La colonnina Free to X con il cavo di ricarica mozzato e rubato: siamo in A1, all'altezza di Guidonia.
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Altri cavi mozzati e rubati nelle stazioni di ricarica ad alta potenza: siamo in A1, stazione di servizio Mascherone Ovest, a nord di Roma, all’altezza di Guidonia.
Il furto nell’area Mascherone Ovest, all’altezza di Guidonia
Prosegue, per il momento indisturbata, la mattanza di cavi di ricarica in autostrada. Difficile ormai pensare a vandali, dato che i cavi vengono tagliati di netto e asportati, evidentemente per ricavare e vendere il contenuto di rame. L’ennesimo episodio nella zona della capitale ha riguardato un’altra colonnina di Free to X, la società che fa capo ad Autostrade per l’Italia. Le colonnine prese di mira sono state due, rese ovviamente inservibili.
La stessa Free to X un mese fa era stata vittima diun altro episodio similenella stazione La Pioppa Ovest, in A14, all’altezza di Bologna. Ma in quel caso la dinamica del fatto aveva fatto pensare a un episodio di vandalismo (eh sì, c’è gente che ce l’ha con le auto elettriche…). Nelle ultime settimane, invece, episodi simili a quello di Mascherone Ovest si sono susseguiti nell’area della capitale, facendo pensare a furti su commissione. O, comunque, a una banda concentrata su questo commercio illegale.
La ricarica di Renexia con i cavi mozzati a Tiburtina Est.
Altri cavi mozzati: presi di mira anche Enel X e Renexia
I precedenti purtroppo non mancano. Il 10 marzo, su segnalazione di un lettore, avevamo riportato il caso di una Enel X mutilata, con cavi asportati, a Roma Sud Est. La segnalazione era accompagnata da una frase lapidaria: “Strage di colonnine per asportare il rame“.
Stessa musica pochi giorni dopo per una ricarica Renexia nell’area di Servizio Tiburtina Est, sul tratto romano dell’autostrada A24, che dalla capitale porta in Abruzzo. In quel caso la società aveva fatto sapere che “con l’ausilio e la collaborazione del gestore della stazione di servizio, sono state analizzate le immagini registrate delle videocamere di sorveglianza“. Nella speranza che il tutto sia di aiuto alle forze dell’ordine per arrivare a identificare i responsabili. Ma nel frattempo, purtroppo, la mattanza continua.
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egregio Sig Degli Esposti , non so se e’ disponibile vaielettrico per diffondere questa devo dire assurdita’ , ma il genere umano davvero merita di estinguersi ? l’equador sta vendendo 3 milioni di ettari di foresta amazzonica alle compagnie petrolifere e poi le miniere di litio sono il problema ? l’ho buttata giu’ alla carlona non avendo piu’ parole e facendo copia incolla ,mi perdoni , fa male sentire queste cose , mi sa che non siamo piu’ in tempo :
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Cari avaaziani,
Mi chiamo Nemonte Nenquimo: sono una Waorani dell’Amazzonia e una madre da sempre impegnata a difendere la Terra.
Proprio ora, il governo ecuadoriano sta cercando di vendere all’asta oltre 3 milioni di ettari di foresta pluviale incontaminata alle compagnie petrolifere, e vorrebbe farlo senza che se ne parli troppo.
Questa terra non è vuota, è colma di vita! Una terra irrigata dalla pioggia, profumata e pulsante, impregnata della saggezza dei nostri anziani e delle risate dei nostri figli. È casa.
Se la svendita del governo riuscirà, le nostre foreste non canteranno più, e la linfa vitale che ci ha sostenuto per secoli potrebbe andare perduta per sempre. Quindi, li stiamo portando in tribunale.
Tra poche settimane, i Waorani e altri popoli indigeni marceranno verso la capitale, chiedendo alla Corte Costituzionale di bloccare la vendita illegale delle nostre terre. Ma mobilitare intere comunità provenienti da remote regioni amazzoniche è costoso: abbiamo urgente bisogno del tuo aiuto.
