Auto elettrica, Bruxelles sferza l’industria Ue: “La Cina è più avanti”

Bruxelles è preoccupata per il futuro dell’auto elettrica in Europa. “La Cina è più avanti e gli obiettivi al 2035 non si raggiungono magicamente da soli”. Così il commissario al Mercato interno Thierry Breton che ieri ha incontrato una ventina di rappresentanti dell’automotive

Visto da Bruxelles “il quadro non è per nulla roseo”. Il mercato dell’auto elettrica in Europa è dominato da Tesla e le case cinesi stanno per sbarcare in massa, nelle concessionarie ma anche nelle fabbriche del Vecchio Continente.

Bruxelles preoccupata sul futuro dell’auto elettrica In Europa: “Il quadro non è per nulla roseo”

Ma la Commissione non ci sta e il commissario uscente al Mercato interno, il francese Thierry Breton (ex manager France Telecom) non ha nascosto tutte le sue “preoccupazioni” per l’obiettivo al 2035, quando la Ue ha deciso che non verranno immatricolate più auto con motori a scoppio.

Del resto, i numeri gli danno ragione e lo ha ricordato nell’incontro che ha avuto con una ventina di rappresentanti delle case automobilistiche. “La produzione europea di veicoli elettrici è in calo (nel 2024 si prevede che ne saranno realizzati di meno rispetto agli 1,8 milioni di modelli del 2023), dal momento che la domanda ristagna”.

“Gli obiettivi al 2035 per l’auto elettrica non si raggiungono magicamente da soli”

Anche se in uscita, il commissario Breton ha altresì ricordato che la nuova Commissione non farà sconti. Compito di Bruxelles, ha detto Breton ai manager e dirigenti “non è quello di indorare la pillola, o di stare seduti ad aspettare che i nostri obiettivi per il 2035 si materializzino magicamente“.

Anche perché incombe la concorrenza cinesi: La Cina è molto più avanti nella produzione di veicoli elettrici a prezzi accessibili”.

Le case di Pechino, con i loro modelli a basso costo potrebbero interessare non poco i consumatori europei che hanno ampiamente dimostrato di non voler spendere per le auto elettriche il 25-30% in più rispetto ai modelli a motore termici della stessa tipologia.

In buona sostanza, Breton anche a nome della Commissione – che sarà guidata ancora da Ursula von der Leyen – ha voluto sottolineare gli errori delle case automobilistiche che hanno puntato su modelli di grande cilindrata. E ora devono rivedere i loro piani.

Ma non devono pensare di farlo senza tener conto degli obiettivi di decarbonizzazione che si è data l’Unione europea: quelli procederanno come da programma. Per Von der Leyen uno dei primi scogli da superare nel suo secondo mandato che si apre nel 2025.

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Visualizza commenti (25)
  1. Ma se la Cina e gli Stati Uniti ci mettono miliardi per sostenere le proprie aziende e l’UE invece gli spicci ci credo che restiamo indietro.
    E poi, che cavolo di idea sarebbe mettere un freno alla produzione di motori termici senza attendere che le nostre industrie fossero pronte e senza tassare al 100% quelle cinesi (che costano poco perché ci mette i soldi lo Stato) per darci il tempo di arrivare?
    È suicidio, l’aria più pulita del 4% ma milioni di senza lavoro…
    Una evoluzione era necessaria, per carità, ma con le giuste tempistiche, sennò facciamo come con i pannelli solari che sono tutti cinesi sovvenzionati dallo stato

    1. mario milanesio

      quali sono le “giuste tempistiche”?
      così, per capire…

      che tavares e de meo e gli altri,
      bontà loro,
      decidano che è ora cambiare totalmente le loro linee di produzione,
      spendendo fior di quattrini e rischiando l’azienda che governano?

      sul serio ci credi?

      e al clima che cambia rapidamente cosa diciamo: “ehi, rallenta, Stellantis deve ancora decidere” ?

