Questo il titolo: “Traghetti e auto elettriche (e plug-in): anche in Italia scatta il limite sulla carica”. Attenzione non è così. Nelle tratte nazionali della Grimaldi Lines non esiste nessun limite per la ricarica. Come ci hanno confermato dal call center della compagnia. La legge (non oltre il 40% della ricarica) vale solo a bordo della M/n Kydon Palace, del vettore greco Minoan Lines in partenza da Brindisi.
Partite tranquilli per tutte le rotte italiane, eccezione solo per un armatore greco
Il titolo dell’articolo ha creato la solita confusione sui social. E’ emersa, quindi, la “verità” dei soliti pseudo esperti, ci sguazzano i troll in servizio permanente e restano allenati gli scettici del punto e virgola.
Il solito esercizio dei mestieranti specializzati nel tiro all’elettrico. Siamo così costretti a leggere le cose più assurde. Se nel nostro gruppo Facebook Giuseppe Tinebra scrive: “Balla colossale. Prima di partire ho chiesto al numero verde di Grlmaldi lines dove mi hanno detto che non c’era nessuna limitazione“. C’è chi gli risponde: “ll sito riporta altre informazioni, a dimostrazione che i call-center non servono a niente“.
Oltre la telefonata al call center vediamo il sito della Grimaldi dove è scritto molto chiaramente che la “normativa (il livello di carica della batteria non deve superare il 40% al momento dell’imbarco Ndr) si applica solo per imbarchi a bordo della M/n Kydon Palace, del vettore greco Minoan Lines“.
Ovvero la diposizione vale solo per le tratte: Brindisi-Igoumenitsa partenze notturne e diurne; Brindisi-Corfù e Corfù-Brindisi. Stop (al panico).
Una doverosa precisazione perché in questo caso ci si limita al titolo, poi usato in modo arbitrario dai soliti troll nonostante il testo dell’articolo sia corretto, ma in rete si fa il pieno di notizie allarmanti su tema. Eppure si viaggia bene come abbiamo raccontato qui e nei giorni scorsi ne abbiamo viste non poche nei traghetti verso la Sardegna.
Riduzione della ricarica al 30% a bordo di Corsica Linea
Se in Italia nessuna restrizione all’imbarco dell’auto elettrica per le tratte nazionali in Francia con Corsica Linea – fa servizio con la Corsica e alcuni Paesi nel Nord Africa – c’è l’obbligo di imbarcarsi con carica limitata.
Così ci hanno risposto dal customer service: “Vanno dichiarati al momento della prenotazione per essere identificati e la carica al momento dell’imbarco non deve superare il 30%“.
Eppure la compagnia è impegnata su diversi fronti nella riduzione delle emissioni nocive. Su alcuni traghetti e in alcuni porti spegne i motori per l’alimentazione elettrica da terra riducendo in modo significativo l’inquinamento locale.
Attenzione, comunque, perché in fondo al titolo potrebbe mancare giusto un “per ora”…
Ho infatti scoperto che il sito “Viaggiare sicuri e informati” del CCISS (che fa capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti… cioè al Felpini), nella news del 20/02/2024 “Guida Sicura – Traghetti e auto elettriche: norme e precauzioni per un viaggio sicuro”, al paragrafo “Auto elettriche e a GPL: differenze e limiti per l’imbarco”, recitava così:
«In base al tipo di alimentazione del veicolo, sussiste un’altra serie di norme volte a ridurre il rischio potenziale (ma molto raro) di esplosioni o incendi legati a surriscaldamento o cortocircuito – eventi che possono verificarsi a seguito di urti, vibrazioni, o in condizioni di elevata umidità.
Generalmente, le compagnie di trasporto destinano spazi più aerati e distanti da possibili fonti di incendio, per il parcheggio delle auto a GPL. Mentre per le auto elettriche impongono un limite alla carica delle batterie che va tra il 20% e il 50% della capacità totale.»
Ora, il CCISS dice che sono le compagnie di trasporto a prendere autonomamente le precauzioni indicate… ma è una ‘furbata’ per far intravvedere il fatto che, qualora appena una/due compagnie italiane dovessero davvero prendere le precauzioni indicate, da quello a farle diventare legge anche in Italia il passo sarebbe brevissimo, considerando anche “l’amicizia” del Felpini per i BEV… 😬
(Fonte: https://www.cciss.it/web/cciss/-/guida-sicura-traghetti-e-auto-elettriche-norme-e-precauzioni-per-un-viaggio-sicuro)
Ho rivisto il bel film sul momento storico e i rapporti a dir poco turbolenti dei vari e straordinari protagonisti che hanno portato alla rivoluzione elettrica( e non solo!! )e mi chiedo: se contassimo i tantissimi morti fulminati non dovremmo esseri tornati al lume a petrolio da tempo? E ‘ sempre stato faticoso guardare avanti ed è più facile e molto comodo lo status quo ( x piangere vittimismo poi quando si viene spazzati via)invece di ragionare e cercare vere soluzioni x migliorare la sicurezza…Ancora oggi non riesco a comprendere perché ci si dovrebbe asciugare i capelli dentro la vasca ( con acqua)…sarà perché la vasca l’abbiamo eliminata da tanto tempo!?
