Anche la California vuole “sequestrare” i profitti di Big Oil per i danni al clima

La Procura Generale californiana avvia una nuova azione legale contro le grandi aziende petrolifere per i danni recati al clima. Emissioni nocive reiterate, concorrenza sleale e pubblicità ingannevole alla base di “profitti” ritenuti ingiusti.

Dopo il Vermont, la California. Negli Stati Uniti continua la stretta governativa sulle aziende ritenute “responsabili” di impatti negativi sul clima. Se nel piccolo Vermont una nuova legge intende far pagare alle grandi società di gas e petrolio i danni causati negli anni dalle proprie emissioni nocive, in California è una nuova azione legale della Procura Generale a chiedere alle compagnie petrolifere di “sborsare”, potenzialmente, miliardi di dollari per coprire i costi del cambiamento climatico.

Almeno questo è quello a cui mira Rob Bonta, capo della Procura, che negli ultimi giorni ha avviato una nuova causa statale, richiedendo alle aziende che hanno emesso più dell’equivalente di 1 miliardo di tonnellate di anidride carbonica tra il 2000 e il 2020 i danni causati al clima. Rinunciando ai profitti che lo Stato sostiene abbiano realizzato ingannando i consumatori sul loro ruolo nel cambiamento climatico.

La caccia ai profitti “ingiusti”

Di fatto la nuova denuncia – già depositata presso la Corte Superiore della contea di San Francisco – incorpora una legge statale entrata in vigore lo scorso ottobre (sponsorizzata dallo stesso Bonta e firmata dal governatore dem Gavin Newsom) che consente al Procuratore generale di sequestrare i “profitti ingiusti” guadagnati dalle società nella violazione delle leggi contro la concorrenza sleale e la pubblicità ingannevole, ai danni dei consumatori.

Rob Bonta

Bonta aveva apertamente accusato cinque delle più grandi compagnie petrolifere del mondo (Exxon, Shell, Chevron, ConocoPhillips e BP) insieme all’American Petroleum Institute (API) – il gruppo commerciale dell’industria petrolifera e del gas – di aver ingannato per decenni i californiani sul loro impatto nel cambiamento climatico e di continuare a farlo per “rinverdire” il loro ruolo oggi. 

Danni al clima, le Big Oil non ci stanno

La denuncia della Procura arriva dopo che, nelle ultime settimane, le principali compagnie petrolifere e del gas hanno reagito agli azionisti attivisti che sollecitavano strategie aziendali più ambiziose pro-clima. Questo mentre alcuni legislatori statunitensi hanno iniziato ad intensificare le indagini per verificare se il settore si stia comportando in modo ingannevole o meno.

La risposta dei Big Oil non si è fatta attendere. L’API, attraverso le parole del consigliere generale Ryan Meyers, ha affermato che la causa è priva di merito. “Questa campagna continua e coordinata, per intraprendere azioni legali senza merito e politicizzate contro un’industria americana fondamentale e i suoi lavoratori, non è altro che una distrazione da importanti conversazioni nazionali e un enorme spreco di risorse dei contribuenti“.

Lapidaria anche Shell, che ha affermato di non ritenere che il cambiamento climatico debba essere gestito in tribunale. “Affrontare il cambiamento climatico richiede un approccio collaborativo a livello sociale. La politica climatica spetta al Congresso che la dibatte e decide, non ad un mosaico di tribunali”, si legge in una nota rilasciata alla Reuters.

Clima, il no dell’ONU alla pubblicità su petrolio e gas

Al di là degli specifici casi americani, il tema della “responsabilità climatica” e del ruolo attivo dei Big Oil resta molto acceso a livello globale.

Solo pochi giorni fa il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha invitato i Paesi a vietare la pubblicità sui combustibili fossili – equiparandoli al tabacco o altri prodotti rivelatosi dannosi per la salute umana – dopo essersi scagliato contro le grandi aziende energetiche ree di “distorcere la verità, ingannare il pubblico e seminare dubbi” sulla crisi climatica.

Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU

 

Visualizza commenti (9)
  1. Direi che è un’ottima iniziativa. Fossi nelle big oil interromperei immediatamente tutte le forniture alla California, del resto perchè correre il rischi di incrementare la multa? Non volete il petrolio? Vi si accontenta subito.

        1. Oppure è come mandare un messaggio chiaro con la consapevolezza che di te non possono fare a meno.

    1. Leonardo (R)

      In realtà la cosa più conveniente da fare per loro è continuare a vendere petrolio e pagare le multe.
      E alzare un po’ i prezzi.

  2. ahahah… e mentre negli altri Paesi si comincia almeno a chiedere i danni dell’abuso di combustibili fossili, il nostro amato governo continua ad elargire mancette da 50-60 miliardi di euro l’anno ai paladini dei diritti umani in Arabia, Russia, Nigeria, Libia e via discorrendo. E poi tocca anche leggere su questo sito chi continua a ritenere l’auto elettrica il male assoluto… lo scemo del villaggio esiste, peccato che ci siano cosi’ tanti villaggi (ed elettori) in Italia…

  3. caprone manicheo

    Riuscire a condannarle sarebbe una bella cosa, e soprattutto un precedente sul quale costruire una bella battaglia.

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