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Appendino (Solar Ventures): “Il fotovoltaico all’italiana? Nei campi”

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Il fotovoltaico torna nei campi. Grazie al PNRR, che stanzia 1,1 miliardi di incentivi, e alla nuova disciplina dell’Agrovoltaico che integra grandi impianti fotovoltaici su scala industriale con l’attività agricola, migliaia di ettari di territorio  inutilizzato o sottoutilizzato  tornano disponibili per installare parchi solari da decine, se non centinaia di Megawatt.

fotovoltaico campi
La disposizione dei pannelli studiata da Solar Ventures per conciliare il fotovoltaico con lo sfruttamento agricolo dei campi.

Nel contempo il ministero dell’Agricoltura avrà a disposizione altri 1,5 miliardi di euro per incentivare, con un contributo economico diretto, l’installazione di impianti  sui tetti dei fabbricati agricoli.

I fondi per il fotovoltaico nei campi saranno gestiti invece dal Ministero per la Transizione Ecologica (Mite) che in accordo con quello dell’Agricoltura dovrà promuovere ogni anno di qui al 2030 nuove installazioni per 1,04 Gigawatt. La produzione elettrica a regime sarà di 1.300 GWh annui con un risparmio di quasi un milione di tonnellate di CO2 all’anno.

Entro marzo saranno definiti gli aspetti procedurali degli incentivi e i criteri in base ai quali saranno assegnati i fondi, conciliando produzione di energia, produzione agricola e tutela del territorio. Poi, entro giugno, scatteranno i primi bandi.

Appendino (Solar Venutres): “Gli obiettivi 2030 sono raggiungibili”

Michele Appendino è un pioniere del fotovoltaico utility scale, in particolare nei campi e su terreni agricoli. Con Solar Ventures, la società da lui fondata e di cui è amministratore delegato, sta sviluppando progetti in Italia e Spagna per 1.500 MW, 300 dei quali già autorizzati. E ora è pronto a realizzarli. Come spiega a Vaielettrico nella video intervista di copertina, Appendino è convinto che l’Italia, anche grazie all’ Agrovoltaico, possa centrare gli ambiziosi obittivi 2030 (72% della produzione elettrica da fonti rinnovabili).

“Ma il governo non scoraggi gli investitori internazionali”

Ma nota troppe ambiguità e qualche contraddizione nell’operato dell’esecutivo. Da un lato, dice, il governo Draghi ha rimesso in moto gli investimenti semplificando le procedure autorizzative e stanziando ingenti fondi per incentivarli; questo ha già prodotto come risultato il successo dell’ultima asta. Dall’altro, però, con le misure “salva bollette”, ha gelato gli operatori tagliando unilateralmente le tariffe fissate dai contratti ventennali del Conto energia (leggi).

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Michele Appendino, fondatore e ad di Solar Ventures

«La trovo una decisione inspiegabile _ commenta Appendino _ perchè mina la fiducia degli investitori internazionali proprio mentre stavano massicciamente tornando in Italia. Nel 2020, quando i prezzi dell’energia crollarono a 19 euro a MWh a fronte di una pianificazione finanziaria pluriennale sulla base di 50 euro a MWh, nessuno ci offrì il minino  sostegno. Oggi però, quando con il MWh a 200 euro potremmo compensare le perdite,  arrivano i tagli.  Chi come noi opera in regime di market parity si accolla una rischio imprenditoriale e  deve poter pianificare gli investimenti su basi certe».

“I capitali ci sono; la voglia di investire e la disponibilità di suolo anche”

L’Italia rischia così una nuova fuga degli investitori verso la Spagna, o verso i Paesi del Nord Europa, meno appetibili per condizioni climatiche ma politicamente più affidabili. Oggi, spiega Appendino, il mercato dell’energia green è globale. I capitali internazionali pronti a presidiarlo sono abbondanti (circa 12 volte il fabbisogno previsto di nuove installazioni) ma si muovono velocemente da un’area all’altra del pianeta in cerca degli impieghi più redditizi.  E noi non possiamo permetterci di perderli se vogliamo realizzare un piano di transizione energetica che prevede 8-9 mila MW di nuovi impianti fotovoltaici ogni anno da qui al 2030.

