la App di Enel X Way o di Plenitude + Be Charge, controlli subito quante colonnine di ricarica pubblica ci sono attorno a casa sua e nei luoghi che frequenta più spesso (a noi ne risultano oltre 100 a Firenze) , faccia con tutta calma due o tre prove di ricarica pay per use prendendo dimestichezza con l’utilizzo. Non è difficile come sembra. E potrebbe sempre servirle.

– Iscriviti a Newsletter e canale YouTube di Vaielettrico –

Apri commenti

14 COMMENTI

  1. Attenzione che se il garage è sottoposto a controllo dei vigili del fuoco non è possibile ricaricare tramite shuko ma deve essere installata una wallbox… se succede qualcosa ricaricando con shuko sono infatti cazzi del proprietario.
    Almeno questo è quello che mi ha detto il mio amministratore (con allegata documentazione dei vigili del fuoco) e così ho dovuto fare io (che pure già avevo presa di corrente installata nel garage e collegata al mio contatore)

  2. mah, far controllare la linea a monte per usare il carichino in tranquillita’ certamente, metter su una WB per piu’ di qualche euro in piu’ (quello citato nell’articolo e’ il solo costo dell’apparecchio, a cui puo’ essere necessario aggiungere anche altrettanto per l’installazione!) non so quanto possa avere senso nel suo caso: potra’ tranquillamente ricaricare di notte (regolando opportunamente il timer della vettura), ma, qualora fosse impossibile, passare a 4,5kW di potenza del contatore costa un centinaio di euro di pratica, piu’ circa 1,5e di spesa mensile in bolletta! La WB al solo scopo, in questo caso, di gestire i carichi sarebbe un vero spreco!

    • Non serve nemmeno aumentare il contatore se mette una wallbox supportata dal GSE. Ma comunque ha una batteria da 12,4 kWh, caricando di notte a 1.5 kW in 8 ore la carica comunque, basta limitare la potenza di ricarica e mettere un timer

  3. Sono possessore di jeep compass plag in e dopo appena meno di due anni, su 31000km percorsi ne ho fatti 27500 in elettrico.
    Fondamentale ricaricare a casa, ma a 2 kwh in 5-6 h ogni sera può tranquillamente dare il pieno della sua batteria che servirà carica praticamente ogni giorno (autonomia in elettrico di 50km circa). Consiglio, come dice l’articolo, di scaricare app per le colonnine in quanto le volte che si fa un viaggio più lungo e la macchina rimane posteggiata davanti ad un cinema, ristorante, centro commerciale, oppure, perché no, Anche posto di lavoro, conviene farci rabbocchi.
    Dopo i primi 20gg un po’ particolari, diventa abitudine osservare sulla app il percorso di viaggio e fissarsi nella mente le colonnine (nei luoghi più abitualmente frequentati) così come lo era per i pochi distributori di metano (ho usato 15 anni auto a metano) oppure per i distributori di benzina

  4. Buongiorno, da possessore di una phev, confermo che si può ricaricare con il carichino, anche se il mio elettricista mi ha fortemente consigliato una wallbox (che in effetti ho installato approfittando del bonus 50%) in quanto a detta sua, caricare per 6-7 ore consecutive a lungo andare potrebbe essere dannoso per l’impianto.
    Approfitto per chiedere a chi ha risposto (redazione) il motivo per cui “non siamo grandi estimatori delle auto ibride plug-in”, secondo la redazione, chi fa 50 Km al giorno durante la settimana (ma nel week end si sposta verso zone dove al momento non ci sono molte colonnine di ricarica) e ha la possibilità di caricare a casa, dovrebbe acquistare un elettrica o continuare ad usare auto con motore termico?
    Sinceramente non capisco questa ostilità per chi pensa di passare in elettrico, ma in modo graduale passando per una Plug-in
    Saluti

    • Parlare di “ostilità” è esagerato. Noi ci limitiamo a sottolineare due problemi
      Primo: molte analisi fatte sui dati reali, cioè sul campo, hanno dimostrato che le plug-in vengono troppo spesso utilizzate come normali auto termiche. Forse per pigrizia o per inesperienza, ma questi sono i fatti. La conseguenza è che i livelli di emissioni restano elevati.
      Secondo: sono auto costose come le elettriche, spesso acquistate da chi sarebbe nelle condizioni ideali per passare direttamente all’elettrico ma non ne ha consapevolezza. La difficoltà della ricarica nei lunghi viaggi è sopravvalutata: la rete è molto migliorata e si sta espandendo molto velocemente. In autostrada, per esempio, le installazioni di colonnine fast e utrafast sono già più di un centinaio e aumentano al ritmo di una decina al mese.

