Auto elettriche, quale frenata? Nel 2030 il 50% delle nuove immatricolazioni 

auto elettriche frenata

L’anno scorso, le auto elettriche a livello globale hanno coperto il 20% delle nuove immatricolazioni. Entro il 2030 la quota complessiva salirà al 50%. E cinque anni dopo un auto su due in circolazione sarà elettrica. Lo sostiene l’Agenzia internazionale dell’energia che smentisce ci sia una frenata “sulla base delle attuali impostazioni politiche dei governi di tutto il mondo”

Snapshot Energy: sono piccole “istantanee” sulla transizione in corso. Quella che dovrebbe traghettare il mondo dal dominio dei combustibili fossili alla nuova elettrificazione dell’economia decarbonizzata.

auto elettriche frenata

Le auto elettriche non sono in frenata: saranno la metà del parco vetture circolante in tutto il mondo entro il 2035

Le istantanee vengono scattate dalla newsletter dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), dedicata ai dati e ai grafici che raccontano i cambiamenti in atto. L’ultima immagine riguarda l’elettrificazione del trasporto privato. Secondo Snapshot Energy, nonostante la frenata “a breve termine in alcuni mercati, la diffusione dei veicoli elettrici (EV) a livello globale rimane forte”.

Non è solo una speranza, ma una affermazione supportata dai numeri. Secondo i dati raccolti dall’Agenzia, le auto elettriche passeranno in sei anni dal 20 al 50% delle nuove immatricolazioni. Cinque anni dopo, sarà elettrica la metà delle vetture in circolazione sulle strade di tutto il pianeta. Per cui

investimenti rinnovabili

Cina, l’elettrificazione del settore dei trasporti sia pubblico che privato provoca la frenata della domanda di petrolio

Le auto elettriche sono in frenata solo nel nel mondo occidentale, dove i modelli sono ancora costosi. E sono sostenute soprattutto dagli incentivi governativi. Non così in Cina, il più grande mercato delle auto elettriche. Come sottolinea la Iea. “La crescita della mobilità elettrica è stata particolarmente dinamica in Cina, dove la maggior parte delle auto elettriche vendute nel 2023 era già meno costosa delle loro equivalenti convenzionali.

Ma in Cina la decarbonizzazione non passa solo dalle automobili. “L’elettrificazione del trasporto su strada” e la “rete ferroviaria ad alta velocità che compete con i viaggi aerei e l’uso del GNL per i camion” stanno frenando la domanda di petrolio. Il che spiega il calo dei prezzi del greggio: la Cina ne ha coperto negli ultimi dieci anni il 60% della domanda globale.

Anche le auto elettriche, in ogni caso, hanno fatto la loro parte. La newsletter dell’Agenzia sottolinea come la diffusione dei veicoli elettriciridurrà la domanda di petrolio di circa 6 milioni di barili al giorno entro il 2030. E di 13 milioni di barili al giorno entro il 2035“.

Visualizza commenti (36)
  1. Luca Biagiotti

    Il problema non è quando le elettriche diventeranno il.50% delle auto circolanti, ma il come. Ci diventeranno per legge, non per libero mercato. Le case subiscono multe sempre più grandi per ogni termica venduta, quindi per rientrare negli obblighi di vendita aumenteranno il costo delle termiche fino al prezzo che sarà necessario per non venderne più. E di questo ne faranno le spese soprattutto le persone che hanno una disponibilità economica limitata.

