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Anche Confindustria contro l’auto elettrica

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Anche Confindustria contro l’auto elettrica: lo fa per bocca del n.1 della sezione Energia, Giuseppe Ricci, in un evento organizzato dal Parlamento europeo.

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Giuseppe Ricci, n,1 di Confindustria Energia.

Anche Confindustria si unisce al coro italiano anti-UE

Da quando il Parlamento UE ha confermato lo stop alle auto termiche dal 2035, in Italia si è scatenato il finimondo. Gli altri Paesi si attrezzano, noi protestiamo. Poteva mancare in questo coro di indignazione Confindustria? Lo fa per bocca di un signore che ha alle spalle un’esperienza trentennale in Eni nel campo della raffinazione petrolifera. Ricci critica “l’approccio ‘monosoluzione di puntare esclusivamente sulla mobilità elettrica, su cui si sta orientando la Commissione”.  Approccio, che a suo parere, “oltre ad essere più rischioso e tecnologicamente immaturo sui settori dei trasporti cosiddetti hard to abate, non considera la sostenibilità sociale ed economica della transizione. Rischiando solamente di alimentare una crisi del sistema industriale ed energetico europeo”. Va detto subito che non è vero che c’è un approccio monosoluzione: la UE vuole le emissioni zero e quindi apre anche all’idrogeno e alle altre tecnologie che garantiranno questo traguardo.

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La bio-raffineria Eni di Venezia (credit foto: Eni Sustainable Mobility): Confindustria difende “i biocarburanti e altri carburanti a basso tenore di carbonio”.

“Politiche ideologiche non supportate da piani industriali concreti”

Ricci ammette che azzerare le emissioni del settore trasporti resta l’obiettivo da traguardare. “Ma politiche ideologiche non supportate da piani industriali concreti e da analisi di sostenibilità degli investimenti rischiano solo di minare la competitività dell’automotive. E, a seguire quello dell’energia. La strategia europea deve far leva su un approccio olistico che preveda, in linea con il principio di neutralità tecnologica, l’adozione di tutte le soluzioni rinnovabili low carbon”.  In Italia abbiamo sviluppato tecnologie ed eccellenze per la produzione di prodotti energetici sostenibili, quali i biocarburanti e altri carburanti a basso tenore di carbonio. I nostri sforzi sono poi diretti a potenziare l’impiego del gas, nelle sue forme bio e rinnovabili, sia per il trasporto su strada che per quello marittimo. Utilizzando le infrastrutture esistenti. È doveroso salvaguardare la competitività delle filiere tecnologiche italiane”.

anche ConfindustriaSECONDO NOI. Può essere Confindustria a spiegarci che cosa fare per azzerare le emissioni nei trasporti? Può essere un’associazione che non ha mail alzato un dito davanti ai disastri ambientali sopportati da questo Paese per colpa di imprese criminali? La UE ha tracciato una strada con obiettivi a lungo termine, lanciando una sfida tecnologica alle imprese del continente. Noi ci rifiutiamo di seguirla e non a caso gli enormi investimenti che si stanno riversando sull’elettrico vanno ovunque tranne che in Italia. Invece di inseguire il nuovo, chiediamo sussidi per difendere il vecchio. E i media esultano davanti a questo arroccamento. Come fa il sito  Nord Est Quotidiano che così commenta le parole di Ricci: “L’auto elettrica è insostenibile, sia economicamente che ambientalmente. La verità viene a galla e Confindustria esce finalmente allo scoperto…“.

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68 COMMENTI

  1. L’argomentazione ambientalista nel propagandare l’elettrico è una mera foglia di fico.
    Tralasciando l’attegiamento NIMBY tipico degli ambientalisti a pile, e ben sapendo che le cifre variano abbastanza a seconda di chi le proprina, facciamo una semplice moltiplicazione:

    — L’UE intera è responsabile per circa il 18 percento della CO2 mondiale (USA e Cina da sole incidono per il 40%, la nostra Italia per un misero 1%) — fonte ucsusa.com
    — Di questa CO2, i trasporti rappresentano circa il 10%, includendo i mezzi pesanti di trasporto su gomma (che non saranno elettrificati per limiti di autonomia), mentre il settore residenziale e la produzione di energia elettrica rappresentano il 50%. — fonte gazzetta.it
    — Di questa CO2 del trasporto su gomma, il 69% dipende dal traffico privato. — fonte repubblica.it

    Ora la matematica non è un’opinione. Se domattina tutti i cittadini europei si svegliassero miracolosamente con un’auto elettrica in garage, senza aspettare i km del pareggio con le termiche, senza considerare le devastazioni dell’elettrificazione in Africa, senza considerare l’impatto ambientale dell’adeguamento infrastrutturale e l’aumento del consumo di energia conseguente all’aumento di vetture elettriche… quanta CO2 sul totale avremmo risparmiato?

