Angelo racconta la sua Mitsubishi MiEV, presa usata

Angelo e  la sua Mitusibishi i-Miev, acquistata di seconda mano. Mancava un’auto usata nei resoconti  dei lettori che hanno raccolto i’invito a condividere un bilancio del “2020 elettrico”. Con l’articolo di Angelo la serie si conclude: grazie a tutti!
                                         di Angelo Musumarra
Raccolgo l’appello per condividere la mia esperienza, ancora breve, dato che è iniziata lo scorso 5 ottobre, dopo anni di studio e di approfondimenti. Vivo ad Aosta, dove mi occupo di giornalismo, Internet e comunicazione e quest’anno (finalmente) ho acquistato, on line, una “Mitsubishi i-MiEV”del 2011, pagata 6.500 euro con le spese. In famiglia abbiamo anche una “Citroën Cactus” del 2018, a gasolio, euro 6, con lo start & stop, l’unico “ibrido” che funziona realmente 😉, ed una “Citroën AX” del 1997, a benzina, euro 2.

Angelo l’ha comprata on-line, a 6.500 euro

angeloUna premessa è d’obbligo, sono un libero professionista che ha aperto la propria Partita IVA nel gennaio 2020. Ed ho potuto realizzare questo desiderio grazie al supporto di mia moglie, insegnante, senza il quale sarebbe stato impossibile riuscire ad approfittare del momento. Mi sono appassionato alla “Mitsubishi i-MiEV”, quando l’Agenzia regionale per l’ambientedella Valle d’Aosta, nel maggio 2011, aveva acquistato proprio questo tipo di veicolo. Auto che poi mi sono ritrovato, a diverse riprese, nella concessionaria “Citroën” di riferimento, sotto forma di “C-Zero”, alcune delle quali acquistate dalla “Compagnia valdostana delle acque – Cva”, azienda di proprietà pubblica regionale, che produce e vende energia elettrica. Come nel resto d’Itali,a i quasi 30 mila euro dilistino dell’auto ne hanno reso impossibile la diffusione, e solo nel 2019, con l’avvio dei primi contributi, qualche vettura è stata venduta. Ma la maggioranza di queste è andata ad Enti pubblici e simili o è rimasta nelle concessionarie come veicolo dimostrativo.

Angelo voleva una citycar per le stradine di Aosta

Questo tipo di auto mi ha dato l’idea di essere l’ideale per la mie necessità di mobilità (abito nel centro storico di Aosta, dove le strade sono strette). Anche perché, nell’ambito di un progetto europeo, sono state attivate 35 colonnine da 22 KW),  di cui 11 proprio nel capoluogo (che però uso sporadicamente, carico prevalentemente a casa). In ogni caso il prezzo, per una versione a “km 0” non scendeva sotto i 20mila euro, mentre quelle un po’ più usate, ma sempre “aziendali”, non si trovavano sotto i 15milaCon l’inizio del 2020, il prezzo per una C-Zero nuova era sceso a 13mila euro (con gli incentivi e rottamazione, ma mi sarei separato a fatica dalla “AX”) e quindi mi si è acceso un campanello. Pur restando dell’idea che quel prezzo resta alto per il tipo di auto. Nei mesi successivi, in pieno lockdown, un confronto con un collega che scrive di auto mi ha confermato che, in questo momento, si poteva portare a casa un’EV «al prezzo di uno scooterone».
E, dovendo limitare il budget, dall’idea del “nuovo” sono passato all’usato.

Trovata la i-Miev: era appartenuta a una Polizia locale

angelo
La piccola Mitsubishi in ricarica: è stata acquistata usata per 6.500 euro.

