Anche SAP toglie Tesla dalla flotta. Dopo due grandi noleggiatori come Hertz e Sixt, l grande società di software tedesca dice stop alle auto di Elon Musk.
Anche SAP toglie Tesla lamentando due problemi: prezzi volatili e tempi di consegna
È stato Steffen Krautwasser, responsabile globale della flotta di SAP, a confermare la notizia alla testata tedesca Handesblatt: “I prezzi di listino di Tesla fluttuano più di quelli di altri produttori, il che rende la pianificazione più difficile e rappresenta un rischio maggiore per noi“, ha detto il manager.
In sostanza: i ripetuti tagli di prezzo operati da Tesla hanno abbassato il valore dell’usato, modificando i valori a bilancio delle auto in flotta. Tanto più che la Casa di Elon Musk, a differenza dei concorrenti, non offre contratti di ri-acquisto sulle auto che vende. Anche le condizioni di consegna hanno causato problemi, ma qui non si parla dei soliti ritardi.
Secondo Krautwasser, i veicoli vengono spesso consegnati prima della data concordata, causando difficoltà con lo stoccaggio e la logistica. Tanto più in una società dove tutto è pianificato al millesimo di secondo come SAP.
In azienda 3.100 elettriche e 4.500 ibride plug-in
SAP non è un cliente trascurabile: la flotta aziendale conta su circa 28.000 veicoli, di cui circa 18.000 in Germania. Le auto elettriche sono 3.100, le ibride plug-in 4.500, con 1.200 punti di ricarica presso le varie sedi e circa 2.000 wallbox presso le abitazioni dei dipendenti.
Il fatto di rinunciare a Tesla non significa che SAP intenda chiudere con le auto elettriche, anche se molti collaboratori restano riluttanti: “Non vogliono avere a che fare con le curve di ricarica, vogliono solo andare da A a B“, ha spiegato il manager all’Handesblatt. Ma l’approccio dell’azienda resta positivo: “Poiché abbiamo iniziato in anticipo, possiamo utilizzare valori comparativi. E dire che le auto elettriche non sono solo un caso di sostenibilità, ma un caso di business“.
I maggiori costi di acquisto sono compensati da minori costi di gestione, ma i problemi non mancano. Uno è legato alla cancellazione degli incentivi da parte della Germania. “E dobbiamo ancora aspettare e vedere come si svilupperanno i costi di riparazione degli incidenti“, aggiunge Krautwasser.
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Chiedo scusa, sperando di non risultare “eccessivo”.
A leggere alcuni commenti di questo articolo (e ad articoli analoghi relativi a Sixt ed Hertz che ridurranno la flotta EV) sembra che i manager delle multinazionali siano dei dementi che non hanno ancora capito nulla nella vita o, leggo, dei corrotti che rinunciano alle EV a fronte di pagamenti sottobanco (tangenti…).
Anche se a qualcuno potrà dare fastidio, le aziende (di noleggio o multinazionali in genere) esistono per uno e un solo motivo: fare business, ovvero massimizzare l’utile per l’azionista.
Quindi, se ad esempio nel caso in questione SAP ha deciso di eliminare Tesla dalla flotta (o magari acquistarne il doppio in futuro), avrà i suoi buoni motivi che, in ultima istanza, avranno come focus quello di massimizzare il profitto, massimizzando i ricavi e minimizzando le perdite…derivanti da qualsiasi motivo che giustamente potremmo non conoscere (minusvalenza/plusvalenza alla rivendita, costi di manutenzione in più o in meno, favore o meno dei manager che in linea teorica quando valutano un lavoro inseriscono – tra i pro e i contro – la “company car” assegnata, ecc ecc ecc…).
Tutto il resto sono lecitissime chiacchere da bar.
Bravissimo, commento magistrale, ha centrato il punto 👍
In SAP stanno ristrutturando anche la forza lavoro , hanno dichiarato di avere un surplus del 7% di personale , circa 8000 dipendenti. Se ristrutturi e riduco il personale vado a tagliare anche il parco benefit.
Gli avranno dato la tangentina per acquistare da BMW o Mercedes……tutto il mondo è paese!
La trovo una grande scusa, tanto più che tra le varie sedi hanno 2K e passa punti di ricarica quindi lo sbattimento del manager sarebbe ridotto proprio al minimo cioè quando va a farsi la gita fuori porta!. Mi pare di capire che il loro unico problema è il noleggio, dovrebbero cambiare mentalità! Ci arriveranno.
Diciamo anche che quando serve i tedeschi “fanno quadrato”
La svalutazione è una scusa, o meglio, non è il motivo principale. Tra l’altro le Tesla elettriche sono richiestissime e si svalutano poco, forse anche meno delle versioni a benzina. Il punto è un altro, come già evidenziato altrove da me e qui ribadito da un manager: “Non vogliono avere a che fare con le curve di ricarica, vogliono solo andare da A a B”. Questo era il mio commento di qualche giorno fa e ora finalmente qualche manager esce allo scoperto e dice la verità. Le persone non vogliono sbattimenti, vogliono semplicità non programmazione, app e torture mentali. Nel Nord Italia va di moda ripetere: “lavoro guadagno pago pretendo” che è un motto odioso ma che significa una cosa semplice, ovvero con i miei soldi pretendo un certo livello di qualità e di comfort. Evidentemente l’ansia da ricarica e da autonomia non sono percepite come tali.
