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“Le auto cinesi favoriscono i consumatori e il mercato di seconda mano”

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Contrastando le importazioni di auto dalla Cina, la Ue e gli Usa sprecheranno tempo e denaro per raggiungere i loro obiettivi di decarbonizzazione. Durissimo il Financial Times sulla politica dei dazi: le auto cinesi costano meno, favorendo le famiglie meno abbienti e aiutano il mercato di seconda mano. 

Farà discutere l’analisi appena pubblicata dal giornale britannico, tra i più letti al mondo. Sostiene che le importazioni di auto dalla Cina non sono un danno per l’industria dell’auto in occidente, ma una grande opportunità.

Per quale motivo? Ecco la risposta: “Se l’Europa è seria riguardo ai suoi obiettivi EV, il problema non sono le troppe importazioni cinesi, ma piuttosto le troppe poche, data la lentezza con cui la sua industria non si allontanata dalla tecnologia a combustione interna”.

Great Wall Motors Wey 03
Great Wall Motors Wey 03

Le auto importate dalla Cina costano meno e favoriscono il mercato di seconda mano

In pratica, se l’Europa vuole arrivare al 2035 vietando la vendita di nuove auto alimentate con i combustibili fossili, non può fare a meno dei modelli delle case cinesi. Lo stesso negli Usa, dove l’amministrazione Biden sta finanziando il settore ma con scarsi risultati.

Ma c’è un altro aspetto da tenere in considerazione. In questo momento le case cinesi sono in grado di produrre automobili a prezzi molto più convenienti. Sempre secondo l’Ft, si tratta di un’altra opportunità che Europa e Stati uniti non dovrebbero buttare via.

In Europa, i prezzi sono più convenienti anche con i dazi introdotti all’inizio di luglio, argomenta sempre l’FT: le auto cinesi coprono la fascia economicamente più bassa degli automobilisti che vogliono passare all’elettrico. E allo stesso tempo prosegue la sostituzione delle vetture più inquinanti.

Peggio va agli Stati Uniti, con i dazi al 100%. Il giudizio del quotidiano britannico è severo: “Difficilmente vedranno l’adozione di EV su larga scala senza modelli molto più economici: i suoi sussidi pubblici hanno ampiamente beneficiato i consumatori più ricchi”.

Il Financial Times: invece dei dazi, più infrastrutture di ricarica e incentivi fiscali

Inoltre, un più veloce tasso di sostituzione del parco auto, consentirebbe la creazione in tempi rapidi di un mercato di “seconda mano”, avendo più modelli (e vetture) a disposizioni. Accade, per esempio, in Gran Bretagna, dove il governo non si è accodato ai dazi di Stati Uniti ed Europa.

Quindi, cosa dovrebbero fare Washington e Bruxelles? Non contrastare l’import con i dazi. Molto meglio “investimenti in infrastrutture di ricarica e incentivi fiscali più alti per acquirenti e investitori aziendali” per “incoraggiare i produttori nazionali a investire su larga scala”. Avrà ragione il Financial Times?

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34 COMMENTI

  1. Il problema non è comprare la bev, è usarla, e chi non ha un box privato sa di che parlo. Qui ormai nel raggio di 40 km ho la fast in CC a 0,95 euro, la AC a 0,65. E passare più di mezz’ora (in AC tre ore) ad aspettare ciao core

      • Davide vero li costan meno, peccato che nella mia provincia (Lodi) non ne ho vista manco una cercando su interet… ho cercato male o è davvero così?
        In ogni caso io resto convinto che la soluzione migliore non sia quella di un, molto spesso costosa, colonnina DC, ma una bella AC vicino casa in cui ricaricare la notte.

  2. Le case europee, rallentando sul passaggio alle EV, si concentrano sul brevissimo termine ma si stanno scavando la fossa da sole.
    Vedi la nuova Grande Panda , come la sorella C3 . Entrambe basate su una piattaforma “multi energia”, e i vari giornalisti italiani dicono anche che una cosa furba.
    Per niente. Una piattaforma EV pure avrebbe consentito ottimizzazioni di ben altro livello, questi invece vanno avanti con il fare le auto vecchia maniera.