    0,18*0.10*0.7=0.0126… un fantasmagorico 1,3%

    Limitandoci solo all’Italia un incredibile 0,07% del totale mondiale, roba da ridere…a fronte di Paesi che non hanno alcuna intenzione né di ridurre il loro consumo energetico, né di rinunciare alle fonti fossili, e che anzi in conseguenza di un probabile (e per loro auspicabile) sviluppo economico aumentaranno le loro emissioni molto più di quanto si possa recuperare nel’intera Europa con l’elettrificazione. “E’ la somma che fa il totale” ..non mi pare che serva “rocket science”.

    • Per lo stesso identico ragionamento, quello che pensa Ciccio vale lo 0,0000008% di quello che pensa il resto del mondo.

      • Giusto per sapere Massimo, se è così evidente che l’elettrificazione forzata del traffico privato in Europa è ininfluente sul totale della CO2 emessa a livello mondiale, perché un privato cittadino dovrebbe sopportare di buon grado queste forzature:

        — Pagare il 30% in più un’auto nuova (sia elettrica che termica, le prime hanno fatto salire il prezzo delle seconde), probabilmente essere costretto anche a cambiare segmento;
        — Sapere che dopo 8-10 dovrà cambiare l’auto per forza perché le batterie da sostituire eccederanno il valore residuo dell’auto. Ad esempio a me piace tenere le auto fino a fine vita, non alimentare l’industria automobilistica. E’ l’auto che serve a me, non sono io che servo come finanziatore all’automotive;
        — Stare attento a non fare lunghi viaggi o a pianificarli con attenzione pregando di trovare colonnine libere e funzionanti;
        — Doversi continuamente barcamenare tra prestazioni e durata. Ad esempio a me ogni tanto a strada libera piace anche avere il piedino pesante.
        — Essere consapevole di quanto questo stia alimentando la distruzione del Congo, la dipendenza geopolitica dalla Cina e la diminuzione di competitività del comparto automotive di eccellenza italiano/europeo…
        etc.

        Magari avessi la soluzione, ma cerco di essere razionale: uno sforzo economico enorme a carico di centinaia di milioni di cittadini con un risultato atteso di miglioramento dell1% nella migliore delle ipotesi è ottusa ideologia. Se si alimentasse lo smartwork o si investisse seriamente in metropolitane e trasporti pubblici efficienti nelle città italiane si farebbe molto meglio con un ritorno molto più elevato nel tempo, senza intervento diretto dei cittadini privati. Se potessi l’auto non la userei, ma non è possibile. Creare alternative al trasporto in auto è la soluzione “green”, non lo è sostituire le auto.

        PS
        E no caro Leonardo, tu che porti questo nome dovresti sapere che il peso delle idee non corrisponde al peso corporeo di chi le porta.

        • I suoi calcoli sono banali, fatti e strafatti milioni di volte. Ma il punto è un altro. Non è quanto incide ogni singola misura, ma come tutte insieme possono evitare che il mondo vada arrosto. E’ il motivo per cui auto, aziende, abitazioni, generazione di energia, trasporti collettivi, agricoltura e tutto il resto che vuol metterci dentro deve azzerare le emissioni. E’ un sacrificio? in Patre sì. Ma molto meno di quello che lei immagina dalla poltrona del salotto.

        • Ma con tutta la documentazione disponibile stiamo ancora parlando che le batterie dopo 8 anni devono essere cambiate ? Ma la gente parla sempre di complotti ma ascoltano tutti la disinformazione ?
          Ognuno di noi deve fare quanto possibile per ridurre il suo impatto ambientale

        • Eh ma le idee devono anche essere buone:

