
Un impatto negativo pari a 16 miliardi di euro per Stellantis e 8 per Volkswagen. Sono le ricadute negative per due delle principali case automobilistiche europee nel caso di via libera ai dazi sulle importazioni imposti dall’amministrane Trump. Lo sostiene Federcarrozieri in un report appena pubblicato. Con ricadute immediate sui consumatori: i listini auto subirebbero un aumento da 2.500 a 3mila euro per autovettura media
Non è il primo allarme di questo tipo, ne arriveranno altri. A pagare lo scontro aperto dall’amministrazione americana guidata da Donald Trump con il resto del mondo a colpi di dazi sulle importazioni saranno i consumatori. Perché si troveranno di fronte a un aumento dei prezzi a cui saranno costrette – almeno in parte – le aziende per recuperare sugli extra costi. Con il pericolo di una ripresa dell’inflazione.
E’ vero che molto osservatori hanno fatto notare come Trump minaccia tariffe aggiuntive per andare a trattare con gli altri Paesi prezzi più vantaggiosi sull’interscambio commerciale Ma intanto l’allarme prezzi si diffonde a macchia d’olio. E’ il caso della presa di posizione di Federcarrozzieri, l’associazione italiana delle autocarrozzerie.

Auto, rincari sulla vendita di auto anche se i dazi annunciati dal presidente Usa dovessero limitarsi a Messico e Canada
Secondo l’associazione, i dazi sulle importazioni decisi dal presidente Trump, e attualmente sospesi per 30 giorni, potrebbero avere un impatto significativo sull’intero settore dell’automotive a livello globale. Con un effetto domino sul mercato europeo (e quindi anche italiano) sia per quanto riguarda le autovetture che per la componentistica.
Anche se i dazi colpissero solo i paesi del Nord America come Messico e Canada, le conseguenze per l’industria automobilistica globale sarebbero rilevanti. Perché molti marchi di rilevanza mondiale hanno stabilimenti produttivi proprio in questi due paesi. Tra questi Volkswagen, Audi, BMW, Stellantis, Honda, Hyundai, Kia, Mazda, Toyota e Nissan.
Per Volkswagen almeno 8 miliardi di euro di ricavi sarebbero condizionati dall’introduzione delle nuove tariffe doganali. Mentre per Stellantis l’impatto sarebbe ancora più pesante, con perdite stimate fino a 16 miliardi di euro. Complessivamente, gli utili delle case automobilistiche potrebbero subire una contrazione media compresa tra il -5% e il -15%. Riduzione che avrebbe conseguenze sul prezzo finale dei veicoli.
In Messico si producono 3,5 milioni di auto all’anno
Molto ruota attorno al Messico, dove si producono circa 3,5 milioni di automobili all’anno. Per Volkswagen rappresenta il più grande paese di origine delle auto destinate al mercato statunitense. Coprendo il 44% delle vendite totali del gruppo negli USA nel 2024. Per Stellantis, la percentuale di vetture prodotte tra Canada e Messico e vendute negli Stati Uniti si attesta al 40%, mentre per Nissan è pari al 31%, per Mazda al 23%, per Honda al 13%.
Ma i dazi non colpirebbero solo le automobili, ma anche l’intera filiera della componentistica. Federcarrozzieri evidenzia come le imposte aggiuntive andrebbero ad applicarsi a componenti fondamentali come airbag e cinture di sicurezza (prodotti da Autoliv), pneumatici (Michelin e Pirelli), sedili (Yanfeng), freni (Brembo) e componenti per motori elettrici (Eurogroup Laminations).
Come anticipato, l’effetto per i consumatori sarebbe negativo: un aumento dei prezzi, sia per le vetture nuove sia per i pezzi di ricambio. Secondo le proiezioni elaborate da Federcarrozzieri, ipotizzando un rincaro medio dei listini del 10%, le auto più vendute in Italia subirebbero aumenti significativi. Ad esempio: Fiat Panda (ibrida): +1.595 euro, Jeep Avenger (benzina): +2.475 euro, Citroen C3 (benzina): +1.524 euro, Toyota Yaris Cross (ibrida): +2.865 euro, Peugeot 208 (ibrida): +2.422 euro, Toyota Yaris (ibrida): +2.455 euro, Lancia Ypsilon (ibrida): +2.390 euro,Volkswagen T-Roc (benzina): +3.035 euro.
I prezzi saliti del 43% rispetto al periodo pre-Covid
Piove sul bagnato, si potrebbe dire. Perché secondo il presidente di Federcarrozzieri, Davide Galli, nel 2024 il prezzo medio di un’auto in Italia ha raggiunto i 30.096 euro, registrando una crescita del +43% rispetto al periodo pre-Covid, quando il costo medio si attestava intorno ai 21.000 euro nel 2019.
Galli avverte che “l’imposizione dei dazi rischia di generare un’ulteriore impennata dei listini globali, con rincari stimati tra i 2.500 e i 3.000 euro per vettura entro il 2025″. Se le politiche protezionistiche dovessero concretizzarsi, il mercato automobilistico globale potrebbe subire una nuova fase di incertezza e instabilità economica, con effetti diretti sui prezzi e sulla competitività dell’intero comparto.
Per vendere in america con i dazi, devono abbassare i prezzi, vendendo sottocosto, recuperano la differenza alzando i prezzi da noi. Per stare in piedi devono produrre un certo numero di macchine e senza il mercato americano non hanno i numeri per stare in piedi. Alternativa abbassare i prezzi per venderne di più da noi, ma abbiamo dei consumatori che vogliono pagare di più. Vedi dacia.