  3. io la vedo così:

    riunione a porte chiuse, Stellantis VW Renault e compagnia cantante;
    “cari produttori, come vedete ci sono i dazi, e la cosa vi favorisce un bel po’.
    va bene. adesso avete due anni due
    per tirare fuori, ciascuno di voi, due modelli due
    che siano low cost e european quality level e non porcherie cinesi ricarrozzate.

    due anni.

    tra due anni togliamo tutti i dazi e sono c.zzi vostri. e non vi difenderemo quando gli operai vorranno farvi la pelle fuori dalle fabbriche.
    e non azzardatevi a comprare giornali, media e influencer
    che abbiamo strumenti vari e assortiti per aiutarvi a restare sulla retta via”

    ma credo che sia una pia illusione nella calura estiva

  4. Aveva già scritto praticamente le stesse osservazioni Kevin Williams il 9 maggio scorso in un lungo reportage dal Salone dell’Auto di Pechino di fine aprile / primi di maggio.
    Definitiva la sua chiusa:
    “If the U.S. and Europe get what they want—a crackdown on Chinese imports—it doesn’t feel like it would result in better cars. It feels like it would keep buyers of those markets locked to cars that aren’t executed as well. It’s nakedly protectionist because deep down, all of the Western auto executives and some hawkish China pundits understand that Chinese EV and PHEV models are more compelling than what European, other Asian, and American brands have come up with.
    I’ve seen it with my own two eyes. We’re cooked.”

  5. Multe salate? Ma da quando è nato il mondo le multe fatte a costruttori , a banche , a enti qualsiasi e fino a interi stati sono state scaricate a valle , cioè all’utente finale , le uniche persone che ricevono la spazzatura sono quelli che non hanno nessun modo per aumentare gli ingressi ( badate che tra questi non sono compresi molti tecnici di alto livello che in un momento dove sono come i panda hanno possibilità di trattare direttamente la loro RAL)
    lavoro da 35 anni in una Company americana leader nel mondo e quando le cose vanno male ( cicli normali di vita indotti o no) non abbassano i pressi , riducono i costi, e spero voi sappiate cosa vuol dire
    Quindi tradotto il tutto in italiano basso ventre delle multe se ne sbattono altamente i cabasisi

  6. L’ intento delle norme europee era chiaro… centrare obiettivi di decarbonizzazione oramai improrogabili (visto il ritardo sugli ormai vecchi obiettivi firmati a Tokyo e Parigi).
    Purtroppo il ritardo delle industrie energivore e la scarsa adesione di quelle di produzione e approvvigionamento europee hanno portato tanto ritardo tecnologico, con adozione tardiva di nuove produzioni da F.E.R.
    ed intensificando la resistenza delle lobby petrolieri, combattuta facilmente con fake news..

    I trasporti (merci e persone) sono solo una parte (rilevante) del problema vero (il tremendo cambiamento climatico in atto in tutto il pianeta..e le sue conseguenze sulla vita di tutti).
    Non potevamo certo pensare ad un harakiri 🔪di tutte le industrie occidentali…consegnandoci subito alla tecnologia BEV cinese …ma è chiaro che 15 anni di ritardo su studi tecnologici (in campo elettronico sono secoli !!) e catene produttive non sono recuperabili Senza enormi costi…e soprattutto facendosi la guerra commerciale.

    È auspicabile che ci sia una strategia realistica alla base della “sceneggiata” dei dazi … Nuovi accordi OMC/WTO in primis… J.V. e soprattutto la costruzione di auto BEV+batterie con avanzata tecnologia cinese direttamente nei paesi europei e, auspicabilmente, in Italia…”vecchia” leader dell’ auto popolare. Questo per mantenere reddito medio pro-capite indispensabile…
    Senza reddito distribuito non c’ è “mercato” di nessun genere..solo pura sopravvivenza quotidiana e d ingiustizie sociali e antidemocratiche (non è vera democrazia se sei ricattabile…sei sei “pilotabile” in ogni tua scelta e pensiero).