E’ un piano troppo abizioso?  «In termini assoluti no _ risponde Appendino _. Nel 2006, con i primi conti energia, l’obiettivo era installare 800 MW di fotivoltaico entro il 2020. A consultivo ne furono installati 19 mila. E nell’anno migliore, il 2010, addirittura 8 mila. Non è impossibile tornare su quei livelli, considerando che nel frattempo il prezzo dei pannelli è sceso di dieci volte. Ora la generazione da fotovoltaico ed eolico è la meno costosa in assoluto, quindi non servono più incentivi economici. Servono solo tempi più brevi e certi per le autorizzazioni e una normativa che garantisca l’investitore».

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“Il fotovoltaico nei campi è compatibile con l’agricoltura: la resa è al 60%”

Nemmeno la superficie disponbile è un problema, seppure in un Paese densamente popolato e costruito come l’Italia. L’efficienza dei pannelli di ultima generazione in silicio mono o policristallino è molto migliorata, con potenze salite da 250 a 600 W per mq; quindi basterebbe utilizzare una quota del territorio inferiore all’ 1% per centare gli obiettivi di installazione fissati al 2030. Siamo molto al di sotto della  superficie  accatastata con destinazione industriale o agricola, ma tutt’ora abbandonata e incolta. E anche del suolo consumato ogni anno da nuove costruzioni. Senza contare l’enorme potenziale delle coperture degli edicifi commerciali industriali o residenziali.

«Il fotovoltaico a terra su scala industriale non ha alcun impatto ambientale in senso stretto _ sostiene Appendino _. Non sottrae suolo alle colture alimentari e non lo inquina, anzi lo rigenera. Certamente ha un impatto visivo che però gli sviluppatori sono tenuti a mitigare con siepi e piante ad alto fusto». 

Erbe officinali e legumi fra i pannelli, alberi da frutto per nasconderli alla vista

Solar Ventures ha affidato uno studio agronomico all’Università della Tuscia sulle colture compatibili con la copertura dei pannelli solari. «Abbiamo allargato i filari dei nostri impianti agrovoltaici _ dice il manager _ per consentire ai proprietari dei terreni di sfruttare a fini agricoli circa il 60% della superficie interessata all’impianto. Colture come le piante officinali o i legumi hanno una buona resa. E per la mitigazione dell’impatto visivo utilizziamo  alberi da frutto, come i mandorli o gli ulivi, anzichè siepi improduttive. Stiamo anche sviluppando macchine agricole elettriche progettate per lavorare tra e sotto i pannelli, effettuando in primo luogo l’indispensabile lavoro di pulizia e diserbo».

Nei nuovi progetti firmati da Solar Ventures, infine, non manca mai un’area predisposta per l’eventuale installazione di un impianto di stoccaggio. «Pensiamo che lo storage debba essere di competenza dei gestori di rete. Ma siamo attenti agli sviluppi delle tecnologie. Se, come sembra, arrivassero nuove chimiche e nuove architetture per le batterie stazionarie, saremmo pronti a dotare ogni nostro impianto di un accumulo dedicato».

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40 COMMENTI

  1. Ogni tanto mi sento proprio recidivo. Ma questo signore parla di rischio rispetto a quanto speso per cosa? Installazione e manutenzione praticamente inesistente sui pannelli fv? Ma allora mi chiedo, gli investitori che acquistano le centrali da noi, le rinnovano e ci spendo soldi, e rischiano molto più che su pannelli con
    -guasti
    -manutenzioni extra oridarie
    -blocco impianti con penali da pagare
    Per citare alcune voci dovrebbero già essere fuggiti da un pezzo. Chiaramente lamentano di non poter godere del prezzo attuale dell’energia (che deriva dal prezzo del gas, in utilizzo dalle centrali a gas!) ma questi vanno col sole, a prezzo zero! Con il prezzo dei pannelli ai minimi termini scappano? Questi vogliono soldi peggio che i signori dei fossili, per venderci l’energia del sole, che mai mancherà e che mai nessuno gli leverá. Semplicemente rientreranno della spesa ed inizieranno a guadagnare dopo, ma per sempre però, senza se e senza ma. Davvero, onestamente io non capisco. E soprattutto noi restiamo i coglioni che a prescindere dalla fonte di alimentazione per l’energia dobbiamo sempre pagare il più possibile. Bah. Spero di aver male inteso quanto letto.

