Auto elettriche 4 volte più pulite. E ogni anno inquinano di meno

auto elettriche più pulite

Tutto come previsto: il mix di generazione elettrica in Europa è sempre più da fonti rinnovabili e così le auto elettriche sono ogni anno più pulite. Distanziando, ora di quattro volte, quelle termiche nell’intero ciclo di vita.

Sono le conclusioni di un nuovo studio dell’organizzazione indipendente International Council on Clean Transportation (ICCT) sulla base degli ultimi dati 2025.

Sorpresa: il miglioramento è più veloce del previsto

Secondo la nuova ricerca dell’ICCT, le auto elettriche a batteria vendute oggi producono il 73% in meno di emissioni di gas climalteranti lungo tutto il loro ciclo di vita, rispetto a un’equivalente auto a benzina, anche una volta tenuto conto delle emissioni durante la produzione. Questo risultato rappresenta un miglioramento del 24% rispetto a quanto stimato dall’ICCT nel 2021. Al contrario, le altre tecnologie, comprese le auto ibride (senza ricarica elettrica) e quelle ibride plug-in (con ricarica elettrica), mostrano solo miglioramenti marginali o nulli del loro impatto sul clima.

I veicoli elettrici azzerano le emissioni? No, oggi le dimezzano soltanto

Lo studio conferma così che solo le auto elettriche a batteria possono garantire una riduzione delle emissioni su scala sufficiente per decarbonizzare la modalità di trasporto più inquinante d’Europa. Le auto sono infatti responsabili di quasi tre quarti delle emissioni del settore.

«Le auto elettriche a batteria in Europa stanno diventando più pulite più rapidamente di quanto ci aspettassimo e superano tutte le altre tecnologie, comprese le ibride e le ibride plug-in», ha dichiarato Marta Negri, PhD, ricercatrice presso l’ICCT. «Questi progressi sono in gran parte dovuti alla rapida diffusione dell’elettricità rinnovabile in tutto il continente e alla maggiore efficienza energetica delle auto elettriche».

Entro il 2025, si stima che le fonti rinnovabili rappresenteranno il 56% della produzione di elettricità in Europa, con un aumento di 18 punti rispetto al 2020. Il Joint Research Centre dell’Unione Europea prevede che questa quota aumenterà ulteriormente nel prossimo decennio, fino a raggiungere l’86% nel 2045.

Solo le auto elettriche fanno progressi: i motori termici a carburanti alternativi sono una chimera

Poiché le auto vendute oggi rimangono in circolazione per circa 20 anni, la continua riduzione delle emissioni del mix elettrico aumenterà i vantaggi climatici delle auto elettriche a batteria. Al contrario, il mix di carburanti utilizzato dalle auto con motore a combustione interna continuerà a dipendere principalmente dai combustibili fossili, dato che la disponibilità e il prezzo dei combustibili alternativi rimangono incerti.

Lo studio tiene conto anche di altre opzioni tecnologiche e di carburante, come le auto elettriche a idrogeno. Anche questa tecnologia può offrire una significativa riduzione delle emissioni (79%) rispetto alle auto a benzina, ma solo quando si utilizza idrogeno prodotto con elettricità rinnovabile, che attualmente non è prodotto né è disponibile su larga scala in Europa. La quasi totalità dell’idrogeno oggi disponibile viene prodotto a partire dal gas naturale, il che consente una riduzione solamente del 26% delle emissioni lungo il ciclo di vita rispetto alle auto a benzina.

auto elettriche più pulite

Basta disinformazione: la scienza ha già emesso il verdetto

La disinformazione e l’uso selettivo dei dati hanno generato confusione sul reale impatto climatico dei veicoli elettrici.  Sebbene le emissioni per la produzione delle auto elettriche a batteria siano superiori di circa il 40% rispetto a quelle delle auto a benzina, i risultati dell’ICCT mostrano che questo “debito di emissioni” iniziale viene in genere compensato dopo circa 17.000 chilometri di guida, di solito entro i primi uno o due anni di utilizzo.