    1. Esatto.
      Oppure proprio ritireranno dal mercato EU alcuni modelli che potrebbero creare un aumento della CO2 media.
      Pochi ricordano che già alcuni anni fa la Suzuki, per gli ultimi mesi dell’anno ritirò dal mercato europeo la Jimny in quanto, paradossalmente, vendendone molte avrebbe dovuto pagare una forte multa che probabilmente non era stata considerata nei piani e quindi hanno preferito non pagare le multe piuttosto che vendere e incassare il profitto (forse la multa era quindi superiore al guadagno, per dirla in parole semplici).
      Lo stesso marchio dal 2025 cesserà di vendere alcuni modelli per lo stesso motivo.
      Alternativamente, altri marchi (soprattutto i premium) potrebbero decidere di aumentare il prezzo delle vetture il tanto che basta affinchè la multa teorica sulla singola vettura venga pagata dal consumatore.
      Cmq la sostanza è quella che dici nell’ultima frase.

  2. roberto guidetti

    Ho trovato dai un po’ diversi sul rapporto annuale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, che fa il punto sulla transizione della mobilità
    Secondo l’IEA nel 2024 più di un’auto su cinque vendute nel mondo è elettrica
    Entro il 2035 (non quindi entro il 2030) metà delle auto vendute nel mondo potrebbe essere elettrica.
    I dati dell’Agenzia parlando di un “continuo slancio delle elettriche”, pur più deciso “in alcuni mercati rispetto ad altri”, come ha spiegato il direttore esecutivo Fatih Birol.
    Ciò significa che, seguendo queste simulazioni dell’IEA, entro il 2035 la metà delle auto vendute al mondo sarà a batteria. Ma si può superare anche la metà, attestandosi al 66%, se verranno rispettati gli impegni che ogni Paese ha annunciato o sottoscritto per quanto riguarda la sostenibilità.
    Purtroppo le previsioni sono fatte anche per essere smentite dai fatti. Staremo a vedere

  3. Leggendo il titolo dell’articolo qualche riflessione veniva, soprattutto perchè il termine globale non lasciava margine di interpretazione.
    Poi in realtà l’articolo dopo averla presa molto larga torna agli argomenti di sempre ovvero la Cina, questa Cina presa ad esempio per le auto circolanti ma mai per i piani e le metodologie industriali che l’hanno portata a questo.
    Come dire, guarda che brava la Cina che ha un fiorente mercato delle BEV ma se poi gli fai notari il fiume di soldi investiti dal governo si girano dall’altra parte.
    Nel panorama globale la Cina è al pari di un monopolista visto che è il principale produttore ed esportatore di uno dei più importanti componenti delle BEV, ovvero le batterie.
    Se poi ci aggiungiamo che sempre grazie ai fondi del governo cinese il Paese del dragone ha iniziato a produrre auto ed esportarle in massa, cosa che prima non avveniva vista la scarsa capacità di produrre auto termiche appetibili al pari degli altri produttori occidentali e Giapponesi appare sempre più palese che l’articolo ha poco di globale ma è l’ennesima sviolinata nei confronti della Cina.
    Probabilmente non è chiaro a tutti che in un Paese l’industria è uno dei suoi capisaldi e se si intacca quello si rischia molto, nel 2024 Byd probabilmente arriverà a superare i 4,5 milioni di veicoli prodotti quindi se invece di applaudire e dire bravi alla Cina non mettiamo un freno alla loro aggressiva espansione ci troveremo in grossi guai.
    O cambiamo le regole del gioco e facciamo come i cinesi investendo grandi volumi di fondi pubblici sull’elettrico o cambiamo approccio evitando di spalancargli la porta più di quanto non abbiamo già fatto!

    1. Be’ ma sottolinei l’ovvio per i fondi pubblici. Questo è quello che ci si aspetterebbe da un governo composto da persone con la testa sulle spalle (come infatti il Green Deal saggiamente propone per i decenni sui quali si dispiega e poi i rapporti Letta e Draghi sostengono), mentre noi ci ritroviamo invece con provvedimenti per trivellare davanti a Rimini e Riccione per estrarre il gas. Viene il sospetto che questo governo ci abbia intortati e non sia lì veramente per governare, ma solo per arraffare quanto più può per sé e per i suoi amici.

