Arrivano le VW da 700 km (e ricarica fino a 200 kW)

elettrico autonomia

Arrivano le VW da 700 km di autonomia e ricarica fino a  200 kW. Nasceranno sulla piattaforma MEB+, sviluppo della base tecnica lanciata nel 2019.

arrivano le VW da 700 km
Batterie modulari in grado di garantire più autonomia e potenze di carica.

Arrivano le VW da 700 km, grazie alle nuove batterie

Entriamo nella fase due, quella in cui il Gruppo Volkswagen conta di essere finalmente competitiva con Tesla. Ampliando in maniera decisa l’autonomia sia per le auto elettriche sia per le ibride plug-in. Per queste ultime il range è fissato a 100 km, soglia anche psicologica, e uno dei primi modelli a offrire questa autonomia sarà la Cupra Terramar, appena svelata. Quanto alle elettriche pure, la piattaforma evoluta MEB+ utilizzerà la nuova generazione di batterie Volkswagen, con la “cella unitaria”. Con autonomie fino a 700 km, rispetto agli attuali 500. E miglioreranno anche i tempi di ricarica, con potenze massime comprese tra 175–200 kW. Oltre a consentire di inserire funzioni molto elevate di guida autonoma. E la gamma sarà ampliata: 10 nuovi modelli elettrici Volkswagen saranno lanciati entro il 2026, inclusa la famosa citycar entry-level, a circa 25.000 euro meno eventuali incentivi. Ma nuove auto, assicura VW, sono in programma anche nei segmenti performance e premium.

Arrivano le VW da 700 km
Quel che è stato fatto (670 mila EV prodotte sulla piattaforma MEB), quel che c’è da fare: produrne 10 milioni grazie anche alla nuova base tecnica MEB+.

L’obbiettivo resta strappare la leadership a Tesla nel 2025

Tutto questo andrà a maturazione nel 2025, dato che la VW si è sempre prefissata per iniziare il vero scontro diretto con Tesla per la leadership mondiale nell’elettrico. Questi primi quattro anni sono stati piuttosto complicati, con i guai nella messa a punto del software della ID.3 e le lotte intestine che hanno portato all’uscita il n.1 Herbert Diess. Quest’ultimo era fortemente orientato a una rapida e totale conversione all’elettrico. E si temeva che la sua cacciata fosse dovuta alla volontà di frenare questa trasformazione, anche su pressione dei potenti sindacati interni. In questo senso era stato interpretato anche il rinvio di 5 anni dell’ammiraglia EV, la Trinity, l’auto simbolo dei progetti di Diess. Le ultime notizie, unite a una nota sulla trasformazione della storica fabbrica di Wolfsburg, sembrano voler dire che l’elettrico resta una priorità. Cambiano i programmi, un po’ più graduali, ma l’obbiettivo resta.

Visualizza commenti (78)
  1. mario milanesio 11 Dicembre 2022 at 14:47

    certificati da chi? fonte? link? altrimenti … “me l’ha ddetto ammio cuggino”
    (non ho una Tesla e non mi interessa averla)”
    La più diffusa rivista automobilistica d’Italia, non posso mettere link e nome perchè più volte il moderatore mi ha imposto di non farlo. Provi a chiederlo a lui, io non lo posso più scrivere.

    1. Sì certo, poi però per vedere come stanno realmente le cose da chi le prova tutti i giorni sul campo, dai consumi alle colonnine che mancano o non funzionano, o per sapere che ci sono gli abbonamenti per le HPC è meglio leggere Vaielettrico 😉

      E in fondo, siamo qui per questo.

    2. Guido Baccarini

      La più diffusa rivista automobilistica che non si può nominare (ma che è, Voldemort?) ma che è Quattroruote, nella sua prova di Luglio 2019 ha “certificato” che una Tesla Model 3 Long Range con batteria da 75kWh in autostrada percorre 331 km, non 277. Dato che è smentito da tutte le altre riviste (che ne hanno fatti 380), ma comunque non sono 277 km.
      Io non so lei che rivista legga o se abbia difficoltà con la calcolatrice o se semplicemente le piace sparare a zero su Tesla (dimenticandosi che più se ne parla male, più se ne vendono).

      Adesso mi smentisca pure ma questa volta citi numero della rivista e pagina: tanto, come le scrissi tanto tempo fa, mio padre è abbonato a Quattroruote dal 1956 e possiede l’intera collezione, non è un problema per me verificare.

    3. mario milanesio

      vedo che Baccarini le ha risposto.

      aggiungo una cosa: la certificazione di un dato serve a rendere ripetibile la prova,
      secondo i dettami del metodo scientifico.
      affidarsi a quanto affermato circa l’elettrico da una rivista che ha già dimostrato a più riprese di essere poco obiettiva rispetto all’elettrico
      e soprattutto poco scientifica
      mi sembra quanto meno azzardato,
      sia che ne parli bene
      sia ancora di più se ne parla male.

      non credo le sfugga che queste riviste campano finchè campa l’auto termica:
      qualcuna riuscirà a riconvertirsi in tempo
      per le altre il futuro sarà quello delle pubblicazioni sui cavalli e sulle carrozze.

      1. Alessandro D.

        Mi pare di intuire che sotto sotto le faccia piacere… 🙄
        Però c’è gente che ci mantiene la famiglia.
        Qualcuno fra l’altro lo conosco pure.
        Non è mai bello rallegrarsi delle disgrazie (vere o presunte) altrui solo perchè non ci toccano direttamente. 😉

        1. Guido Baccarini

          Io invece ci leggo la stessa emozione che provo io: amarezza e delusione, nessuna gioia, come quando vedi fallire la tua ex ditta.
          Bastano poche persone al vertice per distruggere eccellenze, col tempo i sottoposti superstiti si adeguano, mentre gli altri scappano, un bel appiattimento verso il basso.
          Ci rendiamo conto che se vuoi leggere una bella prova tecnica e dettagliata di una BEV devi guardarti un video di Bijorn?