          – Dopo 8 anni scade la garanzia, non significa che l’auto sia da buttare. Non ti piace l’idea che possa accadere? Ma anche un’auto termica può fondere il motore dopo 2 anni (e qualcuna anche prima)
          – Pregare? Non ho pregato neppure quando sono andato in Puglia al mare. La mia auto mi dice sempre dov’è la colonnina più vicina, basta selezionare una schermata sul display. Questa funzione non ce l’ho con una termica, i distributori sono stati messi sulle strade principali perché prima dell’avvento degli smartphone non avresti saputo come andare a cercarteli.
          – Con strada libera vado anche io al massimo della velocità consentita, anche se ad andare più piano.e/o fare pause ogni 2/2,5 ore di viaggio ho scoperto che si arriva più rilassati a destinazione.
          – Il Congo e la Cina sono problemi che c’erano già prima dell’auto elettrica. La diminuzione di competitività invece è un problema tutto nostro che ci siamo creati e che è culminato col Dieselgate. Già, perché non è solo la CO2 il problema, anche tutto il resto che ci respiriamo e che causa migliaia di morti all’anno. Col Dieselgate i produttori europei si sono scavati la fossa da soli.
          Ora dal 2028 quasi certamente costerà più cara una termica di una elettrica, non ho molti dubbi su come reagirà il mercato.

        • Che io esprima opinioni dalla poltrona del salotto o dal sedile posteriore di un’auto non cambia la loro validità:

          1 — sì sarebbe bello un mondo migliore in cui ognuno fa la sua parte, ma il mondo è popolato di farabutti inquinatori seriali su larga scala rispetto ai quali un automobilista che guida una euro 5 è già un gretino. Raccontiamoci pure che ogni piccolo contributo conta, non è così: bisogna fermare i grandi inquinatori, non agire sui piccoli, e essere razionali: la logica della caritas non funziona. IMHO.

          2 — Io non mi baso sul calcoli astrusi o più o meno campati in aria della durata delle batterie presi chissà dove, mi baso sulla GARANZIA DEL COSTRUTTORE. Presumo, perdonatemi l’ingenuità, che il costruttore sappia fare abbastanza bene i calcoli sulla durata delle batterie e sulla convenienza economica nel sostituirle e sul chilometraggio certo e guarda un po’… mi dice 8 anni o 1600000 km. Lei la comprerebbe un’elettrica di 7 anni o con 1500000 km? A quanto? Io no, nemmeno a 1000 euro. Poi ognuno fa le sue scelte.

          • Eh ma ragionando così non bisognerebbe neppure comprare auto termiche usate con più di due anni, eppure…

          • Le rispondo per l’ultima volta. I motori termici sono garantite due o tre anni. Significa che devono essere sostituiti? Detto ciò, spari pure tutte le boiate che crede in santa libertà

          • Anche io rispondo un’ultima volta, immaginavo che data la forte polarizzazione sarebbe stato abbastanza inutile tentare di discutere e vivaddio ho altro da fare.

            — X Leonardo
            Ho scritto “pregare” perché mi sono basato su alcuni report giornalistici che ho letto per i quali le app non funzionano un gran che bene e le colonnine rotte o usate come parcheggi sono molte… non trovo le fonti, non dovrebbe essere difficile però recuperarli online, comunque se hai un’esperienza d’uso diretta diversa tanto meglio, buon per te, non per forza le cose devono andare male.

            Le auto termiche hanno una vita attesa molto lunga e non esiste un componente equivalente alle batterie come importanza e costo: rifare un motore fuso costa 3000 euro, trovarne uno sostitutivo usato costa la metà, quindi ha perfettamente senso economico la riparazione su un’auto anche dopo 8 anni, anche fuori garanzia, soprattutto se l’auto è tenuta bene.

            Io non sostengo che l’auto elettrica di per sé sia il male assoluto, ma che il male assoluto è volerla forzatamente trasformare in un mezzo di trasporto DI MASSA in Europa e che non apporterà alcun beneficio a livello di inquinamento ambientale mondiale.
            Per una minoranza di utenti un EV è un’ottima soluzione e immagino possa dare grandi soddisfazioni: va bene come pass per i centri storici; va bene come seconda auto per la moglie; va bene a chi ha il garage privato col fotovoltaico o a chi per sfizio preferisce farsi pagare la tassa di circolazione e il parcheggio dai poveracci; va bene anche a chi ci va in relax in vacanza o a chi piace spendere molti soldi nella tecnologia all’ultimo grido. Non va bene certo a chi macina km per lavoro, chi fa lunghi spostamenti, agli incapienti, a chi non ha il garage e a chi vuole un costo di gestione dell’auto minimo …ovvero all’80% (a spanne) delle persone che abitano nei grandi centri urbani. Inoltre in uno scenario futuro di diffusione di massa le colonnine scarseggeranno eccome, le tasse sui carburanti dovranno ricomparire magicamente sulla corrente (perché il governo non può perdere quegli introiti) ed in più finiranno tutti i privilegi su bolli, parcheggi, incentivi etc. a carico della colletività. Allora sarà meno conveniente anche per chi adesso si riempie la bocca dei vantaggi dell’elettrico.

