Auto & ambiente: Toyota bocciata anche da InfluenceMap, un think tank che pubblica un rapporto sulle 25 aziende più recalcitranti alla svolta green.
Auto & ambiente: la peggiore tra le aziende dell’auto

Non potevano mancare ai primi posti della top ten delle peggiori due colossi petroliferi come Chevron ed ExxonMobil. Ma colpisce il decimo posto del colosso giapponese dell’auto, che era stato il pioniere dell’ibrido con la Prius, nel 1997, ma che ha poi a lungo osteggiato la svolta elettrica. Professando una neutralità tecnologica che l’ha portata a seguire, con maggiore convinzione, anche altre strade. Come l’idrogeno, che per la verità con la Mirai non sta dando al momento grandi risultati. Per la verità negli ultimi tempi sembra che la Toyota abbia un po’ attenuato le posizioni di rifiuto per l’elettrico più volte espresse dal n.1 Akio Toyoda. Una vera gamma elettrica, dopo il tormentato lancio del Suv elettrico bZ4X, sembra essere finalmente in arrivo.

In ritardo sull’elettrico e impegnata in una forte azione di lobby
All’azienda giapponese si rimprovera evidentemente non solo il ritardo nell’offrire vetture a batterie, ma anche un’intensa azione di lobby per contrastare la diffusione delle EV. Toyota figura nella classifica a ridosso di un nome che non simboleggia certo l’impegno ambientale, la russa Gazprom, che si piazza al nono posto. E che peraltro consegue lo stesso punteggio della Toyota, 42. Ma quella giapponese non è l’unica casa automobilistica ad essere tra le peggiori classificate nel ranking di Influencemap. Nell’elenco compaiono altro nomi di prestigio come la BMW, che occupa la posizione numero 16, preceduta di un gradino dalla compagnia aerea tedesca di bandiera, la Lufthansa (15°).
@ernesto grottaferrata
Eh eh eh!
Completo il ragionamento, abbastanza indipendente dal motore: chissà chi è che ha bisogno di trasportare combustibili a destra e manca per il pianeta?
E in caso di incidente dev’essere particolarmente spettacolare vedere tutte quelle tonnellate di idrogeno saltare in aria, perché come recita il nono corollario alla legge di Murphy: “Per quanto nascosta sia una pecca, la natura riuscirà sempre a scovarla.”
e adesso ti hanno riconosciuto tutti.. 👏👏😁
Eh eh eh! 😁
In una lista così dovremmo rientrare tutti, perché noi tutti abbiamo un impronta più o meno importante per il nostro pianeta
Tutti colpevoli, nessuno colpevole.
Ci hai provato.
Oppure intendevi trarne le tragiche conseguenze:
– tutti colpevoli, quindi giusto estinguersi
– tutti colpevoli, quindi suicidio di massa
– tutti colpevoli, quindi…
Perché vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto.
Tutti colpevoli si non è in discussione visto che lo diamo quindi dobbiamo migliorare tutti i giorni con le nostre azioni quotidiane in modo da ridurre la nostra impronta ” come vedi non ho detto annullarla, perché annullarla al momento vorrebbe dire estinzione” quindi nel nostro piccolo dobbiamo ridurlo con le azioni di tutti i giorni.
Fabio, fammi un esempio di come agisci tu ogni giorno, in modo che io possa capire se sono sulla giusta strada.
Molto semplice, niente cose superflue, non si butta nulla, acquisto prodotto locali, preferibilmente da chi comunque ragiona sul produrre sostenibile e circolare, quello che non si trova locale, cerco nelle vicinanze regione, verdure di stagione e locali, fortuna ad avere i genitori con orto e vicini pure, non gettare nulla nel ambiente, energia in casa green e senza sprechi, viaggio in BEV, quest’anno solo di carburante ho risparmiato oltre 4Tonellate di CO2, senza contare PM10 PM 5 PM 2.5 e NOX, e senza tener conto dal pozzo al distributore, al lavoro ho la fortuna di avere titolari che ci tengono, quindi impianto fotovoltaico, e pianificazione e smaltimento rifiuti mirato al dividere e riciclare il più possibile.
Buongiorno a tutti,
condivido in toto quanto scritto da Enzo e Luca.
Un marchio globale come Toyota, il primo marchio del settore dell’auto a comparire nella classifica di Interbrand 2022 (sul Vostro sito neanche un accenno a tale notizia), credo non si curi affatto di questa classifica da Voi riportata. Limitarsi a considerare solo alcuni aspetti è spesso fuorviante per chi Vi legge.
