Auto cinesi, il karaoke a bordo spinge le vendite. E gli europei lo copiano…

Le auto elettriche cinesi si stanno imponendo sul mercato non solo per i loro prezzi inferiori. Ma anche per la tecnologia a bordo. E per la capacità di “intrattenere” automobilisti e passeggeri. In previsione della prossima sfida: quando arriverà l’auto a guida autonoma, in qualche modo bisognerà passare il tempo. Questa sfida passa anche dal karaoke, dispositivo che già da un paio di stagioni si trova nelle auto elettriche cinesi. Del resto, i social network (in particolare Tik Tok e Instagram sono pieni di video in cui si canta in macchina. E le case automobilistiche europee sono costrette a inseguire… 

Le auto cinesi cantano. E a quanto pare, piacciono anche per questo. Il karaoke in auto, tecnologia impensabile fino a pochi anni fa per un pubblico europeo, è oggi uno dei simboli della straordinaria avanzata della Cina nel settore dell’automotive. In un mondo dove la tecnologia guida le scelte dei consumatori, non è più sufficiente avere motori potenti e design accattivanti: serve un’esperienza completa, connessa, digitale. E qui, la Cina è già avanti.

(Immagini tratte dall’archivio Volkswagen)

“Alla Volkswagen nessuno pensa che il karaoke sia necessario. Ma ora ne abbiamo bisogno”

Il riferimento al karaoke arriva direttamente da un intervento del direttore finanziario di Volkswagen, Arno Antlitz, durante una conferenza del Financial Times. “Nessuno a Wolfsburg pensava che il karaoke in macchina fosse necessario. Ma ora, ne abbiamo bisogno”, ha detto con un tono che sa di resa, ma anche di presa di coscienza. La seconda casa automobilistica al mondo si trova ora costretta a inseguire innovazioni che arrivano da Pechino, Shenzhen e Hangzhou, dove aziende come BYD, Xpeng e Geely stanno riscrivendo le regole del gioco.

Dieci anni fa, sarebbe stato difficile anche solo immaginare uno scenario del genere. I marchi cinesi venivano percepiti come sinonimo di qualità discutibile e tecnologia rudimentale. L’industria automobilistica globale era ancora saldamente in mano a Germania, Francia, Giappone e Corea del Sud. Ma l’arrivo della trazione elettrica ha sparigliato le carte. Con un mix di investimenti statali massicci, supply chain verticalizzata e un mercato interno sterminato (oltre 12 milioni di auto elettriche e ibride vendute nel 2024), la Cina ha costruito una leadership difficile da scalfire.

E mentre l’Europa assisteva, spesso incredula, i costruttori cinesi correvano. Già il Salone dell’Auto di Shanghai del 2023 ha mostrato al mondo intero il salto compiuto: tecnologie all’avanguardia, funzionalità digitali sofisticate, interni futuristici e un’integrazione totale con la vita digitale dell’utente. Sedili massaggianti, maxischermi, assistenti vocali capaci di regolare climatizzazione e tetto apribile, sistemi di guida semi-autonoma gestiti da chip Huawei. Tutto questo oggi è realtà. E spesso viene offerto alla metà del prezzo di un veicolo europeo equivalente.

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Un caso emblematico è l’Aito M8, SUV di lusso dotato di uno schermo cinematografico e funzioni autonome, venduto a un prezzo che farebbe arrossire molti concorrenti occidentali. O ancora la BYD Seagull, un’elettrica venduta in Cina per l’equivalente di circa 6.000 sterline, con sistema “Occhio di Dio” per la guida autonoma e, in futuro, batterie agli ioni di sodio che promettono ulteriori risparmi a discapito di un po’ di autonomia.

Secondo Bain & Company, i costruttori cinesi riescono a sviluppare un’auto con appena il 27% dei costi sostenuti da un produttore europeo. Il risultato è una gamma di veicoli che non solo sono più economici, ma spesso anche più avanzati. A testimoniarlo, la partecipazione massiccia di marchi cinesi – da Chery a Leapmotor, da Geely a Xpeng – agli eventi di test in Europa, come quello organizzato recentemente dalla Society of Motor Manufacturers and Traders nel Regno Unito.