    2. Ma sei matto a scrivere queste cose?
      Il problema è il clima che cambia… ma non senti già l’aria più pulita in Europa con la Norvegia che ha il 25% di BEV ma anche 370.000 diesel circolanti?
      Il bello è che la gente ancora non ha capito che su un pianeta dove il 71% della superficie è composta dagli Oceani e dove le correnti oceaniche determinano il clima se la transizione non la fa tutto il globo tu ti puoi flagellare quanto vuoi ma subirai il clima di tutti quelli che alla transizione non ci stanno proprio pensando.
      Noi abbiamo un’Europa che già va per conto suo ed in più ci permettiamo il lusso di disgregare ed affossare un’industria tra le più importanti con migliaia di occupati.
      Si leggono pensieri alla scientology sull’idolatria verso l’elettrico e che attaccano i produttori auto perchè non investono, non sviluppano, non si convertono all’elettrico. No ma dico avete chiaro o non che la Cina ha investito ben oltre i 231 miliardi di dollari tracciati, vi è chiaro questo o ancora non lo avete capito? O magari pensate che le aziende si stampano i soldi e li investono dove fa piacere a Bruxelles.
      L’UE ad oggi ha investito bruscolini rispetto alla Cina però vuole fare tutto in 10 anni e a pagare devono essere altri, certo come no.
      L’elettrico non prende perchè la UE è stata solo capace di scrivere una data senza fare un minimo di programmazione o piano credibile di transizione. Ha demandato tutto questo alle industrie, ai singoli stati e senza solide sovvenzioni.
      Se questa è l’idea di transizione sarà solo un bagno di sangue altro che auto elettrica.

      1. Risposta sagace:
        La sua proposta è “I miei vicini non tirano mai lo sciacquone e mi arriva la puzza, allora sai che faccio? Smetto di tirarlo anch’io, tanto è inutile che io lo tiri”. Geniale.

        Risposta seria:
        Tutti i paesi del mondo, con intensità diverse, si stanno mettendo in moto, non solo la UE.
        Questo perché tutti i paesi, in un modo o nell’altro, stanno soffrendo i primi morsi pesanti dei cambiamenti climatici: chi rischia di essere sommerso dallo scioglimento dei poli e dall’associato innalzamento del livello dei mari, chi vede allungarsi sempre più i periodi di calore e siccitosi, chi vede alternarsi siccità e inondazioni, chi vede progredire la desertificazione del proprio territoriochi vede un’estremizzazione dei fenomeni (ondate sempre più lunghe di calore, temporali sempre più forti, trombe d’aria/uragani/cicloni sempre più frequenti, ecc.
        Riguardo alla UE, sono almeno 20 anni che, tra commissioni parlamentari, audizioni di stakeholder di tutti i tipi, dibattiti pubblici, incontri, workshop, dibattiti e votazioni in tutti gli organi dell’Unione Europea, si discute del problema delle emissioni di CO2 e delle strategie per limitarle, prima attraverso le certificazioni “Euro X” (1, 2, …, 6, ecc.) e poi delineando, attraverso mille contorcimenti di pancia e compromessi, lo stop dal 2035 alla vendita di veicoli nuovi con emissioni di CO2 superiori a zero (NON lo stop alle auto termiche, bufala più utilizzata dai falsari dell’informazione).
        Se le case automobilistiche europee avessero capito e avessero scelto di iniziare la transizione fin dall’inizio, non saremmo in questa situazione. Purtroppo per l’Europa non l’hanno fatto, e, nonostante manchino ancora 10 anni, cominciano già a frignare di rimodulare lo stop del 2035, ammorbidirlo, allungarne i termini, e via piagnucolando.
        Purtroppo il mondo e l’economia gira così: o sai ‘stare al vento’ e cogliere al balzo la palla dei cambiamenti tecnologici promuovendo ricerca, sviluppo e innovazione, oppure sei destinato a soccombere contro chi lo fa più e meglio.

      2. mario milanesio

        @Omer
        laureato alla università di Facebook?
        tutti i 50 anni di studi sull’atmosfera…tutte coglionate?