Buon lavoro
E’ un bene, se la prendano pure con Toyota, così mentre sembra lei la cattiva gli altri possono lavorare in pace: BMW su idrogeno, Porsche su idrogeno e e-fuel, Stellantis su idrogeno, Renault su idrogeno … interessante in particolare il motore della Porsche (studiato al computer e ancora non realizzato) alimentato ad idrogeno, con efficienza del 42%, 4.400cc 8 cilindri, 600 cv … la Porsche dice di aver individuato soluzioni che garantiscono costi produttivi simili a quelli di un moderno diesel, aumentando il costo per quanto riguarda il turbo (ora elettrico) che va a compensare però l’assenza di trattamento dei gas di combustione (dopotutto si brucia idrogeno) … vedremo che si inventeranno per contenere il peso … e sempre Porsche investe 75 milioni di dollari in e-Fuel da idrogeno sintetizzato (ma la cattiva è Toyota, eh …).
Ma c’è anche la new entry Hopium, in Francia, che ha appena ottenuto una commessa da Credit Agricole Consumer Finance per 10000 auto supersportive ad idrogeno (fuel cell) per un valore totale di 1,2 miliardi di euro, da consegnare per il 2025, mentre tante città in Italia, dal Friuli Venezia Giulia fino alla Sicilia, si stanno dotando di autobus a idrogeno e di stazioni di rifornimento ad idrogeno.
L’idrogeno lo stanno vendendo a destra e a manca con pochissimo sforzo: tra 3 anni l’idrogeno sarà una realtà che si andrà ad affiancare all’elettrico e, anche se rimarrà minoritaria, sarà una realtà non più trascurabile. Idrogeno introdotto sulle auto da … ah, già, Toyota. E chi sta piazzando in giro nel mondo autobus a idrogeno? No, dai, non può essere Toyota.
https://newsroom.toyota.it/presentato-a-terni-lautobus-a-idrogeno–caetanobus-con-tecnologia-fuel-cell-toyota/
https://www.toyota.it/mondo-toyota/news-eventi/2022/via-agli-autobus-a-idrogeno-italiani
L’ideologia, ahimè, è una brutta bestia …
Rimane un problema insuperato allo stato attuale: l’efficienza di produzione idrogeno che rende inefficienti le auto a idrogeno. Solo con energia elettrica a bassissimo costo e in esubero hanno senso (energeticamente parlando). Perché se qualcuno blatera che la corrente elettrica non basta per le BEV, per l’idrogeno va moltiplicato tutto per x.
Produrla in Cile? Quando una nave da trasporto specifica per idrogeno riesce a portarne 90 tonnellate? L’equivalenza energetico di 4 autocisterne di benzina, in una intera nave?
Questa è il problema. Risolto questo, l’idrogeno è fantastico.
-Si chiama Suiso Frontier e nasce dalla collaborazione tra Australia e Giappone per creare una catena di approvvigionamento di H2. Ha attraccato nel porto di Victoria, in Australia, la nave Suiso Frontier: la prima al mondo studiata appositamente per il trasporto di idrogeno liquefatto via mare-
-A regime l’imbarcazione trasporterà 1.250 m3 di idrogeno liquido-
1250 x 1000 = 1.250.000 lt..
si, il peso è intorno alle 90t (un lt = 71g), ma su di una nave di sole 8000 t
Alimentata… udite udite… da motori diesel.
Chissà a chi interessa l’economia dell’idrogeno?
Chissà!?!?
chissà se il tecnico che è in te ha pensato che forse, essendo poco più di una progetto pilota (come descritto nei tanti articoli a riguardo) è quindi suscettibile di cambiamenti futuri.
i governi giappo e australiano hanno stanziato oltre 350 milioni per lo sviluppo di questo progetto: avrebbero dovuto chiamare il tecnico che c’è in te..
è una piccola nave, 116 mt, 60 meno di un traghetto moby e quasi 1/5 di stazza..
non è stato fatto per rivoluzionare, ma per saggiarne la fattibilità: è una nave “trasporto” idrogeno che, al momento, funziona con motori elettrodiesel..
ma immagino che il tecnico che c’è in te avrebbe costruito subito una superpetroliera da 400 mt alimentata a idrogeno come prima prova.. 😏
Ernesto
116 mt per trasportare l’equivalente di 4 autocisterne.
Alla fisica non si scappa.
