L’auto elettrica è il futuro. Ma l’Italia non l’ha ancora capito e resta il fanalino di coda d’Europa e del mondo industrializzato. Possibile che la settima potenza economica del Pianeta stia perdendo il treno dell’innovazione senza dare un segno di reazione, senza uno scatto d’orgoglio? Noi di Vaielettrico non ci rassegniamo e lanciando questo “Manifesto dell’e-driver” elenchiamo punto per punto tutto quello che in Italia manca perchè l’auto elettrica sia finalmente per tutti. Se lo condividi puoi mettere la tua firma QUI.
Premessa
La community di Vaielettrico rivolge un appello alle istituzioni, alle industrie del trasporto e dell’energia, ai media e all’opinione pubblica perché si affronti la sfida della mobilità sostenibile con la dovuta consapevolezza e serietà.
-Consapevolezza dell’ineluttabilità e dell’urgenza della transizione.
-Serietà nell’adottare misure coerenti, coordinate e continuative per promuoverla.
Pubblica questo Manifesto dell’e-driver dopo l’ultimo round di incentivi all’acquisto di auto elettriche. I più generosi, i più contestati nella formulazione, i più caotici nell’attuazione. A nostro giudizio, un’altra occasione persa per colmare il grave ritardo rispetto ai Paesi guida d’Europa, ma nel contempo l’occasione per mettere in fila errori da non ripetere e nuove strategia da adottare.
Le seguenti richieste sono frutto del quotidiano ascolto degli e-driver italiani e di chi aspira a diventarlo se messo in condizione di poterselo permettere.
Veicoli e mercato
Il costo iniziale d’acquisto dei veicoli elettrici è indubbiamente un ostacolo. Ma il differenziale rispetto ai veicoli termici si sta velocemente riducendo e una politica industriale lungimirante può accorciare ulteriormente i tempi.
Gli strumenti sono:
• sostegno a collaborazioni strategiche tra i produttori europei che possono generare economie di scala nella ricerca e sviluppo e nei processi produttivi;
• sostegno mirato a progetti di nuovi modelli nei segmenti A, B e C, più adatti al mercato di massa italiano;
• forte impulso alla filiera nazionale del recupero e riciclo delle materie prime strategiche contenute nelle batterie, che può diventare la nostra miniera di approvvigionamento per la nuova industria automotive italiana;
• progressiva riduzione dei dazi imposti sulle auto cinesi per lasciare più spazio alla concorrenza.
• Il sostegno alla transizione deve comprendere anche le due ruote, la nautica, il trasporto pesante, i veicoli off road da lavoro e agricoli.
Il rilancio parte dalla flotte pubbliche e aziendali
Le flotte aziendali e pubbliche costituiscono circa il 40% dell’immatricolato e del circolante. L’elettrificazione deve partire da lì.
Le leve su cui agire sono:
•una politica fiscale che incoraggi la conversione di massa delle flotte aziendali, con benefici crescenti per le aziende che autoproducono l’energia, efficientano i processi, aderiscono a Comunità energetiche rinnovabili (CER), installano punti di ricarica anche per i dipendenti; t
• l’obbligo per tutte le flotte pubbliche di convertirsi alla tecnologia elettrica, secondo scadenze precise e vincolanti. Lo strumento Consip dovrebbe estendere la sua attività anche a settori come nautica e mezzi di lavoro per mettere a disposizione delle pubbliche amministrazioni prodotti elettrici a prezzi calmierati;
Incentivi certi, mirati, decrescenti
Gli incentivi sono ancora necessari per colmare il gap di costo iniziale. Tuttavia devono essere riformulati per esprimere a pieno le loro potenzialità.
Devono essere quindi:
• certi;
• mirati verso categorie a reddito medio-basso e veicoli di massa, usato compreso;
• estesi a tutto il territorio nazionale;
• continuativi per un arco temporale pluriennale;
• decrescenti secondo importi prefissati sulla base del raggiungimento della parità di costo elettrico-termico;
• proporzionalmente distribuiti anche su veicoli diversi da auto e furgoni.
