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Anche la Volvo è impazzita o qualcosa non sappiamo?

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La nuova Volvo elettrica, appena svelata, la C 40 Recharge.

Anche la Volvo è impazzita o c’è qualcosa che non sappiamo? La Casa svedese ha annunciato che dal 2030 produrrà solo elettriche. Vendute solo on line…

Anche la Volvo …/ Solo elettrico dal 2030 e vendite on-line (si inizia nel 2022)

Non esiste un futuro a lungo termine per le auto con motore a combustione interna“, ha scandito il direttore tecnico Henrik Green. “Siamo fermamente impegnati a diventare un produttore di auto esclusivamente elettriche e la transizione dovrebbe avvenire entro il 2030“. E se il concetto non fosse chiaro, ecco quel che dice il n.1 Håkan Samuelsson“Per mantenere il successo, abbiamo bisogno di una crescita redditizia. Invece di investire in un business in contrazione, scegliamo di investire nel futuro – elettrico e online.

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Henrik Green, direttore tecnico di Volvo.

Può sembrare una data lontana, la fine del decennio. Ma per chi produce auto, con gli anni richiesti per lo sviluppo di un nuovo modello, non è affatto un futuro a così lunga scadenza. E l’annuncio di Volvo, come si sa, non è isolato: poche settimane fa è stata la volta della Jaguar ad annunciare la conversione al solo-elettrico ancor prima, dal 2025. C’è poi la Ford, che a sua volta in Europa produrrà e venderà solo veicoli a batterie dal 2030. Per non parlare della Smart, che la conversione elettrica l’ha già fatta due anni fa, con grande coraggio.

Anche la Volvo …/ Non si mettono a rischio grandi aziende per una scommessa

Tutte azienda guidate da incoscienti, disposti a mettere a repentaglio imprese con decine di migliaia di posti di lavoro per quella che molti considerano ancora un azzardo? O forse chi sta già oggi sviluppando le auto che vedremo sul mercato tra alcuni anni si sta definitivamente convincendo di quale potenziale di crescita abbia l’elettrico? Certo, ci sono le normative europee, sempre più stringenti sulle emissioni, a indirizzare le produzione forse produzione sempre meno inquinanti. Ma sappiamo anche che le lobby dei costruttori hanno sempre saputo girare a loro favore l’applicazione di queste regole.

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Un’altra immagine della Volvo C40 Recharge.

E tutto questo entusiasmo per l’elettrico fa pensare che ci siano ragioni tecniche più profonde. Che lo sviluppo delle batterie abbia grandi margini di miglioramento, per peso, ingombro, capacità, costi. E non dimentichiamo: l’auto elettrica non porta solo un cambio di motore. È proprio un mondo diverso, che accompagna una rivoluzione digitale che va da dalla guida autonoma alle vendite on-line. Passando per la mobility as a service, l’auto che usi senza più acquistarla.

Prezzi fissi e trasparenti (un po’ più bassi) con l’on-line

E proprio le vendite on-line sono il secondo step della rivoluzione Volvo. Si farà tutto con un pc o un telefonino, disintermediando un mondo che per un secolo è vissuto sulla rete dei concessionari, che non spariranno, ma cambieranno radicalmente. È una rivoluzione che dovrebbe avere un impatto positivo sui prezzi e per la quale non dovremo aspettare la fine del decennio.

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Volvo ha annunciato che si partirà nel 2022 con la XC40 Recharge Pure Electric, con una gamma pre-configurata per semplificare e accelerare il processo di acquisto. L’azienda svedese conta di ridurre la complessità della gamma di prodotti e di lavorare con prezzi più trasparenti e fissi per il cliente. Una brutta notizia per chi è ancora appassionato alle estenuanti trattative per strappare sconti in concessionaria…Sono cambiamenti epocali, davanti ai quali il mondo dell’auto sembra dividersi in due fazioni: chi resiste e chi la rivoluzione la cavalca. Volvo si iscrive a questo secondo partito.

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21 COMMENTI

  1. Ogni volta che leggo obbiezioni sul riciclo delle batterie delle auto mi viene da pensare dove finiscono i miliardi di smartphone che ogni anno vengono rottamati .
    Credo che sia più facile aggirare i vincoli normativi con articoli di quel tipo che non con 200kg di batteria di un veicolo.
    Eppure non mi pare ci si faccia tanti scrupoli a cambiare telefono ogni sei mesi solo per avere l’ultimo modello disponibile.
    Tra l’altro credo che recuperare batterie auto sia decisamente più redditizio.

  2. Su un commento pubblicato sul fatto quotidiano si dice che Volvo, controllata dal Gruppo Cinese Zhejiang Geely Holding, sia stata obbligata a questa scelta, con pesanti ripercussioni sull’occupazione.