        2. mario milanesio

          no, piacere assolutamente no.
          non provo piacere quando vedo parenti e amici arroccarsi nella comfort zone
          non provo piacere a vedere le aziende dove vivo che per lo più si rifiutano di rischiare e innovare
          non provo piacere a immaginare testate giornalistiche storiche coltivare il bacino di lettori ammansendone le paure per qualche copia venduta in più.

          no, proprio non mi fa piacere per niente.
          e ci rimetto anche io, perché anche io faccio parte del nostro sistema paese

  2. @mario milanesio , ci ho messo un po’ per capire aquale mio commento ti riferissi e credo che il senso sia che tu viaggi abbastanza come percorrenza chilometrica e non hai problemi. Ok, non dico di no, ma la questione, a mio modo di vedere, è quanti viaggi lunghi (diciamo maggiori di 500 km) ti devi sorbire in giornata senza poterti fermare a piacimento, non quanti km fai in un anno.

    Divagando leggermente, le vacanze ed i viaggi turistici non valgono:è pieno di simpatici matti che col vespino 50 hanno attraversato il mondo perché semplicemente si divertivano e non avevano fretta.

    1. mario milanesio

      concordo, ma…se poni la questione in merito a chi percorre 20-30mila km all’anno,
      la media giornaliera fa grossomodo 70km,
      e quindi escludi de facto chi (per lavoro, per lo più) fa 500km in un giorno.
      se restiamo nel primo caso, come ti ho detto per me il problema non si pone: si cambia qualche abitudine, se ne acquisiscono altre, nulla di che.
      Per chi fa 500km al giorno
      penso che l’elettrico possa funzionare ma a certe condizioni
      che vanno dalla zona d’Italia in cui viagga, al tipo di soste, ecc ecc.

      Penso però anche due cose:
      – la soluzione che va bene a tutti non esiste in nessun campo, il numero totale di chi ha quelle percorrenze è estremamente limitato (spannometricamente) sui circa 35 milioni di veicoli circolanti in Italia
      – quel tipo di lavoro e di mobilità secondo me ha i giorni contati: è estremamente inefficiente, sposta le persone e non le idee, e per spostare le persone impiega caterve di energia perchè di solito il commesso viaggiatore viaggia da solo: so di amici che sempre di più si stanno spostando su videochiamte e simili

  3. @Alessandro D. , sì, ho letto la “telenovela” dell’elettrica da acquistare ma “fregata” da altri:)

    Guido una Lexus Ux e mi piacerebbe mantenermi sui 4,5 m che sono ideali anche in città, anzi sono sceso di dimensioni dalle vetture precedenti proprio per quello. Non ho la fissa per i macchinoni in sé, è piuttosto che la rete di ricarica Tesla sembra due o tre passi avanti a tutti e, perciò, è un po’ naturale buttare lì l’occhio.

    Ho letto del signore che fa il rappresentante e ricarica sempre in giro con 60.000 km annui, perciò la cosa si può fare per uno come me che supera di poco i 30.000 km l’anno.

    Ho anche guardato la distribuzione delle colonnine e l’unica tratta mal fornita, che mi è capitato di fare in tempi di covid stretto (con viaggio di notte perché non si trovava nessun albergo e ritorno nel pomeriggio dopo l’udienza: oltre 1500 km nell’arco di 21 ore, faticata tremenda ed al ritorno mia moglie mi chiese di fare la spesa!) è quella verso Campobasso dove per decine di km non c’è neppure un distributore di benzina, ma anche lì ci arriveranno.

    Penso onestamente che l’industria dell’elettrico, infrastrutture comprese, abbia a cuore le ragioni delle persone che sono costrette per lavoro a viaggi lunghi più del lettore medio di vaielettrico, che ci prende per mezzi matti:)

    1. Alessandro D.

      -Penso onestamente che l’industria dell’elettrico, infrastrutture comprese, abbia a cuore le ragioni delle persone che sono costrette per lavoro a viaggi lunghi-

      Più che averle “a cuore” credo che le abbia “a portafoglio”, perchè chi fa tanta strada per lavoro (e magari con orari e tempistiche balenghe”) in genere non lo fa gratis et amore Dei. Anzi: a fare una certa vita o ci guadagni bene (ma bene…), o ci guadagni “normalmente bene” ma ne fai comunque girare più della media, o dopo poco cominci a domandarti perchè lo stai facendo e ti metti a cercare alternative. E siccome laddove ne circolano è più facile trovarne, va da sè che la ricarica autostradale rapida e comoda ha davanti a se più di un motivo per espandersi a dovere.

      – più del lettore medio di vaielettrico, che ci prende per mezzi matti:)-

      E’ sempre umanamente difficile uscire dalla propria comfot zone. Vale anche per noi però.

  4. allora ricapitoliamo. se la mia id3 era venduta con autonomia fino a 450km e ricarica a 100kw in velocità e adesso sto ricaricando a 33kw di velocita massima per una autonomia non superiore ai 220km perché fa freddo, direi che la prossima id3 carichera a velocita 66 kw ( e sarebbe un raddoppio) per una autonomia di 350 km effettivi. solo che non ci sarà mai più una volkswagen nella mia vita. la più grande fregatura presa dal marketing vw , a cui ha fatto seguito una macchina penosa.