            Trovo veramente riduttivo pensare che l’elettrico in Italia non si diffonda perché siamo tutti arretrati e vittime di lavaggio del cervello e ogni insulto a seguire, ci sono ragioni ben valide, sarebbe il caso di prenderle sul serio. Tanto le vendite sono già crollate, e scommetto che andrà peggio nei prossimi mesi.

            X Massimo
            Va be’ boiate, non esageriamo dai.. mi pare troppo onore per una moltiplicazione di tre percentuali. Camomillati. Ciao

          • @Ciccio hai messo troppa carne sul fuoco.
            Mi limito a segnalare che in Europa di petrolio ce n’è pochino e presto o tardi non ce ne sarà abbastanza per tutti. Trovo alquanto singolare che ci si lamenti sempre della politica perché non fa mai piani a lungo termine e ora che in Europa di pensa a provvedimenti di lungo respiro per prepararsi a quando (non se) qualcuno deciderà che è ora di chiudere i rubinetti, la critica migliore che si riesca a fare è che l’inquinamento non si risolve eliminandolo soltanto in Europa.
            Boh, cosa vuoi che ti dica, se preferisci aspettare di vedere come sarà bello andare in giro in auto con la benzina a 4 €/litro fai pure, d’altra parte la vita ci insegna che non si possono sempre salvare tutti.

            Ad maiora!

  2. Signori mei… Elettronauti e non
    Secondo voi a Napoli .. Palermo (sarò de coccio) quando verranno spazzate vie le termiche.?
    Ho 45 anni!
    Sondaggio
    A 57 anni
    A a 72 anni (2050)
    Nei campi Elisi…?!

  3. Chissà come si lagnò Confindustria, quando si rese conto che il buon, vecchio motore a vapore così tranquillizzante col suo sbuffo candido impregnato di zolfo e idrocarburi forse non era sempre e comunque l’idea migliore… Avrà chiesto una fortuna di contributi per i fabbricanti di caldaie e stantuffi?

  4. Che peccato che inizio novecento non esistevano i social perchè oggi avrei letto con molto interesse i commenti su strani motori detti termici, su cui i tedeschi determinati, cocciuti ed avventurieri stavano lavorando e sperimentando.
    In quel periodo storico non esistevano strade, non esisteva la benzina ma solo un intruglio che si acquistava solo in farmacia, in giro c’erano pochissimi soldi.
    E come si svolgevano i trasporti?
    Chi stava bene di portafoglio aveva un bel cavallo che quando serviva, lo stalliere attaccava ad un calesse. Rifornimento? nessun problema, si lasciava il cavallo brucare lungo lo sterrato ed era fatta.
    E gli altri che manco sapevano cosa fosse un portafoglio?
    beh andavano a piedi, del resto la stragrande maggioranza erano bifolchi, nel senso buono, che lavoravano in campagna, al massimo si spostavano per andare la domenica in chiesa a piedi ovviamente, se dovevano trasportare qualcosa attaccavano un paio di buoi al biroccio e via.
    Ma soprattutto la gente dove poteva andare non avendo nè tempo nè disponibilità di denaro?!
    Quindi quei pazzi tedeschi con le loro idee di motori detti termici erano proprio dei dementi.

    Eppure ce l’hanno fatta, eccome se ce l’hanno fatta! chapeau ai tedeschi!

    Ed oggi? oggi sta arrivando l’elettrico e per fortuna ci sono i social e la gente scrive e scrive.
    Oggi come allora c’è qualcuno che dice : ‘non ci sono strade’, ‘non c’è benzina’, ‘le farmacie sono pochissime’, ecc ecc.
    Ma per fortuna anche oggi ci sono geni determinati, cocciuti ed avventurieri che lavorano e sperimentano. chapeau agli americani!

    ps:
    c’è un documentario su sky tv dedicato agli albori dell’automobile fatto molto bene e da cui ho tratto le info ed ho aggiunto miei personali ricordi di quando da piccolo andavo a trovare i miei nonni contadini.

  5. L’unica cosa positiva è che questa gentaglia sarà spazzata via dalla concorrenza, sia europea che cinese. La realtà è fatta così, o ti adatti, o scompari. Quando abbiamo smesso di usare il cavallo a favore delle automobili tutti quelli che non si sono adattati e volevano continuare a fabbricare carrozze sono stati spazzati via, qui è uguale.
    Vogliono farci credere che fabbricare un’auto elettrica costa più di un’auto a scoppietti, peccato che i cinesi ci riescono con metà soldi, ci guadagnano pure sopra e costruiscono vetture sicure e di qualità.

