Il Tar del Lazio ha bocciato una parte del decreto Aree idonee. In particolare, nella parte che concede alle Regioni ampia discrezionalità nell’individuare i criteri per installare impianti rinnovabili. Ora il decreto andrà riscritto. A presentare ricorso era stata Anev, associazione dei gestori di impianti eolici.
Per il governo una clamorosa bocciatura. Per operatori e associazioni ambientaliste un punto a favore. Per la crescita delle energie verdi, nuove speranze di riuscire a raggiungere gli obiettivi che si è data l’Italia nella lotta al cambiamento climatico. Limitando sempre di più la produzione da combustibili fossili. Obiettivo non facile da raggiungere, visto il ritardo accumulato negli anni, ad eccezione degli ultimi due.
Ma partiamo dall’inizio. La sentenza ha annulla i commi 2 e 3 dell’articolo 7 del decreto Aree idonee. In pratica, quelle norme con cui il governo ha dato alle Regioni mani libere sui criteri per definire le aree in cui è possibile installare impianti rinnovabili. Una possibilità che alcune regioni (come la Sardegna e il Veneto) hanno interpretato la norma in maniera restrittiva.
Decreto Aree idonee: il governo dovrà inserire “elementi di omogeneità” di cui dovranno tener conto tutte le Regioni
In secondo luogo, il decreto riformulato dovrà contenere elementi di omogeneità per tutte le Regioni. Cosa che non avviene col decreto Arre idonee così come è stato proposto dal governo in carica e votato dal Parlamento.
Come detto, il provvedimento andrà riscritto. Pur lasciando margini di autonomia legislativa a livello locale, le Regioni non avranno più mano libera. Dovranno come minimo rispettare il concetto che le aree non idonee non esistono. Come prevede la legge nazionale. Lo ha spiegato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. “Il Tar dice che le aree non idonee non esistono. Le aree idonee previste per legge non potranno essere limitate e ristrette. Per esempio, le cave, le aree industriali, comunque dovranno essere idonee per la produzione di energia. Mi riservo di approfondire la sentenza e valutare quali azioni adottare per adeguare il Decreto”.
“Una vittoria amara: accumulati due anni di ritardi”
A presentare ricorso, l’associazione di categoria Anev (associazione nazionale energie dal vento). Il commento alla sentenza del Tar è del suo presidente Simone Togni. “Questa è una vittoria amara. Perché anche se noi vinciamo in tribunale, a perderci è il Paese reale a causa dei continui ritardi nello sviluppo delle energie rinnovabili. L’alto costo dell’elettricità che scontiamo oggi è figlio di questi ritardi“.
Sulla stessa linea il commento del presidente di Legambiente Stefano Ciafani. “Il ministero dell’Ambiente proceda velocemente a riscrivere il decreto ministeriale. E le Regioni si adeguino alla sentenza del TAR Lazio. Garantendo uno sviluppo veloce e ordinato degli impianti a fonti rinnovabili. Sotterrando per sempre quell’ascia di guerra contro le fonti pulite, in primis fotovoltaico ed eolico. Come non abbiamo mai visto fare purtroppo contro i veri scempi che hanno devastato, in alcuni casi in modo permanente, il paesaggio del nostro paese”.
Ma sii, tanto la devastazione del paesaggio, di terra e di mare, non sarà certo affare di tutti ma solo un problema della Sardegna, in primis, e di altre regioni del sud. Parlate di bollette care per colpa dei ritardi. La Sardegna verrà sommersa, ancora più di quanto lo è già, di parchi di fotovoltaico e pale eoliche alte 200 metri, dopo che ci hanno scaricato addosso gli accordi di kioto ora vogliono raggiungere gli obbiettivi nuovamente a nostre spese, perché i sardi non avranno, come non hanno mai avuto, alcun beneficio in bolletta, continueranno a pagare l’energia più cara degli altri. Ci stanno passando per inquinatori perché abbiamo le centrali a carbone (siamo l’unica regione in Europa, dopo 50 anni, a non avere il metano) quando buona parte dell’energia prodotta viene inviata nel resto d’Italia… però chi inquina è la Sardegna, non chi la usa l’energia prodotta. Troviamo un equilibrio che consenta un beneficio per chi sacrifica parte del proprio territorio a vantaggio di tutta l’Italia e dell’ambiente, perché è troppo facile pretendere l’energia Green e le bollette più basse, purché sia nel cortile altrui.
