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Auto cinesi, allarme in Europa: anche Xpeng costruirà una fabbrica anti-dazi

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La gamma Xpeng: da sinistra il Suv G3, la P7 e la "piccola" P5, in arrivo a fine anno.
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Dopo Byd, Chery e Zeekr, anche il marcio Xpeng ha intenzione di aprire una fabbrica di auto in Europa. Per aggirare i dazi imposti da Bruxelles, ma anche rilanciarsi nelle vendite dopo un inizio di anno difficile.

Se in amore e in guerra è tutto permesso, figuriamoci per la conquista del mercato automobilistico a livello globale. Una partita fondamentale all’interno della transizione energetica in vista del passaggio totale alla mobilità elettrica.

La Cina non vuole perdere il vantaggio che ha conquistato su Stati Uniti, Europa e Giappone nell’auto elettrica, ma nemmeno fermare la sua crescita in termini di vendite totali. Una rimonta, rispetto alle storiche case automobilistiche occidentali, ora ostacolata dalla decisione di Washington e Bruxelles di imporre dazi sui modelli di Pechino.

Ecco perché dopo Byd, Chery e Zeekr, anche il marchio Xpeng ha deciso che aprirà una fabbrica per l’assemblaggio dei suoi modelli in Europa. Perché le auto costruite in Europa, con manodopera europea, non saranno soggette a tariffe aggiuntive.

Xpeng dovrebbe vedere i suoi listini maggiorati del 31% (10% precedente più un 21% appena aggiunto dalla Ue).Il governo della Repubblica Popolare ha già presentato ricorso al Wto (l’organizzazione che regola il libero commercio mondiale), ma per non rischiare vuole produrre direttamente in Europa

Atto 3, uno dei Suv del marchio Byd

La Ue ha imposto sulle auto vendute in Europa dazi aggiuntivi sui modelli cinesi

 

Una mossa, nel suo caso, obbligata anche dalla difficile situazione finanziaria in cui si trova. Xpeng è uno dei marchi che più sta soffrendo la crescita di altre case come Byd, Chery ma anche Geely che stanno facendo grandi numeri nelle vendite.

Nella prima metà dell’anno ha venduto un quinto di Byd (appena diventato il settimo marchio al mondo per quota di mercato) e in Borsa ha perduto metà della sua capitalizzazione da gennaio.

Per quello sogna un rilancio in grande: una fabbrica in Europa con annesso centro dati: perché è fondamentale per la riuscita di una buona tecnologia per l’auto a guida intelligente.

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8 COMMENTI

  1. Speriamo che qualcuno passi dall’ Italia e ora di iniziare a diversificare, esattamente come si fa per gli investimenti.
    Per avere un buon risultato bisogna disporre di più prodotti.
    Con la fidelizzazione si rischia solo di restare a piedi, e in questo caso nel vero senso della parola.

  2. Questo dimostra, per ora, che han fatto benissimo a mettere dazi,
    sia in Europa (tiepidi) che in Stati Uniti e Canada (forti).
    Le auto si fanno con le normative (ambientali, di sicurezza e tutele lavoratori) da paesi civili. E possibilmente senza aiuti statali (soprattutto da stati non democratici).
    Spero che questo faccia riflettere i numerosi mugugni polemici, ogni volta che si annunciano misure restrittive (dazi) SACROSANTI ( a mio parere)

    • Lino, siamo degli ipocriti, potrebbero aver messo una pezza per le auto, tutto il resto ovviamente va bene così come è?

  3. Bene per la manodopera europea.. Ma il centro dati annesso alla fabbrica sarebbe la sezione uffici o c’è dell’altro ?

  4. Siamo un po’ ridicoli. Considerato i prezzi che possono ottenere i grandi gruppi di leasing / noleggio a lungo termine all’acquisto, o semplicemente gli sconti offerti anche ai dipendenti in caso di associazione a confesercenti, si parla di decurtazioni anche del 20%, quanto costa realmente un auto in Europa?
    I cinesi forse hanno solo segato tutti gli extra guadagni di manager & co.

  5. Ho la vaga ipotesi che è proprio quello che la Ue si aspettava, mantenere i posti di lavoro nel segmento automotive nel continente. Purtroppo i guadagni andranno a finire altrove anziché essere reinvestiti in Europa. Questo è quello che sospetto.

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