Con le donazioni, potremo denunciare il tradimento del governo, impiegare i migliori avvocati per contestare ogni concessione terriera e costruire un’inarrestabile resistenza indigena per difendere qualcosa che per noi è sacro. Il tuo contributo aiuterà anche l’affermarsi di un movimento globale per i diritti dei popoli indigeni.
Sei anni fa ho guidato il mio popolo a una vittoria epica in tribunale, bloccando la vendita di oltre 200mila ettari di terra, che avevamo curato e tutelato per generazioni. Abbiamo vinto perché i membri di Avaaz come te sono stati al nostro fianco: grazie!
Ora devo chiedere ancora il vostro sostegno, e questa volta il pericolo è ancora più grande. Dona ciò che puoi ora:
DONO 2€
DONO 4€
DONO 8€
DONO 15€
ALTRA CIFRA
ll governo sta cercando di far passare l’asta in sordina e si sta muovendo velocemente. Sanno che una volta che i bulldozer inizieranno ad abbattere la foresta, sarà più difficile per noi recuperare la nostra terra.
Il vero tesoro qui non è il petrolio: è la vita. È qui che le Ande si insinuano nel bacino lussureggiante della foresta pluviale e innumerevoli corsi d’acqua si incontrano per alimentare il Rio delle Amazzoni, sostentando milioni di persone e un numero incalcolabile di specie.
Dall’altra parte ci sono contratti miliardari e un’industria che si nutre di distruzione. Ma questa foresta rappresenta tutta la nostra esistenza e il futuro dei nostri figli. E noi, i guardiani indigeni dell’Amazzonia, non permetteremo che i politici la svendano.
L’abbiamo già fatto e lo rifaremo con il tuo aiuto! Se avremo abbastanza donazioni, potremo:
aiutare a finanziare una serie di cause legali coordinate e condotte dalle popolazioni indigene per salvare più di 3 milioni di ettari di Amazzonia dalle trivelle.
Sostenere la resistenza indigena in tutta l’Amazzonia, organizzando manifestazioni nella capitale, incontri per informare i cittadini e i giornalisti, per denunciare i danni delle industrie estrattive.
Istituire un fondo per permettere ai leader indigeni di partecipare alle conferenze globali sul clima e sulla biodiversità e far sentire la loro voce.
Potenziare le campagne di Avaaz per difendere l’accesso e i diritti dei popoli indigeni alla terra in Amazzonia e in tutto il mondo.
Essere Waorani è di per sé un atto di resistenza. Difendere la nostra terra fa parte di noi, che sia con lance di palma o con cause legali e mobilitazioni di massa. Sempre più persone sono al nostro fianco per proteggere il nostro modo di vivere. Unisciti a noi ancora una volta; dona ciò che puoi ora:
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Ho imparato che da ogni ostilità scaturisce la possibilità di costruire qualcosa di ancora più forte. Nel 2019, quando salvare 200mila ettari della nostra terra ancestrale sembrava impossibile, decine di comunità si sono unite e migliaia di persone in tutto il mondo si sono schierate con noi. Ed è stato solo l’inizio. Ora ci sono oltre 3 milioni di ettari da difendere e con questa battaglia scriveremo un nuovo capitolo della resistenza indigena.
Per la foresta, sempre,
Nemonte Nenquimo con Avaaz
Nota: Nemonte Nenquimo è una leader, attivista e paladina indigena Waorani della foresta amazzonica. Cofondatrice di Amazon Frontlines e Ceibo Alliance. Nel 2019, ha ottenuto una storica vittoria legale, proteggendo 200mila ettari di terra indigena dall’estrazione petrolifera. Ha ricevuto numerosi premi internazionali per il suo lavoro sui diritti degli indigeni e sulla giustizia ambientale.
