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Artemis Technologies: veliero a zero emissioni, guida autonoma e 50 nodi di velocità

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Un veliero a guida autonoma (ASV) da 45 metri, senza equipaggio, a emissioni zero, ben 50 nodi di velocità massima e 30 senza vento. Buono per il trasporto passeggeri e per il trasporto merci

Fantascienza? Non per gli uomini di Artemis Technologies ovvero la spin-off del team di America’s Cup Artemis Racing, velisti ed ingegneri svedesi impegnati negli ultimi anni in Coppa America. L’Autonomous Sailing Vessel (ASV) è stato concepito dal team guidato dal velista olimpico Iain Percy – due medaglie d’oro, una d’argento e veterano di ben quattro sfide in America’s Cup – che si avvale di esperti in diversi settori: aerospaziale, architettura navale, ma pure motorsport.

I numeri più importanti della nave

Si vola a 50 nodi

Più competenze scientifiche per varare un veliero che grazie alle appendici alari, per chi pratica la vela i  foil, si solleva dall’acqua e raggiunge alte velocità: 50 nodi in questo caso. Ma la vera novità annunciata da Artemis è la possibilità di navigare fino a 30 nodi “in assenza di vento grazie agli innovativi sistemi di recupero energetico sviluppati in Formula 1″. Vi consigliamo la visione del video qui sotto per capire la potenza dei foil.

Fare a meno delle energie di origine fossile è l’obiettivo principale degli svedesi. Lo riassumono in una riga della vision aziendale: “Contribuire alla decarbonizzazione del trasporto marittimo attraverso tecnologie e prodotti innovativi e sostenibili”.

Trasporto passeggeri e merci

Ma dove navigherà l’Autonomous Sailing Vessel? Sono diverse le funzioni individuate: “Monitoraggio ambientale, ricerca e soccorso marittimo, aiuti umanitari, sicurezza e sorveglianza, mappatura dei fondali marini, trasporto passeggeri e  merci – dicono dall’azienda -.Tuttavia, il primo veliero automa di Artemis Technologies sarà progettato e sviluppato come nave da città a città”. Si parte con i collegamenti marini.

Iain Percy, velista e manager di Artemis

La sede della società è stata aperta a Belfast, in Irlanda del Nord, dove “si lavora alla navigazione sostenibile alimentata dal vento e da sistemi di recupero energetico innovativi. – spiega Percy, il velista oggi manager anche grazie ad una laurea in economia -. Utilizzeremo la ricca storia marittima di Belfast e le competenze di livello mondiale nel settore aerospaziale e dell’ingegneria dei materiali compositi per creare l’impianto di produzione marittimo più avanzato del Regno Unito”. Il progetto, visto l’alto grado d’innovazione tecnologica, vede il sostegno delle maggiori autorità nord irlandesi, università, centri di ricerca e altre aziende, non solo del settore navale.

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2 COMMENTI

  1. Questo dovrebbe essere prodotto in Italia studiato qui anche a costo di pagare per farli venire
    Con i km di coste che abbiamo e la posizione strategica nel centro del mediterraneo potremmo sviluppare un enorme risorsa di lavoro e tecnologia

    • Caro Emilio, sottoscriviamo parola per parola. Sono occasioni che non dovremmo perdere se vogliamo, come potremmo, sviluppare una filiera italiana della nautica sostenibile.

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