Dalle concessionarie non c’è stato modo di ottenere sconti congrui. Anche obbiettando che, chi aveva la disponibilità di spendere 10mila euro difficilmente avrebbe acquistato un usato, visti i contributi pubblici. Ho provato a cercare qui nei rivenditori di zona, ma tra “non risposte” e «nessuna disponibilità»,ho iniziato a guardare anche fuori Italia. E mentre stavo ragionando seriamente su una C-Zero da 6mila euro in vendita da un privato in Corsica, ho ritrovato online, quasi per caso, quella che sarebbe diventata la mia i-MiEV, bianco-turchese. L’avevo già visto tra gli annunci nel 2019, ma era stata scartata perché era originariamente richiesto un prezzo che ritenevo troppo alto e poi era scomparsa. Evidentemente la vendita non è poi andata a buon fine. Con pochi dati a disposizione ricostruisco la storia dell’auto: èun ex mezzo della Polizia locale di Quartu Sant’Elena, parte di un progetto pubblico di mobilità sostenibile. Dopo qualche mese, nel 2014, era stata venduta ad un privato che, qualche anno fa, la diede indietro per una Zoe nuova. 

Finalmente Angelo la ritira, ma l’inizio non è semplice

Sul web questa i-MiEV era proposta a 6.200 euro (il prezzo più basso mai trovato per un’auto del genere) da una concessionaria del milanese. Decido che, nonostante sia del 2011 ed abbia una percorrenza di 106mila km, è quella che fa per me (il ballottaggio era con una”C-Zero a 7.000 euro venduta da un privato).La scelta della i-MiEV rispetto le analoghe di Citroën e Peugeot è dovuta anche alla presenza della marcia “B”,che aumenta sensibilmente la frenata rigenerativa. E qui, in Valle d’Aosta, ci sono tante salite e discese e, in effetti, mi capita di usarla spesso. Così la blocco con una piccola caparra e attivo gli account su Enel X, Nextcharge e Duferco e acquisto una prolunga da 10 metri (abito al primo piano, parcheggio l’auto sotto il balcone). Il 5 ottobre decidiamo quindi di scendere nella località del milanese a ritirare l’auto. Vi risparmio gli imbarazzanti primi dieci minuti, alle prese col cambio automatico e l’ignoranza nel capire i dettagli di funzionamento (la chiave non esce se non si mette l’auto in “P”…). Nonché la mia totale incapacità di gestire l’energia.


Non è proprio l’auto promessa, però…

Angelo
La Mitusibish in ricarica all’aeroporto di Aosta, dove è installata una ricarica EVA+ dell’Enel

L’economicità dell’auto sta nel fatto che non ci sono, per esempio, i tappetini originali né il libretto di istruzioni (il venditore mi ha mandato la versione elettronica di quello della “iON” del 2016). Il chilometraggio è superiore di un migliaio di chilometri, alcune parti degli interni sono molto consumate. Ci sono le tracce (buchi nella consolle centrale e sull’imperiale) del montaggio delle attrezzature della Polizia locale e una piegatura nel paraurti posteriore. E c’è un problema sulla marcia “N”. che manda in errore il motore elettrico e quindi l’auto entra in modalità “tartaruga”rendendo necessario il riavvio. Ma alla fine quello che serve funziona tutto bene, ed oltre al carichino da 16A c’è anche il cavo “Tipo 1”. Ciliegina sulla torta, la radio ha il bluetooth, la porta usb ed ha anche l’impianto Vivavoce funzionante. Fatto sta che, con diverse modifiche di percorso, a piccole ricariche (la prima gratis, nel piazzale di un supermercato) iniziamo il viaggio di ritorno, capendo che le tre ore ipotizzate per il rientro saranno molto più lunghe. 

Primo inconveniente per Angelo in ricarica a Vicolungo

Ci capita anche il primo caso di vandalo “elettrizzato”, alla ricarica “fast” del centro commerciale di Vicolungo,  dove metto a caricare l’auto ed andiamo a prendere un caffè. Dopo dieci minuti mi arriva una notifica di ricarica interrotta e, poco dopo, dagli altoparlanti mi chiedono di recarmi «urgentemente» allo stallo di ricarica. Quando arrivo lì trovo la Polizia locale, il tecnico di Enel X ed il cavo staccato dall’auto-. Una coppia di anziani con una DS e-tense aveva staccato il cavo “CHAdeMO” che stava ricaricando la i-MiEV per far partire la loro ricarica sulla spina CCS, attivando così l’allarme della colonnina.angelo Ma scaricando la  “colpa” dell’intervento del tecnico su di me. Non perdo tempo a discutere, sul telefono ho i dati che confermano che stavo realmente caricando, non mi multano e non mi addebitano altre spese, se non i 2,75 euro per la ricarica fatta.Siamo finiti vicino al circuito di Balocco dove abbiamo ricaricato piano e quindi in una “fast” a Santhià durante la pausa per cena. Arrivati di notte in Valle d’Aosta, dovevamo ricaricare a Pont-Saint-Martin, ma tutte le colonnine della bassa Valle, fino a Saint-Vincent, erano spente. Abbiamo chiesto ospitalità ad un conoscente che ci ha permesso di attaccare il “carichino” e, dopo un’ulteriore ricarica “fast” all’aeroporto, siamo arrivati a casa… alle 2 del mattino.

