Auto elettriche e colonnine di ricarica: l’ Italia è in ritardo su entrambi i fronti. Ma per centrare gli obiettivi di sostenibilità fissati dal PNIEC deve coordinare gli interventi di sostegno, perchè si influenzano reciprocamente.
Il parco auto elettrico italiano supererà i 6 milioni di unità nel 2030. Questo, almeno, prevede il nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) al 2030 consegnato a Bruxelles. Ma l’infrastruttura di ricarica non è pronta: solo il 26% della potenza necessaria è oggi installata. A ciò si aggiungono tariffe medie di ricarica tra le più care d’Europa, fino a 0,73 €/kWh per l’ultrafast. Un mix che rischia di rallentare l’adozione dei veicoli elettrici se non arriveranno investimenti mirati e politiche di sostegno.

Il quadro emerge da un report di ChargePlanner che fotografa un’Italia ancora indietro nella penetrazione delle auto elettriche, con appena lo 0,65% del parco circolante contro la media europea ben più alta. Nonostante i quasi 70 mila punti di ricarica pubblici, il ritorno sugli investimenti è oggi frenato da un utilizzo ancora modesto, mentre i costi energetici rendono il nostro Paese meno competitivo rispetto a Germania, Francia e Spagna.
Crescita prevista, ma con ostacoli strutturali
Secondo le stime, nei prossimi cinque anni l’Italia dovrà installare altri 4,7 GW di capacità di ricarica pubblica, portando il totale a 6,3 GW entro il 2030. La sfida non è solo quantitativa: molti punti attuali risultano sottoutilizzati o collocati in aree a bassa domanda, mentre i nodi urbani e autostradali restano spesso insufficienti. Inoltre, la rete elettrica nazionale soffre di limitazioni infrastrutturali che potrebbero rallentare l’espansione delle colonnine ultrafast.
Un mercato dominato da pochi grandi operatori
Il settore vede una forte concentrazione: Enel X, Plenitude (BeCharge), Ewiva e Free toX controllano il 55% della potenza installata. Se i primi puntano su una diffusione capillare con colonnine fast e standard, gli altri privilegiano l’ultrafast sulle tratte ad alta percorrenza. Accanto a loro operano decine di player minori, spesso con strategie locali o legate alla disponibilità della rete.
Plenitude On The Road lancia la sfida qualità. I prezzi? Problema di sistema
Più in dettaglio:
- Enel X e Plenitude danno priorità a una presenza nazionale ampia , concentrandosi principalmente sulla ricarica lenta e veloce , con livelli di potenza medi.
- FreetoX , Ewiva , Tesla e Ionity si concentrano sulla ricarica ultraveloce , con una potenza media più elevata, concentrandosi su autostrade, logistica e luoghi ad alto turnover.
- I player più piccoli solitamente combinano due segmenti, ad esempio ultraveloce + veloce o veloce + lento , spesso a seconda della prontezza della rete regionale.
Un’altra analisi di Truenumbers basata sui dati al 30 giugno scorso evidenzia che i primi dieci operatori coprono addirittura l’83% del mercato della ricarica. Ma è molto alta la percentuale di stazioni non attive.

Questa frammentazione genera un mercato disomogeneo per servizi, potenze disponibili e tariffe, complicando la vita agli automobilisti e ostacolando la crescita della fiducia verso l’elettrico.
Prezzi troppo alti rispetto all’Europa
Il nodo più critico resta il costo: in Italia la ricarica ultrafast arriva a 0,73 €/kWh, tra i livelli più alti del continente, mentre la ricarica lenta oscilla tra 0,50 e 0,56 €/kWh. Alcuni operatori, come Electrip, Tesla Supercharger o Electra, riescono a offrire prezzi medi inferiori di circa 0,15 €/kWh, ma il divario con i Paesi vicini resta marcato.