    • Oltre a quanto detto da massimo c’è un altro aspetto. La compass con una carica completa fa 30/40 km in elettrico. Con la stessa energia (11.4 kWh) la mia model 3 di km ne fa in media 78, in estate anche 100.

      • Luca, buonasera.
        Non tutte le Plug-in sono uguali, e neppure le situazioni. Io ho a disposizione 10,4 kWh di batteria netta, e faccio 70 Km in inverno ed oltre 80 in estate. Poi è chiaro che una BEV è più efficiente per motivi tecnici. Ci mancherebbe. Ma non è un distacco abissale, mi pare, e le PHEV hanno qualche vantaggio nell’assenza assoluta di limiti (soprattutto in particolari situazioni). Ciò ad un “prezzo”, ovviamente. Un “prezzo” che richiede nell’utilizzo molta più attenzione del proprietario rispetto ad una BEV. Ovviamente se, come succede a me, si soffre a pagarlo quel “prezzo”.
        Mi consolo considerando che, con i pochi Km che faccio, non potrei mai recuperare le emissioni in più necessarie a produrre una BEV rispetto alla mia PHEV. Del resto, dopo 2 anni, sono appena al 60% del recupero della CO2 emessa nella produzione rispetto all’equivalente a gasolio della mia (3,9 tonnellate in più).
        Comunque, viaggiare in elettrico a zero emissioni per il 97% dei viaggi, inquinando estremamente meno di una termica nel restante 3%, residuo fattibile senza alcun pensiero al mondo (se non il pensiero di usarla al suo meglio per rendere il più marginali possibile le emissioni), non è malaccio! Sapendola usare, ha un suo perché. Ed il problema è proprio lì: bisogna saperla usare! Negli ultimi 7.500 Km ho emesso 9 grammi al Km di CO2. Una BEV non li emette, ma a 9 grammi al Km (in diminuzione) quanti Km dovrei fare con una BEV per recuperare la differenza di emissioni esistente con la produzione della mia?
        Lo ripeto: io volevo una BEV, ma come mi serviva al prezzo che mi serviva non c’era, e nemmeno avevo idea del fatto che a produrle si emettesse così tanta CO2. Una BEV è meglio, ma col mio utilizzo… soprattutto considerando che l’ho pagata 21.700 € (i casi della vita!)… chissà??!!

        • I distinguo andrebbero sempre fatti. Il caso tuo e di Donato sono di utilizzo corretto di PHEV. Questa settimana un mio collega ha ricevuto come auto aziendale una PHEV, percorrendo mediamente 200 km tra andata e ritorno: si traduce in 50 km in elettrico e 150 km a 12 km/l. Le auto con motore termico/PHEV/BEV hanno diversi target di utilizzatori ma questo molte riviste e fan delle une rispetto alle altre non lo capiscono o non vogliono capirlo