Ricarica pubblica: capillarità, affidabilità, prezzi

La rete di ricarica pubblica presenta criticità tali da costituire, a nostro avviso, il principale motivo della scarsa penetrazione dei veicoli elettrici nel nostro Paese. Il numero di installazioni in rapporto al circolante può apparire adeguato, ma non lo è in rapporto al territorio e alla popolazione.
Mancano in particolare:
• infrastrutture capillari a bassa potenza in città per consentire la ricarica notturna a chi non può usufruire di quella privata domestica;
• l’elettrificazione totale di tutte le aree di servizio autostradale;
• ricariche a uso promiscuo stradale-nautico nei 40 porti marini e negli approdi sui laghi e sui fiumi
La scarsa affidabilità della rete è un secondo problema. Occorre:
• semplificare e velocizzare le procedure di concessione-allacciamento;
• esercitare una vigilanza più severa contro le occupazioni abusive;
• migliorare la manutenzione degli impianti;
• migliorare l’affidabilità degli strumenti digitali per l’utilizzo delle colonnine;
• armonizzare linguaggi, procedure e grafiche delle App di ricarica, oggi controintuitive e poco trasparenti.
I prezzi sono il punto più dolente della ricarica pubblica. Ai livelli attuali, infatti, non giustificano economicamente il passaggio al veicolo elettrico, almeno per chi non disponga di ricarica privata, a domicilio o al lavoro.
• Va ripresa e portata rapidamente a conclusione la riforma delle tariffe di rete applicate ai CPO avviata da Arera oltre un anno fa e oggi arenata.
• deve essere regolamentato il roaming per evitare che alla jungla delle App si sommi una jungla delle tariffe.
Ricarica domestica, installarla è un diritto
E’ necessario garantire che chiunque disponga di un posto privato, in garage o in un box, possa installare un impianto di ricarica velocemente e a costi contenuti.
Chiediamo perciò:
• che la legge garantisca espressamente a tutti i proprietari di un posto auto il “diritto alla presa”, come in Francia. Ciò significa togliere all’assemblea condominiale ogni possibilità di ostacolare l’installazione, anche quando essa comporti lavori negli spazi comuni;
• che per i condominii sottoposti a Certificazione prevenzione incendi (CPI) sia allineata la normativa edilizia generale con le disposizioni dei Vigili del Fuoco, oggi tra loro incoerenti o contraddittorie;
• che nelle nuove costruzioni sia obbligatorio predisporre ogni posto auto all’installazione di un punto di ricarica.
• che i bonus wallbox siano reintrodotti e finanziati, che siano certi, pluriennali ed erogati con la formula degli incentivi edilizi, cioè con semplice documentazione della spesa sostenuta da inserire in dichiarazione dei redditi per ottenere un credito d’imposta quinquennale.
• che il bonus wallbox per privati e aziende preveda una premialità aggiuntiva per i dispositivi abilitati alla bidirezionalità (V2G);
Ricarica privata e bollette elettriche
Anche la ricarica domestica e privata può risultare troppo costosa in alcuni specifici casi.
Chiediamo quindi:
• che ove non sia possibile collegare il posto auto con il Pod domestico il nuovo Pod dedicato alla ricarica sia considerato parte integrante dell’abitazione, rientrando nel medesimo contratto di fornitura ad uso domestico, con Iva al 10 anziché al 22%;
• che le bollette elettriche contengano una voce onnicomprensiva di tutti i costi variabili, permettendo di calcolare esattamente i costi di alimentazione del veicolo elettrico.
Per i parcheggi aziendali vale quanto detto sopra: l’azienda dovrebbe godere di un beneficio fiscale proporzionato alla percentuale di posti auto dotati di infrastruttura di ricarica.
Dealer più preparati

Concessionari e dealer sanno poco delle auto elettriche e del loro utilizzo su strada. E, conclusa la vendita, abbandonano il cliente a sé stesso.
A nostro giudizio dovrebbero invece:
• impegnarsi formalmente a colmare questa lacuna sia nel comparto vendite sia in quello assistenza-riparazione, fornendo consulenza energetica ai neo e-driver;
• dotare ogni autosalone di una struttura dedicata, o almeno di un venditore formato sul mezzo elettrico e sull’intero ecosistema che comporta;
• fornire sistematicamente la certificazione sullo stato di salute della batteria (SOH) per tutti i veicoli di seconda mano.