    La realtà è che il settore industriale delle automobili qui in Europa, ma particolarmente in Italia, non ha voluto adattarsi. Quando era l’ora di cominciare a ripensare la filiera andavano in TV e sui giornali a deridere Elon Musk (vedi Marchionne). Il futuro era lì, a portata di mano, ma questo richiedeva una classe dirigente capace e che soprattutto non avesse paura di mettersi in gioco e, per una volta, lavorare. Una classe dirigente che qui manca… tutti occupati a trovare modi creativi per spendere i milioni di euro che guadagnano ogni anno, non certo ad investire quei guadagni in ricerca e sviluppo.

    Purtroppo per loro, altrove nel mondo non sono stati a dormire, la ricerca l’hanno fatto, e oggi aziende il cui nome non abbiamo mai sentito prima stanno diventando enormi, molto velocemente… mentre i dirigenti delle aziende “classiche” piagnucolano in TV e sui giornali circa quanto ingiusto è il mondo e la concorrenza.

    Per quello che riguarda l’idrogeno, oramai tutti sanno che è una tecnologia che, almeno per il momento, allo stato attuale del nostro sviluppo tecnologico e delle noste conoscenze tecniche e scientifiche, non ha alcun senso. È difficile da stoccare, difficile da produrre, richiede parecchia energia per la sua produzione sprecandone una buona fetta, la sua riconversione in energia è altrettanto inefficiente, e ha tutti i problemi della classica distribuzione del carburante (deve essere trasportato fino ad un distributore)… mentre invece l’energia elettrica copre capillarmente tutto il territorio e non richiede trasporto su gomma. Chi insiste ancora sull’idrogeno o non ha ben compreso i suoi problemi, oppure ha degli interessi dietro che vuole difendere anche a costo della salute altrui e dell’ambiente.

    Non aspettatevi che Confindustria dica altro se non fare da portavoce a questi signorotti, inetti ed incapaci, specializzati nel vivere sulle spalle degli altri… è già tanto che sono finalmente riusciti ad ammettere che è necessario cominciare a muoversi.

  6. Verranno travolti dallo tsunami dell’elettrico come i maniscalchi che mettevano i ferri ai cavalli all’inizio del ‘900.

  7. Non ho letto l articolo sul corriere a firma rampini ma,è vero che parlano cose irrealizzabili totalmente ma è altrettanto vero che puntano pesantemente il dito sulla filiera produttiva accusandolo di essere ugualmente inquinante e distruttiva e questo perché qualsiasi cosa anche la migliore porta sempre con sé inquinamento

    • Sì ma c’è tanto inquinamento e poco inquinamento.
      E poco inquinamento è sempre meglio di tanto.
      Se poi consideri che con le auto elettriche non si avvelena l’aria che respiriamo e tutto ciò che ne consegue nei confronti dei giovani e dei soggetti fragili è chiaro che l’articolo è inevitabilmente pretestuoso.

    • aspetta aspetta aspetta:
      non hai letto l’articolo di Rampini ma nemmeno il report californiano!

      se è vero che dicono che l’elettrico nel suo complesso è inquinante (e sfido chiunque a dimostrare il contrario)
      non è che questo significa che l’endotermico è meglio!
      nel report semmai dicono che è pure peggio!

      e in quanto report radicale
      suggeriscono di ridurre l’uso dell’auto IN TOTO!

      vediamo di non mescolare mele e pere, va!

      • Mauro,ne mele ne pere.qyello xhe dico è che non è tutt oro quello che riduce e che il proliferare di miniere di terre rare ammesso che se ne trovino abbastanza potenzialmente molto inquinanti e,cancerogene per chi le lavora,non è che mi rende più attrattivA l auto elettrica.con questo non dico che l endotermivo sia meglio ma che non è tutto bianco o nero e che le lobby anche per elettrico si fanno sentire

        • Trovo però curioso che utilizziamo le terre rare per costruire motori e magneti per i più svariati usi e ora che finalmente realizziamo che è meglio mettere un solo motore elettrico nelle auto scopriamo che estrarre le terre rare è inquinante.
          Per dire, Toyota utilizza due motori elettrici per far funzionare il suo powertrain ibrido (un motore e un motore generatore) dal 1997 e nessuno si è mai accorto di niente!?!?
          Oppure il cobalto usato per la desulfurazione del gasolio è forse più pulito di quello utilizzato per produrre le batterie?
          Proviamo a chiedere ai tarantini se raffinare il petrolio produce una brezza floreale?
          E l’estrazione di petrolio e gas non ha forse un pessimo impatto ambientale, senza contare i vari incidenti, gli sversamenti in mare, ecc. ecc.?
          Direi che non può essere più evidente di così che l’indignazione c’è solo per le auto elettriche ed è funzionale a supportare i piagnistei di un’industria che sta velocemente diventando obsoleta.