 Georg Bieker, PhD, ricercatore senior dell’ICCT ha commentato: «Di recente abbiamo visto i leader dell’industria automobilistica distorcere i calcoli sulle emissioni delle auto ibride. Ma l’analisi lungo il ciclo di vita non è gioco dove ognuno sceglie le proprie regole. I consumatori meritano informazioni accurate e fondate su dati scientifici».

  • Guarda anche il VIDEO di Filippo Pagliuca per la rubrica Vaielettrico risponde

Visualizza commenti (49)
  1. ho letto per curiosità lo studio (molto bello) citato nell’articolo

    == DATI AUTO E BATTERIA

    come esempio hanno studiato un auto di medie dimensioni e nel caso delle BEV con batteria NCM da circa 54 KW-h, pari al valore medio delle batterie delle BEV vendute in Europa nel 2023

    1) costruzione (e riciclo) batteria BEV emette 3,9 Tonn-equiv. di Co2
    2) emissioni batteria hanno conteggiato come prevalentemente fatta in Cina e del tipo NCM; sono ipotesi peggiorative perché se fosse del tipo LPF e/o se prodotta in EU calcolano che le emissioni per fabbricarla sarebbero un po’ meno
    3) costruzione del resto dell’auto BEV emette 6,5 Tonn-equiv. di Co2
    4) costruzione auto termica ICE emette 7,2 tonn-Co2

    == FASE COSTRUZIONE E RICICLO FINALE:

    BEV = 3,9+6,5= 10,4 Tonn Co2
    ICE = 7,2 Tonn Co2
    cioè una differenza modesta di 3,2 Tonn Co2

    == PUNTO DI PAREGGIO EMISSIONI BEV vs ICE

    >>> punto di pareggio BEV con 54 KW-h in europa trovano 17.000 km
    >>> per una BEV LONG RANGE con 75 KW-h, sarebbe 25.000 km

    == CICLO DI VITA COMPLETO

    >>> BEV risparmio vs ICE circa 3/4 ( 73% ) delle emissioni se l’auto raggiunge 240.000 km (valore medio europeo)

    >>>BEV risparmio vs ICE di circa 2/3 ( 68% ) delle emissioni se l’auto raggiunge “solo” 180.000 km, es. auto usate in città, che fanno meno km annui

    == SBUFALAMENTO BIODIESEL

    nello studio ci sono conti e grafici che mostrano come il biodiesel non fornisca i miracolosi risultati di riduzione emissioni, e a seconda del tipo di coltivazioni usate, se vano in competizione con agricoltura, causando disboscamento di nuove aree, può risultare persino un aggravio delle emissioni rispetto al diesel normale

    == AVVISO ANTI TRUCCHI

    lo studio ha anche una serie di grafici che mostrano come e quali approssimazioni errate possono portare a risultati meno netti, in pratica spiega come alcuni studi precedenti visti su internet erano non corretti

  2. Antonio gobbo

    Egr. Degli Esposti, Ora la mia risposta a Milanesio è comparsa, mi scuso della sfiducia avuta, riguardo al discorso della pigrizia mentale da lei citato, forse è vera ma come chimico sono “purtroppo” abituato a ragionare sui fatti (questo lo saprà bene in quanto anche lei conosce dei “chimici” ben più famosi di me che ragionano anch’essi sui numeri) e i fatti mi dicono quello che ho scritto sui numerì è la realtà attuale, a questo punto senza essere degli economisti occorre chiedersi “abbiamo le risorse economiche per far tutto soprattutto in questo momento storico dove le priorità sembrano essere ben differenti?” Io personalmente temo di no ed allora occorre darsi delle priorità, e se vogliamo ridurre la CO2 occorre diminuire le maggiori fonti di inquinamento, in qursta logica ha senso spendere miliardi e miliardi per trasformare i 40 milioni di auto circolanti jn Italia in BEV? O magari basterebbe accontentarsi di ridurla di una % inferiore passando ad esempio a delle full’hybrid o a delle plugin? E destinare i soldi non spesi per ridurre la CO2 da altre fonti inquinanti o promuovere ancor più la produzioni da fonti rinnovabili magari con bonus maggiori per chi installa un fotovoltaico ecc, Oppure è giusto insistere su tutto sperando che prima o poi qualcuno (Europa, Italia, regioni, comuni, lavoratori, pensionati ecc) i soldi li trovi? Io ovviamente propendo per la prima risposta ma se qualcuno ha delle idee serie per riuscire a realizzare la seconda non sono certo contrario perchè ciò avvenga.

