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Anteprima e-mob 2019: il 16 settembre si parla del riciclo delle batterie

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La fiera di Milano
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Lo smaltimento, il riciclo, il riuso delle batterie è uno dei temi più impegnativi della transizione al modello elettrico di mobilità. L’argomento di grande interesse  sarà al centro di una anteprima di e-mob 2019 – si tiene a Milano dal 26 al 28 settembre – il 16 settembre.

Il titolo dell’incontro che vede in prima linea il consorzio nazionale Cobat è molto chiaro: “La sfida italiana alla creazione di una filiera nazionale per il riutilizzo delle batterie di trazione delle auto elettriche”.

Numerosi i relatori 

L’appuntamento è fissato per lunedì 16 settembre – dalle 9,30 alle 13 – a Milano presso la Sala Pirelli del “Pirellone” in via Fabio Filzi. Dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti della Regione Lombardia sarà il turno di  Camillo Piazza Presidente di Class Onlus; Carlo Prelli Responsabile Progetti Europei e nazionali Class Onlus; Luigi Mazzocchi Dirigente RSE; Luca Meini Head of Circular Economy Holding; Francesco Bonino LCA & ELV Management FCA group; Nicoletta Picone  Post-Doctoral Researcher Institute of Industrial Technology and Automation, ITIA – CNR; Rappresentante Corpo Nazionale dei vigili del fuoco.

Le conclusioni sono a cura di Luigi de Rocchi Cobat e Rosanna Laraia Consulente del Gabinetto del Ministro dell’Ambiente.

Per  partecipare  e maggiori informazioni cliccare sul link 

LEGGI ANCHE: Ecomondo, il Cobat e la storiella delle batterie

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7 COMMENTI

  1. Anche perché trasportare fuori dall’Italia le batterie a fine vita del settore è un spreco di risorse e un inutile carico inquinante dovuto la trasporto…

      • Durante il seminario del 16 settembre le prime aziende che fanno parte di questa filiera ( Enel/ Cobat / RSE / Class onlus / FCA e altre) presenteranno le attività che si stanno realizzando e dimostreranno che la creazione di una Giga Factory nel nostro paese può creare almeno 5.000 posti di lavoro in più. Grazie Gian Basilio per l’articolo.

    • L’Italia culturalmente soffre dello stesso “effetto paraocchi” di cui soffrono altre culture isolane, perché virtualmente una penisola è un’isola con un ponte. L’universo oltre il ponte semplicemente non esiste.

      Chi vive vicino al ponte troverebbe surreale l’affermazione “trasportare fuori dall’Italia le batterie a fine vita del settore è un spreco di risorse”. Poniamo un abitante di Gorizia che vuole rottamare la sua LEAF. La sua batteria finirà nella filiera autarchica che la trasporterà a Milano o a Napoli, oppure attraverserà imprevedibilmente il confine, perché nell’altro lato della città, Nova Gorica, c’è un centro per il riciclo? O andrà in Austria, che è più vicina di Padova. Vogliamo una direttiva anti-Bolkestein per le batterie?

  2. Non sono nessuno perché la mia opinione sia ascoltata, ma se partono con l’obiettivo della “creazione di una filiera nazionale”, partono con il piede sbagliato.

      • Chiedo scusa per essere stato troppo sintetico.

        Certo, nulla contro la filiera. Al contrario, meno male che almeno si pensa in quei termini.

        Ma sinceramente “filiera nazionale” fa sorridere amaramente. Sembra quelle scatolette con scritto “100% carne italiana”. Ora, il lessatore di carne in scatola, che cosa mi vuol dire? È carne che viene dalla terra dei fuochi, che pare siano in Italia?, Oppure intende che è sana? Ci sono per caso intossicazioni di massa da carne francese, svizzera, austriaca, slovena? Come mai non ne sappiamo niente!?

        Proporrò una filiera nazionale di razzi riutilizzabili a San Marino, per fare concorrenza a SpaceX. Potremmo anche riaprire qualche miniera di litio in Sardegna. Si sa che il litio italiano è migliore!

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