          • Vero quello che affermi ma..a fronte di catalogo inquinamento ne vogliamo aggiungere altro e forse anche più pesante? Vogliamo aprire altre miniere a cielo aperto? A patto che ve ne siano abbastanza??? Vogliamo ancor più distruggere il territorio??? Una domanda che sono sempre posto è..ma come cavolo la costruiamo un intera infrastruttura italiana oer ricaricare da qui a 20 anni tutte le elettriche??? Faremo come per le colonnine di metano e GPL,?? Perché è impensabile attuare quello sui singoli parcheggi come fatto fino ad ora.e nota a margine.. bellissima idea la bici pessima il monopattino..ma per chi vive nei piccoli centri o paesini rimane una chimera potersi spostare così o con i mezzi pubblici di fatto per numero di corse ed orari assolutamente jnutili

          • Caro Gualtiero, perché parti dall’assunto di aggiungere e non di sostituire? Quando ho comprato la mia auto elettrica ho certamente contribuito all’estrazione di litio e altri materiali che sono serviti per produrla, ma da quando l’ho ritirata circa un anno e mezzo fa non ho più contribuito all’estrazione di petrolio per il carburante,.per l’olio del motore e filtri vari. L’unica cosa che ho aggiunto finora è il liquido per i tergicristalli. E quando arriverà a fine vita, la batteria potrà essere utilizzata per sistemi di backup e poi riciclata.
            Per l’infrastruttura di ricarica non vedo particolari problemi visto che l’energia elettrica arriva già praticamente ovunque. Ovviamente saranno necessari degli adeguamenti ma non tutte le ricariche hanno un impatto negativo sulla rete, anzi le auto elettriche sono degli accumulatori su ruote quindi ideali per assorbire potenza quando c’è più bisogno e in futuro anche rilasciarla quando c’è meno energia disponibile. Non faremo di certo come metano o GPL perché una colonnina non ha bisogno di un presidio costante per essere gestita e non ci sono serbatoi costantemente da riempire con autobotti che devono andare su e giù per depositi e raffinerie.
            Abbiamo anche già affrontato l’argomento punti di ricarica e lampioni stradali, le soluzioni sono molteplici e neppure troppo complicate da mettere in atto.

  8. In questo marasma è veramente difficile districarsi, capire, decidere. Meno male che c’è l’Enzo che tutto sa, tutto ci spiega sull’Europa, la Germania, la Francia e via cianciando. Ci dice anche che non siamo provinciali perché Confindustria è in buona compagnia con altre confindustrie europee. Come se essere in compagnia di tanti in conflitto d’interessi che fanno lobby contro i popoli che li fanno ricchi fosse un vanto o un’assoluzione dalle magagne in cui sguazzano da sempre. E comunque sempre nel nome dei posti di lavoro cioè nel nome di quelli che in tutti modi cercano da trent’anni di ridurre a dei precari perenni.

    • Tenendo conto che quelle sono le stesse lobby da cui è scaturito il diesel gate. E il fatto che il diesel gate sia esploso dal ventre tedesco è stato soltanto funzionale a.certi sassolini che avevano da togliersi dalle scarpe oltreoceano: se avessero scelto un’altra strategia, ovvero lanciare un avvertimento anziché colpire direttamente, il diesel gate sarebbe potuto tranquillamente esplodere in Italia.

  9. “Anche Confindustria contro l’auto elettrica”

    Quindi l’auto elettrica è la via giusta per salvarci dall’estinzione. I dinosauri di confindustria che si estinguano pure, non mancheranno a nessuno.

  10. Ma quanto era avanti il sommo Dante Alighieri nel XIII secolo?
    «Ahi serva Italia, di dolore ostello,
    nave sanza nocchiere in gran tempesta,
    non donna di province, ma bordello!»
    (Purgatorio, canto VI, vv. 76-78)

    Siamo nel XXI secolo, e continuiamo ad essere un bordello!