Se si contano i morti causati dall’ estrazione del petrolio e gas (tra operai e residenti delle zone di trivellazione), quelle legate agli sversamenti o esplosioni ed incendi nel trasporto (pipeline, auto cisterne, navi petroliere etc) e tutti morti e ammalati gravi per combustibile idrocarburi….
(e Senza considerare i danni permanenti all’ambiente!) mi sa che la cifra è abominevole…
Francamente… se si dovesse guardare alla sicurezza dei trasporti veicoli sulle “Ro-Ro” allora bisognerebbe forse mettere ulteriori limitazioni… ne suggerisco 2 o 3:
1) limite di carburante liquido o gassoso al 20-30% per ridurre il potenziale in caso di incendio
2) caricare a bordo solo veicoli con fattura di tagliando manutentivo effettuato da non oltre 30 giorni per evitare danni a impianti (elettrici o distribuzione combustibile liquido o gassoso) come possibili fonti di innesco
3) trasporto di autocisterne di combustibili o bombole GPL o farinacei o fertilizzanti e solventi cariche solo ed esclusivamente in apposite navi attrezzate per trasporto materiali esplosivi
Poi andrebbe vietata la ricarica a bordo di batterie di PC, laptop, cellulari, powerbank (come successe sui voli dopo la famigerata esplosione di una batteria di Samsung Galaxy S21 difettosa all’origine).
A parte queste mie “pignolerie” … mi può star bene che una compagnia Molto attenta alla sicurezza chieda di viaggiare con poco carburante (ma lo deve imporre a tutti i veicoli ICE o BEV), però deve anche accertarsi ed eventualmente attrezzarsi per poter poi rifornire i veicoli in uscita dall’area portuale: nel caso di BEV ad esempio dovrebbe fornire un servizio di HPC in apposito parcheggio per poi far ricaricare i clienti sbarcati e far proseguire serenamente il viaggio (potrebbero anche inserirlo nel costo del ticket veicolo BEV … meglio se a costi “decenti”, meglio se prodotti F.E.R. , così fanno pure del bene all’ambiente e non mero greenwashing .
Ma dai è solo per pararsi il sedere in caso di incidenti, altrimenti chiederebbero di guardare il display all’imbarco. Chiedere una autocertificazione è già di per sé prova sufficiente di una buffonata burocratica.
😂 la mia era una provocazione… Se si guardasse alla sicurezza… 😉
Ma di grazia, la motivazione per tale limite imposto sarebbe??
A saperlo … Non so se in questo stesso articolo o in un altro che ho letto, si riportava che semmai è la chimica della batteria che può avere differenze di comportamento, non il livello di carica.
su una batteria danneggiata del tipo NMC c’è effettivamente meno rischio che si incendi se la carica non è “piena”, perchè il voltaggio interno alle celle risulta più basso, meno voltaggio significa meno propensione agli elementi chimici ad iniziare una reazione (a voltaggio più basso hanno più barriera energetica per inziare una reazione)
la differenza di rischio (già molto rarefatto ad oggi rispetto a qualche anno fa) non è assoluta, ma deve essere numericamente apprezzabile, visto che:
> nel settore delle spedizioni aeree ha funzionato, batterie NCM da quando vengono spedite con non più di 50% di carica, non ci sono stati più incidenti
> i costruttori auto quando richiama(va)no lotti di Ev con batterie NCM difettate (oggi molto più raro), chiedevano ai clienti nell’attesa di non caricare la batteria a più di 80%
PS: questo scrupolo forse è meno significativo nel caso di batterie LFP, in cui il voltaggio interno è già basso di suo anche a piena carica (infatti le batterie degradano poco con l’uso), poi il voltaggio rimane circa costante sino quasi a fine carica, e in caso di danneggiamento della batteria e più diffcile che si abbia un incendio e/o abbastanza facile da domare rispetto alle NCM
Ho viaggiato sul traghetto della M/n Kydon Palace, del vettore greco Minoan Lines, il 15 luglio in andata da Brindisi a Igoumenitsa. E il 31 luglio, al ritorno, con Grimaldi Lines. Nessuno mi ha chiesto nulla sulla carica della mia auto elettrica. Nè in fase di prenotazione del biglietto, nè all’imbarco
Magari nessuno chiede nulla, se succede qualche cosa la regola c’è e uno si becca una qualche denuncia penale…..