Le prove su strada hanno confermato quanto la concorrenza sia agguerrita. I modelli proposti dai cinesi non sono più copie economiche, ma veicoli curati, ben progettati e ricchi di funzioni: interni eleganti, assistenti vocali intelligenti, infotainment di livello, guida fluida e, in alcuni casi, prestazioni sportive. Emblematica la MG Cyberster, roadster elettrica prodotta dalla statale SAIC, tra i modelli più richiesti nei test.

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Nel frattempo, le tre grandi roccaforti dell’automotive – Detroit, Germania e Giappone – hanno visto la loro quota di mercato globale scendere dal 74% al 60% in cinque anni. Un trend che sembra destinato a proseguire. Non si tratta più solo di vendere auto: si tratta di vendere esperienze. E le auto cinesi, oggi, offrono esperienze che parlano il linguaggio del consumatore moderno: connesse, personalizzabili, smart. Il karaoke, apparentemente un dettaglio kitsch, racchiude in sé un messaggio chiaro: l’auto del futuro non sarà solo un mezzo di trasporto, ma uno spazio personale, immersivo, pensato per la generazione digitale. L’Europa, per restare in corsa, dovrà cambiare passo. Anche cominciando a offrire il karaoke, se questo farà vendere più auto.

Visualizza commenti (20)
  1. Ma sarà ancora possibile in futuro comprare auto senza cianfrusaglie a bordo che fanno aumentare inutilmente il prezzo dell’auto?

    1. Parole sante, Massimo. L’auto ormai non è più quello che dovrebbe essere, ovvero un mezzo di trasporto. Ok, non dico che sia un carro bestiame: ben vengano i sistemi di sicurezza, anche il climatizzatore che permette di viaggiare più riposati. Ok per qualche ausilio, come il navigatore, ci sta anche un discreto impianto musicale. Ma oggi le auto si vendono solo per quante stupidaggini hanno a bordo: schermi enormi e schermini sparsi ovunque , luci a led ovunque per fare il welcome, sedili massaggianti, 40 altoparlanti,portellone automatico, adesso ci mancava il karaoke. Sono in trepida attesa del wc chimico, visto che alla macchina del caffè aveva già provveduto Fiat

      1. Alessandro D.

        “Quod erat demonstrandum” col mio intervento più in basso.
        E vi prego: sono assolutamente d’accordo con voi.

  2. Mi domanderei se sono proposte che vengono accettate o richieste esaudite.
    Ma ancor di più, qua in europa, mi chiederei se ogni tro***ta che viene aggiunta debba essere fatta pagare a peso d’oro per non dire di platino.
    E poi gli altri (i cinesi) vendono a 27 quello che da noi “regalandolo” viene a 100.
    E di certo le differenze non sono tutti stipendi agli operai.

  3. A me sembra un ulteriore elemento di distrazione alla guida, oltre che una “bizzarria” che non credo interessi granchè almeno a noi “occidentali”, magari avrà un senso quando le auto saranno a guida autonoma livello 5 e dopo una cantatina ci si sdraia sul sedile posteriore per fare una dormitina in attesa di arrivare alla meta.

  4. Ma si….facciamoci una cantata tra un incrocio e l’altro….ma che ce frega ma che ce importa se l’oste ar vino c’ha messo l’acqua…

  5. roberto guidetti

    Esistono ormai diverse evidenze sul fatto che usare i comandi touch in auto distrae dalla guida. Pensare che venga aggiunto un altro potenziale elemento di distrazione per il conducente mi fa rabbrividire

    1. Guido Baccarini

      Pensare che funzioni a marcia inserita è un po’ ingenuo. Non sarebbe nemmeno omologabile, l’auto.

        1. Guido Baccarini

          Secondo lei, i giochi (che si giocano col paddle xbox o PS o IL VOLANTE), il caraoke, Netflix, Disney+, youtube, Chrome, si possono usare nel display principale a macchina in movimento? (ho scritto display principale perchè sul display per i sedili posteriori si può usare anche a macchina in movimento, serve ai passeggeri posteriori, non interferisce con lo schermo anteriore e funziona solo con auricolari bluetooth, parlando di Tesla).
          La questione è: c’è l’hardware, c’è lo schermo, è solo software, se lo possono permettere, perchè non sfruttarlo?
          Personalmente mai usato i giochi e il caraoke, ma Netflix sì, aspettando qualche figlia o caricando. Preferirei i programmatori facessero qualcosa di più utile, ma dubito che quelli che si occupano dei giochi siano gli stessi che si occupano di guida autonoma o di line assist o di calcolo dei consumi.