PS: Questa potrebbe essere la tua prima donazione al nostro movimento. E che prima donazione! Sapevi che Avaaz si affida interamente alle donazioni dei suoi membri, come questa? In questo modo riusciamo ad essere del tutto indipendenti ed efficaci. Unisciti a oltre 1 milione di persone che hanno donato in questi anni per rendere Avaaz una vera forza per il bene del Pianeta.
Perché la tua donazione è così importante per l’Amazzonia
Oltre 3 milioni di ettari in pericolo imminente: enormi lotti di foresta pluviale potrebbero finire in mano alle compagnie petrolifere, ma le comunità indigene si stanno mobilitando per impedirlo. Con il nostro sostegno, potrebbero proteggere la foresta prima che sia sacrificato un solo albero.
Questa strategia funziona: nel 2019, i Waorani hanno vinto uno storico caso giudiziario che ha bloccato le trivellazioni petrolifere. Ora loro e altri popoli indigeni sono di nuovo in azione, con sufficiente sostegno, possono farcela.
È in gioco il futuro dell’Amazzonia: in tutta la regione, Avaaz sta aiutando a finanziare gli sforzi guidati dai popoli indigeni per difendere le terre, fermare la deforestazione e proteggere la foresta per le generazioni a venire.
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Maggiori informazioni:
Ecuador, vittoria storica degli indigeni Waorani contro il petrolio. Le loro terre sono salve (LifeGate)
Chi è Nemonte Nenquimo, la leader delle donne indigene che combatte per la difesa del pianeta (Elle)
In Ecuador la popolazione spinta dalla sua leader indigena Nemonte Nenquimo vuole fermare le trivellazioni imposte dal Presidente (Ohga)
Sono Nemonte Nenquimo e lotterò contro il presidente dell’Ecuador: “vuole riprendere le trivellazioni in Amazzonia” (GreenMe)
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Che si tratti di furto è l’ipotesi più probabile ma senza certezza.
Il vandalismo potrebbe essere il motivo principale, l’eventuale rivendita “un piacevole” corollario.
Se un reato è considerato poco grave, e inoltre c’è totale impunità, questo è il risultato. Cominciamo a mettere pene esemplari per i ladri e cominciare ad arrestare “i soliti noti”.
Se per simili reati dovessero arrestare e mettere in prigione i ladri occorrerebbe triplicare le carceri e per lo stato italiano sarebbe una spesa jnsostenibile …
Se le colonnine elettriche costassero meno non starebbero mai vuote: la gente le userebbe, il continuo viavai scoraggerebbe i vandali, e l’infrastruttura avrebbe senso. Ma a 1€/kWh – dieci volte il PUN è ovvio che rimangano abbandonate, diventando bersagli facili. Il vero furto è far pagare un ricarica come se fosse oro.
Se un caffè costasse 10€, i bar sarebbero vuoti e pieni di vetri rotti. Con le colonnine elettriche è la stessa cosa, eppure c’è chi fa finta di non capirlo.
Non sono d’accordo: chi taglia i cavi delle colonnine per poi rivendere il rame che contengono non ha più pallida idea di quanto costino le ricariche ed è totalmente disinteressato al tema.
Qualcosa però non quadra: da una colonnina puoi rubare al massimo 2/3 metri di cavo, per un totale di 5/6 metri di conduttore (ci sono 2 conduttori nel caso di cavi DC).
Non conosco la sezione del cavo delle colonnine, ma anche ipotizzando una sezione generosa di 120 mmq significa poco meno di 1 kg al metro, quindi 5 o 6 kg di rame al massimo.
Il rame usato si vende intorno ai 4 euro al kg, quindi il furto del cavo significa un guadagno di 20 euro o giù di lì.
Non mi sembra questa gran cosa dover rubare in autostrada, con telecamere e passaggio continuo di persone, e usando anche tronchesi adeguate, per guadagnare 20 euro…
I suoi conti sono assolutamente corretti, ma per un disperato che ha in mano un paio di cesoie tagliacavo (che costano una stupidata, ce ne ho pure io) la prospettiva di guadagnare facilmente anche solo una cinquantina ti euro ti fa la differenza tra portare a casa e la giornata oppure no.
