Anche su Street View becchi gli abusivi della ricarica. Ce lo segnala Marco, un lettore che, pianificando un viaggio su Google Maps, ha visto questa immagine, con una 500 L a benzina parcheggiata nello stallo. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati alla mail info@vaielettrico.it .
Anche su Street View…/ E se usassimo prolunghe per ricariche DC per bypassarli?
“Stavo indagando su un percorso e le possibili ricariche presenti. Utilizzando le utili innovazioni di Google Maps, che permette ormai anche di filtrare le ricariche ad alta potenza (> 50 kW) rispetto alle altre, quando mi sono imbattuto in questo inquietante scatto su Street Siew. Ci troviamo nel Lazio, non lontano dal lago di Bracciano, presso una nuova Enel X da 100 kW, sicuramente molto utile. Due considerazioni: 1) se addirittura Street View, che aggiorna le foto abbastanza di rado, coglie una situazione del genere, vuol dire che questo malcostume è molto diffuso! 2) esistono prolunghe per connettori in corrente continua, almeno fino ad una certa potenza? Se esistessero, sarebbe forse il caso che gli automobilisti elettrici iniziassero ad usarle, per ricaricare anche a distanza di qualche metro. Anche a costo di mantenere bloccate le auto dei maleducati che sono di intralcio. Sarebbe anche una sacrosanta ed educativa punizione. Ovviamente la prima opzione è sempre quella di chiamare i vigili urbani, ma una non escluderebbe l’altra!“. Marco Scozzafava
La soluzione non è la prolunga del cavo DC
Risposta. Ci arrivano continuamente segnalazioni di colonnine inaccessibili per auto termiche parcheggiate dentro o davanti agli spazi di ricarica. Persino nelle Free to X in autostrada, con le manovre che ha dovuto fare il lettore per riuscire a ricarica la sua Tesla a Firenze Nord, come mostra la fato a fianco. Ma ancora non avevamo ricevuto immagini colte da Street View, che ha mille occhi, come i nostri lettori del resto...Quanto al rimedio ipotizzato da Marco, non siamo al corrente dell’esistenza di prolunghe per ricariche in corrente continua DC o HPC. E gli esperti che abbiamo consultato ci dicono di non prefigurare neppure una cosa del genere, per ragioni di sicurezza. L’unica strada, purtroppo spesso accompagnata da scarso successo, resta la chiamata alla Polizia Locale. Che, peraltro, può multare l’auto in sosta nella piazzola, ma quasi mai arriva alla rimozione.
- Ma se chiami la Polizia Locale poi interviene? Guarda che cosa è successo a Paolo Mariano in questo cliccatissimo video
Personalmente eviterei di bloccare a mia volta il maleducato di turno, visto la microcefalia che cottraddistingue certi individui c’è il rischio che ne nasca una discussione e che la stessa degeneri.
L’unica strada auspicabile sarebbe un intervento tempestivo delle forze di polizia e la rimozione forzata.
nulla da dire tranne che è un malcostume comune ICE-BEV ……visto che non è poi così difficile travare auto su marciapiedi o sulle rampe , sui posteggi dei disabili o eventi diritto, fronte a passo carraio segnalato …… malcostume .
ma cavolo anche nei parcheggi degli autogrill … gia le forze dell’ordine nemmeno vengono se chiamate per i punti ricarica occupati, se vengono non multano figuriamoci rimuovere. A questo punto in un parcheggio con la collonnina a cavo estendibile io prima o poi piacìzzero l’auto davanti a quella termica di turno cosi dovra aspettare i miei comodi … forse oggi è l’unico modo per farglielo capire … non è possibile dover sempre cercare di arrangiarsi, aspettare e girare per cercare un posto fruibile perdendo a volte anche piu di un ora.
Sarebbe il caso di far provare a questi indisciplinati cosa vuol dire.
Si cosi dopo, visto il malcostume del personaggio conclamata, ti ritrovi probabilmente anche con la macchina rigata o peggio con un cartone in faccia
se è per questo basta guardare su street view anche altre colonnine, per esempio sui 4 stalli da 300 kW dell’autogrilli Flaminia est su street view ne risulta uno libero e tre occupati da termiche.
…nientedimeno, tra i circa 70.000 elettricisti che lavorano in Italia, hai beccato proprio quello col fratello che lavora in RAFFINERIA!!!
Ma che SFIGA!!!
Hai tutta la mia solidarietà……
Ne vedo molti anche io, sarebbe bello chiamare le forze dell’ordine, ma poi ti fai un nemico e magari più di uno.
Qui i fattori sono vari:
– siamo un popolo di furbi e disobbedienti (cattivi esempi per i quali il popolino prova pure una forma di simpatia e rispetto);
– la cultura dell’elettrico (e del suo rispetto) è continuamente minata dagli haters, tra i quali però in prima fila abbiamo il governo e l’informazione di maggior diffusione (stampa e televisione).
Ci sono tantissime persone (anche fuori dalla mia realtà dove i petrolieri vengono guardati con rispetto e devozione) nelle quali è nata una vera e propria avversione a questa tecnologia, praticamente una tifoseria agitata ed irrazionale che arriva pure ad infervorarsi in modo preoccupante.
E pertanto non mi stupisce l’occupazione provocatoria degli spazi per ricarica da parte di auto termiche.