    1. I chimici più famosi di lei, i climatologi, e gli economisti più famosi di me propendono per la seconda risposta e il perchè l’hanno spiegato in tutte le salse anche su queste pagine. Ma lei continua a far finta di niente.

      1. Antonio gobbo

        Vedremo se i chimici più famosi di me avranno ragione …. sapesse quanti eminenti esperti hanno preso delle grandi scoppole perchè la realtà dei fatti per mille motivi ha scelto altro … io contrariamente a loro poi non mi arrampico sugli specchi per giustificarmi qualora le mie ipotesi si dimostrasse sbagliate o giuste ma infattibile, io osservo mi faccio una mia idea ma mixa voglio convincere nessuno che quella sia scritta sulla roccia come le tavole della legge … vedremo poi se ne riparlerà 🙂

        1. Smetta di chiamarmi in causa, per favore, con i suoi esasperanti “vedremo” “osservo e mi faccio la mia idea”. Ha capito o no che che la crisi climatica si affronta ora o sarà troppo tardi? Se la sua squadra del cuore fosse sotto di tre gol a dieci minuti dalla fine continuerebbe con i “vedremo” o cercherebbe di fare qualcosa?

    2. @Antonio Gobbo se leggi un po’ di dati aggiornati saprai che stiamo drammaticamente accelerando il surriscaldamento del pianeta ad un ritmo superiore a quanto stimato anni fa…
      Una volta passato il “valore soglia” siamo sul punto di Non-ritorno alle condizioni accettabili (cui eravamo abituati fino a qualche anno fa) e corriamo verso un disastro climatico e ambientale che ci renderà tutti a rischio della vita innanzitutto (oltre che a spese drammatiche per i danni -personali e collettivi – da eventi atmosferici ormai con frequenza quasi mensile).
      L’auto privata sicuramente non sarà la causa principale ma una delle più importanti si, e così tutta la filiera altamente inquinante e clima-alterante che si trascina dietro .
      Qui si discute di Auto Elettriche e quindi si pone l’accento su quanto si può contribuire con il cambio di alimentazione .. ma i tempi disponibili son diventati troppo brevi per consentire il rispetto dei limiti delle leggi naturali (che non danno deroghe rispetto ai rinvii continui di quelle degli uomini).
      Se non ci attiviamo su tutti i fronti , contemporaneamente e decisamente, le ultime generazioni (tra cui le tue figlie) sperimenteranno un futuro orrendo..
      Non è per niente facile già adesso… ma va tentato… questo non è un film catastrofico americano… e non usciremo dal cinema col pop-corn in mano.

      https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/terra_poli/2025/07/09/la-riduzione-dei-ghiacci-potrebbe-risvegliare-centinaia-di-vulcani_f72a699b-c222-4e99-b473-35f0daced658.html

      https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/terra_poli/2025/07/09/le-foreste-non-potranno-tenere-il-passo-con-la-crisi-climatica_98919cd8-de9d-4fb5-bad0-57a73c24d06e.html

      https://www.ansa.it/ansa2030/notizie/green_blue/2025/07/09/per-il-caldo-500-morti-tra-roma-milano-secondo-imperial-college_848a963e-4298-413f-aa98-343f84a8118d.html

    3. Ho letto tutti i commenti, l’auto elettrica è il capro espiatorio di tutta la transizione green ma giustamente è solo una parte del problema.

