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Arriva Reinova, darà corrente alla E-Motor Valley

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Training Academy Varta

Reinova, ovvero: l’idea geniale che darà corrente alla E-Motor Valley emiliana. Inseminerà di competenze sulla tecnologia elettrica centinaia di piccole e medie aziende italiane della filiera automotive per creare una filiera italiana dell’auto elettrica.

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L’idea meravigliosa di Giuseppe Corcione

L’idea di Reinova l’ha avuta un ingegnere meccanico di 42 anni, Giuseppe Corcione. Napoletano, figlio del professor Felice già direttore dell’Isitutto Motori del CNR, l’ ingegner Corcione era al culmine di una brillantissima carriera come capo di una squadra di 1.400 ingegneri e progettisti nella sede del colosso dell’engineering auto AVL, a Graz, in Austria. In AVL e in precedenti esperienze ha firmato decine e decine di brevetti per powertrain termici ed elettrici.

Giuseppe Corcione

Ha deciso di tornare in Italia all’inizio dell’anno scorso, quando ha dovuto assistere il padre malato. «Avevo due opzioni: entrare nell’ufficio ricerca e sviluppo di una grande azienda dell’automotive, dove avrei studiato soluzioni per i loro problemi; oppure mettermi a disposizione di tante meravigliose aziende italiane per trovare soluzioni ai problemi di tutte. Ho scelto la seconda, mi sono messo in gioco».

 

Reinova prenderà per mano le PMI dell’automotive

Tutte hanno lo stesso problema: convertirsi alla trazione elettrica. Una questione di vita o di morte. Perchè, spiega Corcione «fino a tre o 4 anni fa chiunque nel mondo volesse sviluppare un’auto ad altissime prestazioni non aveva altra scelta che venire qui, nella Motor Velley emiliana. In nessun’altra parte del mondo puoi far in quattro mesi un bolide che vince a Le Mans. Ma oggi,  con l’avvento dell’elettrificazione, l’attenzione generale si è spostata altrove».

Non sarà che ormai abbiamo perso il treno? «Sono qui perchè sono convinto di no. Cambiano i componenti, i prodotti, le lavorazioni, ma le competenze per spingere al massimo le leggi della fisica sono sempre le stesse. Qui ci sono sempre state e torneranno ad essere protagoniste». Gli imprenditori di questa terra ne hanno piena consapevolezza.

Quel che manca è un polo di competenza che faciliti e velocizzi la transizione. «Aziende con 15-20 dipendenti, lasciate da sole, ci metterebbero anni. Reinova le aiuterà ad essere pronte entro il 2025».

A Soliera un capannone pieno di tecnologia

Il primo esempio di innovazione accelerata viene proprio dal caso Reinova: il progetto è partito nell’ottobre 2020, le autorizzazioni sono arrivate all’inizio di quest’anno e oggi è già un capannone di 10 mila metri quadrati che si sta riempiendo delle apparecchiature più sofisticate a mondo. Sarà inaugurato il 10 luglio, data di nascita di Nikola Tesla. «Abbiano dimostrato che in Italia  si può fare qualcosa di straordinario in appena sette mesi. Parlando poco e facendo tanto, come si usa in questa terra» dice Corcione.

Lo stablimento è a Soliera, in provincia di Modena. La mente e la sede legale della società madre ReiLab Srl a Reggio-Emilia, nel polo tecnologico pubblico-privato della cittadina emiliana. La società è stata finanziata da un gruppo di imprenditori, tra cui Fabio Storchi, presidente di Unindustria Reggio-Emilia e fondatore dell’azienda di meccatronica Comer Industries, con il supporto di Banca Intesa. L’investimento previsto si aggira attorno ai 35 milioni di euro.

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Reinova fa il pieno di “cervelli”

A Soliera sono già al lavoro 22 “cervelli”: ingegneri meccanici, matematici, ingegneri elettronici,  in gran parte provenienti dal settore MotorSport e molti rientrati dall’estero.  Diventeranno 35 a fine anno e 62 a regime, nel 2022. Il giorno dopo l’inaugurazione lo stabilimento sarà operativo al 65%. A fine anno viaggerà a pieno ritmo, su tre turni, sette giorni su sette. Corcione aggiunge: «Non avremo segretarie, non avremo amministrativi, non avremo cartellini da timbrare, ma solo obiettivi da raggiungere tassativamente».