        1. Abbiamo a che fare con un luminare!
          Qui siete talmente concentrati a difendere le vostre posizioni che non vedete altro.
          Ci sono isole che più green non si può dove il mezzo più evoluto è la bicicletta, bene per sua informazione negli ultimi anni queste isole sono bersagliate da tifoni che per carità c’erano sempre stati ma che sono andati in crescendo per intesità e numero.
          Quindi cosa dovrebbero dire queste isole spiegami, che emettono zero CO2 ma subiscono quella dell’intero mondo!
          Quindi le coglionate a mio avviso sono invece di chi pensa che la soluzione è distruggere senza criterio un’economia per fare in 10 anni quello che la Cina ha fatto in più di 20 e con fondi statali a fondo perduto, senza un minimo di pianificazione sostenibile della transizione e con fondi irrisori.
          La cosa più assurda e leggere che le case automobilistiche stanno a frignare o che dovevano muoversi prima! Ma i dati di mercato li leggete oppure no! O magari per il gusto di essere green i produttori falliscono anzitempo per far piacere a Eugenio.
          Sia ben chiaro a tutti, è l’unione europea che fino a ieri ha beatamente dormito sulla questione. E’ dal 2019 che Ursula è al parlamento come mai la transizione green è diventata prioritaria solo ora?
          Sono oltre 20 anni, ripeto 20 anni che il Governo Cinese si è mosso con investimenti giganteschi, lo ripeto GOVERNO CINESE, non le aziende, mentre la UE guardava altrove.
          Oggi la Cina a monopolizzato il settore ed il suo mercato interno ha prezzi irraggiungibili oggi dalle case occidentali.
          Quindi puntare il dito sulle case costruttrici europee che devono gestire i loro bilanci per non mandare a casa le persone è pura idiozia. La testimonianza ve la da VOLVO la più schierata verso l’elettrico che ha rivisto i piani proprio perchè non c’è richiesta.
          Se la UE e Ursula vogliono davvero promuovere l’elettrico serve un serio piano di politica industriale ed investimenti europei e non una stupida data.
          Per citare Eugenio, i tuoi vicini Cinesi hanno fatto un palazzo di 10 piani in 20 anni con Fondi statali e attrezzature dedicate e stanno per finire il tetto mentre tu Europa inizia adesso e vuoi fare lo stesso in 10 anni ma senza fondi e senza valide attrezzature, vedi tu!

  2. l’affare cinese l’abbiamo creato noi . sono decenni che abbiamo commisisonato alla cina tutto il producibile industrialmente per poter rivendere nel mondo intero guadagnandoci tutti grazie al minor costo di produzione .
    non e’ che la cina fa sconti su quello che produce , il costo della vita in cina e’ molto minore ,secondo me almeno un quinto , quindi logico che possano vendere a minor prezzo . poi sono diventati il colosso economico che conosciamo e adesso essi stessi si rivolgono al resto del mondo come imprenditori .

    1. Abbiamo commissionato alla Cina la produzione (spesso quella più inquinante che non volevamo più a casa nostra) si , le prime aziende ci sono andate già a metà anni 80, io ho iniziato a lavorare con loro già nel 2000; il costo della vota è molto minore , NI, stipendi e costo sono proporzionati come da noi. Un operaio adesso viaggia sui 500-600€ mese , tecnici specializzati e laureati quasi equivalente allo stipendio nostro. Il costo al M2 si un appartamento può andare dai 1500€ in su a seconda della città e della zona ,agitare una sera al ristorante ci lasci giù tranquillamente 50€ a persona, la sanità ti pagi assicurazione a parte . L’operaio medio l’alto generalmente non riesce a comperarla

      1. Grazie Eraldo. Finalmente un quadro realistico della Cina, che è un competitor temibile ma non il mostro che molti dipingono. Se le loro auto elettriche costano la metà delle nostre non è solo per il costo del lavoro più basso o lo sfruttamento dei lavoratori. E’ determinante l’economia di scala nell’utilizzo degli impianti di produzione e nell’ammortamento degli investimenti in ricerca e sviluppo.