      Lei da come “causa” dell’impoverimento delle generazioni future la transizione, mentre sarà un effetto del cambiamento climatico che l’umanità non sarà in alcun modo in grado di limitare.
      Ed i motivi sono questi, mentre ci perdiamo in discussioni inutili e sofismi il pianeta si surriscalda. Quante inondazioni ci vorranno in Emilia Romagna per arrivare al punto in cui le forze e le risorse non basteranno per il ripristino e si sceglierà di abbandonare quei luoghi? Quando le trombe d’aria che si generano nel mediterraneo, mai viste così forti e frequenti in passato, cominceranno a far danni anche sulla terraferma come ci proteggeremo e chi dovrà pagare il ripristino? Quando la produzione agricola scenderà a causa di siccità, grandinate e alluvioni chi potrà permettersi l’acquisto di quello che rimane? Ricordo un anno in cui era impossibile trovare olio italiano a causa di un devastante problema in Italia centro meridionale, quest’anno le ciliegie a 25€ sono arrivate sul TG, ma ne avremo molte altre in futuro..

  3. Considerano il mix medio della geografia di riferimento. Se lei carica solo con i pannelli il break even a livello di CO2 sarà ancora più basso

  4. massimo granarolo

    buon giorno
    io vi chiedo ma queste statistiche come fanno a sapere se le mie macchine le carico dai miei pannelli solari o vado ad una colonnina alimentata da una centrale a carbone ? capisco che non faccio statistica ma leggendo qua non siamo mica pochi quelli che alimentano la macchina con i pannelli…
    grazie

    1. Queste statistiche le fanno utilizzando il mix elettrico di ogni area, in questo caso l’Europa. Chi ha un contratto domestico 100% rinnovabile, usa pannelli fotovoltaici o ricarica da colonnine pubbliche che erogano solo energia verde viaggia effettivamente a zero emissioni

    2. mario milanesio

      @massimo granarolo
      “…capisco che non faccio statistica ma leggendo qua non siamo mica pochi quelli che alimentano la macchina con i pannelli…”
      esatto, è tutto lì: serve una cultura un minimo in statistica, diciamo almeno le basi che si hanno in un corso tecnico all’università,
      e allora poi tutto diventa più chiaro.

    3. NON ESISTONO le colonnine a carbone! Prova ad informarti prima di scrivere stupidate. anzi vale il contrario: tutti i gestori usano 100% rinnovabile. Studia.

      1. Antonio gobbo

        Michele probabilmente il discorso è un po più complesse di come lo racconti, vero non ci sono colonnine a carbone, peccato che l’energia elettrica green che le alimenta è prodotta insieme a tutta l’altra energia elettrica a derivante sia da rinnovabili che da fonti fossili, percui dunque se un produttore, produce 100 dj cui 50 da rinnovabili e dastina queste ultime alle colonnine e il resto ai consumi domestici inquina uguale uguale a un altro che produce 100 e destina questo 100 sia alle colonnine che hai consumi domestici. Percui o uno produce solo pef le colonnine da fonti rinnovabili allora oh se invece produce da fonti miste e destina le rinnovabili solo alle colonnine fa solo “inqujnare: di più gli usi domestici.
        Penso di esser stato chiaro e di essermi fatto capire. Se così non fosse me lo faccia sapere che cercherò di esporre in modo più semplice il concetto … buona giornata.

        1. Va bene che lei è un chimico…Ma crede davvero che un distributore possa decidere di mandare alla colonnine l’energia verde e a casa sua quella sporca? Ma in che mondo vive? Inutile che mi risponda con altre boiate. Cerchi di capire come funziona il mercato elettrico, poi ne riparliamo

  5. Sempre questi articoli che pretendono di essere “veri” . I dati sono sicuramente veritieri come lo sono però quelli del consumo di petrolio, nel nostro paese ed i EU nonchè nel resto del mondo, che continua a crescere anno dopo anno… invece per l’Italia è arrivato il calo delle rinnovabili:
    secondo l’Osservatorio Fer di ANIE Rinnovabili, nei primi tre mesi del 2025 il mercato italiano delle rinnovabili ha registrato una flessione del 14%.

