ASviS: ecco i costi della non transizione


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La transizione energetica costerà, ma non  farla costerà molto di più; è il messaggio lanciato da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) nel suo rapporto  “Scenari per l’Italia al 2030 e al 2050. Le scelte da compiere ora per uno sviluppo sostenibile”. 

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Enrico Giovannini

Lo scenario migliore, per il mondo e per l’Italia

ASviS è nata nel 2016. Con 320 organizzazioni aderenti è la più grande rete sociale mai creata in Italia. La guida l’ex ministro delle Infrastrutture e poi del Lavoro Enrico Giovannini, già presidente dell’Istat. ASviS sta tenendo il suo Festival dello Sviluppo Sostenibile con 300 eventi in tutta Italia dal 7 al 23 maggio.

Lo studio, condotto in collaborazione con Oxford Economics, analizza la relazione tra transizione energetica e variabili macroeconomiche. Evidenzia quali sono le scelte da compiere oggi nel campo delle politiche industriali e degli investimenti, in modo da assicurare un futuro di prosperità per l’Italia ed evitare non solo gli scenari catastrofici, ma anche il peggioramento delle condizioni socioeconomiche del Paese.

Lo studio mette a confronto cinque possibili scenari: quello di base, che tiene conto delle attuali politiche che portano a un aumento medio delle temperature di almeno 1.9°C rispetto al periodo pre-industriale. Il net zero, dove si raggiunge la neutralità carbonica in Italia e nel mondo grazie anche all’introduzione di una carbon tax. La net zero transformation, dove allo scenario net zero vengono associate innovazioni e riforme economiche strutturali mirate a incentivare gli investimenti “verdi” che contribuiscono ad azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050. La transizione tardiva, dove le politiche di mitigazione partono dal 2030. E lo scenario di catastrofe climatica, dove i governi falliscono nel contenere l’aumento della temperatura e le emissioni di gas climalteranti.

Transizione tardiva e catastrofe climatica: in Italia il Pil crollerebbe del 30%

Per evitare i maggiori impatti sulla salute e sulle nostre economie, ciò che serve è raggiungere la neutralità climatica con politiche trasformative – scenario net zero transformation – in grado di rendere la transizione energetica una leva per la massimizzazione del benessere collettivo. In questo caso l’economia avrebbe uno uno ‘shock keynesiano’ nel breve termine. Ma a lungo termine il Pil globale nel 2050 sarebbe superiore dell’1,9% rispetto allo scenario base.

Se invece dovessimo ritardare il processo di transizione – transizione tardiva -, l’inazione di questi anni renderebbe concreto lo scenario “catastrofico” dove le temperature superano ampiamente i 2°C e dove crolla il Pil mondiale.

Per l’ASviS resta dunque una posizione “incomprensibile” quella di chi propone di rallentare la transizione energetica ed ecologica per motivi di costo.

L’Italia, meno dipendente di altri Paesi dai combustibili fossili,  potrebbe trarre grossi benefici da uno scenario net zero transformation, con 2,2 punti di Pil aggiuntivo, una riduzione del tasso di disoccupazione di 0,4 punti percentuali e un calo del debito pubblico. L’inazione ridurrebbe viceversa il nostro Pil del  30% rispetto alle previsioni di base, con conseguenze drammatiche anche sull’occupazione.

Il Rapporto è fortemente critico verso le politiche attuate in Italia negli ultimi 18 mesi. Evidenzia infatti una mancanza di coesione e di visione a lungo termine, con interventi isolati che non si inseriscono in un quadro strategico coerente.

Elezioni europee: l’analisi dei Manifesti politici

Un capitolo dello studio (da pag. 85 a pag. 95) analizza i Manifesti di quasi tutti i partiti politici in vista delle prossime elezioni europee dell’8 e del 9 giugno. Valuta i Manifesti disponibili di PPEPSEALDE20GREENS e LEFT. L’ID non ha ancora presentato un piano programmatico, e secondo alcuni osservatori non lo farà, mentre l’ECR ha adottato il 23 aprile un Manifesto succinto di quattro pagine difficilmente comparabile con quelli più dettagliati delle altre famiglie politiche.

Le proposte avanzate, evidenzia l’ASviS, “non sono particolarmente innovative e puntano, in generale, sugli stessi aspetti: potere di iniziativa legislativa al Parlamento europeo, superamento del diritto di veto in Consiglio, ma in modo differenziato a seconda dei partiti, più poteri in materia di tassazione”.

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I costi per l’Italia, le propostePrima di chiudere con un box che ipotizza gli investimenti necessari per l’attuazione dell’Agenda 2030,  il terzo capitolo del Rapporto presenta una serie di proposte indirizzate al governo. Tra queste:
-una politica fiscale specifica basata su una progressività rafforzata e la lotta all’evasione
-il contrasto alla povertà con l’estensione dell’assegno di inclusione
-la lotta contro il lavoro irregolare e lo sfruttamento dell’immigrazione
nuovi modelli di business aziendale orientati alla produziine sostenibile e all’economia circolare. Perciò ASviS invita il governo a recepire rapidamente le direttive europee sulla sostenibilità aziendale e ad investire in strumenti informativi e formativi per supportare le imprese, con particolare attenzione alle Pmi.