  2. Interessante, ma prendendo alla lettera i numeri l’1% della superficie da destinare a pannelli risulta pari a 3013 km quadrati: una superficie pari a quella della Valle d’Aosta, tanto per intenderci. Per fare un paragone, in Italia il consumo di suolo stimato nell’anno 2020 (dati ISPRA) è stato di circa 52 km quadrati. Finchè i pannelli vengono posti su capannoni industriali o terreni non utilizzati sono perfettamente d’accordo, ma nella mia zona (pianura emiliana) sono spuntati diversi parchi solari su terreni prima destinati a seminativo, e la cosa mi lascia molto perplesso. Avrei preferito vedere, su questi terreni un pioppeto, anche industriale, o altra alberatura, che avrebbe contribuito alla cattura di CO2 senza offendere il paesaggio

  3. Lasciate che le pecorelle vengano a me. .
    Sono settimane che posto Commenti su commenti invitando a spingere sulle rinnovabili come matti,da quando usci l’articolo sulle dichiarazioni del presidente di ENEL.
    Io sostengo anche altro e cioè che devono essere i nostri imprenditori a cambiare marcia altrimenti è dura.
    In questi giorni sentivo lo sfogo di due imprenditori toscani nel campo produzione di bottiglie di plastica i quali si lamentavano di dover fermare la produzione per via delle bollette troppo alte.
    Alla sesta domanda dell’intervistatore onestamente mi sono spazientito in quanto questo signore avrebbe dovuto fare una domanda:
    Ma Avete provveduto a installare un fotovoltaico? Sarei stato molto curioso della risposta che non saprò mai.
    Lo Stato dovrebbe mettere un obbligo di legge con contributi a fondo perduto.

  4. Personalmente vedo soprattutto la chiara volontà che la produzione di energia elettrica rimanga nell’ambito di chi ne fa un’attività imprenditoriale, con tutte le successive conseguenze.
    Guai al cittadino che voglia almeno parzialmente affrancarsi.

    • Quali guai? Nessuno, mi risulta. Anzi, superbonus del 110%. Ciononostante non mi sembra che ci sia la fila di cittadini vogliosi di affrancarsi.

      • Se viene sopra il Po si porti la sedia perchè qui la fila del 110% è lunga e farla in piedi stanca. 😉
        Mi spiace però sentire che da voi non sta andando.

        • La fila del 110% c’è. Non sempre, anzi di rado, comprende però l’installazione del fotovoltaico, l’accumulo e le wall box.

          • Massimo buonasera mi permetto di dire la mia.
            Su a Piacenza siamo impegnati nel mio grosso condominio sul tema.
            Per fortuna abbiamo il nuovo amministratore che è un giovane iingegnere che si è specializzato nel 110% ed ha portato a buon fine almeno 10 pratiche.
            Intendo lavori finiti e pagati.
            Orbene fv condominiale da me non si può fare perché non c’è spazio sul tetto per tutti,inoltre la normativa nello specifico è parecchio non dico farraginosa ma ingarbugliata questo si,quindi si corre il rischio che per un ricorso di un condomine che ritiene di aver subito un torto si blocchi tutto per anni e non ce lo possiamo permettere.
            Parliamo di almeno 9 mesi di lavoro (tetto e cappotto) e quasi due milioni di euro quindi…
            Oltretutto il tetto aspetta da 10 anni di essere rifatto quindi gli ultimi piani hanno l’acqua in casa…
            Oddio per qualcuno può essere l’occasione giusta per farsi la doccia però….

          • Infatti, molti sono i motivi per i quali l’installazione sui tetti fatica a diffondersi. I grandi impianti utility scale, invece, potrebbero entrare in produzione nel giro di uno o due anni: cito a memoria, ma mi pare che siano in attesa di autorizzazione progetti per 114 GW.

      • “Guai” in senso metaforico.
        L’installazione sui tetti a parere mio stenta perchè frenata da burocrazia, cambio delle regole, speculazione al rialzo alla quale si dovrebbe far fronte in 10 facendo una scommessa sul futuro. Se va male, non solo si sono pagati prezzi maggiorati ma si rischia di perdere anche la detrazione.
        Sotto questo aspetto se non ci fossero gli incentivi, forse la “famosa” legge di mercato acquisterebbe maggiore importanza, riducendo i prezzi e puntando a lavorare di più.
        Insomma la mia impressione è che si voglia che ad occuparsene siano degli attori ben definiti.

          • Gentile Massimo, più che di complotti di interessi esagerati.
            I più forti tutelano sempre e solo se stessi e questo non ci permette la costruzione di un mondo più equilibrato.