    Il settore delle energie rinnovabili in Italia mostra segnali di rallentamento nel primo trimestre del 2025, con una contrazione complessiva del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A trascinare il calo è il comparto fotovoltaico, in discesa del 19%, a causa della netta diminuzione delle installazioni in ambito residenziale (-39%) e commerciale/industriale (-30%). A salvarsi sono i grandi impianti utility scale, in crescita del 4% per quelli tra 1 e 10 MW e del 28% per quelli oltre i 10 MW.

    1. Le installazioni di impianti rinnovabili sono incrementali: crescono ogni anno e ogni anno producono di più. Il petrolio si brucia tutto, e ogni anno deve essere estratto da capo. Detto ciò, i suoi dati nulla hanno a che fare con le emissioni delle auto e con la generazione elettrica

  6. Il problema e’ solo costo di acquisto e costo dell’energia, non cosa e’ piu’ o meno inquinante. Con i costi attuali dell’energia in Europa e le prospettive pubblicate dal Guardian, non un giornale di petrolieri, fino al 2035 non c’e’ speranza. E’ come per le pompe di calore per il riscaldamento, che in UK stanno spingendo. Il ritorno sull’investimento e’ mai, letteralmente mai. Servirebbe energia gratis per rientrare. La transizione energetica che parte dal basso, i consumatori, ha le ali tagliate, a mio parere.

  7. Antonio gobbo

    Si sulla carta è tutto bello però quando leggo il paragrafo che dice “le auto dj oggi resteranno in strada i prossimi 20 anni” e vedo che da noi (e in mezza Europa …. tutti i paesi che non compaiono mai nelle statistiche) oltre il 90% delle auto
    non sono elettriche mi chiedo come sia realisticamente possibile (viste anche le incertezze economiche che l’Europa sta attualmente attraversando) mantenere certi impegni fatti in un periodo che aveva molti meno problemi rispetto all’attuale. Sicuramente ci saranno dei miglioramenti negli anni, soprattutto nella produzione elettrica da rinnovabili, ma i tempi a
    mio avviso saranno decisamente più lunghi per quanto riguarda le abitazioni, la mobilità, l’agricoltura e l’allevamento che sono le maggiori fonti di inquinamento attuali.

    1. I carburanti non saranno molto economici nei prossimi anni, per ragioni abbastanza evidenti, ma che sarebbe lungo e tedioso spiegare qui.

      1. Antonio gobbo

        Leonardo scusa ma questo lo sento dire da anni in cui ho letto statistiche che il petrolio sarebbe finito da lì a pochi anni ed ora siamo qui a discutere del 2030 o oltre … comunque anche se per assurdo così fosse oggi come oggi siamo del tutto impreparati sia a una mobilità elettrica (non cj sarebbero né soldi né tantomeno infrastrutture per 40 milioni di veicoli elettrici e pompe di calore nonché case green), percui pensare oggi come oggi a tutto elettrico è una non soluzione … forse fra 20 o 30 anni se tutto va bene potrebbe esserlo ma ora proprio no … saremmo solo jna brutta copia di Cuba con tutto quel che ne consegue.

        1. mario milanesio

          @antonio gobbo
          Leonardo_R non ha detto che il petrolio finirà,
          ha invece detto che i carburanti non saranno economici, con tendenza al peggioramento.

          che mi sembra tutta un’altra questione:
          intanto gli altri Paesi corrono su rinnovabil , transizione, ecc ecc
          e noi stiamo qui a fare (legittimamente) le pulci alle parole.
          Durante il boom economico degli anni ’50 cìera tutt’altro atteggiamento, ed era l’atteggiamento di chi aveva voglia di arrivare,
          qui si a solo voglia di mantenere la propria posizione.

