Auto elettriche e fotovoltaico sono l’antidoto al caro benzina. Ce lo spiega il professor Alessandro Abbotto, riprecorrendo vent’anni di politica energetica contraddittoria e ondivaga. E di fronte alla crisi del gas russo, rischiamo di commettere gli stessi errori.
Di Alessandro Abbotto∗
Stamattina 13 marzo, percorrendo l’autostrada A4, ho notato che la benzina aveva superato i 2,3 euro/litro (il prezzo da servito era già oltre i 2,5 euro). Nello stesso momento il radiogiornale comunicava una stima di 3 euro/litro per il prezzo della benzina nei prossimi giorni.
È una sventura per gli automobilisti inevitabile, come la pandemia da SARS-CoV-2, oppure si poteva fare qualcosa?
L’Italia, l’abbiamo scritto qui tante volte, è fanalino di coda in Europa nella vendita di automobili elettriche. Mentre l’Europa vola a percentuali a due cifre (in alcuni paesi, come la Norvegia, si è ormai ai tre quarti delle vendite complessive), nel 2021 in Italia la vendita di vetture elettriche, seppur incentivata, si è fermata al 4,6%, contro il 30% della benzina, il 23% del diesel (ormai quasi scomparso in altri paesi) e al 29% dell’ibrido non ricaricabile.
Certo, si obietterà, l’elettricità viene prodotta anche dal gas naturale e quindi siamo al punto di partenza.
Vediamo come stanno esattamente le cose. Il rapporto annuale Terna 2021 ci dice che lo scorso anno la richiesta di energia elettrica nel nostro paese è stata di 318 TWh, di cui 114 TWh prodotta da rinnovabili (il 36% della richiesta e il 41% della energia prodotta). La quota termica (combustibili fossili, escluse quindi le biomasse) è stata di 163 TWh, il 51% della richiesta complessiva. Di questa 137 TWh (il 43% della richiesta) origina dal gas naturale e a sua volta il 40% (fonte MITE) proviene dalla Russia, ovvero 55 TWh.
La produzione attuale da fotovoltaico nel 2021 è stata di 25 TWh. Se volessimo sostituire tutta l’energia elettrica prodotta a partire da gas russo col fotovoltaico dovremmo produrre, come abbiamo detto, 55 TWh. Pensando, invece, di sostituire tutto il gas naturale allora ne dovremmo produrre 137 TWh. Si può fare o è un libro dei sogni?
Un libro dei sogni? No, era realizzato a metà
Innanzitutto, convertiamo l’energia da produrre (TWh) in potenza fotovoltaica da installare (GW) utilizzando il valore di resa specifica (in TWh/GW). In base all’irradiazione media solare annuale in Italia questo valore oscilla da 1 (al Nord) a 1,5 (al Sud). Utilizziamo pure il valore più sfavorevole di 1. Produrre 55 TWh (sostituzione del gas naturale russo) o 137 TWh (tutto il gas naturale) richiederebbe l’installazione di, rispettivamente, 55 e 137 GW. A fine 2021 la potenza installata nel nostro paese era di 22,5 GW. Quindi il target che ci eravamo fissati sembrebbe irraggiungibile
Vi invito a guardare questo grafico, che riporta la potenza fotovoltaica installata in Itala in circa un lustro, dal 2006 (quanto era quasi nulla) al 2011.
Grosso modo nel periodo in esame la potenza installata è passata da quasi 0 a oltre 13 GW, a una media quindi di 2,6 GW/anno installati. Solo nel 2011 la potenza installata è cresciuta da 3,6 a 13,1 GW, con un incremento, in un solo anno, di poco meno di 10 GW.
Sul fotovoltaico un lungo sonno dal 2011 a oggi
Quindi, a fine 2011, avremmo potuto calcolare che, anche interrompendo la tendenza di crescita annuale ma semplicemente mantenendo quanto fatto nel 2011, a fine 2021 avremmo avuto una potenza installata di 10 GW x 10 anni (dal 2012 al 2021) + 13 GW (potenza installata al 2011) = 113 GW.
Riprendendo adesso i target visti prima, possiamo agevolmente verificare che, anche considerando il peggiore dato di rendimento (pannelli installati solo al Nord Italia), e anche ipotizzando che il trend di crescita si fosse interrotto, ma comunque mantenuto uguale al 2011, adesso non solo avremmo energia fotovoltaica sufficiente a cancellare completamente la dipendenza dal gas naturale russo ma anche quasi completamente da tutto il gas naturale.
