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Assopetroli in Motus-e, la nazionale dell’elettrico

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Il distributore di benzina in un celebre dipinto di Edward Hopper

Assopetroli è entrata a far parte di Motus-e, l’associazione creata sei mesi fa per promuovere la diffusione della mobilità elettrica in Italia (qui l’articolo).

Raggruppa 12 mila stazioni di servizio

È un bel segnale, anche se bisogna fare attenzione e non confondere Assopetroli con l’Unione Petrolifera. Quest’ultima è l’associazione dei petrolieri, come i Moratti della Saras per intenderci. Mentre Assopetroli (qui il sito) raggruppa i titolari del 50% delle stazioni di servizio di carburanti collocate sulle strade italiane, con circa 12 mila punti vendita  sulla rete. Nessuna guerra di posizione sulla falsariga dell’Unione (per esempio a difesa del diesel), ma un atteggiamento laico di apertura all’esigenze di rifornire le nuove vetture che arrivano sulle strade.

Andrea Rossetti, n.1 di Assopetroli.

Non a caso Assopetroli ha anche un secondo nome che è Assoenergia. E l’elettrico interessa anche perché le soste di ricarica sono notoriamente più lunghe e danno maggiori opportunità di fare affari a bar, ristoranti e market che si trovano nelle stazioni di servizio. E proprio questa è una delle ragioni che hanno indotto la BP ad acquistare ChargeMaster, la più importante rete di colonnine elettriche del Regno Unito.

Ricaricheremo al distributore, dunque?

Ma saranno ancora i distributori il luogo ideale per rifornire anche le auto elettriche? Su questo i pareri divergono. È chiaro che a favore delle stazioni di servizio gioca l’abitudine acquisita nel tempo con le auto spinte da motori tradizionali. Ma c’è chi pensa che in realtà la sosta al distributore avverrà prevalentemente in autostrada. Come Nicola Armaroli, scienziato del CNR e convinto sostenitore della mobilità elettrica (lui stesso possiede una Nissan Leaf): “Io credo che le colonnine vadano installate soprattutto vicino ai luoghi in cui sostiamo per motivi diversi dalla ricarica. Come scuole, parchi pubblici, palestre, ristoranti…“, ha detto Armaroli a Firenze, durante il corso di formazione organizzato da Vaielettrico.it. Più ecumenico l’atteggiamento delle grandi utilities. A cominciare da Enel X che, per bocca del direttore marketing Lucio Tropea, ha dichiarato la disponibilità a installare le colonnine ovunque ci siano le condizioni tecniche ed economiche per farlo.

SECONDO NOI. L’importante è che ci sia la possibilità di scegliere: tanto meglio, quindi, se nel business della ricarica investono anche i distributori. Poi è ovvio che la scelta dipenderà da mille fattori, tra cui la comodità, la potenza erogata e il prezzo del kW. E da questo punto di vista è ovvio che più colonnine ci sono e più c’è concorrenza.

 

 

 

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2 COMMENTI

  1. Pur con un discreto ritardo, ma costretti dalla richiesta e dalla diffusione dell’elettrico, anche i distributori di benzina ecc. si sono decisi.
    Ora, saranno vincenti coloro i quali installeranno alte potenze; NON INFERIORI A 100 KW, poiché ridurranno i tempi di ricarica. A seguire, il numero di colonnine ed infine il prezzo.
    Il contorno, bar minimarket ristorante ecc. renderà più gradevole una sosta che, raramente supererà la mezz’ora, (partendo da 100 kw.), portandosi a pochi minuti in caso di potenze sino a 350 kw.

    • Si calcola che la sosta media per fare benzina o gasolio duri 7 minuti. Credo che che 15-20 minuti per un’elettrica sia più che accettabile. Ma si può fare anche meno, perché di solito si fanno dei rabbocchi, il concetto di ‘pieno’ è legato ai motori tradizionali. In futuro ci si potrà rifornire praticamente ovunque, a casa e fuori: l’elettricità arriva dappertutto, il petrolio per fortuna un po’ meno.

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