    1. Dai su sono più o meno tutte sulla stessa barca, uno al giorno d’oggi acquista un marchio solo perché affezionato, se poi ti ha deluso forse è perché non ti eri informato prima che in inverno le autonomie calano come calano anche in autostrada, è un dato di fatto ma devi tenere presente che calano anche con i motori a combustione e soprattutto in città al contrario di un elettrica, poi se comunque riesce a soddisfare le esigenze giornaliere casa/lavoro/figli/commissioni vuol dire che non ci sono problemi di alcun genere, una ricarica giornaliera non è la morte di nessuno o due/tre la settimana, anche perché devi tenere ben presente che il serbatoio ( batteria ) contiene pochissimi litri di Diesel in confronto una batteria da 53kwh sono pari a 4,862 di diesel, non so se con questi litri di Diesel riesci a fare gli stessi km 😉

      1. Veramente vogliamo confrontare il calo di autonomia delle bev con le ice. Suvvia siamo seri. Che senso ha confrontare l’energia secondaria delle batterie con l’energia primaria delle auto a combustione interna? Vi lamemtate spesso delle fake news sulle bev, allora evitiamo di diffondere fake sulle endotermiche come il calo dell’autonomia in inverno. Non c’è nessun calo e semmai è vero il contrario, in quanto il calore prodotto dalla combustione viene utilizzato per il riscaldamento, mentre in estate si deve ricorrere all’aria condizionata.

        1. Le auto termiche le stiamo seppellendo sotto un bel cumulo di CO2. Quella che hanno prodotto, complici noi, la nostra ignoranza e il nostro menefreghismo. Gli inconvenienti delle elettriche rispetto alle termiche sono come confrontare un mal di denti ad un tumore.

          1. Cosa c’entra con quello che ho scritto? questo giustifica qualsiasi strale contro le endotermiche, anche se non corrisponde al vero?

        2. mario milanesio

          …ah, Carlo, quello dell’energia elettrica a 1€/kWh alle colonnine a ottobre 2022
          quello che la termodinamica questa sconosciuta…

          1. Non sono io. Mai parlato di prezzi alle colonnone anche perchè non li conosco e l’altro commento lo lascio a lei.

          2. Comunque è un marchio di fabbrica dare degli ignoranti su questo sito. Se vuole sapere come funziona un motore termico vada a dare l’esame di motori a combustione interna come ho fatto io e non termodinamica.

        3. Io ho sempre notato che in inverno consumano di più e per i primi 15/20 km sto al freddo 🤦
          Poi se lei non vuole vedere l’evidenza non è un mio problema, io ho abbandonato l’auto a combustione 🤷

          1. La mia esperienza con l’ibrido Toyota è che i consumi sono decisamente diversi tra estate e inverno, pur facendo attenzione all’uso del riscaldamento nella prima parte del viaggio.
            La questione banalmente è che più i mezzi sono efficienti e più è marcata la differenza.
            Ma si sa, gli stolti quando parlano di efficienza guardano il dito e non la luna.

          2. Leonardo (R) 12 Dicembre 2022 at 7:47
            Io parlavo della termica, che d’inverno consuma di più, per la BEV era scontato visto che con 2 litri di Diesel ( conversione kW /litro) faccio 190km ovviamente 150km con riscaldamento acceso da stare al caldo, ma non potrei proprio chiedere di più, visto che con la termica per fare 190km in urbano e extra urbano di litri me ne servivano 21,5 🤦🤦

          3. C’è un maggiore consumo fintanto che l’acqua non arriva alla temperatura di lavoro, poi il consumo è uguale.

      1. mario milanesio

        …oppure, più semplicemente, il BMS sta lavorando
        in base alla temperatura e al livello di carica in quel momento.

        nemmeno il caricabatterie di un telefono qualunque carica per tutto il tempo alla massima potenza, ma solo per un intervallo più o meno ampio in funzione del livello di carica presente.

  5. Cosa ci dice l’annuncio di Volkswagen? Secondo me dobbiamo riflettere su cosa noi ci aspettiamo che un produttore ci dica.

    Abbiamo le auto elettriche, le conosciamo. Cosa può arrivare con una fase 2?

    VW ci dice più autonomia, fino a 700 Km. Avevo fatto una scommessa su questo punto, ho scritto più volte che l’autonomia sarebbe stato come i giga per il cellulare, il nuovo “lusso”, il nuovo mantra del marketing. Massimo mi prenderà in giro per questo, ma c’avevo preso, la prima cosa che dice VW è “fino a 700 km”.

    Il secondo aspetto è la velocità di ricarica. Anche qui, a differenza di quello che qualcuno ipotizzava, siamo davanti allo stesso paradigma: chi acquista l’auto elettrica non è disponibile a rinunciare ai comfort dell’auto a benzina. E il comfort in questo caso è fare un pieno in pochi minuti e poi per i successivi 4 o 5 giorni non pensarci più. In questo caso la promessa è molto “markettara” perché garantire ricariche “fino a” 200 kW senza una rete HPC non serve a niente, la promo marketing è una mezza verità, il potenziale acquirente mentre legge l’annuncio già sta pensando che però le ricariche veloci sono poche (e se anche in autostrada montano colonnine da 22 kW, campa cavallo).

    E qui termina la premessa e arriva la riflessione. Cosa devono darci le auto elettriche che già non ci danno?

    Più prestazioni? No. Quelle interessano solo ad Alessandro a me, agli altri no, quindi no grazie (ahimé)

    Sound artificiale? No. Quello interessa solo a me e quindi anche questa la depenniamo

    Prezzi più contenuti? Eh no, questo non interessa a loro, sono riusciti a piazzare l’auto elettrica nel mondo del premium e c’è un cartello di fatto sui prezzi, perché spararsi sui piedi? Quindi non lo faranno, i prezzi sono destinati a restare questi qui ancora per un po’.

    Più scelta nei volumi/dimensione? Ormai le cartelline sono quasi tutte riempite, restano le nicchie, come monovolumi e station wagon, poco richiesti dal mercato, quindi no, al più si tratta di tradurre in elettrico alcune versioni storiche, vecchie glorie da riproporre alla spina (Lancia Delta elettrica, etc.).