Ecco invece quello che si è verificato nel decennio successivo al 2011
La crescita di potenza fotovoltaica installata si è praticamente arrestata. In 10 anni (il grafico arriva fino al 2020 ma nel 2021 la situazione non è variata) abbiamo installato non 100 GW ma meno di 10 GW! Ecco trovato il vero problema!
In poche parole se adesso non abbiamo un parco auto elettriche maggiormente diffuso e per l’elettricità, anzichè dal fotovoltaico, dobbiamo dipendere dal gas naturale estero, dalla Russia e da altri paesi, non lo dobbiamo a ineluttabili ragioni geopolitiche o macroeconomiche, o a limitazioni di ordine tecnologico, ma semplicemente a una scarsa lungimiranza della politica energetica del nostro paese, che non è stata neanche lontanamente capace di attuare quanto già fatto nel 2011. Peraltro a costi maggiori ed efficienze minori della tecnologia fotovoltaica.
E ora, abbiamo imparato la lezione?
Adesso non solo paghiamo anni di scelte e politiche energetiche poco avvedute ma sembra che non abbiamo neanche imparato la lezione. Cerchiamo di affrancarci dal gas russo per metterci nelle mani di altri paesi, come il Qatar. In un’area del globo non indenne, peraltro, da eventi bellici anche recenti.
Questo semplice calcolo ha dimostrato che politiche accorte e lungimiranti ci avrebbero evitato molti problemi. È vero che, in caso di maggiore diffusione delle auto elettriche, il consumo di elettricità aumenterebbe, ma comunque in maniera modesta. Ricerca sul sistema energetico S.p.A. (RSE), società controllata dal Gestore servizi energetici (GSE), ha dimostrato che al 2030, in un’ipotesi di parco veicoli elettrici di 10 milioni di auto (oggi siamo a poco più di 200.000), l’impatto sulla domanda complessiva di energia elettrica sarebbe circa del 5%. Alla stessa conclusione si giunge ipotizzando, per 10 milioni di veicoli, una percorrenza annua media di 14.100 km – dato UNRAE – e un consumo medio di 15 kWh/100 km) .
È anche vero che il gas naturale non si usa solo per il trasporto, ma anche, principalmente, per il riscaldamento e per l’industria. Il consumo totale di gas naturale nel nostro paese nel 2020 è stato di 677 TWh. Ma va anche detto che il fotovoltaico non è l’unica fonte pulita di energia in forte crescita. Basti citare l’eolico, passato da 24 TWh nel 2010 a 46 TWh nel 2020, o altre rinnovabili, anch’esse raddoppiate nell’ultimo decennio).
Forse oggi non saremmo affrancati da tutta l’energia fossile utilizzata nel nostro paese, ma almeno nel settore dei trasporti avremmo potuto benissimo esserlo. E oggi non ci troveremmo a disperarci per pagare la benzina 2,3 euro al litro (e forse, tra poco, 3 euro). Potremmo affrontare le tensioni internazionali energetiche con molta più tranquillità.
Oggi vedo poco o nulla di politiche energetiche lungimiranti capaci di una forte azione per incentivare la transizione rapida ed efficace alla mobilità elettrica. O una strategia per la crescita immediata e decisa delle infrastrutture di ricarica, a cominciare dalle città (e dai loro condomini) e dalle autostrade, eliminando tutte le lungaggini burocratiche una volta per tutte. E infine un’azione senza precedenti per favorire la crescita fotovoltaico (e delle altre rinnovabili) nel nostro paese, uguagliando o addirittura migliorando lo straordinario dato del 2011 per recuperare il tempo sprecato.
∗Docente presso Dipartimento di Scienza dei Materiali Centro di Ricerca Energia Solare MIB-SOLAR all’Università di Milano–Bicocca. Autore del libro “Idrogeno, tutti i colori dell’energia”
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Con questa classe politica la vedo dura.
Purtroppo la politica in Italia è latitante da decenni, è solo capace a volete si altre no, tappare i buchi quando c’è un emergenza, poi passata tutto si ferma nuovamente, un piano a lunga scadenza non sanno cosa sia, o non sono in grado di pianificarlo, mi domando cosa ci stiano lì a fare 🤦🤦🤦😠😠
Considerando la benzina a 2,5€/litro e l’elettricità a 0,30€/kWh si risparmiano oltre 20 mila euro sul solo costo dell’energia tenendo l’auto 200 mila km.
Purtroppo l’analisi tralascia l’elevato costo delle auto elettriche, il cui prospettato calo è posticipato più in la a causa del prezzo pazzo delle materie prime.