Devi moltiplicare la cosa per n giorni di “lavoro” ad estrarre rame da qualunque posto.
Anche tu, come me, lavori quasi tutti i giorni per lo stipendio a fine mese.
Poi, in un paese dove la certezza della pena è una chimera, dove alcune categorie ci sguazzano nell’impunità, alla faccia delle leggi e della convivenza civile, pensi che gliene freghi qualcosa delle telecamere?
Vabbè, ma anche supponendo che tra telecamere e il resto al 99% resti impunito, ripetendo la cosa 100 giorni vai poco lontano…
Poi forse sono io che non riesco a ragionare da ladro
Ho pensato la stessa cosa anch’io. Tra l’altro se l’obiettivo fosse il rame perché lasciare quei 2 monconi di mezzo metro ciascuno? Lo avrebbero tagliato più a ridosso possibile della colonnina. Secondo me è vandalismo di fanatici contro l’elettrico
Forse una squadra disomogenea di ladruncoli, può spiegare il taglio a diversa altezza.
Se fosse un atto vandalico, avrebbero lasciato lì i tronconi tagliati. Portarli via, diventa furto, reato più grave.
Fatto sta che sono colonnine inutilizzabili da aggiungere all’elenco.
Si Daniele e quando rubavano le matasse dalle cabine elettriche delle ferrovie lo facevano i pendolari per i treni in ritardo o quando ruvank le grondaie sulle palazzine in costruzione lo danno fanaticj ecologisti contro la cementificazione dell’ambiente … ma per favore non cerchiamo sempre “il nemjco” per giustificare quanto avviene !!!!
Rubare una bobina di cavo da cabine o ferrovie significa rubare almeno qualche quintale di rame, se non qualche tonnellata, e il ladro opera in posti isolati e poco controllati.
Dal punto di vista del ladro il gioco (potenziale guadagno) può valere la candela (rischio di essere beccato dalle forze dell’ordine).
Idem per le grondaie: magari si rubano meno kg delle bobine ma è sempre un peso significativo; inoltre il rischio di essere scoperti nei cantieri, specie di notte, è molto basso.
Invece rischiare per rubare pochi euro di rame da un autogrill videosorvegliato, con presenza umana h24, recintato e con accesso obbligato solo da autostrada mi sembra poco vantaggioso in termini di rischio/beneficio. Se non ne rubi abbastanza non ti basta neanche per pagare l’autostrada 🙂
Per questo dico che sono dubbioso su chi sia stato, senza complottismi o nemici a tutti i costi.
Ho anche già scritto che magari i ladri ragionano diversamente, e quindi forse mi sbaglio, ma è una riflessione che mi sembra avere un senso
Lo so è dura immedesimarsi in un ladro, per chi non lo è.
Detto questo non sono un ladro 🤗.
L’accesso ad un area di servizio è relativamente facile. C’è un area di parcheggio, fuori autostrada, per il personale, ci si arriva dalla rete stradale urbana. La rete di protezione, dell’area di servizio, offre sicurezza molto blanda, per chi vuole entrare o uscire senza essere visto.
Entro, taglio i cavi, esco, carico la macchina. Tempo trascorso forse 2 minuti.
Stessa cosa per i vandali.
Spero solo che una telecamera abbia inquadrato la targa della macchina, sempre che le forze dell’ordine si prendano la briga di indagare a fondo.
Caricamento...
la prova che l’autogrill videosorvegliato con presenza umana non serve a una ciolla l’hai appena avuta.
a cosa è servita la presenza dell’operatore?
a niente.
a cosa son servite le n telecamere disseminate in autogrill, ponti e caselli vari?
a niente.
figurati se l’omino sottopagato che ti vende il caffè è il panino gli frega qualcosa, o sogna semplicemente di rischiarsi le botte per allontanare i ladri.
ma non gli passerà nemmeno per l’anticamera del cervello di muovere un dito.