Se la fai 4 volte più lunga (458 metri), 4 volte più alta e 4 volte più larga, la cubatura aumenta di 64 volte e hai raggiunto le dimensioni della più grande petroliera che sia mai stata fatta. Riuscirà quindi a trasportare 5.760 tonnellate di idrogeno. Equivalenti a 11.000 tonnellate di petrolio, in energia. Ogni anno ne consumiamo 30 milioni di tonnellate solo per autotrazione. Quindi ne servono 15 milioni di tonnellate di idrogeno. Basta fare 1.363 viaggi per la sola Italia.
Non è scalabile.
Peccato che le petroliere
guido: e?
ho risposto al troll(r) sui motori diesel dicendo che è un progetto pilota frutto di una collaborazione tra 2 nazioni.
scrivetegli dicendo che hanno sbagliato tutto e servono navi batteria.
o in alternativa mettere tralicci in mare..
PS: sapranno loro perché hanno intrapreso quella strada, no?
Troll?
Eh, a sapere cosa significa troll! 🙂
Endyamar: quando capire un discorso è optional..
Rileggi, pensa, rileggi ancora e nel dubbio non scrivere niente.
Ernesto
“Peccato che le petroliere” era un pezzo di risposta che credevo di avere cancellato.
“PS: sapranno loro perché hanno intrapreso quella strada, no?” : per trasportare idrogeno, che ha un senso, l’idrogeno SERVE all’industria.
Quello che contesto è che pensare di produrlo dall’altra parte del mondo in quantità sufficiente a rimpiazzare anche solo marginalmente i carburanti fossili è inattuabile per impossibilità di scalare i quantitativi richiesti. Questo era il discorso: pensa, rileggi ancora e nel dubbio non scrivere niente.
Ernesto: “Rileggi, pensa, rileggi ancora e nel dubbio non scrivere niente.”
Anche tu mi sembri ancora lontano da applicare quanto dici a me di fare. Già solo per non essere nemmeno riuscito a rispondere sotto il mio commento… 🙂
Nel tuo caso il consiglio è:
Rileggi, non pensare tanto non cambia nulla… non scrivere niente.
@Endyamar lascia perdere…
Ernesto mentre da del troll agli altri (senza probabilmente aver capito appieno che cosa significhi) è passato a trollarsi da solo.
Alle porte del 2023 mi citi un prototipo per saggiare la tecnologia (così dici sotto) per una soluzione fatta e finita…. che per di più non serve ad un tubo perchè il protoripo dimostra solo quanto sia scomodo come approccio.
Continua così! 🙂
Che poi… l’idrogeno si usa già ora in altri ambiti. Come pensi che lo trasportino? Magia? Teletrasporto quantistico?
I mezzi che usano carburanti fossili per trasportare idrogeno ci sono da… sempre. Perchè possono trasportare qualsiasi cosa. Il problema è trasportare un combustibile pulito… in modo pulito.
Ritenta. Sarai più (s)fortunato.
L’idrogeno odierno non è verde come non è verde il suo trasporto, ma se un domani dovesse essere deve essere anche il suo trasporto, se no non ha senso di esistere 🤷
guido, io avevo solo aggiunto più informazioni sulla nave da te citata, che però nasce come spola tra 2 paesi “vicini”. in base a questo tu hai ipotizzato un cile italia con la stessa: per quello che penso, prendendo per buono quanto detto da alberto spriano una flotta di “petroliere” (dimensioni) potrebbe tranquillamente farlo.
ci si lamenta (articolo gigafactory) che non c’è abbastanza energia in europa e stiamo qui a discutere se si o no?
abbiamo i bravi paesi “virtuosi” del nord che viaggiano in bev ma estraggono e vendono petrolio e gas (alla facciaccia dell’ecologia), abbiamo la virtuosa teteschia che rispolvera carbone e nucleare: è così impossibile pensare all’idrogeno pulito dall’altra parte del mondo?
qual’è il problema che ti crea?
PS: il leggi, pensa ecc era rivolto a uno che avrei chiamato “analfabeta funzionale” ma non volevo, quindi ho adottato quella formula. perché ti sei sentito preso in causa?
“una flotta di “petroliere” (dimensioni) potrebbe tranquillamente farlo.” ti ho appena scritto che solo per soddisfare il fabbisogno dell’Italia facendo navi grandi come la più grande petroliera mai costruita al mondo, per alimentare la sola Italia servirebbero 1300 viaggi e dato che servono circa 20 giorni di navigazione e tempi ipotetici di carico/scarico (40 per tornare indietro), o ne costruisci 30 (per soddisfare la sola Italia, ribadisco, delle dimensioni della più grande petroliera mai costruita al mondo) o non bastano.
