Australia: energia da barche elettriche per isole e porti

barca solare

Dall’Australia: barche elettriche trasformate in centrali e fonti di energia rinnovabile a disposizione di porti,  isole ed altri siti dove si presentano problemi con i combustibili fossili. Si legge in uno studio della University  of New South Wales di Sydney. 

Delle auto e delle barche come generatori ed accumulatori di energia ne abbiamo scritto. Ci sono progetti sul tema anche in Italia. Per le barche in un porto della  Sardegna (guarda) – il rapporto australiano  ci è stato segnalato dal ricercatore Mario Porru – dove si vuole testare la possibilità di creare un sistema di auto produzione di energia pulita grazie alle barche.

Un algoritmo per gestire l’energia prodotta a bordo

il centro di ricerca di Sidney
L’università australiana

I ricercatori australiani hanno creato un algoritmo che in teoria trasforma le barche elettriche in piccole centrali elettriche mobili alimentate da fonti rinnovabili. E’ una sorta di Vehicle to grid (V2G) applicata alla nautica anziché al trasporto privato. Nel test di laboratorio hanno provato l’algoritmo su una microgrid utilizzando quattro batterie al gel da 6 volt collegate in una serie da 24 V come supporto per una barca. Il risultato del lavoro? L’algoritmo può  gestire i flussi di potenza in modo abbastanza affidabile. Sul campo servirebbe una barca ricoperta da pannelli solari per ricaricare le batterie.

I proprietari possono vendere il surplus di energia

Con l’algoritmo è possibile ottimizzare lo scambio di energia dalle barche. I proprietari, per esempio, possono decidere di vendere automaticamente il 10 per cento dell’energia immagazzinata e solo se le batterie sono cariche almeno a metà.

Dall’Australia: navi per rifornire isole disperse

isole disperse
Isole indonesiane Foto di Jon Hanson Wikimedia

L’algoritmo ha due funzioni: aiutare a trasformare i porti in sistemi di generazione e accumulo di energia e le barche in centrali energetiche mobili.  In quest’ultimo caso secondo i ricercatori si possono “alimentare piccole isole con energia affidabile, economica e rinnovabile. Una grande sfida a causa della loro posizione geografica dispersa con un numero limitato di consumatori e dalla forte dipendenza dai combustibili fossili”.

Centrali mobili dopo catastrofi ed uragani 

Questo sistema viene ritenuto valido in particolare dopo le catastrofi naturali quando quello in uso va in tilt.  “Quando si verifica un disastro naturale nelle isole disperse, le reti elettriche o i sistemi di generazione vengono gravemente danneggiati e i residenti vivono  in mancanza di elettricità per settimane”.  L’autore del rapporto pubblicato dall’IEEE prosegue: “Con questa tecnologia e le navi inviate dal governo si può avere l’energia di cui si ha necessità”.

LEGGI ANCHE: L’elica che risparmia e produce energia, l’obiettivo del progetto P.E.R.Na.

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