  5. Manca la volontà politica di spingere sulle rinnovabili…. Purtroppo.
    Tra qualche anno vedremo quanto ci costeranno e saranno costate gli ennesimi errori, per giunta voluti per interessi più o meno personali

  6. Installando ove possibile su terreno agricolo ma io penso su tutti o comunque quanti più edifici possibili altro che obiettivi al 2030 si potrebbe arrivare vicino alla totale autosufficienza energetica tramite rinnovabili, il fotovoltaico farebbe la parte da leone. Poi basti pensare che i costi scenderanno ancora, si parlava di 250 watt per pannello diversi anni fa ora andiamo verso i 600/800 quindi spazi più piccoli maggior rendimento minori utilizzi di componenti quindi risparmio sul costo finale. Oggi per 3kwp su una casa servono circa 8/9 pannelli da 400 watt circa se passiamo a 600 watt ne servono circa la metà….

    • in realtà , l’aumento di rendimento non è stato così alto
      i pannelli sono diventati più grandi e con le mezze celle , meno sensibili alle ombre

      si è passati dal 20% al 25% di energia convertita per i pannelli al silicio (record di quest’anno)
      rendimenti maggiori con le celle a concentrazione , meno silicio si ,ma superfice più ampia per le lenti ,
      le tecnologie a film sottile , sono poco usate , la gente preferisce le potenze di picco maggiori a pannelli meno sensibili a ombre e alte temperature , anche se sono più eco sostenibili e esteticamente più gradevoli

      comunque lo spazio c’è , ce n’è fin troppo
      vedo troppi piazzali di supermercati e centri commerciali , coperti da asfalto e cemento
      ma non da pannelli

      i produttori di energia dicono che non li usano per evitare beghe con proprietari dei capannoni
      in caso di vendita anticipata ,
      forse sarebbe il caso che lo stato facesse una legge che obblighi i propretari di queste aree commerciali che li obblighi a fare o a cedere queste aree di parcheggi per attrezzarle con coperture fotovoltaiche e colonnine di ricarica e magari batterie stazionarie ;
      con contratti trentennali ..

  7. -Senza contare l’enorme potenziale delle coperture degli edicifi commerciali industriali o residenziali.-

    Fermo restando che non ho nulla da eccepire rispetto a quanto detto dal Signor Appendino, io personalmente nella mia ignoranza guarderei prima alla situazione di cui sopra. Come? ovviamente nei dettagli non lo so, non è il mio mestiere. A naso però mi vien da dire che prima di tutto andrebbero “sbloccate” tutte le ben note criticità burocratiche. Dopo ripeto: anche non dovesse servire direttamente a me, a patto che la cosa per me per a costo zero (perchè vorrei anche ben vedere che devo pagare…) sarei assolutamente pronto a mettere gratuitamente a disposizione della comunità i miei tetti.

  8. Buongiorno la domanda sorge spontanea:
    Ma a cosa serve iniziare a trivellare ora quando il gas sarà disponibile sul mercato tra anni, sul mercato e non direttamente nelle nostre case,quando con fv hai la produzione bella pronta appena giri il tasto on?
    Giorgetti ieri gongolava con la bava alla bocca per lo sblocco delle concessioni post 2010 per fine moratoria. ( post 2010 perché prima troppo inquinanti bontà sua).
    Oltretutto in gas è pochissimo.
    Il colmo sarebbe che al momento dell’ingresso in produzione il fas andasse a quattro soldi per eccesso di offerta…
    Be’ tanto lui probabilmente sarà a fare qualcos’altro tanto paga pantalone.
    Sembravamo aver trovato qualcuno con la testa sulle spalle invece..
    Mai una gioia….