La verità è che la city car elettrica non costerà mai meno di 17-18mila euro, e dunque bisogna pensare a come una grossa fetta di operai e impiegati si sposterà e dunque rivalutare il trasporto pubblico e la mobilità dolce.
In ogni caso, anche per l’ambiente, è impensabile sostituire 37 milioni di automobili termiche in elettriche: servono 10 milioni in meno di automobili in circolazione.
Se l’alternativa è regalare 30 mila euro a paesi con cui siamo costantemente ostili forse è meglio che vadano a finire 18 mila euro nella nostra economia per produrre un’auto e riciclarne le batterie. No?
eppure la Wuling in Cina è venduta a 4000€ in valuta locale. Mettiamoci tutte le sicurezze del caso, potrebbe arrivare a 10K. Cito la Wuling in quanto di gran lunga la + venduta in Cina.
Se parliamo di utilitarie, ci può stare benissimo, in ottica famiglia con scarso potere d’acquisto.
Sì, dovrebbe anche esistere la detrazione IRPEF al 50%, giusto.
Però hanno eliminato lo Scambio sul Posto (SSP), se non sbaglio. Così diventa un po’ più difficile approfittare dal FV non avendo un gran accumulatore. Per possessori di veicoli BEV il fotovoltaico è sempre redditizio.
Ritengo che non sia corretto parlare di errori politici, bensì di precise volontà politiche.
Volontà di porre sempre in essere condizioni che avvantaggino le lobbies economiche a scapito della cittadinanza.
Lo stesso 110% meritorio per certi versi ha permesso il rialzo dei prezzi delle installazioni di almeno un 30% rispetto ai valori precedenti.
Vogliamo credere che non ci abbiano pensato?
Tanto… paga lo Stato con i soldi di chi paga le tasse, soldi che verranno poi tolti da altre destinazioni, magari la sanità (dei poveracci) tanto per fare un esempio.
Articolo veramente interessante!!! Complimenti alla redazione!….. Io sono per i pannelli solari non solo sui tetti dei palazzi ma volendo anche sulle ringhiere!!! E perché no anche sulla facciata del condominio esposta al sole!!!,…. Poi generalizzando, se io produco energia elettrica, che vada nell’auto o nella bolletta di casa poco cambia!
Crisi eguale opportunità, si dice alle riunioni motivazionali. C’è del vero comunque. Potremmo cogliere questa occasione per un nuovo grande progetto energetico che coinvolga i produttori di fotovoltaico ed eolico (non cinesi) e i distributori. Un piano Marshall che creerebbe centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro e un incremento del Pil. Ma sarebbe solo l’inizio. Avete presente cosa vuol dire avere accesso all’energia a basso costo? Tutti i prodotti e servizi hanno un contenuto di energia altissimo, potremmo competere sui mercati facendo leva su prezzi competitivi. Ma di mezzo c’è la politica, e quindi bisogna sempre usare il condizionale.
Infatti, perché dai discorsi che sento l’italiano medio è tutto preso a chiedere il taglio delle accise sui carburanti. Sì, dai protestiamo! Trovare una soluzione vera è troppo faticoso, magari dobbiamo anche cambiare qualche abitudine. Nooo, non disturbiamoli.
Il Prof. Abbotto ha ragione!
Purtroppo nella istallazione di impianti solari FV l’unico incentivo statale attivo è il 110% : che non è un incentivo diretto bensì è trainato.
in realtà rimane sempre l’iva ridotta al 10% per l’utente finale
comunque io sono del parere che questo stato da anche troppi incentivi di tutti i tipi e a casaccio
bisognerebbe affrontare un problema per volta in maniera INTERDISCIPLINARE
e concentrare le risorse solo su quel problema per almeno un anno o due
l’Energia è un tema prioritario
gli altri sono secondari , compresi gli incentivi per l’auto ,il monopattino
la lavatrice ecc. ecc. ecc. ecc.
impossibile risolvere UN PROBLEMA se le poche risorse che abbiamo se ne vanno in mille rivoli
L’ENERGIA E’ IL PROBLEMA
di oggi e di domani
i miei due centesimi
concordo con te
Più che un anno o due, si dovrebbe avere la visione e la preparazione a piano almeno ventennali…. Ma forse questa è solo utopia…
Scusi ma non esiste anche la detrazione IRPEF del 50% come ristrutturazione applicabile anche al FV? Avevo sentito che era stata prorogata fino al 2024, ma magari ho capito male.
Sì, è così, puoi usare la detrazione al 50% per il “bonus ristrutturazioni”.