          1. antonio gobbo

            Mario, il discorso del “finire” e il discorso del costare di più sono comunque strettamente correlati, se preferisci al posto del finire diciamo che sarà previsto il massimo di estrazione.
            Questo aumento di costi impatterà in maniera molto pesante su tutti noi e la mobilità sarà solo uno dei settori impattati. ci saranno aumenti dei trasporti (pensare al trasporto pesante sia nave che aereo che su gomma elettrico è ancor più futuribile dell’auto elettrica), ci saranno aumenti su tutti i prodotti derivati dal petrolio (e li puoi avere tutta l’energia elettrica green che vuoi ma non hai ad oggi alternative valide, ci saranno aumenti del gas naturale, il che significa costi per sostituzione di impianti e da ultimo ci saranno aumenti per la quota di energia che ancora sarà prodotta da fonti fossili.
            In questo scenario, visto anche l’andamento economico e geopolitico che sta prendendo ora il mondo, la vedo durissima che le future generazioni (perchè è di quello che fondamentalmente si parla e guarda caso sono quelle messe peggio economicamente con salari inferiori e future pensioni da fame) possano avere risorse economiche da permettersi contemporaneamente tutti questi aumenti e la cosa che prima di tutto mi viene in mente più che la parola sostituzione è la parola rinuncia. Rinuncia al cambio auto (tenendosi la loro vecchia auto molto più a lungo di quanto sarebbe giusto, rinuncia a viaggi di “piacere” , rinuncia ai 22 gradi in casa in inverno (io già non vado oltre i 19 – 19,5 e credo che sia tranquillamente fattibile per tutti, rinuncia all’acquisto di beni non necessari e costosi ecc ecc
            Insomma un clima di austerity che di sicuro non porterà a un vertiginoso aumento del PIL..
            Peraltro occorrerà vedere se i fornitori di energia elettrica si faranno veramente concorrenza o, essendo monopolisti energetici, non faranno come normalmente fanno già ora, un bel cartello per aumentare gli utili.
            Insomma comunque la guardi dubito che il futuro, anche qualora fosse più green, possa essere migliore dell’attuale presente, magari mi sbaglio ma sinceramente tutti i dati che vedo non portano certo ad essere ottimisti, se voi avete dati diversi (intendo come andamento economico/salariale) postateli pure io sono curioso e aperto a ogni novità/confronto., ci si risente buona giornata a tutti.

        2. Non è che il 31/12/2044 tutto è come adesso e poi il 1/1/2045 ci svegliamo ed è tutto elettrico…

          1. antonio gobbo

            Bhe forse per la produzione di rinnovabili la crescita sarà costante e significativa, riguardo alla mobilità elettrica vista la crescita avuta dal 2021 ad oggi in Italia (dal 2% al 5% ovvero l’1% all’anno) bhe qualche dubbio sinceramente ce l’avrei.

    1. Ho letto quell’articolo e in nessun punto smentisce la frase che riporti tra virgolette. Fa caldo anche li?

        1. No, va bene questo https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20190313STO31218/emissioni-di-co2-delle-auto-i-numeri-e-i-dati-infografica.
          E’ il link di approfondimento che forse le è sfuggito e che dice tra l’altro “Il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa, il 71,7% delle quali viene prodotto dal trasporto stradale, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente“.
          -E anche: “Negli ultimi tre decenni l’unico settore a vedere un aumento delle emissioni di gas serra, è stato quello dei trasporti con un aumento del 33,5% tra il 1990 e il 2019“.
          -E inoltre: “Per quanto riguarda il trasporto su strada in Europa, le autovetture sono fra i mezzi più inquinanti, considerato che generano il 60,7% del totale delle emissioni di CO2“. E pensi un po’: io andavo a memoria

          1. Mario Bonati

            – Nel vostro articolo c’è scritto: “Le auto sono infatti responsabili di quasi tre quarti delle emissioni del settore.”
            – Lei ha appena scritto: “Il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa, il 71,7% delle quali viene prodotto dal trasporto stradale”

            Le 2 cose sono molto diverse … e quella che ha appena scritto, è in linea con i link che ha postato io: circa un quarto, non tre

            Quindi, forse chi ha scritto l’articolo intendeva dire che de auto sono responsabile di 3 quarti delle emissioni del settore dei trasporti? Quindi il 75% del 25% ?

          2. “Le auto sono infatti responsabili di quasi tre quarti delle emissioni del settore”. Di quale settore, sennò? C’è un limite a tutto e lei l’ha abbondantemente superato.