    Più fuffa? Ecco qui la risposta è sì. Le prossime auto avranno putt@n@t3 incredibili come realtà aumentata, 6g, gattini e oroscopo online, tutte giga-cretinate mentre un calciatore balla su uno schermo che sembra un tv (che nel frattempo prevederà l’integrazione con netflix e altre app idiote). Avremo luci e lucine dentro e fuori l’auto che a confronto le auto modificate di Fast & Furious erano signorili, con luci che proietteranno (o sembreranno proiettare) le indicazioni del navigatore su strada. Sempre più ADAS totalmente inutili, l’auto ci avviserà prima di uno starnuto così evitiamo di fare di cadere dal burrone. E materiali sempre più ecochic, come rivestimenti dei paraurti ottenuti con scarti industriali, etc. etc.

    E poi c’è il discorso batterie. Qui mi aspetto passi avanti sul discorso della garanzia, con garanzie che si allungheranno fino a 10 anni, autonomie che cresceranno con 1000 trucchi (pneumatici sempre più a risparmio energetico, cx più tirati, etc.), velocità di ricarica teoriche superiori grazie agli 800 e ai 1000 volt, etc. Forse qualcuno riuscirà a dire addio alla batteria da 12 volt.

    In pratica l’avrete capito: la fase 2 non porterà nessuna novità sostanziale, è troppo presto, la domanda è ancora forte e non c’è la necessità di innovare (l’innovazione è portata avanti quasi sempre dalla necessità, ma qui necessità non c’è, la domanda è forte già così). Bisognerà attendere la fase 3 per qualcosa di nuovo, con batterie a stato solido, riduzione sensibile delle masse (anche grazie a nuovi telai e a nuove soluzioni), evoluzione della trazione per una più elevata ottimizzazione e personalizzazione della guida ma anche l’introduzione di nuovi volumi e nuove soluzioni (in stile Aptera ma molto, molto più futurista), una guida autonoma che possa definirsi tale, la ricarica wireless e la competizione con la soluzione dell’idrogeno e le sue fuel cell.

    1. Quoto in buona sostanza tutto. La ricarica ultrafast é un optional semi-inutile i 22 KW della spring in DC ti permetterebbero di gestire la stragrande maggioranza delle situazioni. Con qualche fastidio in autostrada.

      Ma già avere colonnine da 100KW e macchine con ricarica da 100 KW ti farebbe gestire qualunque viaggio.
      Perché il falso mito del pit-stop da gara delle termiche nella realtà non esiste.

      Lo fai in ambito cittadino, mi fermo ed in 4 minuti faccio il pieno. Perfetto.
      La BEV peró in città me la ricarico a casa, é questa la comodità, torno dal lavoro attacco la macchina e il giorno dopo é piena.
      Mentre la ICE se la sera é a riserva nel parcheggio la mattina é sempre a riserva fin tanto che non passi dal benzinaio.

      Il problema é una rete ricarica capillare, fatta di colonnine da 22/44 KW che anche andando a fare la spesa in mezz’ora fa un bel rabbocco.

      In autostrada la sosta pit-stop semplicemente NON esiste, perché nei lunghi tragitti gli esseri umani (a differenza dell’auto) si stanca quindi dopo 2/3 ore si ferma.

      E non si ferma per fare rifornimento ma per bere un caffè, sganciarsi le gambe, fae due chiacchiere, darsi una rinfrescata. Ossia perde mezz’ora se hai figli di piú e quando torna alla macchina la ICE ha la lancetta del serbatoio nella stessa condizione che era quando si era fermato, con in piú la scocciatura che deve ancora fare benzina se é sotto metà pieno.

      Invece una BEV attaccata ad una colonnina da 100 KW dopo mezz’ora ha fatto il pieno, perché in 300 Km piú di 50 KW non hai consumato. Per non parlare del fatto che pranzi in autostrada se fai viaggi da 1100 Km e perdi un ora fra trovare un tavolo, ordinare, pagare ecc ecc anche piú.

      In buona sintesi fra una macchina con 50 KW di batteria con ricarica a 300 KW ed una con batteria da 100 KW limitata a 55KW di ricarica la seconda senza dubbio.

      Sull’evoluzione delle batterie aspetterei l’estate a dirlo. Se BYD introduce le batterie al sodio, che hanno costi molto più bassi delle litio allora entreremo in una nuova fase in cui il segmento premium si ma anche quello mainstream avrà la sua da dire.

    2. VINCENZO VICINANZA

      Dovrebbero assumerti.
      Ci fai ritornare sul pianeta terra.
      Unico appunto.
      Hai dimenticato il sensore con piastrina intercambiabile per rilevare la positività al Covid quando fai un starnuto in auto

    3. Il commento su tutte le boiate che vengono aggiunte alle auto per venderle è da standing ovation. Ormai, tra schermi, lucine e ricchi premi e cotillons, le automobili sono cariche di roba inutile, tra l’altro fonte di distrazione, caratterizzata da un gusto barocco assai discutibile.

      Comunque non giriamoci intorno, il mercato delle auto non gira attorno a chi fa 30-40 km al giorno. Saranno sicuramente la maggioranza degli automobilisti ma, con quella percorrenza, l’auto la si cambia ogni morte di papa (beh, ora ne abbiamo addirittura due!). E’ piuttosto ovvio che il mercato sia tenuto in piedi, salvo campagne di incentivi e rottamazione che tuttavia producono quello che in statistica si chiama effetto harvesting, da persone che fanno almeno 20-30.000 km annui e che cambiano auto ogni 3-5 anni. E queste persone hanno bisogno di rifonimenti veloci, sotto i 15 minuti ogni 4-500 km, perché hanno impegni di lavoro e non possono fermarsi un’ora nel mezzo di una giornata -ripeto- lavorativa.