  6. Alessandro D.

    Il karaoke sicuramente fa vendere più auto in Asia.
    Gli asiatici vanno matti per il karaoke, che noi troviamo tutt’al più simpatico per un paio di serate l’anno e invece laggiù è un must have di ogni festa che si rispetti.
    Del resto ci sarà un motivo se si chiama “karaoke” (e non “canterino” o “singerella” o “chantebien”…).
    Tant’è, lì spopola.
    Qui, onestmente, su un’auto farebbe un po’ ridere… Ma mai dire mai, non importa se il gatto è bianco o nero, l’importante è che porti a casa i soldi.
    Se in Cina vogliono le macchine col karaoke e da sola la Cina si appresta a valere il 30% del mercato mondiale, sacrosanto che si debba accontentare quella clientela.

    Rimane che secondo me l’analisi da per scontate un po’ di cose e non centra il punto sulle vere domande.
    In primis è tutta da dimostrare (ma proprio tutta da dimostrare) questa inevitabile necessità e l’imprescindibile volontà della clientela nei confronti della guida autonoma.
    Cosa mirabile e sicuramente utilissima in un sacco di contesti, ma anche un’idea che per mia esperienza piace ad un sacco di gente ma non entusiasma ancora più persone (se proprio non vogliamo dire dispiace) .

    Poi bisogna capire cosa si intende per guida autonoma, diciamo che l’idea di un’ipotetica auto fisicamente priva di volante per quel che ho potuto sondare io non provoca tutto questo entusiasmo. Anzi.
    Quindi è tutto da dimostrare che nel giro dei prossimi 10/15 anni… eccetera.
    E quel che sarà fra 20 o più, lo vedremo tra 20 o più. ammesso che saremo ancora vivi.
    Ciò non toglie che sicuramente sono da valutare con solerzia e attenzione questioni come connettività e informatizzazione dell’oggetto automobile.
    Ci mancherebbe.
    Di qui a farne il pilastro del futuro worldwide dell’automotive… sinceramente a pelle ci andrei più cauto.

    Segue a ruota quella che secondo me è la vera domanda, che ben pochi costruttori a mio avviso si sono fatti.
    “Cosa vuole davvero la mia clientela?”
    Ovverosia “ma siamo sicuri che quello che sto cercando di proporre a tutti i costi sia davvero quel che mi chiederebbero i miei clienti se lo dovessero pagare tutto di tasca loro e non con generosi incentivi?”

    Ovvio che scoperchiamo un intero mondo di necessità ed aspirazioni, ma da utilizzatore “disinteressato” di un veicolo elettrico* ma che l’auto la usa parecchio da sempre, vedo che tante cose che per me dovrebbero essere ovvie non vengono minimamente considerate a scapito di cose che ritengo sostanzialemente superflue (ed anzi: delle complicazioni di utilizzo) ma che per l’attuale pubblico interessato ai veicoli elettrici sembrano essere il non plus ultra (sto parlando di voi amici informatici).

    Insomma, come al solito un discorso che potrebbe essere lunghissimo.
    Dico solo: ok pensare alle automobili per i cinesi, ma i costruttori europei avrebbero ampio spazio per soddisfare quell’ampia fetta di clientela che guarderebbe all’auto elettrica se solo si sentisse rassicurata adeguatamente sia sugli aspetti poco noti sia sul fatto di non dover per forza sentirsi straniero a casa propria seduto in un oggetto che per design, soluzioni tecniche e proposte tecnologiche è pensato principalmente per una clientela che vive in un mondo (e in un modo) completamente diverso dal suo.

    Vabè, vedremo. nel mentre ognuno si scelga una canzone.

    *”disinteressato” per esempio nei confronti di tutto il “discorso-software”: non me ne frega una beata m****** eppure vado in giro con la Spring tutti i giorni e anche lontano

    1. Guido Baccarini

      Con microfono bluetooth! Confermo il 2019.
      (e chi gioca può usare i paddle della Xbox o PS…)

  7. Sono anni che il Caraoke (con la c iniziale) è a bordo di tutte le Tesla. In questo caso i cinesi non hanno inventato nulla

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