    A me sembra un controsenso.
    Voi che notizie avete?

    • A me sembra una scelta obbligata dal mercato: l’anno scorso il boom di auto elettrificate (ibride ed elettriche) è stato tale che, pure in presenza di una contrazione assoluta nei numeri come il resto del mercato, Volvo ha guadagnato quote globali sui competitor. Quindi se è quello il settore che cresce di più nel gruppo, perché mai non dovrebbero fare all-in su quello?

  3. Se escludiamo l’XC40, la Volvo oggi più economica in commercio è la V60 che parte da 39000 euro. Quando comprai la Giulietta, ero indeciso tra lei e la V40 che, nuova, costava 17000 euro (versione base, 2000 turbodiesel, modello prossimo al pensionamento).

    Non c’è da stupirsi che un brand premium come Volvo si butti sull’elettrico, anzi, mi stupirei del contrario. Come Tesla dimostra, è molto facile con 40000 euro costruire macchine discrete adatte ad ogni palato. Considerato che poi la Volvo non è mai stato un vero brand sportivo, non snaturano la mission del brand convertendosi all’elettrico, anzi, lo rafforzano. Nel mondo premium hai tutti gli strumenti per placare l’ansia da ricarica perché non sono 5000 euro di batteria in più a fare una differenza. Dopotutto le Polestar (il brand full electric Volvo già esistente) già viaggia con batterie da 78 kwh e oltre 400 km di autonomia, le stesse batterie montate sulle attuali Volvo full electric come la XC40 Recharge e la futura C40 Recharge.

    E’ talmente scoraggiato da parte di Volvo l’acquisto di una auto a benzina che in pratica autolimiteranno la velocità massima a 180 / 185 km/h che è la stessa velocità che sono ad oggi in grado di garantire su tutte le loro versioni full electric. Strano non montino anche serbatoi della benzina più piccoli per pareggiare l’autonomia 🙂

    In ottica Volvo, ripeto, ha assolutamente senso, è la mossa giusta. Il problema grosso oggi è sostituire la Panda, non la Volvo … (ma in futuro ci arriveremo)

  4. Secondo me il problema dei concessionari o no stá tutto nel modo di acquistare l auto a monte.
    Mi spiego,tu puoi comprare on line solo se hai auto a noleggio,altrimenti la tua, dovrai venderla da solo.
    Con tutte le difficoltà del caso,non tutti amano vendere auto.
    Tesla ci sta riuscendo,in parte,per il solo desiderio di possederla, alla stregua di un iPhone dei tempi andati.
    È indubbiamente nel futuro.Lo zoccolo duro dei clienti Volvo ,invece,è composto da persone che amano la tecnologia,ma Badano al sodo.All affidabilità e sicurezza.si pongono domande tipo:
    Quanto durerà,se mi capita qualcosa, come la risolverò che questa settimana devo fare 5000 km?Sarà comodo il “sedile”
    Per non parlare di costi di ripristino,km in eccesso,riscatto ecc. Problematiche,che tutte le vetture da “lavoro” devono affrontare,e di solito con l aiuto di un dealer.
    Per il momento sono dichiarazione di intenti.
    Normalmente il cliente Volvo è un cliente a sé stante,il cliente “”viaggiatore per eccellenza” fedele,scontatissimo e con partita iva.
    Basta guardare qualsiasi sito di vendita auto per trovare almeno 30/40 annunci di modelli N1 o I.V.A. 104.
    Sarebbe un peccato,che per rincorrere Tesla,si perdessero i clienti affezionati.Una cosa è avere un prodotto innovativo alla moda e maledettamente efficacie,10 anni prima degli altri,altra è mantenere questo status per decenni e con affidabilità e sicurezza a molti sconosciuta, soprattutto nell’ alto di gamma.
    Solo con una rete efficiente e capillare puoi essere a conoscenza delle problematiche intrinseche ad ogni modello,anche il più tecnologico e affidabile.
    Secondo me Tesla a parte,può valere solo per una nicchia di modelli specifici,tipo Polestar,quando saranno pronti.

  5. Ma per lo smaltimento delle batterie esauste come si intende fare? Sì possono riciclare? Le abbandoniamo in qualche posto sperduto in Africa al di fuori di occhi indiscreti? Ci sono sviluppi tecnologici verso batterie inesauribili?……

    • Hanno una seconda vita di 20 anni come accumulatori stazionari, poi si posso essere riciclare recuperando il 50-60% dei materiali. Ci sono sviluppi tecnologici al riguardao per recuperare il 95% dei materiali. Ogni batteria è tracciata e il costruttore ha l’bblico di ritirarla e gestirla a fine vita; quindi no, non avremo depositi sperduti in Africa. Le batterie inesauribili sono come il moto perpetuo: chi ha sale in zucca non ne parla nemmeno.

