Ferrari e Jaguar Land Rover si buttano sulla formazione di risorse professionali specifiche per l’auto elettrica. La rivoluzione elettrica creerà posti di lavoro (più di 12 milioni solo nel settore delle energie rinnovabili) ma soprattutto li cambierà profondamente, tanto che uno studio di Randstad Research (qui) stima che nasceranno 135 nuove professioni solo nell’automotive.
Ferrari, in collaborazione con Comau del gruppo Stellantis, ha inaugurato l’altro ieri a Modena il suo “e.DO Learning Center”, progetto educativo che mira tra l’altro a formare professionalità funzionali all’auto elettrica. Ma più in generale nell’elettrificazione e nella ropotica «trasferendo ai giovani le competenze che possono essere impiegate nel futuro mondo del lavoro».

L’e.DO Learning Center di Modena con Comau
Il Centro nasce presso l’Istituto “Fermo Corni” di Modena, un Istituto di Istruzione Superiore (IIS) e Scuola Secondaria. All’evento inaugurale hanno partecipato anche Benedetto Vigna, Amministratore Delegato di Ferrari e Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna.
e.DO Learning Center fa parte dell’innovativa piattaforma educativa sviluppata dalla Comau Academy, e basata su un concetto nuovo ed esperienziale alla scoperta della robotica, del coding, delle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). E’ supportato da 5 robot e.DO di Comau a 6 assi che consentono agli studenti di cimentarsi in esercizi a tutti gli effetti simulazione di casi reali.
Jaguar più di Ferrari: 29 mila addetti per l’auto elettrica
Come Ferrari, anche Jaguar Land Rover forma personale per la transizione all’auto elettrica. Il suo programma “Future Skills” psi rivolge a 29.000 collaboratori che entro i prossimi tre anni saranno in grado di far fronte alle esigenze nei settori della connessione, della gestione dei dati e nella rapida transizione verso l’elettrificazione.
Il programma vedrà impegnati più di 10.000 dipendenti di Jaguar Land Rover, i concessionari in franchising nel Regno Unito e quasi 19.000 addetti nel resto del mondo.

Barbara Bergmeier, Executive Director of Industrial Operations di Jaguar Land Rover, ha dichiarato: «Sviluppare una forza lavoro globale qualificata necessaria per progettare, produrre e mantenere i veicoli del futuro è di fondamentale importanza».
Attualmente circa l’80% di quasi 1.300 concessionari Jaguar Land Rover in franchising in tutto il mondo offre servizi di assistenza per veicoli elettrici; quindi, per colmare il divario di competenze, già da quest’anno l’azienda garantirà alla maggior parte dei tecnici di assistenza una formazione sull’elettrificazione.
Oltre ai tecnici, Jaguar Land Rover prevede un aggiornamento per migliaia di ingegneri automobilistici altamente qualificati e addetti alla produzione, che in precedenza hanno lavorato allo sviluppo di auto a combustione interna, per trasformarli in specialisti di elettrificazione, digitalizzazione e guida autonoma. Entro la fine del decennio tutti i modelli Jaguar saranno disponibili come full BEV.
Randstad Research: ecco le professioni da inventare
Le nuove figura profesisonali create dall’elettrificazione dell’automotive saranno sviluppatori di simulatori digitali per l’automotive; pianificatori della mobilità urbana sostenibile; “change manager” per la transizione ai nuovi sistemi; esperti di trasformazioni digitali “critiche”; specialisti di sensoristica; gestori di fabbriche dell’economia circolare; gestori di MaaS (Mobility as a Service); esperti di telediagnostica.
In tutto 135 nuove professioni, secondo il “censimento” stilato dal Randstad Recearch.
In Italia 1,5 milioni di lavoratori da (ri)formare
I lavoratore già oggi coinvolti nella rivoluzione della mobilità elettrica sono oltre un milione e mezzo in Italia. Sono gli oltre 600.000 meccanici e specialisti che lavorano nelle fabbriche di motori termici e componenti. A questi vanno sommati circa 600.000 autisti e conducenti legati ai mezzi di trasporto convenzionali, più tutti quelli occupati nei beni e servizi della mobilità. Molti di costoro non avranno più un ruolo nell’ecosistema della mobilità elettrica.