PS: da dove hai dedotto che mi sono sentito preso in causa? Una volta eri capace di comprendere quanto veniva scritto, te l’ho proprio scritto chiaramente, anzi, è uno dei motivi che mi fa arrabbiare, perchè non hai la scusante dell’ignoranza. Ma posso sempre ricredermi.
Il tecnico che c’è in me sta ridendo con la pancia in mano.
Vorrei incorniciare il tuo commento e tirarlo fuori nel 2035…
Tra il serio ed il faceto, visto che anche voi avete alcuni dubbi sul giudizio tranciante di questi opinion makers, mi assumo, purtroppo gratis, il compito di difendere Toyota.
Insomma, dei lobbyisti dichiarati, sostenuti da vari opachi fondi, molti riconducibili a fondazioni di grande industrie che possono aver interesse a sostenere l’elettrico anche per banali ragioni imprenditoriali e da Ikea (non proprio un modello) danno a Toyota della lobbyista cattiva perché vuole continuare a vendere le auto ibride per le quali è decana ed ha una posizione dominante. Mentre sono brave le case che hanno prodotto sino a ieri mattina diesel puzzolenti: suvvia, un po’ di equilibrio Mr InfluenceMap, chiunque tu sia!
Giusto per la cronaca, perché purtroppo io ricordo quasi tutto, nel 2010 fu Toyota ad investire in Tesla, comprando 50 milioni di dollari di azioni e l’anno dopo iniziarono una collaborazione che portò Elon Musk, allora più giovane, ma con moltissimi capelli in meno di oggi, a dichiarare “Toyota is a company founded on innovation, quality, and commitment to sustainable mobility. It is an honor and a powerful endorsement of our technology that Toyota would choose to invest in and partner with Tesla. We look forward to learning and benefiting from Toyota’s legendary engineering, manufacturing, and production expertise.”
Nè uscì anche una Toyota Rav4 totalmente elettrica, che in Italia non avrebbe avuto molto successo in quegli anni, e solo nel 2016 la collaborazione si interruppe, forse perché Toyoda puntava sull’idrogeno.
Dietro lo sviluppo di Tesla c’è un bel po’ di Toyota ed anche di Panasonic, per dire. Ma anche Mercedes – Daimler ebbe una quota del 10% di Tesla e scambiò un casino di know-how. Non è che Musk, pur obiettivamente geniale e spregiudicatissimo nelle scelte d’impresa, sia Leonardo Da Vinci e che, nottetempo, con marmo e scalpello, nel segreto della sua cameretta abbia scolpito auto e batterie, eh!
Se è certamente vero che Toyota sta cercando di rallentare il passaggio alle sole Bev e di tenere il piede in più scarpe, è anche vero che i due più recenti brevetti di cambio per le elettriche sono uno di Tesla e, guarda un po’, l’altro è di Toyota. E Toyota ha anche un casino di brevetti sulle batterie a stato solido.
Strano per un’impresa così “ostile” all’elettrico, vero?
Ne emerge che Mr InfluenceMap è forse molto più in malafede di Toyota e che quest’ultima stia molto probabilmente preparandosi a competere adeguatamente nell’elettrico, mentre cerca di monetizzare sull’ibrido. Anche perché, se non sei Tesla che è partita dal solo elettrico, hai da ammortizzare linee di produzione nate per il termico e sai che l’intero mondo non è l’Europa o la California liberal e, anche dopo il 2035, ci saranno zone del globo che richiederanno veicoli termici nuovi e magari di seconda o terza mano. Ciò detto, l’atteggiamento di Toyota di produrre ora le auto che saranno i veicoli del futuro quanto meno del terzo mondo non è irrazionale, anzi.
Il problema è che a chi ignora o non ricorda il passato, anche recente, si può raccontare qualunque baggianata, tipo riscrittura della storia in stile 1984, ma, con un minimo di buona volontà, la storia delle imprese si può ricostruire ed i contorni appaiono molto più sfumati.
Ecco, Toyoda San, adesso mi chieda l’Iban per il bonifico o mi mandi 20 bottiglie di sakke.
Perfettamente d’accordo con te su tutta la linea. Purtroppo da queste parti se non dici che l’auto elettrica salverà il mondo (e ahimè e ahinoi tanti la pensano così) sei un lobbista del petrolio, troglodita che vuole la distruzione del pianeta Terra.