    Gli unici momenti di avanzamento dell’ umanità avvengono quando i benefici delle scoperte e realizzazioni umane sono condivise tra la massa…a maggior ragione se siamo alla soglia dei 9 miliardi di persone ( ! ) e stanno per arrivare tecnologie produttive ad altissima automatizzatizzazione e robot umanoidi in grado di “sostituirci”…
    In questi giorni si leggono resoconti di fabbriche che producono in tempi ultra brevi oggetti tecnologicamente molto complessi Senza quasi intervento umano..se non il controllo di processo previsto .

    Le transizioni fanno sempre molta paura…e prevedono cambiamenti nelle proprie abitudini… ma l’importante è che complessivamente ci siano miglioramenti… specialmente nelle esigenze vitali fondamentali per l’ umanità.

    • Damiano ti do ragione tranne su un punto, le fabbriche altamente ingenerizzate portano ottimi prodotti a prezzi inferiori, peccato che la componente umana sia molto ridotta e altamente qualificata, questo non aiuta certo ad avere un benessere diffuso, se tu non hai uno skill appropriato non sei appetibile per il mercato (e questo lo vediamo già oggi nelle i dustrie italiane con mismatch fra chi cerca dipendenti skillati e le non risposte che ottiene) se poi per campare devi fare il cameriere magari in nero, a voglia a far auto elettriche a 15000 euro, sempre una panda di terza mano potrai permetterti.
      Purtroppo in Italia siamo anni luce distanti dagli standard nordici europei su tante cose e purtoppo salari, pensioni e produttività sono alcune di quelle.

  7. Io non so se avere più auto cinesi in entrata agevolerebbe l’industria europea, indubbiamente accelererebbe la transizione.

  8. Analisi che condivido in pieno. Se si vuole spingere verso l’ elettrificazione bisognerebbe permettere alle persone di potersi comprare un’auto. Le cinesi sarebbero in grado di farlo senza buttare soldi inutili in incentivi che potrebbero essere impegnati appunto per creare una rete di ricarica efficiente e soprattutto a prezzi convenienti. Poi chi vuole comprarsi l’auto europea al costo triplo o maggiore può sempre farlo, coi suoi soldi. Invece mettiamo dazi spropositati su auto che potrebbero dare una grande spinta al mercato per permettere ai soliti che vogliono restare ancorati al fossile, dove non devono più fare investimenti, di continuare ad avere margini di guadagno enormi , sempre alti producendo meno auto e delocalizzando la produzione in paesi dove il lavoro costa poco. Quindi meno posti di lavoro, meno potere di acquisto, auto che costano un botto,inarrivabili se non facendo anni e anni di rate. Siamo dei geni.

    • “…senza buttare soldi inutili in incentivi…”

      E soprattutto finendola di buttare 3 volte tanto soldi per finanziare la transizione ecologica “all’italiana”in incentivi per veicoli termici più o meno elettrificati con la scusa di incentivare la sostituzione dei veicoli più vecchi e inquinanti.

      • Vero
        Anche perché se il motivo era realmente quello di svecchiare il parco auto, davano gli incentivi SOLO con la rottamazione

