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Arriva E-cal 1020, il kers per biciclette

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Training Academy Varta

L’Università di Losanna e Punkt., azienda svizzera di design, hanno realizzato E-cal 1020. Nome da Star wars ma una tecnologia, quella del kers, che sfrutta l’energia cinetica prodotta dalla frenata e dalla pedalata per trasformare una bici normale in e-bike.

Un motore plug and play innovativo al limite del rivoluzionario, con un design ultra moderno dalle dimensioni ridotte e leggerissimo. Questo è E-cal 1020, il propulsore facile da trasportare che trasforma una qualunque bicicletta in una moderna, e bella, e-bike a pedalata assistita, progettato dagli studenti dell’Università Ècal di Losanna nell’ambito di Pump. Si tratta di un progetto messo in piedi dall’azienda dell’innovazione svizzera Punkt. e che coinvolge tre dei migliori centri ricerche universitari d’Europa e del mondo: Royal college art di Londra, Design academy di Eindhoven e appunto Losanna.

Il target da raggiungere secondo Punkt. era un prodotto per il trasporto personale che fosse innovativo sia nello stile che nella funzione, specifico per le esigenze e le opportunità che si trovano nelle città in cui gli studenti stanno studiando e seguendo il motto “domare la tecnologia”. Gli studenti del master in Product design di Ècal si sono fatti ispirare dalle strade della città svizzera in cui abitano, con tragitti brevi ma con tanti e aspri cambi di pendenza.

semplice ed elegante

Una spinta senza batterie

Così è nato E-cal 1020, un motore dal design vintage che ricorda una vecchia dinamo o anche un mulino ad acqua e che viene applicato proprio sopra la ruota anteriore di qualsiasi bicicletta in commercio. Il modo in cui questo motore, che non necessita di batterie e quindi abbatte drasticamente il peso del mezzo, è in tutto simile al Kers montato sulle auto di Formula 1 da qualche anno. L’acronimo dei bolidi sta per kinetic energy recovery system e infatti e-cal 1020 raccoglie e immagazzina sotto forma di energia propulsiva quella prodotta in discesa dalla frenata, impedendo che venga semplicemente dispersa sotto forma di calore.

 

L’idea dei ragazzi del master in design industriale guidati dal designer Thilo Alex Brunner, responsabile del programma presso l’Università di Losanna, ma anche professionista affermato, è semplice quanto rivoluzionaria perché applica il concetto del kers, un recupero di energia già adottato dalle auto elettriche e ibride. In questo caso si tratta di recuperare parte dello sforzo umano dovuto alla pedalata su percorsi cittadini misti, se non proprio collinari e di montagna. Rendendo meno faticoso l’utilizzo delle due ruote anche in luoghi non del tutto pianeggianti, dove infatti le vendite e la diffusione delle biciclette sono molto scarse.

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Al progetto di kers per per e-bike hanno lavorato sei studenti tra i 25 e i 30 anni, provenienti da ogni parte del mondo: i tedeschi Sebastian Maluska e Jakob Reuter, il giapponese Kohei Kojima, la sudcoreana Ji Hong Park, il messicano Oscar Estrada Leon e il francese Alexandre Picciotto, il più giovane del lotto. Seguiti dal già citato Brunner e dall’assistente Dominic Schlögel, hanno curato il progetto nella sua interezza, dal disegno del concept fino alla realizzazione del prototipo grazie agli strumenti messi a disposizione da Punkt.

Fare un Punkt sulla tecnologia

L’azienda svizzera è stata fondata nel 2008 da Petter Neby: «Ho fondato Punkt. per offrire una valida alternativa a chi si sente travolto dalle varie tecnologie che ormai occupano buona parte del nostro tempo». Punkt. è una parola tedesca che significa ‘punto’ o ‘punto fermo’, simbolo della semplicità, precisione e unicità con cui sono concepiti tutti i suoi prodotti. Da i telefoni alle sveglie, dai caricabatterie fino al motore con kers per biciclette, sempre all’insegna della semplicità e unicità.

la scuola di Losanna

Ècal sta per ècole cantonale d’art de Lausanne ed è una delle dieci migliori università di design e arte del mondo. Ha un direttore appena quarantenne, Alexis Georgacopoulos, e docenti giovani e dinamici. Attualmente offre sei corsi di laurea (belle arti, cinema, graphic design, industrial design, media & interaction design, Fotografia) e sette master, tra i quali due in studi avanzati nel design del lusso e ricerca nell’innovazione digitale.I numeri di Ècal sono in costante crescita, sia dal punto di vista degli studenti arrivati nell’anno accademico a 630, sia dal punti di vista delle collaborazioni internazionali: i lavori partiti da Losanna sono esposti in tutto il mondo, dal centre Pompidou di Parigi a Singapore, ma pure le collaborazioni con aziende multinazionali si moltiplica, da Ikea a Hèrmes.

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3 COMMENTI

  1. Questo articolo parla di un dispositivo in grado di generare energia (quindi un motore) sprovvisto di batterie, che sottrae una parte dello “sforzo umano dovuto alla pedalata … Rendendo meno faticoso l’utilizzo delle due ruote anche in luoghi non del tutto pianeggianti…”. Salvo che non si ricorra a tecnologie da fantascienza conosciamo solo due modi, pratici, per immagazzinare l’energia: o la si mette nelle batterie (ma si legge che non ce ne sono) oppure la si trasforma in energia cinetica (supervolano?). Tutte le altre possibilità consentite dalla fisica non si possono applicare ad una bici. Se dentro all’oggetto misterioso ci fosse un “supervolano”, in quanto a peso, surclasserebbe quello delle batterie. Viste le dimensioni del “coso” non ho grandi speranze che si possa fare tanta strada con l’energia immagazzinata. Ho la sensazione che si tratti di un esercizio didattico (di tecnica, non certo di design) di un gruppo di volenterosi studenti, con scarse possibilità di trovare applicazioni convincenti. E per brevità e benevolenza, non ho aggiunto nulla riguardo all’efficienza delle “ruote di frizione”, quale appare essere il “coso”, visto che si appoggia direttamente sul copertone della ruota… 😉

  2. a parte che di design non ci vedo nulla anzi:
    1- non è intelligente porre una sorta di freno sulla ruota anteriore
    2- ci sono già da diversi anni i motori hub che recuperano l’energia per cui dov è L ho nnovazione?

    • Caro Tonio
      non ci pare che E-cal 1020 pretenda di essere un capolavoro di design, né che contenga innovazioni dirompenti. Però è un dispositivo pratico da installare velocemente su qualsiasi tipo di bicicletta e ha il vantaggio della grande leggerezza, non avendo necessità di batteria per l’accumulo di energia. E’ funzionale all’uso su tracciati cittadini ondulati, dove “spinge” solo per superare i tratti in salita e recupera l’energia frenando in discesa. Certo: un giudizio più completo potremo darlo solo dopo averlo testato, cosa che cercheremo di fare appena possibile.

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