La formazione dei nuovi automobilisti
C’è un passaggio obbligato per tutti gli automobilisti: l’esame per la patente. Non c’è dunque opportunità migliore per formare driver consapevoli dei vantaggi della mobilità elettrica, dei fondamentali tecnici e delle modalità di utilizzo.
Quindi:
• nei programmi delle scuole guida si dedichi almeno metà della didattica teorica e su strada alle auto a batteria;
• la prova d’esame su strada preveda la guida su entrambe le tipologie di motore.
Informazione & narrazione
Il dibattito “elettrico sì-elettrico no” è diventato uno dei tanti argomenti polarizzanti per opposte tifoserie. Non può essere un caso. Tanto più se gli stessi schieramenti ne condividono altri: ambientalismo-negazionismo, rinnovabili-fossili, ideologia-pragmatismo e via dicendo. E’ un circolo vizioso che le istituzioni devono impegnarsi ad interrompere.
Per esempio:
• con campagne media di corretta informazione;
• con il sostegno ad eventi promozionali;
• confutando le “fake news” che alimentano le narrazioni avverse;
• mettendo a disposizione documenti tecnico-scientifici validati sui siti istituzionali;
• finanziando percorsi di studio e formazione specifici.
FIRMA QUI
il nostro Manifesto dell’e-driver


Bella iniziativa buoni propositi che condivido ma ritengo irrealizzabili che porterebbero a perdite delle entrate tributarie. Quindi tornando con i piedi a terra dovreste pensare come compensare l’ ammanco senza aggravare troppo il vecchio sistema che è protetto da antichi poteri. Dopo aver strutturato pianificato il piano verde senza buchi potrebbe venir accettato. L’ esempio è il ponte sullo stretto bellissima idea ma piena di incognite che persino la corte dei conti ha messo in dubbio ogni punto,
Ci siamo talmente abituati agli antichi poteri e alle tasse incostituzionali (Accise) che le accettiamo pure, anzi ci preoccupiamo di come potrebbero non riuscire a gestire le spese dello stato senza queste ignobili e meschine entrate visto com’è attualmente tassato, anzi, tartassato l’automobilista italiano! Non ci ricordiamo mai di tutte le leggi giuste che potrebbero essere fatte per migliorare lo stato in cui viviamo perché le sentiamo solo in campagna elettorale, poi spariscono fino alla prossima tornata elettorale.
I primi promotori di fake news a mio avviso sono quelli che l’elettrico non lo vogliono vendere! E secondo me ci spendono anche tanti soldi per far dire caxxate a centinaia di account presenti sui social che sono contro tutto ciò che è green, dalle rinnovabili alle auto, dai pannelli solari alle batterie! Ci sono molti interessi e secondo me i petrolieri e i costruttori auto tradizionali sono alleati nel non vendere queste auto. Ne è la prova che i prezzi sono tutti gonfiati durante l’anno di un buon 8-9mila euro che si sgonfia giusto il giorno degli incentivi per poi tornare bello gonfio tutto l’anno: del resto quando ci sono dei soldi, come quelli degli incentivi da raccimolare, non si guarda in faccia a nessuno!
Ottima iniziativa. Non sarebbe male, però, a mio avviso, utilizzare una delle piattaforme specializzate nelle petizioni online (change.org e simili), che permettono una migliore gestione delle firme e, soprattutto, implementano funzioni di condivisione delle petizioni sui principali social network e strumenti di messaggistica, che avrebbero aumentato le possibilità di diffusione della sottoscrizione.
concordo ! 👍🏼👍🏼👍🏼
Bella iniziativa, sto per firmare. Unica cosa che però mi viene da dire è che in realtà i prezzi delle auto sono alti anche per le ICE e questo è un problema perché le BEV rappresentano una tecnologia percepita ancora come in evoluzione e quindi in cui è rischioso investire del denaro.