      • Siamo alle solite Massimo, questo è vero in parte. Come sempre avete i para occhi e non vi rendete conto che la realtà è ben diversa dalla teoria. Oggi forse quello che dici è vero, ma quando aumenteranno le auto elettriche in circolazione e al momento della vendita (da parte del consumatore al concessionario) non varranno più praticamente nulla, cosa pensi, che toglieranno le batterie per usarle in un altra maniera, oppure che i concessionari le esportetanno in qualche paese dell’est per farci ancora dei profitti? Perché la strada sarà questa e una volta che si troveranno là nessuno avrà la decenza di smaltire le batterie secondo il processo di legge.
        Basta guardare a quello che accade ora con le auto di 20 anni fa, molte sono ancora in circolazione nei paesi meno abbienti, l’auto elettrica seguirà lo stesso ciclo con l’aggravante che le batterie rappresentano un serio problema ambientale se non maneggiate con cura.
        Concludo dicendo: le case scelgono l’elettrico non perché vogliono, ma perché costrette, fosse per loro andrebbero avanti benissimo a benzina e diesel; forse è questo che non capite.

          • Sono interessato ad i vostri articoli, per questo vi leggo e partecipo anche alle discussioni. Quello che ho scritto nella seconda parte di commento è la risposta alla domanda che c’è nel titolo. C’è qualcosa che non sapete? Probabilmente la sapete, ma fingete di no. È ovvio che molti costruttori puntano (guarda caso spesso solo in EU) sui veicoli elettrici, perché non hanno altre possibilità; non perché desiderano con tutto il cuore dismettere diesel e benzina.
            La prima parte del commento è inobbiettabile, siete molto idealisti in questo sito, ed è anche giusto così, ma questo non dovrebbe offuscare la vista tanto da non vedere che spesso le cose su carta rimangono, appunto, su carta. Il mondo reale è molto diverso dalla teoria e se vogliamo essere realisti non possiamo sorvolare sul ciclo che fanno le nostre vecchie auto finita la loro carriera nei paesi più ricchi ; così come non si può sorvolare sul mancato rispetto di qualsivoglia legge ambientale nei paesi in cui le vetture dismesse vengono poi reimmatricolate.

          • Concordo in pieno su un fatto: nessun costruttore auto passa all’elettrico con entusiasmo. E’ un salto tecnologico che comporta, almeno all’inizio, più rischi e meno guadagni, due elementi che qualsiasi imprenditore, in tutti i settori, vede come il funmo negli occhi.
            Se lo fanno è perchè da un lato subiscono la concorrenza delle new entry (Tesla su tutti), dall’altro perchè obbligati dalle norme anti inquinamento. Per il resto, quel che succederà fuori in Africa lo vedremo: non lo sappiamo noi e non lo può sapere lei. Noi pensiamo che sia necessario vigilare per evitare abusi. Lei propone di continuare a bruciar petrolio?

      • Credo (e spero) che per batterie inesauribili, intendesse batterie che presentino un degrado pressoché nullo con i vari cicli di carica/scarica. Cosa auspicabile e comunque la ricerca è in corso.

        • Vorrei saper cosa c’è al mondo che abbia degrado nullo. In un’automobile, per di più

          • Buonasera, forse Massimo non è bene informato poiché non vero che i super condensatori abbiano una capacità di 1/20 rispetto alle batterie!!!!
            Ripeto, ho citato i SUPER Condensatori, non i condensatori….questi hanno raggiunto valori di capacità tra 11 e 20 F per cm quadrato, mentre fino al 2016 i condensatori erano fermi a circa 0.5 F / cm quadrato.
            Mi domando, se questa tecnologia trovasse impiego l’investimento fatto recentemente sull’impianto di Milano per produrre batterie made in Italy, che fine faranno!!!

        • Ci siamo quasi….. I super condensatori, già adesso hanno un rapporto carica/Peso migliore delle batterie, una vita quasi infinita, una velocità di ricerca che arriva quasi al tempo di un pieno.

  6. Quindi il concetto di volvo di preservare l’occupazione e mantenere alti i profitti è di vendere online e far fuori praticamente tutti i concessionari. Faranno numeri importanti a questo modo.. sicuramente..

    • Il numero dei concessionari in Italia si è dimezzato negli ultimi 20 anni, ben prima del covid, ben prima delle vendite on line. Qualcosa vorrà dire.

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