Ricarico a casa in 4/5 ore, autonomia fino a 85 km

Insomma, nonostante le informazioni in Rete, i video ed i forum, mi sono reso conto che dal lato pratico avevo ancora molto da imparare. Ma l’auto si è comportata bene da subito e non posso imputare a lei la mia incompetenza. Ho passato settimane a pulirla profondamente, scoprendo che la carrozzeria, nonostante i dieci anni, è sana (non c’è ruggine). Intanto, nonostante la garanzia ufficiale scada fra poco, è arrivato anche il richiamo ufficiale della “pompa del vuoto“. Segno che, probabilmente, l’auto era ferma da più tempo di quanto mi è stato detto, ma il venditore si è comportato in modo assolutamente onesto.

angelo
La i-MiEV in un parcheggio di Aosta con vista sulle splendide montagne della Valle.

Ho fatto montare una telecamera, ho messo un orologio esterno ed un supporto per il telefono. E anche installato il dongle Obd per sopperire alla mancanza di infotainment (con un vecchio telefono dedicato solo alla gestione dell’auto). Oltre che per capire la reale situazione delle batterie, che mi sembra abbiano una capienza di poco superiore agli 8 KWhL’autonomia dell’indovinometro varia dai 68 agli 85 km, ma in realtà è tra il 5 ed il 15%  in più. Carico perlopiù da casa, col cavo che scende dal terrazzo nel parcheggio privato ed in 4/5 ore faccio il “pieno”.La uso molto più della AX, con la quale facevo circa 500 km al mese: in tre mesi ne ho fatti quasi 2 mila.

I vantaggi di guidare elettrico: parcheggi, energia…

Ho iniziato a comportarmi da hypermiler, cercando di fare quanta più strada con un “pieno”, ma poi ho capito che è meglio usarla normalmente, anche con il riscaldamento. E non è un problema caricarla ogni due giorni, invece che ogni tre: è divertente, capiente (basta spostare i sedili), pratica ed economica. Oltre che per un discorso di sostenibilità ambientale (e qui in Valle d’Aosta, ditelo a Toyoda, l’energia elettrica è realizzata solo con fonti rinnovabili) non vi nego anche la comodità pratica. Fino al 2023 parcheggio gratis nelle “zone blu”, la spesa per la corrente è bassa, 31 euro di tassa di proprietà. Con quello che non ho speso in carburante e manutenzione dell’auto a benzina (che aveva bisogno di interventi importanti ed ora diventerà d’epoca) praticamente me la sto ripagandoCome hanno scritto altri, il problema della conoscenza dei veicoli EV da parte dei venditori è qualcosa di insormontabile.  Nessuno è stato in grado di dirmi (e certificarmi!) la reale situazione della batteria, anche di fronte a una richiesta economica di 23 mila euro (prezzo di una “i-MiEV”  a km 0).