    • in primis, è stato detto di potenziare quello che già c’è. POI sono state stabilite alcune zone di prospezione per valutare impatto ecologico ecc e solo dopo le eventuali trivellazioni di ricerca. questo per il futuro. di necessità virtù..
      per il passato (quasi presente) i 5 stalle hanno “impedito” la trivellazione in un giacimento per questioni eco: lo stesso giacimento è stato perforato da slovenia e croazia solo qualche km più in là, ma quelle acque ovviamente non giungono sulle nostre coste.. da noi solo “pulite”
      intanto però continuiamo ad importare oltre il 90% di gas a caro prezzo: c’è un nome preciso per questo, ma non lo dirò.

      vogliamo riempire di fotovoltaico? bene, nulla in contrario
      però ricoprire tutti i tetti, fare gli impianti/collegamenti, la conversione di centinaia di migliaia di caldaie a gas in pompe di calore, di piani cottura a gas in piani cottura ad induzione e in tutti gli altri casi dove si usa il gas, chi la paga? perché possiamo fare tutti i più bei discorsi del mondo, ma alla fine c’è la realtà: chi ha i soldi può, chi non li ha s’attacca..
      e la costruzione di migliaia di mq di fv nei campi sono gratuiti? cadono dal cielo già assemblati e collegati e si posano da soli? come siamo fortunelli..

      da quel che ricordo, la germania, visto l’aumento del prezzo del gas, si sia ricordata di avere il carbone.. alla faccia dell’ecologia. necessità virtù

      • Si chiamano investimenti pubblici,

        secondo lei chi le ha pagate :
        le strade
        l’acqua potabile
        le fognature
        le reti per portare l’elettricità e il telefono in ogni angolo del paese ?

        le rinnovabili sono gli unici investimenti
        che fanno abbassare il costo dell’energia in meno di un anno
        sì , perchè un impianto di MegaWatt di picco si installa in 8 mesi a permessi pronti.

        questo paese dovrebbe essere un fermento di cantieri di rinnovabili
        lungo autostrade tangenziali e ferrovie da anni
        il resto sono solo chiacchiere ..
        anzi peggio !!
        si sparano supercazzole giornaliere
        su idroggggeno
        nucleare di terza fava
        sulla trivella di sua sorella
        sulla fusione ,pronta per domani mattina insieme al caffè latte

        passerà questo MEDIOEVO ?
        o è appena cominciato ?

        • avesse risposto a una delle cose da menzionate.. comunque:
          1) investimento pubblico sui tetti di tutti? quando ha visto il film?
          2) come sopra per i campi.. mai sentito parlare di proprietà privata?
          3) SOPRA autostrade ferrovie tangenziali.. a fianco, se ci sono campi, sono privati
          4) in 8 mesi dove?
          5) buona parte delle strade le hanno pagate gli antichi romani
          6) l’acqua sgorga potabile dalle sorgenti
          7) il resto tutte opere del secolo scorso
          8) evidentemente l’ha provata bene la trivella di mia sorella.. sicuro che non fosse mio fratello?
          9) le ultime righe la qualificano adeguatamente

          10) visto che il commento qui sopra è passato senza problemi, mi riservo di adottare lo stesso metro

          • la trivella di sua sorella..
            non è che mi crei grandi problemi, ma se io devo attenermi ad un adeguato linguaggio, gradirei che valesse per tutti

          • Cingolani è lei ?
            o è uno dei sui portaborse ?

            1,2) potrebbe aver ragione ,lungi da me proporre decreti purchè sensati ,
            dopo la co struzione di aree commerciali e/o industriali
            potrebbero creare problemi burocratici e guerre a colpi di tar
            tra stato proprietari di immobili e affittuari che avrebbero bisogno di energia a buon mercato
            prima della costruzione o della riqualifica di un’area invece ..
            una legge così lo vedrei benissimo ,un obbligo di copertura fotovoltaica ..
            è già stato fatto, per la nuova fiera d Roma ad esmpio ,
            ma si sà le buone pratiche si scordano presto

            3 ) sbaglia di grosso ,
            le autostrade e le ferrovie sono date in concessione DALLO STATO,
            la proprietà è statale come anche le aree marginali di prossimità alle opere ,spesso per decine, centinaia i metri sono AREE DEMANIALI
            Quindi ..dello stato

            4)
            8 Mesi è il dato che da ENEL da per costruire un campo fotovoltaico di 1 MW una volta ottenuti i permessi
            5 ) qui è diventato più intelligente di me ,lo ammetto
            6) immagino che anche gli acquedotti sono ancora quelli degli antichi romani ,giusto ?
            7 ) bravi gli antiche vero , anche quelli “meno” antichi dei romani
            8) qui forse mi sono espresso male io , per persone intelligenti come lei era meglio “trivella madre terra” , va meglio ?
            oppure dovrei mandarla a quel paese , perchè i miei non erano riferimenti personali mentre i suoi si ?
            vabbè oramai arrivo fino in fondo (…)

          • massimo degli esposti: se risponde a me, mi sovviene il dubbio..
            ma se chiunque risponde a lei in determinato modo viene minacciato, ora sono io? appena troverò un suo commento su qualsiasi cosa, es. una colonnina, le dirò “la colonnina di sua sorella” e vedremo cosa dirà..