  4. Beh, se si usa la ricetta cinese è sicuramente possibile questa previsione, cioè:
    Auto elettriche a 15k di prezzo , targhe contigentate e a pagamento per le auto ICE e elettricità alle colonnine a costo di 30 cent al kw.
    Secondo me è uno studio più sul solo mercato cinese che sul resto del mondo.

    1. mario milanesio

      @DanieleR
      temo che nel tuo commento si nasconda involontariamente
      l’equazione resto del mondo = italia
      (se non è così…come non detto)

      ecco, Italia NON è il resto del mondo rispetto all’elettrico, nemmeno lontanamente,
      quello che sta accadendo o non accadendo da noi
      non ha emuli nei Paesi che trainano l’economia mondiale:
      un concentrato di ignoranza + informazione pilotata + fake news + avversione ideologica governativa + intrinseco conservatorismo italiano + stipendi bassi + demografia e geriatria + assenza di visione industriale
      altri Paesi sviluppati hanno problemi, ma NON TUTTI insieme.

      quindi lo studio ha senso, per buona parte del mondo industrializzato, che sia il SudEst asiatico, gli USA o l’Africa

      1. Antonio Gobbo

        Italia? Ma allora la Spagna che è a meno del2% più di noi pur avendo l’energia a un prezzo dimezzato rispetto al notro cos’è, e tutta la estante parte d’Europa che non sia Germania, paesi bassi. Francia e Norvegia dove la lasciamo? (UK non è in UE) e l’India che ha più persone della Cjna? Colpa dell’ignoranza italiana mentre invece nelle economie che trainato l’economia mondiale abbiamo una dirigenza illuminara … a partire ovviamente dagli USA con Trump.
        Poi installare abbiamo stipendi bassi e anche questo èovuto dall’ignoranza e dall’analfabetismo funzionale e non dal mancato aumento della produttività delle mitiche PMI italiane.
        E già andremo verso la cubanizzazione automobilistica … vabbè ce ne garemo una ragione.

    2. Alessandro D.

      Ciò che fa un po’ specie, però, è che la ricetta cinese non sarebbe del tutto inapplicabile qui da noi.
      Magari non lato “targatura coatta”, quello sì molto affine ad un simpatico stato totalitario, ma sulle vetture a 15k e le colonnine a 30 centesimi… Insomma, non dico che si potrebbe proprio fare uguale uguale, ma secondo me non sarebbe difficile avvicinarsi.
      A naso…
      Sapendo un po’ di prezzi…
      avendo un minimo di dimestichezza con certe produzioni…

  5. Sarebbe bello se le previsioni citate nell’articolo si realizzassero, ma ho netta sensazione che siano piuttosto ottimistiche. Fino ad oggi le previsioni di vendita di BEV sono state disattese di anno in anno, con alcune nazioni virtuose e tutte le altre che arrancano. Allo stesso tempo sono state disattese le previsioni di pareggio del costo delle auto elettriche con le termiche (anni fa si diceva 2024, ricordate).

    Periodicamente si rivedono le previsioni di crescita delle BEV e si rimanda la crescita che “sta per succedere”. Non vedo elementi per dire che le previsioni a questo giro saranno corrette.

    1. Alessandro D.

      -Allo stesso tempo sono state disattese le previsioni di pareggio del costo delle auto elettriche con le termiche (anni fa si diceva 2024, ricordate).-

      Ma anche 2023 a volte.
      DI base, ogni anno è sempre “l’anno prossimo”

    1. antonio Gobbo

      si ci vorrebbe uno come quello spagnolo così passeremmo dal 4.5 al 5.4% … una rivoluzione epocale!!! Non avete ancora capito che non basta avere le colonnine poco costose (certo anche quelle servono) o governi progressisti (che comunque male non farebbe ma risolverebbe assai poco) occorre avere anche salari / pensioni degni di questo nome? e in Italia (come in Spagna) su questo punto proprio non ci siamo ….
      https://contropiano.org/news/news-economia/2024/10/25/alti-dividendi-investimenti-risicati-salari-bassi-il-segreto-di-pulcinella-dellindustria-italiana-0176883