      Tutte le storie sui bambini che devono fare pipì ecc. ecc. vanno bene per chi non viaggia per lavoro. Io stesso, con mia figlia piccola, ho deviato per strade di campagna (anche per i famosi stradelli bolognesi decantati da Luca Goldoni) alla ricerca della trattoria tipica più carina per sfuggire alla morsa del traffico d’agosto, ma si trattava di situazioni in cui non avevamo vincoli d’orario: gli impegni di lavoro sono un’altra roba.

      Comunque, rispondendo ad altro utente più sotto, le persone sane guidano 4 o 5 ore senza problemi. Gli stessi camionisti devono riposare solo dopo 4 ore e mezzo e per 45 minuti (che sono più o meno quelli per fare il pieno o il rabbocco, visto che ci sono camion con 2.000 litri di serbatoio.

      Quanto a me, probabilmente ho una buona genetica, non ho alcuna patologia, non fumo, non mi drogo, son quasi astemio (bevo alle feste) purtroppo faccio poco sport, ma la scorsa settimana, dopo un’udienza a Napoli, ho mangiato un piatto di pasta ed un piatto di verdura e sono partito da solo verso casa alle 13:45. Ho fatto un rabbocco al pieno dopo i primi 250 km (non ho fatto pipì, cosa che sembra angosciare tutti quelli che guidano auto elettriche, perché l’avevo fatta alle 8 del mattino e l’avrei poi rifatta alle 21 e rotti) ho bevuto un caffè e preso qualche pocket coffee che aiuta ad evitare abbiocchi. Diciamo 15 minuti scarsi di sosta. Poi a velocità di codice, salvo qualche breve deroga, sono tornato a Milano. Durante il viaggio ho fatto diverse telefonate, ho mandato vari messaggi whatsapp attraverso android auto e segnato vari appuntamenti con lo stesso sistema. 775 km esatti a 54 anni, in piena sicurezza ed anche prendendomela comoda. Se non ce la fate a 30 o 40 anni, scusatemi ma il problema siete voi e non l’auto.

      Io do per scontato che, a breve (5 anni?) le elettriche mi consentiranno, se sarò io stesso ancora integro, una tabella di marcia analoga perché le auto non si vendono solo agli early adopters, cioè a persone che, per la loro peculiare condizione o per convinzione ed entusiasmo, sono felici di passare sopra agli inconvenienti di una tecnologia ancora immatura, ma anche a coloro che hanno esigenze diverse.

      1. Una tabella di marcia anche migliore: Italo Treno, partenza da Napoli Centrale ore 13,20, arrivo a Milano ore 18,20, costo 44,90 euro. Possibilità di telefonare, inviare whatsapp senza rischiare di finire al Creatore, collegamento internet gratuito, in alternativa pisolino, buone letture e Wc a volontà

        1. Già, ma il giorno prima avevo udienza alle 9 sempre a Napoli ed il primo Frecciarossa utile arrivava a Napoli alle 10:47, sicché non avevo potuto fare come al solito (di regola prendo il treno pure io, non ho dubbi che sia molto più comodo). Ho dormito in albergo, ho fatto l’udienza del giorno successivo e sono tornato con calma. In alternativa, avrei potuto prendere il treno e fare due notti d’albergo, ma avevo altri impegni.

          I messaggi Whatsapp li mando solo con android auto senza staccare le mani dal volante: questa è una cosa per cui ho una fissazione e l’idea di prendere in mano il telefono mi pare assai pericolosa.

          Il succo del messaggio era che la gente normale che è abituata a viaggiare per lavoro non si ferma ogni 200 km e non si ferma per minimo mezz’ora: lo fanno i turisti o le persone così importanti da poter fare attendere il resto del mondo.

          Non è realistico costruirsi l’idea di un mondo in cui il tempo non è denaro, perché -purtroppo- è vero esattamente il contrario ed il passaggio all’elettrico ne terrà sicuramente conto.

          1. Anche non fare pipì per tredici ore non è il massimo per la salute, eh!

          2. Per carità, nessuna critica e nessuna ironia. Solo l’invito a riflettere sul fatto che il suo esempio non è necessariamente lo standard abituale di chiunque viaggi per lavoro. Cosa sia realistico e cosa no dipende da infinite variabili: capienza della vescica, propensione all’abbiocco, passione per la guida, vizi vari tipo il fumo, frequenza dei viaggi. Anche tipologia di auto elettrica, dal momento che molti modelli garantiscono ormai un’autonomia di 350-400 km e ricariche ultraveloci.

          3. Alessandro D.

            -Il succo del messaggio era che la gente normale che è abituata a viaggiare per lavoro non si ferma ogni 200 km e non si ferma per minimo mezz’ora-

            La capisco perfettamente perché rientro anch’io nel suo caso scuola.
            Non di meno le cose stanno cambiando molto rapidamente e, per farla breve, fino ad un paio di anni fa mi sarebbe stato sostanzialmente impossibile fare con una vettura elettrica le strade che sono solito fare e nei tempi in cui ho bisogno di farle (anche settecento chilometri in una giornata, con pause ridotte al minimo e nessuna certezza di trovare a destinazione una colonnina libera o anche solo una colonnina tout court per mettere correttamente a frutto il tempo in cui la vettura starebbe ferma).

            Per quanto fossi dubbioso e per quanto le cose dovrebbero andare comunque più spedite, devo ammettere che di cambiamenti ne sono stati fatti tanti. Con calma, ma le colonnine in autostrada stanno cominciando ad arrivare seriamente, e divertendomi a giocare con ABRP sulle autostrade che sono solito frequentare ormai mi accorgo che, salvo errori, omissioni e soprattutto imprevisti, dovrei potercela fare senza particolari ritardi anche ipotizzando di utilizzare una tranquillissima Opel Corsa elettrica. Ciò al momento non mi mette al riparo da tutta un’altra serie di problematiche e di contingenze che vi risparmio, tali da non farmi venire voglia di fare il grande passo… perlomeno se parliamo di trasferte lunghe. Perché chi avesse la bontà di leggere i miei commenti, conosce perfettamente la “telenovelas” della citycar elettrica che mi piacerebbe acquistare 😂, che avevo quasi trovato e che mi hanno soffiato sotto il naso 💨👃😡.