Visualizza commenti (5)
  1. I costi dei danni da cambiamenti climatici sono enormi rispetto a quelli per mitigare o addirittura ridurre il rischio di eventi sfavorevoli…e lo si sa da decenni…

    Se non ne parla la politica è perché nella coscienza comune il problema non esiste..pur con quotidiano stillicidio di notizie funeste dall’ Italia e dal resto del mondo .

    Troppe persone sono malinformate, distratte da altri pensieri, e non percepiscono che il pericolo è ogni giorno più grave e probabile…

    Qualcuno..colpito in prima persona..prende improvvisamente coscienza della realtà…della necessità urgente di cambiare abitudini… scelte quotidiane e scelte politiche…

    Che dire… sono molto pessimista…la scadente qualità dei pubblici dibattiti e delle scelte individuali non mi fa sperare in miglioramenti futuri… Sto invecchiando?
    Si .. e per fortuna! Non voglio esserci tra 40/50 anni… manco morto!

    1. Luca Dell'Oca

      Può essere che non serva aspettare 40 anni per vedere i cambiamenti climatici più gravi previsti da alcuni scenari.
      E se anche noi li eviteremo, lasceremo un bel casino ai nostri figli…

      1. Buon giorno Luca … infatti io mi meraviglio proprio della cecità della massa…
        Possibile che con un crescendo quotidiano di notizie (che pure i giornalisti segnalano come “causati da cambiamento climatico”) non sveglino minimamente l’attenzione delle persone?
        Capisco che chi lotta nel quotidiano per portare qualche soldo a casa, col pensiero rivolto a pagare affitto, bollette, spesa (magari con figli o anziani a casa da gestire) sia rivolto all’immediato… ed aggiungere altre cause di stress non sia molto gestibile psicologicamente… ma per fortuna in Italia non siamo ancora tutti in questa nefasta situazione… quindi qualche persona più attenta alle notizie, che capisce le tendenze attuali e future.. si dovrebbe far “sentire” e fare scelte coerenti con una maggior attenzione alle scelte (proprie e politiche) per mitigare le conseguenze di tanti anni di follie antiscientifiche…
        Mi arrabbio sempre quando in TV vedo spot “ambientalisti” che chiedono di far qualcosa per salvare l’orso bianco o il pinguino o altro…. perché mi dico:
        “dovete mostrare che siamo noi la specie in pericolo ed a rischio a breve termine!! tanto alla massa del pinguino o dell’orso non frega nulla.. se deve cambiare abitudini”.
        Del resto … in un paese ancora guidato da ex esponenti di logge massoniche … c’è ancora tanto “controllo di massa” e poco di buono da aspettarsi…
        (basta provare a cercare su Bing / Google “obiettivi P2” .. e vedere perché siamo messi così.. e dove stiamo andando…).

        1. Luca Dell'Oca

          “Mi arrabbio sempre quando in TV vedo spot “ambientalisti” che chiedono di far qualcosa”
          Guarda, è il motivo per cui ho smesso di finanziare greenpeace, a cui donavo anni fa il 5×1000, ci sono alcune cose un pò ipocrite in quel che fanno, loro come altri eh, non ultimo girare il mondo senza fine con dei vecchi pescherecci che inquinano quasi quanto gli inquinatori che vogliono combattere. Servono azioni molto meno simboliche ma più efficaci.

          Riguardo l’apatia della gente, credo sia un mix di varie cause: sicuramente c’è tanta gente che non coglie la gravità di quello che sta succedendo, perchè non c’è l’evento cataclismico come l’asteroide o il terremoto, lo stesso innalzamento delle temperature è graduale, e quindi difficilmente percepito.
          Poi ci sono i menefreghisti, quelli che “io morirò tra qualche decennio, cosa succede dopo di me non è un problema mio”. Alcuni di questi vanno oltre e ci lucrano sopra, come i citati politici e imprenditori, e il popolo beota apprende quello che gli viene passato.
          Siamo una minoranza, dobbiamo farcene una ragione. Come fare a spiegarlo a quante più persone possibili io non lo so. Conto che quel che faccio sia già d’esempio per altri che ho vicino, e a macchia la cosa si diffonda, e per assurdo spero che il peggioramento climatico acceleri, perchè quello darà volenti o nolenti una sonora svegliata.

          1. Purtroppo è già frequente il manifestarsi di eventi anche catastrofici.. che, dalla maggioranza non colpita direttamente, vengono percepiti come fossero i soliti film catastrofici made in USA..
            Almeno qui dibattiamo e ci confrontiamo con pensieri ed idee…che qualcuno raccoglierà..
            Un saluto 👋

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