Secondo me c’è stato un autogol nel mondo dei sostenitori delle auto elettriche ed è stato boicottare le plugin perché, quando usate nelle flotte aziendali, non risultavano così ecologiche. Queste auto sarebbero perfette per avvicinare i guidatori diffidenti al mondo dell’elettrico e anche per il noleggio: ti do la plugin che ha prestazioni eccezionali, se vuoi e hai tempo ricarichi e viaggi senza consumare benzina, altrimenti ti fermi dal benzinaio se non hai tempo per la colonnina. Il famoso piano B che mi consente di sperimentare senza stress: piano A colonnina (con tessera di ricarica fornita dalla società di noleggio), piano B (colonnina guasta, occupata, lenta, scomoda, etc.) vado dal benzinaio e ciao core. Invece il fondamentalismo ecologico ha boicottato le plugin e si è sparato sui piedi da solo, trovandosi senza un prezioso alleato. Il noleggio dell’auto può diventare così un’occasione per sperimentare un nuovo modo di fare rifornimento sapendo che alla peggio c’è una soluzione pratica, comoda, nota.
P.s.: in Cina, dove per fortuna sono pragmatici e non ideologici come noi, le plugin crescono molto più velocemente delle elettriche. Tanto per darvi un quadro, solo a dicembre 2023:
BEV: circa 618.000 (+31%)
PHEV: circa 362.000 (+80% circa)
Totale: 980.737 (+46%)
Quasi si assiste ad una “rimonta”. Tra l’altro le nuove plugin hanno batterie più grandi capaci di garantire maggiore autonomia ma all’occorrenza, quando serve e non si vuole o può ricaricare, possono andare a benzina. Qui da noi le plugin sono considerate greenwashing.
Beh se si vuole essere onesti fino in fondo le plug-in se usate male sono greenwashing all’ ennesima potenza.
Inoltre darle a noleggio è ancora peggio, se possono fare il pieno senza sbattersi lo faranno.
Purtroppo il problema principale non è il mezzo ma l’ essere umano che più è restio a cambiare abitudini più odia le auto elettriche, perché alla fine bisogna fare i conti con un modo di gestire il mezzo che non funziona come quello imposto dai carburanti fossili
se ho letto le stesse news, si tratterebbe di Plug-in Cinesi con batterie da 40 kwh (!)
Fino a 40 kWh. Questi i dati di vendita delle auto alla spina in Cina:
1. BYD Song Plus: 72.182 (14.011 BEV + 58.171 PHEV)
2. Tesla Model Y: 60.055
3. BYD Qin Plus: 41.142 (11.963 BEV + 29.179 PHEV)
Molto indicativo per capire quanto bene vanno le phev. Le phev con 40 kWh vanno bene, ma anche con 20: più autonomia hanno in elettrico, meno noie si hanno con autonomia e ricarica. E quando si mette male… 0 ansia!
Non a caso in California le phev con autonomia minima di 70 km circa (vado a memoria) non saranno soggette al ban del 2035.
E quindi è giusto “pretendere” tutto perchè si è sempre fatto.
Anche io allora potrei PRETENDERE l’acqua del mare pulita e la neve in inverno. Quindi? Lavor, pago le tasse. La pretendo.
E’ questo che fa schifo. Che la gente pretenda di non smuoversi di un millimetro.
Ah ma poi per lamentarsi si smuovono eccome…
Un po’ come pretendere che il servizio sanitario nazionale curi l’ansia climatica gratuitamente, io credo che sarebbe corretto vista la diffusione della patologia, lei cosa ne pensa?
Cura già i 48.000 morti annuali, prima che siano tali, per inquinamento da trasporto, lei cosa ne pensa?
Purtroppo non è curabile preventivamente da parte del SSN, si può intervenire solo quando succede. I 31 morti italiani del 2023 ad esempio non si sono potuti curare. Gli altri feriti fisicamente o feriti nella psiche dopo i disastri delle alluvioni e inondazioni invece già rientrano nel campo del SSN.
Ma lei parlava dell’ansia preventiva o dei morti effettivi causati dalla causa reale (o presunta?) dell’ansia?
Se parlava dell’ansia preventiva, come qualsiasi stato ansioso, andrebbe curato, così come le patologie che provocano alterazioni nella percezione della realtà. Per quei 31 morti e per gli altri 48.000, annuali, purtroppo non c’è più niente da fare, c’è li siamo persi, pazienza, ce ne sono altri 58 milioni, hai voglia prima che li finiamo!