            Però il succo del discorso è: si scarichi abrp, si scelga la macchina che le piacerebbe o che le potrebbe piacere, e si diverta a simulare i suoi itinerari. Non si “fossilizzi” sui macchinoni: comprensibile farlo, ma parta dal presupposto che quando la vettura riesce a caricare davvero alle ultraFast attorno ai 100 kW la differenza per arrivare al 80% , può essere veramente di pochissimi minuti. Tenga presente tra l’altro che questa applicazione usa logiche un minimo “conservative”. Vedrà lei stesso che oggi la situazione è molto meno tragica di quello che può apparire a prima vista. E in teoria non può che migliorare. Poi chiaro: se le va come me, che ad oggi sulla trasferta più importante che faccio di solito ancora non ho la certezza di poter avere una colonnina a destinazione, allora evidentemente è ancora presto. Io conto di risolvere il problema entro un paio d’anni, ma è ovvio che ogni caso è una storia a sé.

          4. @Leonardo (R) posso concordare che 13 ore siano troppe, ma le 2 ore di cui parlano alcuni sono da visita immediata con lo specialista:)

            @Massimo Degli Esposti , stavo in effetti pensando che, a spanne, una Tesla model 3, con un paio di soste da 20 minuti scarsi, mi avrebbe consentito di fare grosso modo lo stesso tipo di viaggio (anche se non so esattamente come siano messi supercharger e colonnine ultrafast su quella direttrice).

          5. Da Napoli a Milano trova già una mezza dozzina di aree di servizio autostradali con ricarica ultrafast da 300 kW. Altrettanti sono in costruzione. Consulti il sito del gestore Free To X per i dettagli. Di Supecharger Tesla ne trova una decina, ma non sono in autostrada bensì in prossimità dei caselli.

          6. mario milanesio

            @luca Bosi
            47000 km fatti, Renault Zoe, 21 mesi.
            ricarico mediamente ogni 2-3 giorni, ad oggi il 43% da fotovoltaico.
            estate 2021 in Olanda, estate 2022 in Germania.

            evidentemente
            o ti sbagli tu
            o si è sbagliata la mia Zoe

          7. Ae sembra eccome lo standard di chi viaggia per lavoro, ci sono i treni e vero, se hai orari programmabili al minuto con certezza di non avere imprevisti ne ritardi son perfetti, come anche se non hai attrezzatura o campionari più grandi di una 24h, se però sei come tutti gli altri che sai esattamente quando inizi ma il “quando finisci” è una mera ipotesi beh… Perdi il treno, aspetti tot ore quello successivo in stazione estate inverno che sia, e magicamente hai perso molto più tempo e sei stato peggio che ad aver preso l’auto. Guai se poi devi visitare più di un cliente/luogo o qualunque cosa fai, prendi il pullman in una città diversa ogni volta con orari e gestioni diverse, iscrizioni a siti diversi per diversi biglietti elettronici o altrettanti fisici per prenderlo in loco… Non sai se ci sono coincidenze salvo passare 3h per ogni lavoro a progettare tutto nei dettagli… Quelle 3h dove le fai saltare fuori? Dormi tre ore in meno delle già 7h scarse? Mangi di corsa nella brevissima pausa pranzo mentre fai calcoli di tempi di treni tram metro e pullman per poi ritornare a lavoro senza aver tirato fiato, ogni singolo giorno della tua vita lavorativa? Mi spiace ma nella stragrande maggioranza dei casi chi si muove in auto per lavoro lo fa perché non può permettersi di programmare tutto ogni secondo e ha bisogno di portarsi dietro cose o persone che comunque farebbero lievitare i costi anche dei mezzi pubblici, oltre che trainarti per una città su e giù dai mezzi magari 50kg di attrezzatura ingombrante… Non ci son solo colletti bianchi che viaggiano per lavoro, non sono tutti impiegati che vanno a fare riunioni e tornano a casa sempre e comunque alle 18.01, spesso e volentieri si va ben oltre orario di cena e che fai? 45 minuti di pausa ricarica minima ora do arrivare a casa per crollare? Se va bene ti addormenti li e ci rimani fino al mattino e mandi a puttane il lavoro del giorno dopo, se va male ti viene anche un colpo di sonno quando sei quasi a casa che sale il rilassamento… Ma 1h dopo il dovuto, o due se l’auto non è delle migliori a 130 e devi far più soste o rallentare di un buon 30%

          8. Ah si giusto… Non tutti vanno in centro città dei capoluoghi italiani, magari devi andare in un polo industriale a 1h dalla città, i mezzi diretti non esistono più cambi attese cazzi e mazzi… Ragazzi su, se fossero così pratici e comodi i mezzi pubblici non staremmo qui a parlare di auto, nessuno sentirebbe il bisogno di averne, nessuna azienda darebbe a nessun dipendente l’auto a scopo lavorativo perché non servirebbe a nessuno etc…

        2. VINCENZO VICINANZA

          Si viva Napoli e paesi limitrofi poi mi farà sapere se le BEV potranno mai attecchire nel breve periodo in queste zone.
          Alla Andrei Minardi… “Sogno che ci sei… Sogno che mi vuoi*

  6. Matteo Bramucci

    Direi che un gruppo che vende 9 milioni di auto l’anno , tutti gli anni da svariati anni, se ne infischia di quando supererà Tesla nelle vendite di auto elettriche…. .