Mah…
qua dentro più che altro ci si chiede:
1) perchè se l’energia elettrica è insufficiente per le EV sarebbe abbondante per produrre idrogeno per il quale ne serve molta ma molta di più?
2) perchè l’auto elettrica fa perdere moltissimi posti di lavoro mentre non lo farebbe l’auto a idrogeno che è un’auto elettrica?
3) perchè l’auto elettrica, causa batterie, è dipinta come pericolosa mentre la bomba ad idrogeno… scusate l’auto non lo sarebbe?
4) perchè l’auto elettrica fa schifo perchè non va vroom vroom mentre quella ad idrogeno sarebbe interessante perchè non fa vroom vroom?
5) perchè l’auto elettrica ha prezzi troppo elevati (ed è vero) mentre per l’altra il problema non si pone?
Io ho un sospetto che il problema sia l’energia elettrica che può essere prodotta autonomamente, mentre per l’alternativa non è in discussione tutta una filiera ben oliata.
Dopodichè come c’è stata una Tesla potrà benissimo esserci una Casa che fa solo auto e mezzi pesanti ad idrogeno. Perchè no?
curiosamente nessuno ti ha risposto.
forse hai centrato il problema
e gli H2 fan non sanno più che baggianate tirare fori
Direi che zi ti ha fatto un ottimo riassunto della situazione.
Sulla lotta dell’economia fossile contro quella emergente delle energie rinnovabili ci sarebbero da spendere fiumi di parole.
Se vogliamo Toyota sta legando indissolubilmente la sua immagine al gruppo di potere che promuove di rimanere legati ai fossili. Devono stare molto attenti però perché i grandi marchi sono fragili per gli aspetti legati alla reputazione, credo che arrivati a questo punto abbia già tirato abbastanza la corda, ora è il momento di mollare o rischierà di spezzarla.
Queste vanno salvate e ripostate in ogni articolo sull’idrogeno. 🙂
A me sembra che in quanto a baggianate anche qui non si scherza.
1) Nessuno sano di mente pensa che non ci sia energia elettrica per le auto, ma che a conti fatti ne serva MOLTO ma MOOOLTO di più per le FCV è un po’ una cagata, visto che sono sistemi diversi. Paragonando auto simili per autonomia viene circa 2-2,5 kWh per FCV contro 1 per BEV, non è poco ma non è poi chissà che roba, senza considerare l’energia che consumi per creare una batteria equivalente e per smaltirla e riciclarla, considerati i parecchi vantaggi che hai in cambio e che alla fine ottieni comunque un veicolo a basso impatto ambientale.
Inoltre se decidi di fare idrogeno Verde, Blu o Viola, hai la certezza di farlo quando PUOI e con i massimi rendimenti, e usarlo quindi quando VUOI, 100% CO2 free, cosa tutt’altro che scontata per la ricarica di una batteria, senza accumuli, vale quello che vale.
2) Perché tutte le batteria sono cinesi, la maggior parte, e comunque lo sono le sue componenti, ti metti in mano ad un unico player e come regola per i modelli di business non è proprio il massimo, per i Giapponesi poi manco fosse l’ultima cosa che fanno, smutandarsi dai Cinesi. Le FCV le possono fare tutti e le versioni ICE salverebbero le maestranze d’ELITE del settore che è davvero un peccato perdere.
3) le batterie non sono pericolose, anche se qualche criticità è emersa, ma sicuramente le auto ad idrogeno non scoppiano, questa sì che è una vaccata.
4) Le auto elettriche non fanno schifo, ma diventano un tantino impersonali quando si parla di auto emozionanti fatte in un certo modo, con la giusta differenziazione su auto di nicchia, anzi la nicchia della nicchia, ma che se fossero ad idrogeno, abbinato ad un ICE coi controrotanti, risulterebbe molto più piacevole. Ma chi se la comprerebbe mai una Ferrari a batteria, se hai la possibilità di averla V12 ad idrogeno? E chissenefrega se è meno efficiente.
5) Rimane il fatto che le batterie costano uno sproposito, le FCV non hanno chissà quale criticità, già oggi la Toyota lo ha dimostrato con la Mirai, in poco tempo diventeranno competitive con le ibride, solo il contenuto di Platino è un problema su larga scala, non tanto sul costo assoluto (circa 1600 dollari per una PEM).