      2. Diciamo che hanno delle differenze enormi: nelle zona industrializzate e avanzate tecnologicamente il costo della vita e i salari sono ormai in linea con quelli dell’UE, e gli operai l’auto riescono a comprarla, mentre nelle zone rurali sono davvero 1/5 che qua, anche meno, e li l’auto ce l’hanno in pochi, molto pochi. Da Shangai al nord ovest non ci sono solo migliaia di km, ci sono anche tantissime differenza economiche.

  3. E alla commissione se ne accorgono solo ora di quello che sta accadendo, fin’ora nessuno si era accorto che in metà Europa le %delle elettriche immatricolate erano abbondantemente sotto il 10%, che le colonnine erano poche e mal distribuite, che le auto elettriche costavano uno sproposito e che pochissimi se le potevan permettere, che le cinesi erano avanti una generazione, che dire bravi bravi al solito chiudete le stalle dopo che i buoi son scappati, pensando che con 4 chiacchere si risolvano problemi che hanno tempi di anni/decenni per esser risolti.
    Questo fa capire la totale mancanza di preparazione a livello europeo per una pianificazione in progetti (finanziati) di grande portata fermandosi solo alla stesura di regolamentazioni con date di realizzo lontane anni luce dalla realtà e da quello che i cittadini vogliono/possono fare.
    Purtroppo la nuova commissione temo non si discosterà molto dalla precedente e temo pure che fra 5 anni ci ritroveremo il commissario di turno che “spronerà” di nuovo le case costruttrici a “fare qualcosa” perlomeno per salvare la faccia … sempre che fra 5 anni di case automobilistiche europee ce ne rimanga ancora qualcuna che lo stia a sentire.

    1. Ma questo è il punto principale, tra cinque anni a spronare le case ci sarà la concorrenza americana, cinese, coreana.
      Chi si sarà preparato sopravviverà, e il rallentamento dei piani non fa presagire nulla di buono.

    2. mario milanesio

      non estendere a tutto Europa
      magagne che sono tipiche del sud d’Europa.

      di più: cosa doveva fare l’UE, oltre a stimolare con piani di incentivi e legislazioni di medio e lungo periodo? cambiare la testa dei manager? cambiare la testa dei politicanti anche nostrani?

  4. Eugenio Davolio

    Finalmente qualcuno che gliela canta chiara!
    Sono almeno 20 anni che, tra commissioni parlamentari, audizioni di stakeholder di tutti i tipi, dibattiti pubblici, incontri, workshop, dibattiti e votazioni a tutti i livelli dell’Unione Europea, si discute del problema delle emissioni di CO2 e delle strategie per limitarle, prima attraverso le certificazioni “Euro X” (1, 2, …, 6, ecc.) e poi delineando, attraverso mille contorcimenti di pancia, lo stop dal 2035 alla vendita di veicoli nuovi con emissioni di CO2 superiori a zero.
    E i produttori europei, dopo aver snobbato, irriso, minacciato, piagnucolato e infine pietito incentivi per le auto elettriche perché “l’innovazione costa”, cosa partoriscono?
    O auto da 50-60.000€ e oltre, competitive con le prestigiose pari modello termiche, per carità, ma elitarie esattamente come le prestigiose pari modello termiche.
    Oppure, senza alcuna vergogna, auto quasi tutte di segmento B, basate su piattaforme nate già vecchie e perpetuate allo stremo in salse diverse, e proposte a prezzi da auto di segmento C (e addirittura D) solo per lucrarci sopra gli incentivi ed evitare le sanzioni UE sulle quote di emissioni.
    E adesso, dopo aver fatto di tutto per NON vendere i loro scarsissimi e carissimi modelli elettrici — zero o pochissima pubblicità, al contrario dei modelli termici martellati costantemente… ed i cui prezzi hanno artificiosamente aumentato fino al 50% in pochi anni, come documentato da uno studio de “Il Sole 24 Ore”; zero preparazione specifica per concessionari affinché le propongano e le sappiano spiegare ai potenziali acquirenti; zero preparazione specifica nemmeno per le officine di assistenza tecnica; imposizione di tagliandi a prezzi da auto termiche a fronte di reali necessità manutentive pari a quasi zero, ecc. — e dopo aver investito noccioline in ricerca e sviluppo, dopo 20 anni di tempo e altri 10 anni davanti, hanno il coraggio di pretendere “maggiore flessibilità” rispetto al 2035??? 🤬🤬🤬
    È ovvio che siamo tutti preoccupati per le sorti delle gloriose case automobilistiche europee, ma farci prendere in giro no: o si adeguano al cambiamento tecnologico imposto dal cambiamento climatico (non dalla UE brutta e cattiva!), o verranno rimpiazzati da chi si sarà adeguato prima e meglio di loro.