      • La storia è sempre la solita : gli incentivi vanno dati solo a chi desideriamo noi. Ammettiamo che ci sia anche un differente importo fra bev ed altro se lo scopo è quello di ridurre le emissioni incentivare un veicolo meno inquinante, se proprio dobbiamo incentivare, potrebbe non essere sbagliato a mio parere. Una persona che non ha un box per caricare e per vari motivi suoi non può passare ad una bev ma magari ha deciso di cambiare finalmente la sua vecchia Punto diesel vecchia di 20 anni con una nuova Yaris hev perché non va aiutata? Io per motivi di traffico impossibile ,assenza parcheggio, assenza mezzi pubblici vado sempre a lavorare in scooter anche d’inverno quando piove e fa freddo facendomi 40 km al giorno. Se avessi la possibilità di parcheggiare con sicurezza e avessi una vecchia auto in questo momento comprerei una phev perché potrei caricare a poco prezzo o gratis a casa (fotovoltaico) e riuscirei a fare i miei spostamenti quotidiani tutti in elettrico senza avere preoccupazioni quando voglio fare viaggi più lunghi o non ho caricato abbastanza. Perché non dovrei essere incentivato ? Ovviamente non mi aspetto nessun incentivo perché la mia auto attuale è una Euro 6 che consuma poco ( oggi viaggio di 190 km, tre persone e cane grande, bagagli, clima sempre acceso, dal Piemonte alla Liguria scollinando a 1000 m ho fatto 3,9 l/100 km, benzina a 1,795 € litro ) Ma se fosse uno scassone puzzolente? Meglio costringere le persone a non cambiare? Mah

        • Sono perfettamente d’accordo con te!!! Io non ho il box e vivo nell’entroterra ligure, la colonnina più vicina a me è posta a 6 km da casa mia… E complice il clima mite anche d’inverno….scooterone e solo scooterone…!!!
          500 km al mese di media 30/40 € al mese di benza…
          E tu va a comprare una macchina nuova…..

      • fosse per me i bons per qualsiasi tipo di auto li leverei del tutto, drogano per pochi mesi il mercato per vendere quote insignificanti (rispetto al parco circolante) di auto, costano un botto (1 miliardo è quasi il doppio del mantenimento delle pensioni di opzione donna e ape sociale per le quali il governo dice di non aver risorse) e sicuramente qualsiasi governo ci sarà in futuro non riuscirà ad avere risorse necessarie per poterli estendere ai 40 milioni di autovetture (al 99.5% circa endotermiche) circolanti in Italia.

  9. Avrà ragione il Financial Times? Beh, è quello che ho sempre sostenuto. E anche sulla parte degli incentivi convengo: “investimenti in infrastrutture di ricarica e incentivi fiscali più alti per acquirenti e investitori aziendali” e non incentivi all’acquisto per persone fisiche.

    Ma tornando ai dazi, il problema è che manca in Europa un vero garante dei consumatori. Non c’è e c’è un motivo: avendo i paesi redditi diversi, il garante finirebbe inevitabilmente per perorare la causa dei paesi più poveri e degli utenti meno ricchi garantendo anche per questi un adeguato tenore di vita. E questo i paesi più ricchi non lo vogliono. Ciò che servirebbe non è tanto l’equivalente di un “ministero per il sud” che lascia il tempo che trova ma di un ministero per “il potenziamento del potere di acquisto”, partendo dalle fasce più deboli.

    Il problema degli incentivi per il fotovoltaico è che gli unici che possono concretamente beneficiarne sono i padroni di casa e non gli inquilini (le fasce più deboli). Lo stesso dicasi delle auto elettriche che magari possono anche garantire un risparmio a fine vita per chi ricarica in casa ma taglia fuori tutti coloro che non hanno il box auto. Un tale ministero, se esistesse, avrebbe ottenuto tutta una serie di tutele e di contromisure per favorire le fasce deboli.

    Un esempio? L’Europa ha imposto ai costruttori un livello medio di emissioni pari a 90 g di co2/km e se non sforano ci sono multe salate. Bene, bravi, bis. Analogamente il “mio” ministero invece avrebbe imposto che il prezzo medio dei veicoli venduti fosse pari a 20000 euro, per chi sfora TASSE salatissime. Sei un brand di lusso? E allora paghi! E allora vedi come Ford, anziché pensare a fare la Capri elettrica a 43000 euro, si preoccupava di lasciare a listino Fiesta e Ka per abbassare il prezzo medio di vendita! Vedi come Alfa Romeo anziché levare la Mito e la Giulietta si preoccupava di aggiornarle e di ridurre i listini! Vedi come lo trovavano il modo di fare elettriche low cost!