Caricamento...
@ fabio sabatini
Sei mesi fa, nella palazzina a fianco al mio lavoro, di notte ovviamente, hanno portato via i tubi delle gronde circa 40 metri di tubi e nella parte più bassa a copertura di posti auto almeno 20 metri di grondaia…
Vai a vedere quanto costano….
20€? Neanche 200€, ti bastano!!!
E pensa che i proprietari dell’edificio volevano sostituire tutto con grondaie di acciaio, sti furbi… Poi hanno optato per rimpiazzare tutto con plastica marrone scuro….
Aspetta, un respiro profondo e rileggi il commento.
I 20 euri sono per la vendita del rame rubato, a 4 euro al kg, quando lo porti in un azienda di recupero.
Dovrebbero mettere la cauzione su bottiglie di birra, lattine e bottiglie di bevande in generale.
In questo caso è più conveniente ravanare nei cestini o raccoglierle ai lati della strada.
In questo modo si tengono pulite le città e invece di tagliare i cavi ci guadagnano anche di più.
Aver scoperto la facilità con cui si può rubare questo cavo, può solo far peggiorare la situazione.
Purtroppo, lasciare una piccola carica elettrica nel cavo, per disincentivare il taglio, non si può fare.
Il rame ha raggiunto prezzi esagerati pertanto un cavo abbandonato in mezzo al nulla, diventa un ghiotto bottino per certi ladruncoli.
( Nel mio paesello si sono fregati i canali appena rifatti del cimitero)🤷🤷🤷🤷
Secondo me, a dar retta alle statistiche ufficiali delle questure circa gli autori accertati dei furti di rame, è la pura verità.
quindi con rispetto parlando di prendermi del razzista non me ne frega un accidente. 😂
Che poi, nello specifico, non è questione di razza ma di cultura.
E su quella siamo tutti abbondantemente autorizzati a fare scelte e addirittura forme di “discriminazione” (nel senso etimologico del termine)
Ma figurati, un genovese ci metterebbe 6 mesi solo a trovare le cesoie che costano meno su internet, poi una quindicina di giorni per vedere quando costa meno il pieno di benzina e solo poi partirebbe alla ricerca del rame.
Caricamento...
No Alessandro. Su questo sito non sei autorizzato a fare nessuna discriminazione, nè razziale nè culturale. Spiacente
Come fa ad essere un commento razzista quando non ho fatto menzione di nessuna razza o etnia che dir si voglia poi me lo spieghi. Lasciando perdere i ragionamenti filosofici ed andando più sul concreto lo sappiamo benissimo tutti le percentuali delle varie etnie coinvolte nei vari tipi di furti, basta leggere le cronache dei giornali ogni giorno. Sarebbe ora che si ricominciasse a chiamare le cose col loro nome, a classificare i fatti per quello che sono: una volta per esempio se uno straniero commetteva un reato tale era la notizia che veniva riportata ,adesso invece sono tutti italiani di seconda generazione… quasi a volere sminuire la cosa .Non che se il reato è commesso da un italiano sia meno grave, ovviamente : un furto è sempre un furto, da chiunque arrivi
egregio Sig Degli Esposti , non so se e’ disponibile vaielettrico per diffondere questa devo dire assurdita’ , ma il genere umano davvero merita di estinguersi ? l’equador sta vendendo 3 milioni di ettari di foresta amazzonica alle compagnie petrolifere e poi le miniere di litio sono il problema ? l’ho buttata giu’ alla carlona non avendo piu’ parole e facendo copia incolla ,mi perdoni , fa male sentire queste cose , mi sa che non siamo piu’ in tempo :
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Cari avaaziani,
Mi chiamo Nemonte Nenquimo: sono una Waorani dell’Amazzonia e una madre da sempre impegnata a difendere la Terra.