Inoltre non illudetevi, le bollette resterebbero uguali, sarà un beneficio per l’ambiente e meno costi per i produttori. Stiamo lasciando fare il piano energetico nazionale alle multinazionali.
Son tutti ambientalisti col cu!0 degli altri.
Questi sono i risultati di pagare parlamentari, senatori e ministri un euro e 60 all’ora come se lavorassero in un supermercato.
Ci credo che poi facciano le leggi con i piedi!
Peter (Kendrick?) slogan sconnessi dalla realtà, e se leggi gli articoli di vaielettrico dovresti saperlo, quindi trollone in mala fede
Trollone sarà lei, da quale pulpito, uno che si firma r.s. Legga la risposta al commento di Athos, non ho voglia di scrivere la stessa cosa due volte. Tutto ciò che arriva in Sardegna, da sempre, ha il sapore amaro della colonizzazione, con la promessa di pochi posti di lavoro.
se non ti vergognassi delle boiate che scrivi, anche tu useresti le tue iniziali e non le cambieresti mai… invece ad ogni messaggio cambi nome.. approfondisci il problema con uno spicologo
Perché non riuscite a guardare più in là del vostro naso.
Consorziatevi in una società che installi i propri impianti e godrete dei benefici di utilizzare l’energia da voi prodotta.
Un po’ come ha fatto una realtà che si chiama èNostra.
A parole è tutto semplice ma la realtà è ben diversa. In Sardegna ciò che si è provato a sviluppare autonomamente a beneficio dei sardi a volte è stato bloccato dallo stato o dall’Europa. Lo stato, non le multinazionali, deve deve sviluppare un piano energetico serio, nel rispetto dei territori e di chi li abita, coniugando esigenze collettive con quelle locali. Sia lo stato ad indire appalti per lo sviluppo delle rinnovabili nei territori individuati e le multinazionali, o i consorzi come dice lei, partecipano ai bandi, non il contrario. La Sardegna è già invasa da almeno vent’anni di generatori eolici, ovunque ti giri all’orizzonte non vedi altro, quello che si profila, con il benestare dello stato, è pura speculazione. Le rinnovabili devono svilupparsi, ovunque, ma in modo equo e che portino benefici reali soprattutto a chi vive nei territori che le ospita. Troppo facile far diventare la Sardegna la centrale elettrica d’Italia per poi farci pagare la stessa bolletta. Volete che le bollette siano meno care grazie alle rinnovabili ma il vostro territorio non è adatto allo scopo? Il vostro beneficio deve essere inferiore a quello di chi sacrifica il proprio paesaggio. Troppo facile fare propaganda a spese degli altri.
Con quali finanziamenti (pubblici) vengono installati questi impianti? Il costo a chi viene caricato sulle tasse o in bolletta? A tutti, e questo già non è equo. Ditela tutta, non solo la parte che fa comodo.
È sempre qualcun altro a dover fare qualcosa.
Bella scusa dietro alla quale nascondere il proprio immobilismo.
oh mado che mucchietto di stupidatte, non ne hai azzecata una
Rispondo solo ora perché non mi dava più l’accesso per i commenti. Vi rispondo direttamente con un link perché non ho tempo da perdere, do voce ai comitati che non sono certo composti da boccaloni manovrati dalle multinazionali del petrolio come qualcuno qui li vorrebbe far passare.
E per la cronaca, io ho scoperto per caso questo blog, mi interessava l’articolo, l’ho letto e ho commentato per la prima volta. Se avete dei troll che vi perseguitano certo non sono io. Buona giornata.
https://www.fanpage.it/attualita/perche-in-sardegna-nessuno-vuole-lenergia-eolica/
ieri in rapida successione sono usciti TANTI pronunciamenti del TAR contro le famigerate iniziative governative anti-rinnovabili dell’ultimo anno:
— Decreto Aree Idonee
— Decreto Agricoltura
— Legge Regiuonale Sarda
https://www.pv-magazine.it/2025/05/13/wrap-up-tar-lazio-pronunce-destinate-a-cambiare-il-quadro-normativo-italiano/
Alle prossime elezioni (regionali e nazionali) useremo le bollette al posto delle schede-voto.