Nel mio piccolo (per l’installazione del FV) dopo aver trovato l’elettricista che mi ha menato per il naso per svariati mesi e poi alla fine mi ha detto che non mi conviene (scoprendo poi che il fratello lavora in raffineria), cercando un’azienda che mi installasse una linea vita sul tetto ho trovato pure qualcuno che mi ha risposto “informati bene prima di mettere l’fv in quanto li stanno togliendo a causa di problemi”……problemi che però alla fine non mi ha dettagliato.
Credo che purtroppo per certi lavori il tempo dei piccolo artigiano sia finito, ci sono società multinazionali, convenzionate con elettricisti locali, che si occupano praticamente di tutto e non si inventano balle per non fare il lavoro. Purtroppo la mentalità gretta di certa gente, politici compresi, finirà per penalizzare tutti
Ci sono due ordini di problemi quando si scopre un’auto – termica, ma anche PHEV o BEV in “finta” ricarica o che ha terminato la ricarica da più di un’ora – indebitamente parcheggiata in uno stallo di ricarica:
1) Ottenerne la rimozione per liberare lo stallo e poter ricaricare. Questo è di fatto “mission impossible” nel 99% dei casi, e, nell’1% dei casi in cui succede, richiede comunque un lungo tempo di attesa.
2) Ottenere almeno che l’occupante abusivo si becchi la contravvenzione prevista per legge – magra consolazione, ma meglio che niente.
Ciò dovrebbe essere – il condizionale è comunque d’obbligo, purtroppo, perché anche solo ottenere che una pattuglia venga a constatare la violazione è aleatorio – immediato del caso di una termica o di un “finto” ricaricante.
Diventa invece ad oggi molto più difficile nel caso di ricarica terminata da più di un’ora perché, come dimostrato da Paolo Mariano in un suo video (https://youtu.be/OEYfm7GLgGI), la polizia non ha modo di verificare immediatamente il superamento dell’ora massima prescritta e deve a sua volta aspettare che sia passata un’altra ora prima di poter multare il trasgressore.
A questo proposito, perché non si prova a fare pressione lato gestori di colonnine (anch’essi danneggiati dal sottoutilizzo delle medesime) affinché inseriscano un semplice contatore di tempo dalla fine della ricarica ben indicato come tale e facilmente consultabile dalle forze dell’ordine?
Non sono un esperto della materia, ma azzardo che probabilmente per moltissime colonnine già installate si potrebbe fare il tutto via software semplicemente azzerando il contatore di durata della ricarica una volta finita la ricarica e facendolo ripartire con funzione di misurazione del tempo di occupazione dello stallo dopo la fine della ricarica.
Purtroppo, in Italia esistono diritti e garanzie “di alto profilo” che però tutelano spesso “i furbi” o i “cavillosi”, ma mi spiego: se le colonnine fossero dotate di timer ci sarebbe qualcuno che dice: “no! una colonnina “privata” non può certificare un tempo preso come dato per una contravvenzione, è necessario che il tempo venga preso da un organo di polizia con i propri occhi! e giù ricorsi TAR TIR e TUR, consiglio di Stato (come è giusto che sia) con sentenze contraddittorie.. d’altronde se è vero che nel codice attualmente in vigore sono previste sanzioni per chi occupa abusivamente una piazzola per ricarica, c’è da dire che la segnaletica che si usa non è codificata nel codice stesso e da qui nascono gli imbarazzi dei preposti.
L’art. 158 del Codice della Strada stabilisce che la fermata e la sosta “sono vietate negli spazi riservati alla fermata e alla sosta dei veicoli elettrici in ricarica”.
Ma come si individua e si segnala uno spazio destinato ai veicoli in ricarica?
Se applichiamo esattamente quanto indicato nell’art. 158, la segnaletica che appare corretta sarebbe quella del divieto di fermata fig. II 75 con pannello integrativo modello II 4/b che indica l’eccezione, soluzione peraltro applicata solo da alcune Amministrazioni e a macchia di leopardo.
Hai perfettamente ragione riguardo alla segnalazione in colonnina del tempo di sosta a ricarica terminata: andrebbe organizzata più precisamente di quanto l’ho buttata lì io.
Ad esempio, forse sarebbe ben poco eccepibile se nel CdS, art. 158 h-ter, la frase “Tale divieto e’ previsto anche per i veicoli elettrici che non effettuano l’operazione di ricarica o che permangono nello spazio di ricarica oltre un’ora dopo il completamento della fase di ricarica.” venisse completata da qualcosa del tipo (occorrerà utilizzare l’esatta terminologia, ovviamente) “…secondo quanto indicato nel display dell’apparecchiatura di ricarica.”
Immagino già che questo richiederà precise specifiche tecniche per rendere affidabile il conteggio del tempo dopo la fine della ricarica, sulla falsariga dei parchimetri, ma mi pare una buona strada da seguire.
Buona poi anche la citazione da stradeautostrade.it: l’intera segnalazione verticale e orizzontale relativa agli spazi destinati ai veicoli in ricarica è effettivamente da definire con maggior precisione, come ben spiega quell’articolo, e poi fatta applicare in modo uniforme a livello nazionale…
…e qui mi scappa da ridere, perché, tornando al tema dei veicoli in divieto di sosta negli stalli di ricarica, già oggi il CdS, art. 159, dispone senza ombra di dubbio che tali veicoli debbano essere rimossi (c. 1) o spostati e sottoposti a blocco (c. 3), liberando così lo stallo per chi debba legittimamente ricaricare, ma ugualmente rimozione oppure spostamento + bloccaggio sono di fatto NON effettuati praticamente MAI.
Parafrasando Virgilio, dobbiamo sconsolatamente constatare che troppo spesso “omnia vincit malitia”…