    1. Guido Baccarini

      Proviamo a guardare le cose da una differente prospettiva, pensiero laterale.
      Considerando che l’utile netto di Tesla cresce di circa 2 miliardi di $ a trimestre (quindi nel quarto trimestre 2022 farà circa 13 miliardi), se mantiene lo stesso tasso di crescita supererà entro la fine del 2023 l’utile netto di VW.
      Direi che un gruppo che vende 9 milioni di auto l’anno, tutti gli anni da svariati anni, gli dispiaccia che Tesla pur vendendone numericamente un quarto margini di più.

  7. Guido Baccarini

    Promettono di raggiungere nel 2025 sui modelli di punta la velocità di ricarica che ha il modello base Tesla dal 2020?
    Autonomia di 700 km senza precisare la capacità della batteria?
    Perché dal 2020 Tesla con 75kWh ne fa 600, basterebbe portarla a 90 e supererebbe i 700.
    Per ora vedo marketing, non fatti.

    1. la “velocità di ricarica”, sinceramente, è un non-tema.

      Quando una BEV è compatibile con 100KW di ricarica basta ed avanza.

      Se ci fosse una batteria da 120KW che permette 800 Km di autonomia NON è che uno guida per 600 Km di filato.

      Bisognerebbe fare una pausa ogni 200 Km, diaciamo che ne fai 300, poi pure solo per sgranchirti le gambe ti fermi.
      300 Km sono 50 KW, con una ricarica da 100 KW sono mezz’ora, cioè un caffè, un salto in bagno e due chiacchiere su come sta andando il viaggio. Ed hai di nuovo il pieno.

      Parlo di autostrada.

      In ambiente urbano con 800 Km di autonomia basta che metti la macchina in carica una domenica si ed una no ad un 22KW di fronte al lago, all’albergo, al museo, alla fiera che siamo andati a visitare ed in 3 ore c’è il pieno.

      1. Guido Baccarini

        Totale disaccordo.
        Le batterie devono essere “piccole” e veloci da caricare, solo così si raggiunge rapidamente il punto di pareggio CO2.
        120kWh di batteria sono un abominio inefficiente.
        120 kWh caricati a 100kW di velocità richiedono quasi 2 ore di carica nelle ultrafast. Non si può dare per scontato che la necessità di caricare la batteria coincida con la mia sosta , che deve essere particolarmente lunga , richiedendo quindi pianificazione . Esasperando il concetto a titolo esemplificativo , sarebbe preferibile fermarsi ogni 100 km per un solo minuto piuttosto che farne 800 e poi dovere necessariamente aspettare ben più di un’ora .
        Ovviamente nella mia visione di possessore di auto con 50kWh di batteria che in 24.000 km ha dovuto fare una singola sosta superiore ai 30 minuti (le altre inferiori).

        1. Luca Dell'Oca

          Anche perchè quello che indicano le case è la velocità “massima” di ricarica, che sappiamo bene usando le BEV che si raggiunge solo in poche specifiche condizioni. La mia id.3 ha esattamente i 100kW indicati come necessari, ma li ho raggiunti forse due volte in una ventina di cariche DC e solo per pochi minuti, nella tipica condizione di temperatura mite esterna e batteria carica al 20-30%. Per il resto, siamo solitamente sui 50-60, anche 40 quando fa molto freddo, quindi ricaricare i miei 44kWh richiede 40 minuti di sosta per fare il tipico 20%->80%.

          Dobbiamo arrivare ad avere almeno 150 se non 200 kW di velocità di carica “media”. Vorrebbe anche dire occupare uno stallo pe soli 15 minuti e poterlo liberare per le altre persone in coda.

        2. Nei miei viaggi autostradali NON sono mai riuscito a fermarmi MENO di 20 min.
          Ripeto MAI, 30/40 si ma mai meno di 20 minuti.

          Per cui resto della mia idea che la ricarica ultrafst sia un orpello sostanzialmente inutile. Non a caso nel mirino ho la MG4 che non si ricarica a 200 KW e meno male buttare soldi inutilemnte è una cosa che mi infastidisce.

          Vicino casa ho due colonnine da 22KW e primadi passare a BEV ho intenzione di montare una colonnina da 7,4KW.

          Per cui il pieno io non lo farei in girno ma dal mio FV, almeno preferenzialmente.

          Siccome non faccio il rappresentante e NON faccio lunghi viaggi per lavoro ma per piacere non avrei nessun vantaggio ad avere ricariche da 300KW.

          Anche perchè dovresti prima incontrare una colonnina, invece a casa ci torno tutti i giorni e la macchina sta per l’80/90% della sua vita parcheggiata non in movimento.

          1. Alessandro D.

            Il mondo è bello perché è vario amico mio!😉

            Nei miei lunghi viaggi autostradali, comodamente una trentina all’anno, Io non sono mai riuscito a fermarmi più di 15 minuti ogni 150 km. E se lo faccio Sto perdendo tempo che nessuno mi paga. 😉

            Questo fa di me la norma? O quello che fa lei è la norma? Ma certo che no. Esistiamo entrambi con pari dignità.
            Personalmente, per quelle che possono essere le mie necessità, la possibilità di ricaricare in maniera estremamente rapida è una conditio sine qua non. E se mi mettessero il dwpt sarei ancora più contento.😉

    2. COnsumi rilevati in prova certificata: autostrada 3.7 km/kWh, percorrenza 3.7*75= 277 km, un pochino lontani dai 600. Consumo medio 4.9 km/kWh, 4.9*75= 367.5, anche qui un pochino lontano dai 600. Però si, magari con una discesa molto lunga (tipo 300 km) si arriva a 600 km di autonomia.