Ne deriva che, per aumentare quote di mercato, le BEV dovrebbero costare meno delle ICE. Vedasi ultimo giro di contributi…
Non è vero che stiamo perdendo il treno sull’elettrico. Abbiamo sviluppato prima di tanti altri progetti di EV ormai decenni fa (nel 2012 la mia azienda era tra i principali produttori europei di EV producendo la Bluecar per il gruppo Bollorè). Oltre a tutte le problematiche condivisibili del vs manifesto (incentivi, ricariche, … ), non condivido invece quanto asserite sul veicolo: il problema è il “differenziale” economico sui componenti PWT tra Cina e EU. Speriamo che la saturazione del mercato cinese aiuti ad abbassare questo differenziale. In EU è impossibile realizzare una EV che possa competere con una cinese!
Ci può spiegare perché è impossibile produrre in Europa una EV competitiva?
Nel mio piccolo posso dirle questo: prodotto X acquistato in cina, finito, con certificazione esterna e sottoposto, una volta arrivato, a test indipendenti qui in italia per la verifia delle specifiche… il prodotto FINITO, di qualità eccellente, acquistato in cina costa MENO del MATERIALE GREZZO acquistato in Italia per produrlo. Ovviamente parlo del “nostro” piccolo… ma è aberrante
Mai sentito parlare di costo del lavoro?
Mai sentito parlare di automazione?
Ottima iniziativa, doveroso provarci anche se temo il governo non ci senta. Io sarei anche per un disincentivo alle ICE, in ossequio al concetto “chi inquina paga”. Perchè sono solo le Case a dover pagare per le emissioni? Chi compra oggi una auto ICE deve contribuire alla transizione, quindi un piccolo aumento di bollo potrebbe starci, come pure un piccolo aumento accise sui carburanti.
Valutare di dare precedenza per gli incentivi a chi possiede auto termiche da molti anni 10/20 anni e vantaggiatre gli stessi con incentivi maggiori no assolutamente per ise. Molti usano gli incentivi e rivendono le auto in tempi brevi e richiedono altri incentivi.
Bella questa idea!!!! Più la macchina è vecchia più soldi ti do di bonus!!!!!
Più una macchina è vecchia più il proprietario è povero ( teoricamente!)). Esempio 1000€ per ogni anno di vecchiaia.
Io ho una utilitaria della Fiat con 23 anni sul groppone ( solo 60.000 km ) lo stato mi dà 23.000€ e io vado a comprarmi un’auto con tanto di colonnina.
Sennò me la tengo altri 10/15 anni… Tanto faccio 3000 km all’anno!!!!
Come si intitola il film che hai visto dove lo stato ti da 1000 euro per ogni anno della tua vecchia auto da rottamare?
Cioè per la mia Fiat 500L del 1970 lo stato mi darebbe 55.000 euro?????
Lo stato siamo noi……..
Dai franco non vorrai rottamare la tua 500….. Magari ci vuole un tetto al bonus??? Magari i primi 25000 sono per l’auto e gli altri per il fotovoltaico e batteria…… Oppure rottami un segmento A e puoi sostituire solo con segmento A, B con B,ecc
Oppure si potrebbe incentivare anche solo il miglioramento di livello di emissioni ad esempio, se la mia utilitaria avesse 180000km e fossi senza soldi magari potrei passare da euro3 a euro5
Con 2000€ di incentivo ( 1000€ x 2 )…… Così non devo pagare 16000€ per una pandina o 30000€ per una Y…..
Molto bene. Leggendo la bella iniziativa legata agli scuola bus avrei inserito anche un punto legato al retrodit, che diventa spesso anti economico anche per il lungo percorso burocratico dí omologazione
Complimenti davvero. Naturalmente iscritto subito.
Vaielettrico è una bellissima realtà impegnata nella mobilità sostenibile e nella transizione energetica in generale. Questa iniziativa da voi promossa è lodevole, non potevo far altro che aderire.
Bravissimi, ottima iniziativa che vi fa onore, grazie per il vostro impegno!
Un piccolo suggerimento: nella sezione delle flott pubbliche andrebbe dedicato un passaggio anche all’ elettrificazione di autobus e mezzi del trasporto pubblico locale