          3. Mario Bonati

            Sempre bello discutere con lei, che esce dalle discussioni sempre con o stesso stile.

            P.S. Può anche evitare di rispondermi, tanto sta diventando scomodo seguire i commenti da quando non arrivano più le notifiche sulle risposte

    2. Antonio gobbo

      vise secondo i principali settori. Nel 2022 la fornitura di energia ha rappresentato il 27,4% delle emissioni europee di gas effetto serra, mentre i trasporti interni hanno fatto registrare il 23,8%. La restante quota di emissioni proviene per il 20,3% dal settore dell’industria, per l’11,9% dalle attività residenziali e commerciali e dal settore dell’agricoltura per il 10,1%.

      https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20180301STO98928/emissioni-di-gas-serra-per-paese-e-settore-infografica
      Il 23,8% rappresentano tutti i ti di trasporto quello su gomma è un di cui che se ben ricordo è pari al 17% circa (incluso quello dei veicoli pesanti per trasporto merci)

        1. antonio gobbo

          Egregio Degli Esposti si è’ vero mi ricordavo male infatti il 17% del 25% (quota CO2 dovuta ai trasporti) è pari al 68% mentre come lei fa giustamente notare qui si parla di ben il 71% capisco che per lei il 3% (del 25% di emissioni) è una quota importante che non va dimenticata e per questo mi scuso del mio macroscopico errore che forse è dovuto a questo articolo di Economiacircolare.com https://economiacircolare.com/stato-trasporti-ue-emissioni-auto-elettrica/#:~:text=Pi%C3%B9%20precisamente%20nel%202024%20le,CO2%20a%201%2C05%20miliardi.
          dove la percentuale dovuta alle automobili è dato al solo 43,7%
          Ditinti saluti Antonio Gobbo

          1. Ottima citazione. Ma anzichè fare l’azzeccagarbugli sui numeri, si sforzi di leggere tutto l’articolo e ne faccia tesoro. Per esempio in questo passaggio che le calza a pennello: “la transizione – che sia energetica, ecologica, digitale – ha bisogno di sfatare luoghi comuni, pigrizie mentali e stereotipi consolidati

        2. Antonio gobbo

          Se lei legge la mia risposta a Mario Milanesi (sempre se nel frattempo non sia stata bannata in quanto ora non la vedo) vedrà indicate le % precise al decimale così non ci saranno più fraintendimenti di sorta, se è stata cancellata … bhe che devo dire me ne farò una ragione, tanto i numeri e le % sempre quelle restano che piacciano o meno 🙂

      1. mario milanesio

        @antonio gobbo
        questa del 17% ti viene smentita circa una volta al mese:
        cercare qualche nuovo stimolo, no?

        1. antonio gobbo

          Caro Mario ora ti spiego tutto così alla fine smettiamo con affermazioni e smentite reciproche
          – l’europa dice che i trasporti incidono per il 23,8%
          https://www.europarl.europa.eu/pdfs/news/expert/2018/3/story/20180301STO98928/20180301STO98928_it.pdf
          – di questo 23,8% la componente trasporti su strada incide al 71%
          ovvero il 16,898% (si è vero non è il 17% come ho scritto … accetta le mie scuse e la mia scarsa precisione)
          – se poi vogliamo andare nel dettaglio la parte riguardante il trasporto privato (non pesante) rappresenta il 43,7% ovvero su tutto l’inquinamento da CO2 il 10,2%
          https://economiacircolare.com/stato-trasporti-ue-emissioni-auto-elettrica/#:~:text=Pi%C3%B9%20precisamente%20nel%202024%20le,CO2%20
          Penso di essere stato sufficientemente chiaro, hai tutti i link su cui ti puoi documentare, qualora avessi domande o obiezioni sono più che disponibile a un confronto.
          buona giornata ciao

  8. Riposto link a sito TCS che conferma la cosa ed è molto carino, con la mia a circa 20.000 ero in pareggio co2 senza considerare tutte le altre emissioni ben peggiori (nox,pm…..).