          • Buongiorno Michele.
            Infatti!
            L’errore è stato incentivare l’acquisto di PHEV (tra l’altro, per lo più SUV) da parte di flotte e noleggi. Ma, da che esiste la razza umana, “pecunia non olet”, e prevale sempre il guadagno rispetto all’ecologia (o qualunque altra cosa eticamente corretta contrapposta ad un interesse economico o di potere).
            Cento privati, che hanno interesse ad usare bene la propria auto, acquistano 100 auto! Due grosse aziende e due società di noleggio, i cui destinatari non hanno nessun interesse ad usare bene l’auto, ne acquistano magari 400. Si chiama “scegliere la via di minor resistenza” e, aggiungo, di maggior profitto. Ma se è comprensibile per chi fabbrica auto voler vendere a chiunque purché paghi, molto meno comprensibile eticamente è, per chi governa, promuovere l’acquisto di PHEV da parte di chi, certamente, le darà a chi non le utilizzerà correttamente, per disinteresse o per oggettiva impossibilità viste le sue normali necessità di impiego (come il suo collega).
            L’auto, in sé, sarebbe perfetta per la maggioranza degli utenti ed utilissima per ridurre drasticamente le emissioni (fermo restando che vale lo stesso per una BEV, anzi, meglio). Purtroppo quelle scelte politiche ed economiche la condannano ad essere considerata poco efficace per la lotta all’inquinamento. Cosa che ho dimostrato più volte non essere vera per il privato che l’ha acquistata a ragion veduta.
            L’altro problema è proprio qui: la rete di vendita delle case non è assolutamente preparata a guidare anche il privato nella scelta dell’auto e, purtroppo, ci sono privati che non hanno nessuna caratteristica da PHEV ma la acquistano ugualmente (vedi il signore napoletano nel servizio su RAI 3 della Berlinguer). Non puoi vendere una PHEV ad uno che non ha idea di dove ricaricarla, e non ha nemmeno idea di come usarla. D’altra parte, nemmeno il venditore ha idea di come usarla, spessissimo!
            Vale qui la locuzione sostantivale di “combinato disposto”. Infatti, l’insieme delle due cose:
            incentivazione all’acquisto da parte di chi la utilizzerà certamente male;
            incapacità della vendita di guidare il privato nella scelta,
            ottengono come risultato la pessima nomea di un’auto altrimenti ottima, versatile ed ecologica. Tant’è vero che nei vari test seri, le PHEV dimostrano di conservare comunque, anche se usate male, un piccolo vantaggio nelle emissioni sulle termiche, pure o full.
            Un vero peccato, anche se i prezzi folli ormai raggiunti ne sconsiglierebbero comunque l’acquisto!
            Ma per chi i soldi li ha e, soprattutto, ha le caratteristiche di utilizzo adatte, resta un ottimo acquisto per la grandissima versatilità che offre, sconosciuta agli altri tipi di auto che qualche vincolo, ambientale o pratico, lo hanno.

  5. -dato lo spazio davanti potrei non riuscire a fare manovra con il modello in questione perché troppo lungo-

    Caro Alberto

    Da proprietario di plugin mi sento di proporle spassionatamente uno spunto di riflessione.
    Per esperienza personale, sono arrivato alla conclusione che una plugin, qualora non si possa ricaricare comodamente a casa, nel lungo periodo finisce col diventare quantomeno “poco simpatica” da gestire, fedeli al proverbio “in un lungo viaggio, anche la paglia pesa”.
    Al contrario, potendo caricare a casa senza troppi patemi, si riesce a sfruttare al meglio l’accoppiata “elettrico/benzina” senza alcuna fatica o “menata”.

    Perchè parliamoci chiaro: a meno di percorrenze esigue, lei il veicolo lo dovrà ricaricare come minimo almeno un giorno sì e uno no. Ma se comincia a fare 30/40 km totali al giorno, pacifico che ogni sera dovrà ricaricarlo almeno in parte.
    Nulla di grave se può farlo a casa o dove tiene l’automobile, sicuramente più scomodo se deve andare a caccia della colonnina.

    Considerata come valida l’opzione di mettere un contatore presso il secondo posto auto, cosa che comunque le sarebbe più onerosa e da un punto di vista squisitamente economico non particolarmente “costruttiva”, l’opzione migliore sarebbe proprio quella di ricaricare presso il posteggio della sua abitazione.

    Ergo, sapendo che non mi sto facendo del tutto gli affari miei, se davvero facesse fatica a posteggiare la 308 SW le suggerisco di non escludere l’idea di valutare un’altra vettura (chessò: la Peugeot 3008 plugin? capisco che è un SUV, e magari non le piace proprio… ma a quasi parità di spazio interno è più corta di 20 cm…)

    Chiaro che questo è un cambiar le carte in tavola, ma se per le sue legittime motivazioni la scelta di un veicolo plugin fosse più importante dello “specifico modello”, valuterei attentamente la cosa perchè tirando le somme… No presa, no plugin. 😉

  6. Ma per piacere non si faccia problemi dove non esistono faccia verificare da un elettricista la presa che ha nel box se non fosse delle migliori la faccia sostituire la sua prossima auto avrà non so 8-10 kW da caricare bene se fossero 10 e impostando una ricarica a 2 kW max come giustamente suggerito in 5 ore fa il pieno e nel frattempo si riposa meglio di così .io carico con questo sistema una ev da 3 anni senza nessuna difficoltà .

Rispondi