Subiremo queste trasformazioni o sapremo esserne protagonisti? Declino o sviluppo? si chiede Randstad Research nella sua analisi. Saremo in grado di creare quei moltissimi posti di lavoro che richiede la trasformazione della nuova mobilità e beneficiarne in termini di posizionamento del nostro paese sui mercati internazionali?
Gli “integratori” saranno fondamentali
Nel nuovo mondo del lavoro elettrico, dice Randstad Reasearch, centrali risulteranno le figure degli “integratori”. Saranno indispensabili per progettare, coordinare e realizzare le trasformazioni, con un preciso ruolo di raccordo fra dirigenza e strutture esecutive, in qualsiasi organizzazione pubblica o privata.
Figure più tradizionali, dagli operai agli artigiani, da meccanici diventeranno meccatronici ed informatici. E dovranno lavorare in team che uniscano le loro competenze con i ricercatori e gli che svilupperanno le soluzioni future. La logica sarà qella della “ibridazione” fra campi diversi: digitale, legale, economico, commerciale.
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Il sistema italiano di formazione terziaria, dagli ITS alle lauree professionalizzanti, alle
triennali, alle magistrali, master e dottorati ha un punto di forza nelle cosiddette “materie abilitanti”, importanti poiché forniscono le basi per inquadrare e comprendere i fenomeni innovativi che possono cambiare scenari di sei mesi in sei mesi.
La scuola italiana può farcela se…
Consistono nella matematica e nella statistica più avanzate, nella ricerca operativa, nella fisica, chimica, biologia, meccanica, scienza delle costruzioni etc. presenti in maniera
significativa nei percorsi di studio e che gli imprenditori riconoscono come un “plus” dei lavoratori italiani più qualificati. I non italiani invece appaiono in genere più preparati a ideare soluzioni operative, interagire in squadra, cogliere velocemente gli obiettivi che di volta in volta si danno le organizzazioni e contribuire a portarli a termine.
Un’indicazione, quest’ultima, che occorre in qualche modo introdurre elementi aggiuntivi nei piani di studio esistenti in Italia.
Rinnovabili, già 12,7 milioni di posti nel mondo
Ma la transizione energetica creerà o distruggerà posti di lavoro in termini assoluti? Secondo Renewable Energy and Jobs: Annual Review 2022 ne creerà. Solo l’anno scorso ben 700.000, portando il totale di occupati nel settore a 12,7 milioni.
Il settore che in futuro creerà più occupazione sarà quello dell’energia rinnovabile, il solare in particolare. Nel 2021 ha già garantito 4,3 milioni di posti di lavoro, vale a dire più di un terzo dell’attuale forza lavoro globale nel settore delle energie rinnovabili. Il rapporto pubblicato dall’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ci dice poi che quasi due terzi di tutti questi posti sono in Asia. La Cina da sola rappresenta il 42% del totale globale, seguita da UE e Brasile con il 10% ciascuno e da USA e India con il 7% ciascuno.
Sud est asiatico la Mecca, Europa in recupero
I Paesi del sud-est asiatico diventeranno importanti centri di produzione del solare fotovoltaico (PV) nonché produttori di biocarburanti. La Cina è il principale produttore e installatore di pannelli solari fotovoltaici e sta creando un numero crescente di posti di lavoro nel settore dell’eolico offshore. L’India ha aggiunto oltre 10 gigawatt di fotovoltaico e ha generato così molti posti di lavoro nell’installazione. Ma rimane fortemente dipendente dai pannelli importati.
L’Europa rappresenta circa il 40% della produzione mondiale di energia eolica ed è il più importante esportatore di attrezzature correlate. Inoltre sta tentando di ricostituire la sua industria di produzione del solare fotovoltaico.
Nelle Americhe, il Messico è il principale fornitore di pale per turbine eoliche. Il Brasile si conferma il principale datore di lavoro nel settore dei biocarburanti, ma sta anche aggiungendo numerosi posti di lavoro nelle installazioni eoliche e solari fotovoltaiche. Gli Stati Uniti stanno iniziando a costruire una base industriale nazionale per il nascente settore dell’eolico offshore.
Ma come stando ai detrattori si sarebbero persi migliaia di posti di lavoro, invece mancano figure professionali e l’occupazione invece salirà, ma guarda te che strano , fuori da ogni logica.
Io sono anni che lo dico ma poi mi pigliano per i fondelli 🤷