  9. Dovreste discuterne con Toyota sull’ibrido. Pare che produrre una piccola batteria e un motore risulti vincente

    1. Di sicuro è meglio per la loro bottom line. Chiedere a Toyota dell’ibrido è come chiedere all’oste se il vino è buono.

    2. Vincente di sicuro no, in ogni caso se per adesso costa meno visto che è una tecnologia ultra collaudata ha senso usarla fino a quando le limitazioni delle bev, che stanno sparendo pian piano ci saranno ancora. Per me è comunque positivo se una persona cambia un vecchio diesel euro 3 con una moderna ibrida, probabilmente il prossimo passo sarà una full electic

    3. cr1, articoli che fanno riferimento allo stesso caso di studio sono stati pubblicati su diverse testate online. In ognuna di esse ci sono stati commenti simili al suo.
      Ora, da lettore a lettere ci sono ricerche che parlavano di un punto di pareggio delle emissioni di CO2 (anche con le ibride tipo Toyota) tra i 60.000 e 90.000 km (caso peggiore con mix energetici dove l’elettricità da FER risulta essere quasi nulla), visto che le auto in giro percorrono nell’arco della loro vita più di 90.000 km a me risulta evidente che per quel che lei crede, convenga usare una BEV.
      Poi, capisco che sul finire del 2025 ancora non si vedono BEV di segmento C,B ma soprattutto A a prezzi d’acquisto equivalenti alle termiche, ma questo è un problema provocato dal sistema industriale che non ha investito in questa tecnologia una decina d’anni fa. Se lo avessero fatto, oggi anche dopo la pandemia del 2019-2020 avremmo in commercio BEV a prezzi accettabili.
      Per concludere, il caro Trump dopo aver fatto approvare una legge di bilancio con maggiori spese, ha chiuso i rubinetti su tutti quelli che riguarda la transizione ma soprattutto gli strumenti a disposizione del mondo scientifico per studiare i cambiamenti climatici. È notizia di questi giorni che a seguito delle decisioni di Trump l’esercito americano non condividerà più con i climatologi americani (e a caduta di tutto il mondo) i dati che sorvegliano i ghiacci oceanici. Come dire “adesso vi zittisco non permettendoci di accedere alle informazioni vitali per il vostro lavoro”. Per fortuna c’è un satellite giapponese che potrà prendere il suo posto.

      1. Della serie, volete sapere come declina un impero!?
        Quando inizia ad essere necessario nascondere la verità (le informazioni) si tratta di un segnale piuttosto inequivocabile.

        1. Antonio gobbo

          Vero però prima che ne salga un altro in genere passano decenni (e a volte anche secoli) per cui temo che ne riparleremo assai innla nel tempo.

          1. Guarda io direi che la repubblica degli USA potrebbe essere nella fase finale prima di diventare un’oligarchia imperiale/dittatura. Se vuoi fare paragone basta fare un confronto con la storia dell’antica Roma dove la Repubblica Romana durò circa 482 anni prima di trasformarsi in una dittatura imperiale.
            Fu istituita nel 509 a.C. con la cacciata dell’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, e la fine della monarchia romana.
            La sua fine è generalmente collocata nel 27 a.C., quando Ottaviano ricevette il titolo di Augusto e pieni poteri, segnando l’inizio dell’Impero Romano.
            Quindi, dal 509 a.C. al 27 a.C. passano 482 anni.
            Poi fu il momento dell’impero e di quello che ne seguì.
            Gli Stati Uniti d’America esistono come repubblica dal 4 luglio 1776, data della Dichiarazione d’Indipendenza.
            Tuttavia, la Costituzione degli Stati Uniti, che ha istituito l’attuale forma di governo repubblicana federale, è entrata in vigore il 4 marzo 1789, e George Washington divenne il primo presidente il 30 aprile 1789.
            Considerando la data della Dichiarazione d’Indipendenza come nascita della repubblica: dal 4 luglio 1776 all’11 luglio 2025 sono passati 249 anni.
            Più o meno i secoli che potrebbero portare ad eventi simili, ci sono tutti.

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