          • Lo faccia pure, io non mi offendo. Le minacce, però, se le è invetate lei.

      • Ernesto buonasera,effettivamente le Sue obiezioni non sono del tutto campate in aria,ma allora da dove iniziamo?
        Iniziamo a semplificare, a concedere finanziamenti a fondo perduto alle aziende che vogliono riconvertisi al fv sul tetto,utilizziamo quanto più possibile i tetti degli edifici pubblici, cioè di proprietà dello stato,e li saremo già a buon punto utilizziamo i terreni marginali di proprietà del demanio altrimenti incolti ed a rischio incendio cosi li teniamo puliti vuole qualche altra idea?
        Se lei ci riflette su vedrà quante gliene verranno in mente.
        Dobbiamo assolutamente affrancarci dalla dipendenza energetica dall’estero costi quello che costi riusciamo a capire questo concetto?
        Oltretutto €1 investito dallo Stato genera €3 almeno di PIL quindi di cosa stiamo parlando?
        Lo sostengo da sempre 10 miliardi all’anno per 10 anni sulle rinnovabili e sul 110% che dovrebbe essere obbligatorio per legge poi ne riparliamo.

        • luca, così ha già più senso.
          io non sono a sfavore, ma cerco di mettere in evidenza anche quelle che sono criticità (secondo me). il demanio ad esempio, dalle mie esperienze se ne strafrega: un uomo che conosco bene, ha acquistato una proprietà in montagna. la sua passione sono piante e fiori, e quando ancora lavoravamo assieme, ogni mattina alle 5 partiva con il daily della ditta da casa e veniva al lavoro, dove riempiva una botte da 1000 lt di acqua per poi alla sera quando rincasava annaffiare tutte le piante. per ovviare a questo andirivieni giornaliero, ha chiesto il permesso di fare un laghetto (ovviamente a sue spese): in cambio avrebbe tenuto pulito e in ordine tutto il sottobosco demaniale adiacente. risposta: no. questa è la lungimiranza di certe persone..

          restando sull’articolo, questo signore ha mai fatto agricoltura? perché da quello che dice sembra proprio di no: intanto per sostenere la struttura vanno interrati dei plinti in cemento che resistano a peso e pure all’effetto vela col vento. poi parla di pulizia e diserbo delle basi: diserbanti? pensa forse che non si propaghino nel suolo adiacente dedicato alle colture? quanto è ecologico tutto questo, visto che qui, oltre all’elettrico mi si vorrebbe parlare di sostenibilità? quanto è sostenibile, parlando di salute, mangiare prodotti pregni di sostanze chimiche?
          sicuramente ci sono posti dove non darebbero fastidio a nessuno (così di primo acchito penso a molte parti della sardegna), ma in campi coltivati non penso proprio..

          guarda la foto di quella distesa di pannelli in articolo: cosa ci coltivi lì?

          quindi sono d’accordo con te sui tetti e quant’altro, ma nei campi anche no

          • Non pensi che siano tutti sprovveduti. Il diserbo è sempre meccanico. I fissaggi sono disciplinati per non danneggiare il terreno. I suoli messi a bando sono inutilizzati o sottoutilizzati: restano di proprietà dell’agricoltore, che li coltiva.

  9. in Italia:
    Siamo pieni di terreni marginali: non sfruttabili per fini agricoli…
    Siamo pieni di discariche ormai chiuse perché a fine vita …
    Siamo pieni di aree di rispetto intoro a strade ed autostrade…
    siamo pieni di aree troppo inquinate per poter essere impiegate in agricoltura …

    • quoto
      in Italia ci sono
      Autostrade per 6.966 km
      Ferrovie per 24.299 km
      strade statali, regionali, provinciali, comunali per 837.493 km

      aggiungo :
      edifici pubblici
      si possono usare i tetti delle scuole di ogni ordine e grado,
      rimesse Autobus ,
      Stadi,
      Stazioni Ferroviarie ,
      ci sono anche i cimiteri, magari con l’energia venduta e qualche led , ci potrebbero far evitare di pagare 45 euro l’anno per una perpetua ..

      il solito esempio Coreano

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