Angelo, primo bilancio: soddisfatto, e in futuro…

Devo infine  segnalare l’incompetenza degli uffici regionali che si occupano dei contributi della Valle d’Aosta, che per EV usate prevede un rimborso del 15%. Siamo all’inizio di gennaio, sono passati più di due mesi, e del contributo ancora nessuna traccia.  In ogni caso, a parte le tribolazioni amministrative, sono molto soddisfatto, la linea e lo stile della i-MiEV  mi piacciono (e la neve cade da sola dal parabrezza!) e si muove agevolmente in città. Certo, qualche km di autonomia in più potrebbe farmi comodo, ma devo ancora imparare ad interpretare bene i dati nelle app .E a conoscere bene la localizzazione delle colonnine nella mia regione che, in teoria, mi permetterebbero un uso più intenso. Ma non c’è fretta, ho intenzione di usarla molto a lungo e in futuro, se sarà efficace e conveniente, si potrebbe anche ragionare su un aggiornamento/miglioramento del pacco batterie…
(Angelo Musumarra)
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Il mio primo anno elettrico” raccontato dai lettori: con l’articolo di Angelo la serie si conclude. Gli altri report già pubblicati:  qui il bilancio di Enrico, che in famiglia ha una Renault Zoe e una Volkswagen e-Up  — Qui Gianmarco e i primi 9 mesi con la Tesla Model 3  – Qui Michele e sua la Peugeot e-208 – Qui Mirko e la sua Hyundai Kona – Qui  Edilio con la sua BMW i3 dotata di range-extender – Qui  Alessandro con la sua Hyundai Ioniq EV –  Qui Walter con la sua Renault Zoe –  Qui Roberto con la e-Golf e Michele con la Zoe – Qui: Enrico tutto “elettrico”, una 5oo, poi la Corsa-e e la Tesla Model 3 – Qui: Nicola, dalla Prius alla Zoe.  Qui: anche il Sud vota…elettrico, le storie di Christian e Gino. Qui: Vincenzo e il suo “car-sharing familiare” con Nissan Leaf e Renault Twizy. E qui infine: Antonio, romano, racconta la sua Smart EQ.

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Visualizza commenti (6)
  1. Per il fatto che questa versione è il modello con le batterie vecchio tipo, che ha superato i 100.000km e che a quanto raccontato non è nemmeno ben tenuta, mi sembra che il grosso affare lo abbia il concessionario che l’ha venduta!

  2. Daniele Sacilotto

    Il problema resta la tenuta di valore del veicolo. 6500€ per un’utilitaria da città sono normali se nuova costa 11.000, ma se ne costa 25-30 mila c’è un enorme problema di svalutazione.

  3. Ho appena preso una C-Zero usata, identica alla Ii-Miev dell’articolo, e ritengo che ci sia assolutamente spazio per un mercato dell’usato. È chiaro che i km di autonomia non sono molti ma per uso cittadino e quotidiano va assolutamente bene. La mia è più recente di quella dell’articolo e, forse, trattata meglio; in ogni caso in inverno non fa più di 100km con una carica al 100%. Mia moglie è mio figlio sono molto contenti. Spero fra un anno di mandare una recensione positiva.
    Servirebbero delle officine che verifichino e certifichino lo stato delle batterie per dare supporto agli acquirenti.
    Saluti

  4. Nello Roscini

    Io credo che ci sia margine per le auto elettriche ,vecchiotte svendute
    le batterie sono in evoluzione e in costante diminuizione di peso e di volume
    oltre che di prezzo
    sarebbe bello un pacco batterie con il doppio o il triplo di kwh
    quando si raggiungeranno i famigerati 100 Dollari a kwh

    prendere una vecchia leaf da 23kwh e aggiornarla a 63Kwh con 6300 euro tasse incluse
    sarebbe fantastico

  5. Il mercato delle auto usate è da tenere particolarmente d’occhio perché ci darà l’idea della bontà della trazione elettrica. Ovviamente al momento l’offerta di auto usate è microscopica perché si basa su un mercato del nuovo che finora ha fatto numeri molto piccoli. Con l’arrivo di nuovi modelli, l’abbassamento dei prezzi, ma soprattutto con l’aumento delle vendite di nuovi modelli elettrici e con il passare degli anni, vedremo quanto la trazione elettrica sarà preferita rispetto ai motori endotermici. Io sono pronto a scommettere che vedremo dei bei numeri. Se poi vinceranno i modelli con pacchi batteria facilmente manutenibili sarò ancora più contento perché l’impatto ambientale sarà ridotto al minimo rispetto al vecchio modello molto più impattante della rottamazione delle auto perché non rispettano più gli standard ecologici precedenti, anche se questo potrebbe significare un settore automotive un po’ più parco e con minori vendite.

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