Infine la paura delle lobby e dei complotti, ma voglio dire, se c’è un insieme di aziende che può investire miliardi per far crescere ANCHE i sistemi ad idrogeno, e ti dà la possibilità di scegliere quello che più ti piacerebbe e che ti serve, rimanendo a basso impatto ambientale, ma non va forse bene lo stesso? Ma che ti frega? Non perdi niente.
Io sono un ambientalista ma non sono favorevole alle auto a batteria, soprattutto quelle troppo grandi, visto che le alternative le hai, basta investirci i soldi.
“Io sono un ambientalista ma non sono favorevole alle auto a batteria, soprattutto quelle troppo grandi, visto che le alternative le hai, basta investirci i soldi.”
E quindi visto che “basta investirci i soldi” è quello che hai fatto tu, vero?
Perchè qui è una costante leggere commenti di persone con la “soluzione in tasca”.
Eppure si sta andando in una direzione ben precisa, che non sono le FCV. Si sono rincitrulliti tutti i produttori?
“Nè uscì anche una Toyota Rav4 totalmente elettrica, che in Italia non avrebbe avuto molto successo in quegli anni, e solo nel 2016 la collaborazione si interruppe, forse perché Toyoda puntava sull’idrogeno.”
E di tutto questo a casa Toyota non c’è traccia. Nello showroom di Odaiba, dove hanno il loro museo, la pista, simulatori e quant’altro, non hai traccia di elettrico (forse negli ultimi mesi si visto il lancio del bz). In tutto quel tempo che citi Toyota produsse solo delle plugin.
La domanda che mi faccio sempre è… perchè? Perchè scavarsi la fossa commerciale così?
La mia risposta è: sono giapponesi e sono dei macigni a cambiare idea. A guardare in faccia la realtà. Come i tedeschi del resto.
E io, anche anni fa, se avessero lanciato una BEV decente con infotainment al passo coi tempi (2 anni fa non avevano ancora supporto android auto per dire…. ) ci avrei fatto più che un pensiero. Tanto ho avuto Toyota per 20 anni e ne ho ancora una in famiglia.
Sull’innovazione si stanno facendo “mangiare in testa”.
Può anche darsi che Toyota abbia reagito in ritardo o che abbia fatto previsioni sbagliate, magari è così. Di certo non tutto il mondo sarà “elettrico” a breve e rimarrà un grande spazio per l’ibrido in molti paesi e rottamare domattina tutte le loro linee di produzione sarebbe un bagno di sangue.
Poi che i tecnici giapponesi siano dei macigni e che si fissino sul loro modo di fare è una cosa che si dice sempre (vedi motogp e formula 1) e che sarà probabilmente vera. Personalmente io non ho mai avuto a che fare coi giapponesi per lavoro e non posso confermare questo pregiudizio.
Concordo che l’immagine di Toyota possa appannarsi un po’ e che possa sembrare che sia stiano facendo “mangiare in tesLa” ma continuo a pensare che la stessa Tesla non sia pronta, per come è cresciuta, a vendere 10 o 15 milioni di auto con una gamma completa, piccole incluse, e che vedremo la riscossa anche dei marchi storici dell’automobilismo.
Buona domenica.
No sicuramente, Tesla non è il marchio per tutti e quando e se farà la “piccola” sarà una segmento C, non farà mai una B e tantomeno una A… almeno entro i prossimi anni, dopo, chissà.
Reggerà 10 milioni di veicoli all’anno? Credo proprio di sì, mirano a 25 e vista la velocità con cui ottimizzano i processi (come nemmeno la mitica Toyota è riuscita a fare), è solo questione di tempo, necessario all’apertura di nuovi stabilimenti. Già per la Model Y si parla di telaio fatto di 3 pezzi, contro gli oltre 200 delle macchine tradizionali e conseguente riduzione mostruosa di linee di saldatura e costi: tutto margine da reinvestire per nuove factory.
Tesla ha avuto il merito di dare la scossa al mercato, ma Tesla ha il demerito di avere creato anche un sentimento di odio ed è divisiva perchè ha reso le elettriche un prodotto “snob” e “per ricchi”. L’ultimo che mi ha detto “Tu ti puoi permettere una Tesla” è proprietario di Tiguan TDI 2.0 targato GGxxxx (per cui nuova), che di listino costa 5.000€ più di quello che io ho pagato la mia… D’altronde, si sa, se dopo 35 anni di lavoro puoi permetterti una macchina da 50k che terrai per almeno 10 anni, sei sicuramente un benestante, se invece in quei 10 anni paghi 400€ di rata al mese per la macchina a noleggio sei un poveraccio che non se la può permettere.