  11. i carburanti ancora, la mia prima auto gpl è del 1999 e oggi si fa fatica a comprarne una o ad adattarla perché i motori sono stati sviluppati specificatamente per benzina o gasolio. Quante baggiamate che ci raccontiamo.

  12. https://influencemap.org/report/Industry-Associations-and-European-Climate-Ambition-fdaeeb57dc404c90aaf2f82bbd729733

    “Such concerns are likely to be particularly focused towards cross-sector industry associations including BusinessEurope, along with powerful national level groups in France (MEDEF), Germany (BDI), Spain (CEOE) and Italy (Confindustria) which were also found to be largely unsupportive of the EU Commission’s attempts to tighten European climate regulations to help deliver the bloc’s 2030 emission targets. These associations have members from a wider range of sectors, but appear to adopt the ‘lowest common denominator’ positions of industrial interests most at risk from accelerated climate policy action. They represent a significant obstacle to delivering Europe’s 2030 climate goals due to their ability to represent these positions on behalf of industry at large.”

    No, non siamo noi italiani quelli provinciali, retrogradi e conservatori, siamo in ottima compagnia con le altre Confindustrie europee …

  13. Ho cliccato sul quotidiano sul nord est ed ho trovato quella qui di sotto riportata:

    Nel 2022 l’assicuratore Allianz ha avvisato le società di navigazione e l’industria marittima dell’aumento del pericolo di incendio in presenza di auto elettriche: il rapporto ha avvertito dei potenziali pericoli che le batterie agli ioni di litio creano, tra cui cui incendio, esplosione, gas tossici e fughe termiche.

    Ricordo che:

    – il rapporto di statistica incendio termiche – elettriche è 8 a 1;
    – la filiera dei fossili vive di incendi, esplosioni e gas tossici.

    Questi hanno la faccia come …………..

    • Per la mia Model 3, Allianz mi fa pagare di “rischio incendio” 6,25€ con capitale assicurato 39.300€ : questo perchè è pericolosissima, immagino. Infatti è un premio pari allo 0,016% del valore assicurato.

    • Che ne succeda 1 su tremila miliardi, cmq il rischio c’è, e deve essere trattato in modo totalmente diverso dai sistemi antincendio che normalmente le navi aerei etc han a bordo, il problema sta solo lì

      • Sui treni, d’accordissimo. Su di una nave, no: è l’unico posto al mondo in cui l’acqua non mancherà mai. Il segreto per tenere sotto controllo l’incendio di una batteria è di tenerla raffreddata con tanta acqua. Che su di una nave, per definizione, non potrà mai mancare.
        E lo sanno.

    • Gia’ il fatto che non si distingue tra batterie al litio LFP e NCM la dice lunga sul curriculum di chi ci vuole indrottinare…
      Stai a vedere che tra poco, per bocca sempre degli stessi, si scoprira’ che il povero Moby Prince si scontro’ con la petroliera Agip Abruzzo che in quell’occasione trasportava carbonato di litio…

    • Infatti spero che i sussidi europei vadano solo a chi investe e fa R%D.
      Non come quelli della scuola Agnelli che privatizzano gli utili e poi non si vergognano di piangere.
      Sono decenni che alcuni lasciano le aziende agonizzanti e adesso è colpa della decarbonizzazione?
      A casa i vecchi prenditori e sussidi agli innovatori della green economy

    • Ci sono. E molte stanno lavorando egregiamente ottenendo ottimi risultati.
      E nei prossimi anni saranno queste, lungimiranti, a dettare legge ai vecchi scarponi.
      Chiedere fondi alla UE per l’industria non è da condannare. Anzi. Ma il requisito è che poi vengano spesi per innovare. Non per galleggiare. Altrimenti non sono investimenti ma mantenimento.

      Quando spesso si dice che l’industria cinese è drogata dallo stato, ci si dimentica sempre che per lo stato Cinese è un investimento. E come ogni investimento punta ad un ritorno, che potrà esserci o meno (rischio d’impresa) ma quando c’è porterà nuovo valore per permettere nuovi investimenti.
      Da noi lo Stato interviene, il più delle volte, per “salvare”. E già questo spiega molte cose.

  14. Ma come mai nessun commento o approfondimento sul manifesto green californiano ,furmato da illustri scienziati e guru della green culture,che vuole bandire le auto elettriche come inquinanti ?