“Se parlava dell’ansia preventiva, come qualsiasi stato ansioso, andrebbe curato”
Allora siamo d’accordo, l’ansia climatica andrebbe curata, https://www.humanitas.it/news/eco-ansia-o-ansia-climatica-cose-e-come-riconoscerla/
cioe’….impensabile fare 120000km con una endotermica senza problemi al motore? perche’ comunque tutte le parti di usura di una vettura normale , le ha anche una elettrica. Mi sa che sei fuoristrada
L’argomento della svalutazione dell’usato proprio non lo capisco (anche riferito ai casi di Hertz e simili). Capisco che su un auto endotermica dopo 2-3 anni la rivendi poiché la manutenzione diventa onerosa (esempio: già il fatto di doverla programmare per queste grandi flotte può essere un problema, forse). Ma l’auto elettrica puoi usarla tranquillamente 8 anni o più senza farci niente, perché rivenderla?
Su youtube Frank Eletric ha mostrato una tesla M3 noleggiata negli USA con più 120 mila km sul groppo . Impensabile con auto endotermiche… Mi sembra che alcuni siano rimasti al vecchio modello di business (rivendere le auto dopo 1-2 anni).
Come non ti è chiara l’argomentazione?
le società che prendono auto per le flotte aziendali le noleggiano per 3 o 4 anni, non le acquistano, dopodiché le auto sono rivendute sul mercato dell’usato.
Dietro gli acquisti di queste auto, soprattutto in numeri cospiscui, si fanno dei business plan sul ricavato da rivendita.
Quindi normale che una riduzione dei listini porti a delle sopravvenienze sul passivo da mettere a bilancio
Credo che Sebastiano intendesse proprio questo: perché con le elettriche ci adotta lo stesso modello di business usato finora per le termiche di noleggiarle per 3-4 anni per poi rivenderle come usato?
Considerando la minore manutenzione richiesta dalle elettriche, è davvero ancora quello il modello di business giusto, o è possibile ripensarlo in modo diverso?
Era una domanda che mi pare del tutto logica.
Esatto caro Eugenio, proprio così. nel caso degli autonoleggio so che le auto le tengono 2 anni circa, dopodiché la manutenzione diventa onerosa (anche solo dal punto di vista organizzativo). discorso analogo per le flotte, dove magari tirano fino a 3-4 anni. Dove subentra anche il maggior rischio di guasto meccanico (che significa tempo di lavoro perso per i tuoi dipendenti). Con l’auto elettrica questi parametri vanno rivisti. Non dico mica che non si rompono mai… ma che hanno tempi più lunghi.
E’ che magari le auto prese a noleggio non vengono utilizzate con grande cura ed attenzione dai clienti, pertato magari dopo 2-3 anni – a prescindere dal tipo di motorizzazione – e’ meglio comunque disfarsene prima che cadano in pezzi. Oppure, come spiegaz alternativa, immagino che il cliente apprezzi e premi piu’ il noleggiatore che dispone di veicoli freschi piuttosto che quello con una flotta piu’ datata.
La manutenzione è una delle variabili, ma non l’unica.
Le auto a noleggio non sono rivendute per la questione manutenzione, ma banalmente perché le società possono rivendere l’auto a prezzo di mercato più elevato cercando di massimizzare la vendita di un asset che dopo il terzo/quarto anno ha un crollo del valore. Di fatto un’auto di 3 o 4 anni vede il suo valore iniziale decurtato di un buon 40%, dopo 6 anni il valore diventa un “fai da te” e la possibilità di rivendita viene praticamente delegata alla discrezionalità di eventuali acquirenti, anche considerando come le auto dai noleggi a lungo termine arrivano a quei 3/4 anni. Io non comprerei un’auto aziendale NLT senza conoscerne la storia, figuriamoci con 6/7 anni sul groppone.
Una qualunque auto, anche elettrica, dopo un tot di anni è più soggetta a rotture delle sue componenti, e spesso sui guasti è molto difficile stabilire se rientrano in garanzia, o spesso le garanzie negli anni riducono la copertura. Ma a prescindere da chi paga il tutto è legato anche ai servizi assicurativi. Se le possibilità di guasto aumentano, possono aumentare gli interventi ad esempio dell’assistenza stradale, quindi aumenta l’assicurazione extra RCA.
Di contro più l’auto è vecchia, più basso deve essere il costo di noleggio. Un contratto di noleggio di 3/4 anni 80.000Km ha un preciso costo mensile per l’utente, ma l’auto arriva nuova. Noleggiare un mezzo dal quarto anno deve per forza prevedere una rinegoziazione al ribasso di tale importo mensile con inferiori revenue da parte del noleggiatore.
Inoltre l’usato di Tesla non mantiene il suo valore a causa di Tesla stessa e non per l’auto in se, mentre moltri altri marchi per mancanza di qualità e mercato dei propri mezzi (vedi ad esempio VW ID che usate di due anni non le vuole nessuno).
Banalmente noleggiare una ID.3 vorrebbe dire anche rimetterci rispetto al forecast iniziale, ed è ovvio che un NLT tra rata iniziale, rate mensili e rivendita finale, al nett odlele spese, la società di noleggio deve fare un utile netto programmabile, altrimenti andrebbe in perdita.
Tutte queste variabili e altre entrano in gioco nella definzione di un modello di business legato al noleggio, che evidentemente non è ritenuto proficuo da chi lo fa per mestiere e ne sa più di noi.