    1. Ho ancora sullo stomaco gli sconti alle emissioni per Euro 7 a benzina o diesel, perfino le emissioni dai freni che sono consentite sono maggiori rispetto alle BEV, poi riempiono la testa della gente con le boiate che le auto elettriche inquinerebbero di più.
      Le bugie però hanno le gambe corte (certe non abbastanza) e prima o poi la mannaia arriverà sulle loro teste.
      Sui libri di storia scriveranno che si sono scavati la fossa da soli.
      Però, cercando di dare la colpa alla politica.

    2. ho messo “mi piace” al tuo post, perché concordo con quel che hai scritto tranne il punto “cambiamento tecnologico imposto dal cambiamento climatico (non dalla UE brutta e cattiva!)”. non è così, o meglio, l’UE può obbligare tramite regolamenti a far sì che dal 2035 non vengano vendute più termiche, ma non può obbligare le persone a comprare le bev se non possono permetterselo e se preferiscono andare sull’usato termico, perché anche a comprare le termiche nuove, come hai scritto tu, spesso si tratta di una vettura concettualmente vecchia ma riproposta in altra salsa al +50% di prezzo! le case costruttrici di certo dovevano essere più furbe, ma nel nostro caso è lo stato Italia che, non portando avanti per nulla una politica green globale, sta rendendo le cose più difficili a tutti.

      1. “…l’UE può obbligare tramite regolamenti a far sì che dal 2035 non vengano vendute più termiche, ma non può obbligare le persone a comprare le bev…”

        Scusami, ma l’UE NON OBBLIGA AFFATTO le persone a lasciare l’auto termica, sicuramente non oggi e nemmeno dopo il 2035: smettiamola di propagare una delle balle fatte circolare di più ad arte per creare F.U.D. (“fear, uncertainty & doubt”, cioè “paura, incertezza & dubbio”).

        Il regolamento UE, infatti, introduce sì il divieto dal 01/01/2035 di vendere vendita di auto nuove con emissioni di CO2 superiori a zero, ma:
        • NON INTRODUCE ALCUN DIVIETO di continuare ad utilizzare le auto termiche esistenti ANCHE DOPO il 2035, a patto che possano utilizzare e-fuel
        • NON VIETA NEMMENO di vendere auto termiche nuove funzionanti ad e-fuel.

        Se uno è così affezionato all’auto termica, NULLA VIETA che continui a farlo finché vuole anche dopo il 2035.

    3. Negli anni in casa mi ritrovo solo prodotti tecnologici o coreani o cinesi…e con soddisfazione.
      Non credo piangerò ad adattarmi ad auto non europee…
      Piangeremo tutti per i troppi disoccupati e sottoccupati malpagati..per le pensioni rinviate alla 4ª età.. all’ evanescenza del servizio sanitario nazionale… all’ impossibilità di scaldare case ed aziende con i prezzi dell’ energia importata a prezzi folli…

  5. Finalmente uno che parla chiaro! Non si può prendere una strada e dopo pochi anni dire:no scusateci ma stavamo scherzando…la rotta della transizione energetica è stata tracciata e quella bisogna seguire,senza se e senza ma. I posti di lavoro persi, verranno ricreati nell’elettrico. Certo che se si piagnucola senza darsi da fare l’Europa verrà travolta da Cina e Stati Uniti.

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