      1. Silvano Della Casa

        Sono un rappresentante che possiede una Model 3 Long Range da Dicembre 2019, 3 anni esatti, con la quale ho percorso fino ad ora 190.000 km prevalentemente in autostrada, caricando quasi esclusivamente alle colonnine HPC, tra cui Supercharger. Ai 130 il consumo è di 200 watt chilometro, 220 con riscaldamento (non ho pompa di calore), quindi 5 chilometri a kwatt. 190.000 km senza praticamente mai ricaricare a casa, tutto documentato in fattura. Nessuno ha parlato di consumi autostradali, ma WLtp, riesce a sbagliare anche quelli. Se non è malafede è analfabetismo funzionale.
        La sua ignoranza e arroganza è semplicemente lo specchio della società citata da Umberto Eco.
        Non si rende conto di mettersi in ridicolo davanti a milioni di persone, tronfio come un tacchino con la ruota, impettito e fiero come un bimbo capriccioso che vuole avere ragione su qualcosa che non conosce e non vuole conoscere.
        Spero solo di non conoscerla nella vita reale.
        Torno alla mia vita, leggo sempre Vaielettrico ma di solito non commento, anche a causa di quelli come lei.

        1. Grazie per il contributo Silvano. Non tanto per la prima parte perché, possedendo Tesla Model 3 dal 2019 e ne conosco bene i consumi (prima senza PdC, dal 2021 anche non PdC), quanto piuttosto per la seconda parte: una delle migliori definizioni del “personaggio” che abbia mai letto: non avrei saputo fare di meglio, su serio! 😉

        2. Quanto lei dice una sua affermazione, non è provata da nulla. Io ho pubblicagto dati certificati. Complimenti per la sua tesla magica, che percorre il 35% di strada in più rispetto a quella provata. O vuole dire che qualcuno pubblica dati falsi? Per il resto mi congratulo per la sua educazione. Anche da questo si vede la differenza.

          1. mario milanesio

            certificati da chi?
            fonte?
            link?

            altrimenti … “me l’ha ddetto ammio cuggino”

            (non ho una Tesla e non mi interessa averla)

          2. Se sono certificati da chi sospetto inizio ad avere seri dubbi anche sui consumi del Qashqai

  8. Pezzini greta

    Anche con lancio linea ID voleva dare filo da torcere a tesla..e lo voleva sapere senza veli dagli acquirenti con test post vendita..😅spudorati😂..sono una soddisfatta propietaria di ID3 ma sono ben consapevole della superiorità del progetto di palo alto..sia per software che per rete ricarica,la ionity a confronto in Italia non è mai decollata(per questo non faccio abbonamento wecharge) e un software che non dice con quanto arrivi di %a destinazione mi sembra ancora molto migliorabile…per il futuro non ho capito se il MEB+ sarà a 800v,questo sì darebbe una spinta in più. Però voglio elogiare la mia ID3 per averci portato ovunque senza problemi o patemi,senza mal di schiena per i suoi sedili dall’aspetto spartani ma ergonomicamente al top..risposta di guida sempre corretta e pronta…lei è così, dall’aspetto dimesso e sorniona ma sempre pronta a proteggere dal traffico la sua famiglia😍

  9. Ma su che base stimano 10 milioni di veicoli elettrici venduti tra 3 anni se continuano a presentare modelli premium e sportivi con prezzi di nicchia? Si parla di un solo modello sui 25 mila euro che saranno comunque tutti da dimostrare (ID.3 docet).
    A cosa serve spingere su autonomie sempre più importanti e ricariche sempre più veloci se poi questo comporta prezzi sempre più alti?
    Poi se non raggiungeranno questi obiettivi sarà colpa delle normative anti inquinamento? Sarà colpa del mercato che “non vuole la transizione energetica”?
    Trovo una grande contraddizione in tutto questo, a volte sembra che certi amministratori vivano su un altro pianeta

      1. Alessandro D.

        Seriamente, Senza nessuna pretesa di aprire una diatriba. Non è mai colpa del cliente. È una regola Oserei dire quasi dogmatica del marketing. Io che odio i dogmi! Però è così. Se un prodotto non si vende non è colpa del cliente ma è colpa del prodotto.
        Poi Per l’amor del cielo si può stare a discutere quanto vogliamo e si possono inserire 100.000 variabili. Assolutamente certo anche questo. Però di base la questione parte sempre dall’assunto di cui sopra.
        Ripeto, solo per fare una notazione generale.😉

        1. Si ok la mia era una domanda, stimolata soprattutto dal discorso autonomia e categoria premium. La “colpa” è in senso lato, ovvero se i clienti vogliono maggiori autonomie devono spendere di più (servono batterie più grandi) e quindi i produttori si orientano sulla fascia premium.
          Per il popolo si vedrà: di sicuro non è compito dell’industria risolvere il problema delle auto per le masse.

          1. Alessandro D.

            -non è compito dell’industria risolvere il problema delle auto per le masse.-

            Però è nel suo interesse, e questo forse vale più di mille intenzioni.

  10. Luca Dell'Oca

    “Le ultime notizie, unite a una nota sulla trasformazione della storica fabbrica di Wolfsburg, sembrano voler dire che l’elettrico resta una priorità.”

    In realtà è sempre la stessa Volkswagen, malata cronica di annuncite acuta. Sempre nuove cose che arriveranno in futuro, basta nel frattempo credere in loro e comprare i loro prodotti attuali, ben lontani dai racconti fantastici che propinano continuamente.

    1. Si sta cosa la capisco poco onestamente, con questo tipo di dichiarazioni al massimo uno decide di aspettare e prendere quelle, zero vendite per due tre anni hehe

  11. Staremo a vedere, perché a parole tutti sono bravi e si prefissano di raggiungere determinati obbiettivi, ma non vuol dire che sarà così nei fatti, io continuo a essere poco convinto del fatto che riusciranno a superare Tesla entro il 25, mi sembra più propaganda che un obbiettivo realmente raggiungibile.

    1. Beh come numeri di vendita, almeno per un mese è decisamente più facile che superarli in qualità dei mezzi, almeno nel breve periodo come in questo caso

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