Armaroli: “Contro la transizione usano armi di distrazione di massa”

Nicola Armaroli condivide «parola per parola» il nostro “Manifesto dell’e-driver” e figurerà come primo firmatario. Lo dice parlando con Fuoco Amico del rinnovato scetticismo che circonda la transizione elettrica globale, del reflusso dell’opinione pubblica e della retromarcia di molte istituzioni internazionali.

Lo scienziato ne attribuisce la responsabilità alle lobby del fossile. «Sanno benissimo che la fine del petrolio come fonte energetica è inesorabile, ma cercano di rallentarla quanto più possibile per trarre il massimo profitto dal loro business attuale» commenta. Un contrattacco in piena regola, insomma,  che si dispiega su più fronti: illudendo l’opinione pubblica che la crisi climatica si possa risolvere con soluzioni tecnologiche miracolistiche e seminando dubbi sulla fattibilità di un sistema energetico basato su fonti rinnovabili ed elettrificazione.

https://youtu.be/viyYvwI4viU

Le lobby del fossile e l’arsenale di tecnologie impossibili 

Nucleare, idrogeno, cattura della CO2 dall’atmosfera, schermatura dei raggi solari nello spazio o colonizzazione di altri Pianeti sono un arsenale di soluzioni impossibili. Insostenibili economicamente, scientificamente improbabili o addirittura pericolose nei loro risvolti tecnologici e geo politici.

Idea di Musk: costellazione di satelliti anti-global warming

Sono insomma armi di distrazione di massa per sabotare una transizione energetica a portata di mano con le tecnologie che «abbiamo già mature e disponibili per il 90%». Ma taglierebbero fuori rapidamente dal loro business i grandi potentati economici del fossile.

Donald Trump è stato eletto con il loro appoggio e sta semplicemente facendo il suo lavoro. Armaroli si stupisce piuttosto dell’atteggiamento di altri Paesi, Italia in primis, che continuano a ribadire ambiziosi obiettivi di azzeramento delle emissioni,  ma nel contempo non adottano le misure necessarie per  ottenerli. E azzarda che anche questo «tenere il piede in quattro staffe» sia uno stratagemma ispirato dalle stesse lobby per guadagnare tempo senza dirlo esplicitamente.

Sfruttando l’umana tendenza a rimuovere ciò che spaventa, le lobby del fossile e chi le rappresenta bollano come “catastrofismo” ogni richiamo alle evidenza di una crisi climatica già in atto. E alimentano una narrazione negativa sulle tecnologie sostenibili che la scienza propone per contenerla.

Una firma per il nostro Manifesto dell’ e-driver

il manifesto dell'e-driver
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L’elettrificazione del trasporto è una di queste. Ben vengono quindi tutte le iniziative “dal basso” che la promuovono, dice Armaroli, come il nostro Manifesto dell’-driver. Lo scienziato ne apprezza tre spunti in particolare:

-L’estensione del concetto di elettrificazione al mondo delle due ruoteè inconcepibile – dice – che la penetrazione  si scooter e moto elettriche sia praticamente nulla in Italia, quando ormai domina la mobilità leggera in tutte le megalopoli asiatiche»)

-La sollecitazione alla rete di vendita perché smetta di fare «fuoco di sbarramento» e si attrezzi invece per  rappresentare un canale di promozione dei veicoli elettrici

-L’idea di creare un sito istituzionale di corretta informazione sulla mobilità elettrica per contrastare le fake news virali diffuse dai social.

LEGGI anche “Auto elettriche al lumicino? Quel che manca è la buona informazione” e guarda il VIDEO

Visualizza commenti (5)
  1. finché lo Stato italiano (e quindi il governo di turno) ha forti interessi (finanziari, politici.di “poltrona” etc) in ENI, SNAM, ENEL, TERNA etc etc difficilmente saranno interessati ad incentivare o impegnarsi direttamente o indirettamente in F.E.R. che ne diminuiscano il loro potere…
    Specialmente adesso che siamo sempre più coalizzati con gli USA condotti da gruppi di potere interessati a sfruttare fino all’ultima goccia (anche se a rendimento marginale ridicolo) gli idrocarburi e fonti fossili.