E per questo che si sono costruite molte ciclabili chi non potrà permettersi un auto andrà in bici.
“Complessivamente, gli utili delle case automobilistiche potrebbero subire una contrazione media compresa tra il -5% e il -15%”
Quindi si parla di riduzione degli UTILI non di PERDITE……. Dove sta scritto che gli utili non possono calare?
Nelle teste malate.
Alleiamoci con Cina, Russia, India e tutti gli altri e mettiamo DAZI IMPORTANTI a tutto ciò che proviene dagli USA.
Portiamo gli americani ad odiare Trump.
Sai che è la mi stessa idea? Può essere che 300 milioni di ignoranti, arroganti e avidi statunitensi debbano sempre dettare legge sugli altri 7.8 miliardi?
Mettiamo dazi e imposte su qualsiasi cosa esca dagli USA, non credo esista un solo prodotto di cui hanno l’esclusiva. E smettiamo anche di vendere loro qualsiasi cosa, si arrangino da soli.
Si perché a perderci sei tu che esporti, non di certo loro che importano la tua roba e la possono facilmente sostituire con merce propria. Gli USA dettano legge perché sono il mercato finale del mondo e sia l’Europa che la Cina sono impiccati dal fatto che senza il mercato USA affogano in merce invenduta che nessuno vuole.
Mettiamo i dazi sulle auto cinesi ed aumentano i listini
Mettono i dazi sulle auto che esportiamo ed aumentano i nostri listini.
Non capisco.
La risposta è che i nostri ” cari ” produttori devono guadagnare sempre di più: se ci sono i dazi sulle cinesi quelli li dobbiamo pagare noi acquirenti. Quei soldi li incassa il governo o comunque qualcuno che non è il produttore cinese. Se mettono i dazi sulle auto che esportiamo negli USA diminuiscono le vendite a livello di unità ma siccome il grano incassato deve essere sempre lo stesso basta aumentare i prezzi dei listini italiani et voilà, il gioco è fatto. Per me possono chiudere oggi stesso piuttosto che dare a loro i miei soldi compro la cinese col dazio
Prodotto fatto localmente? Localmente dove? In Serbia, in Turchia, in nord Africa, in Messico negli USA quando non nella stessa Cina. Di prodotti made in USA ne compriamo già molti, dal Software, ai componenti elettronici, alld armi fino ad arrivare alle auto e moto (tesla Ford ecc) fino ad arrivare al GAS liquefatto che costa 3 – 4 volte quello russo e sta distruggendo la nostra economia per via di una guerra idiota che nessuno ha mai voluto feramente fermare. Poi che I prodotti cinesi attuali siano di bassa qualità è sempre meno vero, la MG vengono date con 7 anni di garanzia quale brand europeo si arrischia s fare altrettanto (Stellantis col il puretech a cinghia a bagno d’olio o con gli airbag che esplodono?)
Se poi uno dice ok l’Europa è una colonia USA (come ai tempi lo lorno gli Stati Uniti con l’Inghilterra) e come tale è terra di conquista e sfruttamento … bhe allora credo che qualsiasi ragionamento s riguardo sia impossibile
Ecco, giustappunto la Cina amplierà il proprio mercato, soprattutto per la componentistica, diventerà ancora più concorrenziale e il consumatore potrebbe arrivare anche a guadagnarci, ma la filiera della componentistica italiana ne avrebbe un forte danno.
Si si che continuino pure ad aumentare i prezzi, già sono in crisi poi chiuderanno definitivamente. Io normalmente tenevo un’auto 10 anni, ma visto il progresso nel campo bev forse stavolta lo avrei fatto prima : ma la mia attuale Niro hev mi, che ha quasi 7 anni ma meno di 60 kkm va a meraviglia e quindi che si tengano i loro costosissimi giocattoli. Oggi ho avuto occasione di salire sulla nuova Grande Panda, come spazi non è malaccio ma ovunque guardi, dentro e fuori è un trionfo di plastica che mi sembra veramente delicata e poco solida, ecco direi che non darei indietro la mia e metterci ancora soldi per un veicolo simile.
Infatti non è chiaro il nesso. Qualcuno può spiegarlo?
I dazi dell’UE sulle importazioni di auto cinesi influenzano i prezzi delle stesse auto negli USA ? No, semmai saranno i dazi imposti da Trump sulle auto cinesi a farlo.
Dunque perchè mai i dazi sulle impostazioni di auto europee in USA dovrebbero influenzare i prezzi in Italia ? Che paghino il sovrapprezzo i paesi nei quali hanno messo i dazi sulla importazioni ! Viceversa, l’ingresso di auto cinesi in Europa sarà ancora più facilitato.
I dazi li pagano alla fine i cittadini dove le merci sono destinate. I dazi in ingresso negli USA andranno solo ad aumentare le spese dei cittadini americani stessi, ma loro sono troppo ignoranti e avidi per accorgersene, e credono che dar retta a Trump li farà tornare ad essere ricchi. Ma la guerra dei dazi è un giochino pericolosissimo.
A lato, non ho capito perchè i dazi imposti su un prodotto messicano e importato in USA andrebbero ad intaccare il costo dello stesso prodotto importato in Europa. I cari carrozzieri potrebbero spiegarci il meccanismo? Stellantis prevede di alzare i prezzi in ogni nazione dove vende per compensare i dati americani che subiscono oltretutto non loro ma i loro clienti?