  6. IEA è una vita che sbaglia le previsioni per difetto sulle nuove tecnologie energetiche, sembra che nei modelli assumano i parametri attuali (più facile da fare e giustificare) e non quelli previsti futuri (più complicato e anche opinabile)

    cioè se IEA ipotizza 50% a una certa data, nei fatti potrebbe essere di più

      1. antonio gobbo

        fra un po avmo 2 nicchie (elettriche e endotermiche più o meno ibridizzate) .. tutto il resto sarà una cubanizzazine.

      2. antonio gobbo

        Warfox oggi sono usciti i numeri delle immatricolazioni a ottobre … auto vendute -9% elettriche passate dal 5 al 4% (effetto incentivi probabilmente finito) e ibride ‘alla spina’ 3.7% … in Italia i numero sono quelli … come si faccia a pensare che nel 2030 circoleranno 4.6 milioni di elettriche come qualcuno prevede sinceramente mi resta incomprensibile.

    1. Io piuttosto mi domando ultimamente quanto tempo hanno ancora i motori diesel. Quale è il livello di vendite sotto il quale inizieranno a rimuoverle dai listini?

      1. Alessandro D.

        Hanno già iniziato da un pezzo a toglierli.
        C’è che prima, all’epoca dei milletremultijet, di diesel ne facevano troppe.
        Il diesel è il motore di chi fa almeno 25.000 km l’anno (ma almeno…), possibilmente in autostrada, alla peggio su statale “scorrevole” e non urbana.
        Qualsiasi altro uso è una forzatura, specie con un differenziale fra gasolio e benzina di soli 10 centesimi al litro.
        Normale che stiano sparendo.

        Poi chiaro: certi veicoli tipo il mio transit ancora un paio di anni fa li trovavi solo diesel. Si, ok, c’era il range extender, ma era un po’ una baracchetta venduta cara.
        Già il plugin che c’è adesso, ugualo ugualo a quello della Kuga, è mille volte meglio. Peccato il prezzo.

  7. Vendite settembre Italia:

    Elettriche +13%
    Benzina -19%
    Diesel -24%

    La crisi dell’auto elett…..a carburante.

    1. bene, benissimo, però a volte le percentuali bisogna prenderle per quello che sono: per esempio se il modello A prima ha venduto 2 auto e dopo 4 l’aumento percentuale è stato del 100% mentre il modello B che prima vendeva 1000 auto e dopo 1100 è salito solo del 10%. Se si guardano i dati UNRAE a settembre le immatricolazioni sono state:
      BEV 6.437
      HEV 53.975
      PHEV 4136
      BENZINA 31.260
      DIESEL 15.634
      GPL 11.447
      IDROGENO 1
      METANO 9

      Va benissimo che le BEV aumentino di numero però il mercato è sempre scarso, dai numeri a me pare che chi ha mollato il diesel sia passato ad una HEV

      1. 1 a idrogeno? Allora Toyota ci ha visto giusto, vedi te che che pian pianino…
        p.s.:l’avrà comperata qualche museo immagino.

    2. antonio Gobbo

      i conti si fanno sull’anno non sul mese ed a oggi nel 2024 siamo messi così:

      – elettriche 5,2% (4% nel cumulato), mentre le PHEV (cioè le ibride plug-in) si fermano al 3,4% (-0,6% e 3,3% nei 9 mesi).-
      – benzina a settembre si attestano al 25,4% di quota (29,4% nel cumulato).
      – le diesel, che scendono al 12,7% di quota (-2,8%), e al 14,1% nei nove mesi.
      – Le auto a Gpl guadagnano l’1,3%, attestandosi al 9,3% del totale e al 9,4% nel cumulato gennaio-settembre.
      – Le auto a metano immatricolate a settembre sono solo 9 unità e nel cumulato copre lo 0,1% di quota.
      – le ibride salgono al 43,9% di share, (39,6% nei 9 mesi con un +3,9%), 13,9% per le full hybrid e 30% per le “mild” hybrid.