Proprio ora, il governo ecuadoriano sta cercando di vendere all’asta oltre 3 milioni di ettari di foresta pluviale incontaminata alle compagnie petrolifere, e vorrebbe farlo senza che se ne parli troppo.
Questa terra non è vuota, è colma di vita! Una terra irrigata dalla pioggia, profumata e pulsante, impregnata della saggezza dei nostri anziani e delle risate dei nostri figli. È casa.
Se la svendita del governo riuscirà, le nostre foreste non canteranno più, e la linfa vitale che ci ha sostenuto per secoli potrebbe andare perduta per sempre. Quindi, li stiamo portando in tribunale.
Tra poche settimane, i Waorani e altri popoli indigeni marceranno verso la capitale, chiedendo alla Corte Costituzionale di bloccare la vendita illegale delle nostre terre. Ma mobilitare intere comunità provenienti da remote regioni amazzoniche è costoso: abbiamo urgente bisogno del tuo aiuto.
Con le donazioni, potremo denunciare il tradimento del governo, impiegare i migliori avvocati per contestare ogni concessione terriera e costruire un’inarrestabile resistenza indigena per difendere qualcosa che per noi è sacro. Il tuo contributo aiuterà anche l’affermarsi di un movimento globale per i diritti dei popoli indigeni.
Sei anni fa ho guidato il mio popolo a una vittoria epica in tribunale, bloccando la vendita di oltre 200mila ettari di terra, che avevamo curato e tutelato per generazioni. Abbiamo vinto perché i membri di Avaaz come te sono stati al nostro fianco: grazie!
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ll governo sta cercando di far passare l’asta in sordina e si sta muovendo velocemente. Sanno che una volta che i bulldozer inizieranno ad abbattere la foresta, sarà più difficile per noi recuperare la nostra terra.
Il vero tesoro qui non è il petrolio: è la vita. È qui che le Ande si insinuano nel bacino lussureggiante della foresta pluviale e innumerevoli corsi d’acqua si incontrano per alimentare il Rio delle Amazzoni, sostentando milioni di persone e un numero incalcolabile di specie.
Dall’altra parte ci sono contratti miliardari e un’industria che si nutre di distruzione. Ma questa foresta rappresenta tutta la nostra esistenza e il futuro dei nostri figli. E noi, i guardiani indigeni dell’Amazzonia, non permetteremo che i politici la svendano.
L’abbiamo già fatto e lo rifaremo con il tuo aiuto! Se avremo abbastanza donazioni, potremo:
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Sostenere la resistenza indigena in tutta l’Amazzonia, organizzando manifestazioni nella capitale, incontri per informare i cittadini e i giornalisti, per denunciare i danni delle industrie estrattive.
Istituire un fondo per permettere ai leader indigeni di partecipare alle conferenze globali sul clima e sulla biodiversità e far sentire la loro voce.
Potenziare le campagne di Avaaz per difendere l’accesso e i diritti dei popoli indigeni alla terra in Amazzonia e in tutto il mondo.
Essere Waorani è di per sé un atto di resistenza. Difendere la nostra terra fa parte di noi, che sia con lance di palma o con cause legali e mobilitazioni di massa. Sempre più persone sono al nostro fianco per proteggere il nostro modo di vivere. Unisciti a noi ancora una volta; dona ciò che puoi ora:
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Per la foresta, sempre,
Nemonte Nenquimo con Avaaz
Nota: Nemonte Nenquimo è una leader, attivista e paladina indigena Waorani della foresta amazzonica. Cofondatrice di Amazon Frontlines e Ceibo Alliance. Nel 2019, ha ottenuto una storica vittoria legale, proteggendo 200mila ettari di terra indigena dall’estrazione petrolifera. Ha ricevuto numerosi premi internazionali per il suo lavoro sui diritti degli indigeni e sulla giustizia ambientale.
