E’ possibile realizzare un’autovettura che non emetta CO2 nell’intero arco di vita, smaltimento e riciclo compresi? Ai tanti scettici che sostengono di no risponde Audi con un progetto e un impegno: zero emissioni per tutta la sua gamma entro il 2050. Come, l’ha spiegato al Greentech Festival di Berlino in questi giorni (leggi anche).
L’impegno della casa dei quattro anelli riguarda l’intero ciclo produttivo, dall’approvvigionamento delle materie prime alla loro lavorazione, assemblaggio e successivamente recupero. Fermo restando che nell’ uso quotidiano tutto dipenderà da come sarà prodotta l’energia elettrica per alimentarle. Ma anche sull’energia, Audi si impegna ad impiegare solo fonti rinnovabili autoprodotte.
CO2: 1,2 tonnellate in meno per auto
La produzione di batterie ad alta tensione, in particolare, richiede un elevato impiego d’energia. In collaborazione con i propri fornitori, spiega, Audi dal 2018 sviluppa una serie di misure volte a ridurre le emissioni complessive. Il Programma si concentra sui materiali ad alto consumo energetico quali l’alluminio, l’acciaio e i componenti degli accumulatori. Audi ha sviluppato così oltre cinquanta misure in grado di ridurre le emissioni di CO2 di 1,2 tonnellate per ciascuna vettura. Un elevato potenziale per il rafforzamento della sostenibilità della filiera è legato al ciclo di vita chiuso delle materie prime e dei materiali secondari, al ricorso al riciclo dei derivati della plastica e all’utilizzo d’energia rinnovabile.
Per gli ordinativi futuri, Audi intende concordare con i fornitori le soluzioni per far sì che i processi d’attuazione divengano pienamente efficaci entro il 2025.
Il “ciclo chiuso” dell’alluminio
Come primo passo, Audi si sta concentrando sull’alluminio, in quanto la produzione della lega leggera richiede un elevato impiego d’energia. Dal 2017, per esempio, è stato implementato nello stabilimento di Neckarsulm il “ciclo chiuso” dell’alluminio. Gli scarti delle lavorazioni alla pressa tornano direttamente al fornitore, che li rilavora. Successivamente, Audi utilizza i lamierati in lega leggera così realizzati. Nel 2018, grazie a questa soluzione sostenibile, la Casa dei quattro anelli ha evitato l’immissione in atmosfera di circa 90.000 tonnellate di CO2. In futuro, Audi estenderà l’Aluminium Closed Loop ad altri siti produttivi e sta programmando un maggior ricorso a componenti in alluminio secondario (riciclato). I fornitori diretti sono sollecitati ad utilizzare esclusivamente fonti rinnovabili anche qualora agiscano da subfornitori.
Entro il 2025 il 30% di CO2 in meno
In questo modo entro il 2025 la Casa anelli ridurrà del 30% rispetto al 2015 le emissioni di CO2 nell’intero ciclo di vita delle proprie vetture. L’obiettivo finale al 2050 è arrivare a un bilancio carbon neutral di tutte le attività. Il programma si chiama Mission:Zero. Riguarda anche l’impiego efficiente dell’acqua e delle risorse, la tutela della biodiversità , la decarbonizzazione tanto dei processi quanto della filiera.
L’impianto pilota è lo stabilimento di Bruxelles, dove dal 2018 viene realizzata Audi e-tron. E’ il primo sito al mondo con certificazione carbon neutral nel segmento Premium. Il sito utilizza energie rinnovabili (al 95%) o ricorre alla compensazione tramite progetti ambientali (al 5%) per le attività produttive e per la riduzione delle emissioni. Evita così d’immettere nell’atmosfera circa 40mila tonnellate di CO2 all’anno. Il prossimo passo della strategia Audi consiste nella conversione carbon neutral, entro la fine del 2020, dell’impianto ungherese di Győr.
Con Climeworks la CO2 diventa roccia
L’azienda svizzera Climeworks sta realizzando in Islanda il più grande impianto al mondo di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica trasformandola in roccia. Audi è partner della startup ecologica di Zurigo e con questo progetto si fa promotrice di una tecnologia futuristica. L’impianto estrarrà ogni anno 4.000 tonnellate di CO2 dall’atmosfera e le stoccherà, mineralizzandole, nel sottosuolo. 1.000 di queste tonnellate saranno smaltite per conto di Audi.
La startup Nunam acquista batterie esauste per laptop dai commercianti di rottami dello stato indiano del Karnataka e dona agli accumulatori una seconda vita destinandoli a sistemi di stoccaggio dell’energia stazionari per smartphone, climatizzatori e lampade domestiche. Le vecchie batterie conservino una capacità residua media di circa due terzi della capienza originaria. Nunam con Audi Environmental Foundation studierà sistemi di stoccaggio e, in senso più ampio, di riutilizzo anche per gli accumulatori delle auto.
Il solito negazionista climatico che smentisce la scienza con citazioni generiche fatte guarda caso da chi non é del settore. Un non esperto che cita altri non esperti per smentire gli esperti. Per fortuna che i complimenti al concetto di efficienza energetica arrivano lo stesso, nonostante tutto. E ci mancherebbe altro…
Questo tipo di progetti sono sempre interessanti ed utili, soprattutto da poter estendere a tanti settori. Benchè io personalmente mi attenga ai dati scientifici da cui si evince che l’isteria da CO2 è del tutto infondata e alimentata solo da motivi ideologici e politici, cionondimeno se si estende il discorso all’efficientamento ed alla riduzione massima dell’inquinamento attraverso il massimo uso intelligente di energia e di materie prime, allora il progetto e lo studio è decisamente importante. Complimenti Audi
Quali dati scientifici, scusi? Vuole negare che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera, perfettamente misurabile, sia ai livelli più elevati dai tempi dei dinosauri?