Con una platea di automobilisti sempre più sensibili al prezzo, soprattutto per i viaggi a lunga percorrenza, il rischio è che la diffusione dell’elettrico in Italia resti al palo senza misure per contenere i costi e migliorare la trasparenza tariffaria.
Prospettive per l’Italia
La transizione verso la mobilità elettrica richiede dunque pianificazione strategica: servono colonnine nei luoghi giusti, investimenti mirati sulla rete elettrica e una politica tariffaria competitiva. Per i consumatori italiani, già gravati da un costo dell’energia superiore alla media UE, il prezzo della ricarica sarà un fattore decisivo.
La partita si gioca nei prossimi cinque anni: senza un’accelerazione concreta, conclude l’analisi di ChargePlanner, il rischio è che l’Italia rimanga indietro rispetto agli altri grandi mercati europei, con conseguenze dirette su industria, sostenibilità e fiducia dei cittadini.
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L’articolo se non erro parte più che da una certezza da un desiderata, ovvero che nel 2030 vi siano 6 milioni di auto elettriche circolanti
Al 30 settembre 2025, in Italia circolano 333.658 auto elettriche che ottimisticamente possiamo considerare 380000 a fine anno, ne mancherebbero ancora 5.620.000, il che vorrebbe dire immatricolarne oltre un milione all’anno, io non credo ai miracoli e questo se non è un miracolo ci si avvicina parecchio, ovviamente coi numeri attuali tutte le società energetiche non sono certo incentivate a installarne un soprannumero per un business non certo nei numeri e nej tempi.
Insomma al solito un gatto che si morde la coda.
sarebbe interessate capire quanto ci rimette A22 quanto ti fa la ricarica a 0.43 cent. ? se lo fa per invogliarti ad andare in vacanza in Veneto e Trentino Alto Adige se invogliano gli automobilisti meno inquinanti oppure se è il prezzo giusto.
È possibile che, semplicemente, non vogliano fare profitti in questa attività e quindi vendano la ricarica al prezzo di costo, guadagnando già abbastanza con i pedaggi.
I prezzi che riporta l’articolo sono ottimistici. Vicino a me ci sono 2 colonnine plenitude da 22kwh, prezzo 0.67 con l’app plenitude, 0.54 con l’app evdc. Poi 2 colonnine fadt da 110 kwh prezzo 0.94 con plenitude, 0.57 con evdc
Contrariamente a quanto riportato come un mantra anche su questo sito, i prezzi delle ricariche non potranno che aumentare. Quando tutto il mondo italiano dell’auto sarà elettrico, davvero credete che l’erario rinuncerà alle laute accise che oggi vengono applicate su ogni litro di benzina?
Come si dice: cornuti e mazziati.
Non è forse così, vaielettrico.it ?
Tutte le auto circolanti in Italia saranno elettriche dopo il 2050. Beato lei che sa già cosa succederà fra 25 anni. In ogni caso non vedo particolari vantaggi a pagare “laute accise” sula benzina, anziché sui kWh.
Evidenzio il fatto che si sta facendo pubblicità ingannevole, mitizzando il basso costo delle ricariche rispetto al prezzo della benzina. Mi pare che questo sia un aspetto molto ricorrente nelle discussioni anche su questo sito.
Quando le auto elettriche supereranno le termiche lo Stato non potrà fare altro che aumentare il costo dall’energia elettrica. Già oggi in alcuni casi il prezzo è comparabile, figuriamoci quando metteranno il 70% di accise.
Lei vede altre soluzioni ?
Sono pronto ad ascoltarle.
1) il sovracosto applicato ora alle colonnine (in aggiunta alla materia) scenderà nei prossimi anni
2) scenderà un po’ anche il costo della materia prima
3) si crea spazio per, se sarà deciso, aggiungere più tassazione e allo stesso tempo far scendere i prezzi rispetto ad ora
4) accise e iva sui carburanti vanno in parte nelle casse statali, mentre un’altra parte torna indietro a trasporti e filiera fossile come sussidi, esenzioni, rimborsi; questa parte va scorporata dal calcolo, no è necessario recuperarla se passiamo all’elettrico
Le ho già risposto. Perchè insiste?
E poi ci sono mille Mila app che con buona probabilitá non funzioneranno…oggi mi hanno fatto 7 addebiti su carta (poi regolarmente restituiti) con tre app diverse e con nessuna sono riuscito ad arrivare a caricare…menomale che ho una plug in, che quando finisce la carica, attiva il generatore…ma questa situazione capita troppo spesso…oserei dire piú di un 50%…ma forse sono io che non sono abbastanza ostinato… Dopo sette addebiti ringrazio di avere il benzina a caricare e arrabbiato per la situazione e la perdita di mezz’ora, riparto per andare a cercare un parcheggio senza colonnina!
Non dico che di problemi non ce ne siano. Ma forse a lei manca l’esperienza, più che l’ostinazione: un 50% di fallimenti è fuori dal mondo
Io giro in EV da due anni senza possibilità di ricarica domestica… Mi è capitato una sola volta di non riuscire ad attivare la colonnina (AC) né con tessera né con l’ app. Certo se il problema è la colonnina posso provare con 36 app e tessere diverse e non se ne esce …
Magari l’ultrafast arrivasse solo a 0,73. Siamo intorno ai 0,8-0,95 se si paga con bancomat o con le card rfid più diffuse. La cosa più assurda in assoluto però è il prezzo delle AC che hanno costi di installazione molto inferiori eppure risultano più care dei Supercharger Tesla o Electrip.
Davvero … Anche considerata la potenza impegnata molto inferiore (mi pare sia una voce di spesa) non c’è proporzione. Conviene spesso andare alle HPC di Electra (fino a che regge la tariffa scontata), Electric e Tesla SC.