  8. antonio gobbo

    Mi riservo qualche dubbio su queste previsioni della IEA, sinceramenmi sembrano molto ottimistiche soprattutto se consideriamo USA, Europa e la restante parte del mondo Cina esclusa.
    Restando all’Italia nell’altro articolo di ieri, sempre la IEA, prevede per l’Italia un parco circolante per il 2030 con le BEV che si attestano a una percentuale tra una su 10 e una su 5 macchine, questo significherebbe passare dalle attuali 250.000 a 4 – 8 milioni di auto elettriche circolanti, considerando che in Italia nel 2023 sono state vendute 1.5 milioni di auto per raggiungere quel target occorrerebbe che dal 2025 le % di elettriche vendute dovrebbero passare dall’attuale 4% a un 50 % nel caso di una elettrica ogni 10 circolanti o a un 105% nel caso di una a 5, percentuali che lo stato dell’arte definirei estremamente “challenging”

      1. Bah, non ho letto l’articolo relativo all’Italia, ma se quanto scrive è corretto, lo sono anche le percentuali ipotizzate.
        Se nel 2030 pensano che il parco raggiunga i 4 milioni di veicoli elettrici (cioè il 10% del parco complessivo), vuol dire che nei prossimi 6 anni (2025-2030 incluso) su un mercato medio di 1,5 milioni di immatricolazioni annue, 625.000 devono essere elettriche (4.000.000-250.000 attuali circolanti=3.750.000. Divido per 6 anni e ho il numero di BEV da immatricolare ogni anno, pari al 42% del mercato medio). Se voglio arrivare a 8 Milioni vuol dire che dal 2025 ogni anno dobbiamo immatricolare 1.300.000 vetture BEV, pari all’87% del mercato automobilistico annuo.
        Secondo me un filino ottimistico, appena appena.

        1. antonio gobbo

          io ho fatto i conti escludendo il 2030 (per cui 5 anni) dato che nkn specificani se debba essere il 1 gennaio o il 31 dicembre del 2030, se lo si fa su 6 ani le percentuali più o meno tornano.

    1. mario milanesio

      @antonio gobbo
      IEA parla del 50% delle nuove immatricolazioni a livello globale:
      nuove immatricolazioni + globale.

      questo significa tre cose:
      1. che certamente in Italia non avremo metà parco circolante mutato in elettrico
      2. che molto probabilmente non avremo in Italia il 50% in elettrico sul nuovo
      3. che se non avremo il 50% o più sul nuovo allora saremo dietro a chi farà il 60-70% sul nuovo.
      saremo dietro.
      niente più G7, G8 e simili, niente più leadership, solo tanti ricordi di bei tempi che furono. qualcuno vede un futuro cubano, alla luce di quel che sta accadendo e dei semi che vengono o non vengono seminati (elettrico o non elettrico)
      penso che possa essere plausibile.

      aggrapparsi ai bei tempi andati e pretendere di riproporli
      fa un po’ tenerezza come uno spettacolo di cantanti anni 60 in tv.

      1. antonio gobbo

        il 50% sul nuovo forse potremo verlo se ci sarà il 50% in più sugli stipendi/pensioni … altrimenti Cuba è una quascertezza.

        1. mario milanesio

          concordo.
          e ringrazieremo chi ci ha governato nel periodo in cui bisognava aprirsi al nuovo
          e invece ci saremo chiusi sul vecchio

          1. antonio gobbo

            fai prima a scriee i non ha governato neglinultimi 15 – 20 anni e sinceramente non ricordo nessun governo che abbia fatto cose eclatanti per il green, hanno tutti (desra e sinistra) vivacchiato facendo il faoso ” minimo sindacale”

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