    1. Effettivamente CDP e quindi il tesoro fa indirettamente soldi dalle partecipate, che poi sono quelle che dettano la politica energetica. Allo stesso modo le accise sono una fonte di entrate che ancora non si è pensato come sostituire, e le spintarelle d’oltroceano sono ormai alla luce del sole, per cui non c’è da meravigliersi delle decisioni che vengono prese.
      Come scrivo da un po’ serve una lobby seria delle rinnovabili, mi interessa il giusto se poi dietro ci sono i cinesi visto che tanto siamo già in balia di colonialismo straniero.

      Da qui viene la riflessione che c’è un vuoto politico come non mai, gente come noi dal pensiero libero e razionale non sa a chi affidarsi. Armaroli quando ti candidi??

  2. la transizione verso l’elettrico non è un problema tecnologico “materiale”, ma un problema mentale, di cambiamento…

  3. Guido Baccarini

    Violeta, “ma è vero anche che le vetture elettriche sono ancora fuori portata per tanta gente” rispondo qui con un nuovo commento anzichè un rispondi perchè prendo solo spunto per una riflessione.

    Per tanta gente non è il momento e forse non lo sarà mai, però qui sono tanti anni che si dice che per tanta gente quel tempo lo era 5 anni fa ma non è ugualmente successo.
    C’è chi ha il reddito, fa chilometraggi normali (non pochi, ma nemmeno 60.000 all’anno), ha la casa indipendente con garage e nessun problema di ricarica, ha più auto così da coprire l’emergenza zia a 1.200 km di distanza o la vacanza in Salento partendo dalla Val D’Aosta, però l’auto non l’ha comprata 5 anni fa (la Model 3 è arrivata in Italia nel 2018 e già costava meno di un’Audi/BMW equivalente) e non la compra nemmeno oggi (quando ci sono 8 milioni di Tesla in circolazione e dire che è “acerbo” è ridicolo e il prezzo è pure crollato) per le ragioni che ci siamo detti un milione di volte, a partire dalla disinformazione, passando per la cultura e l’ideologia.
    Se oggi chi può non la compra, ritarda il momento in cui lo potranno fare gli altri, quelli che oggi non possono. E succederà sicuramente che qualcuno non potrà mai, esattamente come succede per i vaccini, se non si vaccina chi può farlo, gli immunodepressi moriranno e sarà colpa dei sani.
    Quando ho comprato la Model 3 l’assicurazione mi chiedeva poco meno di 90€ per gli eventi atmosferici. Oggi me ne chiede ben oltre i 200€, con il valore assicurato costante (ho il valore a nuovo) e quello che è cambiato è il rischio. Fra 10 anni assicurare contro la grandine / allagamenti costerà più della Kasko e sarà un lusso per pochi, però siamo qui a discutere sulla democraticità di un divieto sui fossili (che non è un obbligo verso le BEV, è un divieto sugli idrocarburi!!) ma non si discute sulla democraticità di avere la casa allagata o le finestre distrutte da una grandinata ogni 3 anni.

    Discorsi triti e ritriti, il mantra rimane quello: chi può, faccia il passo, chi non può smetta di fare terrorismo verso chi può perchè ottiene soltanto come risultato il giustificare uno status quo che fa comodo soltanto ai vecchi produttori di auto miopi e alle lobby del fossile, non certo ai suoi interessi.
    65.000 morti ogni anno in Italia per l’inquinamento, si vede che 180 morti al giorno non fanno abbastanza rumore.

  4. È vero che c’è una orchestrazione malsana riguardo la transizione energetica, ma è vero anche che le vetture elettriche sono ancora fuori portata per tanta gente. Io vorrei tanto a prendermi un motorino elettrico, ma non mi è facile ad acquistarlo. E non rientro neanche nei parametri del bonus. Quindi devo ancora sognare…

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