Cosa farà Reinova? Testing e sviluppo di e-componenti

Reinova sarà due cose. Sarà uno dei principali centri europei di testing e omologazione per componenti e sistemi di trazione elettrici. E sarà un polo di sviluppo per progetti innovativi al servizio delle imprese. Non si occuperà solo di veicoli a quattro e a due ruote, ma anche di micromobilità, nautica, mezzi da lavoro e agricoli, aviazione, sistemi di ricarica e nuovi servizi di mobilità.

Reinova per le imprse: dall’idea all’omologazione

Secondo il manager, infatti, la rivoluzione elettrica  «unisce e integra ambiti che erano disconnessi». Nella sua visione i sistemi di trazione elettrica diventeranno «commodity standardizzate e modulari» suddivise in quattro macro famiglie:

ultralight mobility (monopattini, e-bikes, hoverboard, tavole da surf),
light mobility (scooter e moto elettriche, quadricicli e city car),
soft mobility (auto, e nautica da diporto),
hard mobility (trasporto pubblico, treni, mezzi urbani, macchine agricole e da cantiere, trasporto pesante).

Quando ogni sistema sarà progettato, sviluppato, industrializzato e prodotto su larga scala e in completa automazione non avrà più alcun senso economico importarlo dalla Cina. Basterà che ogni costruttore lo configuri secondo le proprie esigenze.

I futuri powertrain elettrici? Standardizzati e modulari

«A nessun cliente utilizzatore importerà più nulla di cosa ci sia sotto il cofano: il valore aggiunto si sposterà su quel che c’è sopra e su come il veicolo si interfaccerà con le esigenze di mobilità di chi lo guida. Sarà quello a determinare l’dentità del veicolo».

Secondo il Corcione-pensiero i veicoli tradizionali connettevano organi meccanici per creare una macchina in funzione di un impiego e di uno solo. «La grandezza tecnologica dell’elettrificazione, invece, consente di connettere il veicolo alla persona che lo guida, semplicemente  cambiando il software di gestione per associarlo alla sua missione».

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Il persorso di un sistema di trazione elettrico

La transizione elettrica passa dal software

Reinnova, per esempio, è già al lavoro su un sistema di trazione standard per moto elettriche e nautica da diporto. La meccanica “pura e dura” cederà terreno all’informatica, all’intelligenza artificiale, a sofisticati software capaci di auto apprendere e aggiornarsi. Ma nessuno pensi che la Terra dei motori sia così sprovvista di queste competenze. «Emilia-Romagna, Lombardia, parte del Veneto e della Toscana _ dice Corcione _ sono anche la culla mondiale dell’automazione industriale. E’ un settore che da due decenni si misura con l’informatica più spinta. Il know how non le manca di sucuro».

Reinova e Silk-Faw: “convergenze parallele”

Quando Corcione concepì Reinova, nel marzo 2020, la joint ventiure americano-cinese  Silk-Faw non avevano ancora deciso dove collocare la sua megafabbrica di hypercar. Se però, alla fine, ha deciso di venire nella Motor Valley, e proprio a Reggio-Emilia, la possibilità di una  “convergenza parallela” con il progetto Reinova deve aver avuto il suo peso.

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2 COMMENTI

  1. Corcione potrà essere un genio nella sua materia, ma evidentemente vive fuori dal mondo se pensa di poter fare a meno di amministrativi. Probabilmente quando era i Austria era così in alto che si poteva occupare di strategia aziendale e non di gestione effettiva. O cambia organizzazione o non sopravvive più di un mese.

  2. Ciao a tutti, se qualcuno a la possibilità di rintracciare il signor Giuseppe Corcione, avrei bisogno di informazioni ed indirizzarmi su delle idee per quanto riguarda la mobilità elettrica, auto e altro. Anche in privato, grazie a tutti

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