    • Nemmeno in URSS avevano una legge tanto comunista come quella che proponi tu. Il prezzo di un bene non può imporlo lo Stato

    • FT parla sempre per voce dei padroni o nuovi padroni, come S24 da noi, sinceramente delle loro analisi c’è ne possiamo sfregare. Consideravano anche la brexit una gran cosa ora gli inglesi stanno facendo velocemente marcia indietro dopo essersi resi conto che le promesse del Beppe Grillo inglese, ovverosia farange non erano altro che le solite minchiate popoliste false.
      Credo che anche diventare sempre più poveri come continente europeo aiuterà sempre di più la transizione Green. Anche mangiare una volta al giorno. O non mangiare per 2 gg come in Africa.

    • sono preoccupato.

      sono d’accordo con Enzo.
      vado a farmi una dose di un vaccino qualunque! 🙂

      “desidera?”
      “un vaccino qualunque, grazie!”
      “dose media?”
      “no no, faccia pure dose rinforzata! per caso ha anche un rabbocco take away?”

      🙂

      • Stessa (s)gradevole sensazione.
        Poi penso alla statistica, al caso e ai moti Browniani e mi tranquillizzo: anche lo specchio mi conferma che sono sempre io, è stata una coincidenza.

    • @enzo
      “…Il problema degli incentivi per il fotovoltaico è che gli unici che possono concretamente beneficiarne sono i padroni di casa e non gli inquilini…”

      questa però è una cazzata, si può investire in FV anche senza avere un tetto,
      sia con le cooperative energetiche,
      sia con le CER.

      non è roba da iperuranio, le prime esistono da almeno 10 anni, le seconde si stanno diffondendo molto rapidamente

          • Buonasera, bella iniziativa quella di eNostra ma non molto economica.
            Ho fatto una simulazione (funzione che dovrebbe essere obbligatoria per qualsiasi operatore) è andrei a spendere qualcosa in più della mia attuale tariffa con Edison. Sicuramente sarebbe elettricità 100% green!

          • le famose “comunità” formate da 2 in sicilia, 3 in lombardia, 1 nelle marche ecc..
            se non è sfruttata sul posto o nelle immediate vicinanze qual’è il senso di crearle?

            poi sono io.. 🙄

          • @ernesto
            ma esistono da 3 mesi se va bene!
            ma che commento è?!

            eNostra per contro ha qualche socio in più che 2 o 3…

            e le comunità energetiche in Olanda, esistono da molti più anni, coprono il 20% se ben ricordo

            e infine: se non è sfruttata sul posto dove vuoi che finisca?
            in rete!

            ma informarsi un briciolo prima di scrivere e avanzare dubbi da umarell?

          • non credo fruisca delle agevolazioni previste per le cer. O meglio, enostra fa anche le cer, ma se tu sei in un posto sperduto e non c’è trippa per fare una cer (nessun altro collegato alla tua cabina di distribuzione primaria) semplicemente non rientri. Poi che enostra decida di farti un’offerta in qualità di socio della cooperativa è una iniziativa privata la cui convenienza, come già esposto da altri, è tutta da valutare, nulla vieta a enostra o a qualunque altro soggetto di offrire un prezzo agevolato. A differenza delle cer che in effetti hanno benefici concreti/statali

        • Comunità energetiche rinnovabili (CER), non cooperative. Nessun vincolo di quartiere, ma stessa cabina di distribuzione primaria.

          • Stanno introducendo anche le comunità energetiche a livello di condominio.
            Chi ha i pannelli mette a disposizione la propria produzione, non consumata, ai condomini. Il primo ottiene un incentivo, gli altri risparmiano i costi di dispacciamento etc.
            Speriamo non sia troppo macchinoso…

          • anche cooperative,
            ne ho citata una sopra, ne esistono altre che io sappia, e non ci sono vincoli territoriali

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