    • Fa riferimento, come immagino, a quel report citato da Rampini sul Corriere. Anzitutto mi domando chi abbia finanziato un report così approfondito e dettagliato, ce ne fossero simili sui danni fatti dagli idrocarburi (eheh, qualche sospetto mi viene). Ma il fatto è che esso andrebbe citato fino in fondo e non limitarsi alla parte che più fa comodo. Il report infatti propone come soluzione ai problemi ambientali, quella di ridurre l’uso degli autoveicoli. Quindi meno auto: sicuri che gli obiettivi degli elettro-scettici coincidano con gli obiettivi di questi signori, o si tratta solo di “servi sciocchi” per perorare la propria meschina causa?

      • eccolo qui il report:
        https://subscriber.politicopro.com/eenews/f/eenews/?id=00000185-e562-de44-a7bf-ed7751a00000

        e qui l’articolo del Corriere a firma Rampini:
        https://www.corriere.it/oriente-occidente-federico-rampini/23_febbraio_14/boom-auto-elettriche-ma-ora-ambientalisti-combattono-e7d80ff2-ac92-11ed-90fc-0a28becedb3f.shtml

        bene.
        conclusioni a pagina 43
        “…By reducing lithium demand relative to the most alarming
        forecasts, such a pathway provides a clear alternative to
        prevailing transportation scenarios, which rely on fast-
        tracking new mines, intensifying environmental pressures
        on landscapes subject to mining, destroying Indigenous
        lands and livelihoods, or increasing pressure on globally
        fraught supply chains in order to power an expansive,
        electrified car fleet. ..”
        interessante, sembra in linea con quanto dice Rampini, con quanto riferisce @gualtiero.

        però quattro righe più sotto:
        “…Our findings show that reducing dependence on private
        vehicles, densifying low-density suburbs while allowing more
        people to live in existing high-density urban spaces, and
        improving EV efficiency and reducing battery sizes are the
        most effective pathways to reducing future lithium demand…”
        ussignur!
        qui non dice che gli ambientalisti sono contro l’elettrico,
        qui dice che bisogna ridurre ridurre ridurre: ridurre i consumi (e quindi aumentare l’efficienza anche delle EV), ridurre le dimensioni delle batterie, ridurre la futura richiesta di litio per ridurre l’impatto ambientale.
        in quel report si dice che meglio meno auto, meglio meno utilizzo di auto, meglio meno consumo di risorse naturali, meglio più efficienza anche per le EV.
        per estensione
        autonomie elevate, prestazioni elevate, ecc ecc sono contestate implicitamente.

        e quindi…il titolo del Corriere
        “È boom di auto elettriche, ma ora gli ambientalisti le combattono”
        è sbagliato, è fuorviante e travisa completamente il senso e il contenuto del report!

        avrei capito una accusa di grillismo per questo report
        avrei capito accuse di decrescitismo
        ma non certo quel che riporta Rampini, e cosa evoca il commento sopra.

        insomma
        la spinta contro l’elettrico è veramente potente qui in Italia e ha leva facile su un contesto culturale molto limitato
        poveri noi

        • Sì ma poveri non siamo noi, ma chi si abbevera a queste fonti di informazione che portano a fare scelte sbagliate.

          • non sono d’accordo,
            poveri siamo tutti perchè direttamente o indirettamente ci rimettiamo e ci rimetteremo:
            ci rimetto se la colonnina me la devo pagare nonostante i soldi stanziati e il bando approvato,
            ci rimetto se i soldi per l’infrastruttura vengono dispersi in mille rivoli privi di possibilità effettiva
            ci rimetto se l’innovazione non attecchisce perchè poi mi trovo a dipendere da altri, in tutti i campi
            ci rimetto perchè un Paese fermo e ottuso limita lo sviluppo di tutti e quindi ci godremo stipendi da fame e arretratezza per il solo fatto di vivere qui

          • @mario
            Beh ovviamente le tue sono considerazioni giustissime.
            Ma chi si nutre di informazioni sbagliate è sicuramente destinato al peggio.

            E poi darà anche la colpa a qualcun altro.

          • Poveri tutti. Noi indirettamente, anzi, pure mazziati perchè abbiamo la consapevolezza di quello che potrebbe essere ma non è.
            Chi vive nell’ignoranza, vive nell’impudenza, chi vive nella sapienza, vive nella dispiacenza.

  15. Questo è l’ennesimo pregio dell’auto elettrica, fa in modo che le clientele feudali ecc. saltino fuori come funghi.

    E finalmente tirano giù la maschera, sia a livello politico, giornalistico e manageriale.

    Grazie Elon!!!!

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