PS: Questa potrebbe essere la tua prima donazione al nostro movimento. E che prima donazione! Sapevi che Avaaz si affida interamente alle donazioni dei suoi membri, come questa? In questo modo riusciamo ad essere del tutto indipendenti ed efficaci. Unisciti a oltre 1 milione di persone che hanno donato in questi anni per rendere Avaaz una vera forza per il bene del Pianeta.
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Oltre 3 milioni di ettari in pericolo imminente: enormi lotti di foresta pluviale potrebbero finire in mano alle compagnie petrolifere, ma le comunità indigene si stanno mobilitando per impedirlo. Con il nostro sostegno, potrebbero proteggere la foresta prima che sia sacrificato un solo albero.
Questa strategia funziona: nel 2019, i Waorani hanno vinto uno storico caso giudiziario che ha bloccato le trivellazioni petrolifere. Ora loro e altri popoli indigeni sono di nuovo in azione, con sufficiente sostegno, possono farcela.
È in gioco il futuro dell’Amazzonia: in tutta la regione, Avaaz sta aiutando a finanziare gli sforzi guidati dai popoli indigeni per difendere le terre, fermare la deforestazione e proteggere la foresta per le generazioni a venire.
PS: Questa potrebbe essere la tua prima donazione al nostro movimento. E che prima donazione! Sapevi che Avaaz si affida interamente alle donazioni dei suoi membri, come questa? In questo modo riusciamo ad essere del tutto indipendenti ed efficaci. Unisciti a oltre 1 milione di persone che hanno donato in questi anni per rendere Avaaz una vera forza per il bene del Pianeta.
Maggiori informazioni:
Ecuador, vittoria storica degli indigeni Waorani contro il petrolio. Le loro terre sono salve (LifeGate)
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Sono Nemonte Nenquimo e lotterò contro il presidente dell’Ecuador: “vuole riprendere le trivellazioni in Amazzonia” (GreenMe)
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Che si tratti di furto è l’ipotesi più probabile ma senza certezza.
Il vandalismo potrebbe essere il motivo principale, l’eventuale rivendita “un piacevole” corollario.
Se un reato è considerato poco grave, e inoltre c’è totale impunità, questo è il risultato. Cominciamo a mettere pene esemplari per i ladri e cominciare ad arrestare “i soliti noti”.
Se per simili reati dovessero arrestare e mettere in prigione i ladri occorrerebbe triplicare le carceri e per lo stato italiano sarebbe una spesa jnsostenibile …
e quindi…. non facciamo nulla. Utile.
Se le colonnine elettriche costassero meno non starebbero mai vuote: la gente le userebbe, il continuo viavai scoraggerebbe i vandali, e l’infrastruttura avrebbe senso. Ma a 1€/kWh – dieci volte il PUN è ovvio che rimangano abbandonate, diventando bersagli facili. Il vero furto è far pagare un ricarica come se fosse oro.
Se un caffè costasse 10€, i bar sarebbero vuoti e pieni di vetri rotti. Con le colonnine elettriche è la stessa cosa, eppure c’è chi fa finta di non capirlo.
Non sono d’accordo: chi taglia i cavi delle colonnine per poi rivendere il rame che contengono non ha più pallida idea di quanto costino le ricariche ed è totalmente disinteressato al tema.
Qualcosa però non quadra: da una colonnina puoi rubare al massimo 2/3 metri di cavo, per un totale di 5/6 metri di conduttore (ci sono 2 conduttori nel caso di cavi DC).
Non conosco la sezione del cavo delle colonnine, ma anche ipotizzando una sezione generosa di 120 mmq significa poco meno di 1 kg al metro, quindi 5 o 6 kg di rame al massimo.
Il rame usato si vende intorno ai 4 euro al kg, quindi il furto del cavo significa un guadagno di 20 euro o giù di lì.
Non mi sembra questa gran cosa dover rubare in autostrada, con telecamere e passaggio continuo di persone, e usando anche tronchesi adeguate, per guadagnare 20 euro…
I suoi conti sono assolutamente corretti, ma per un disperato che ha in mano un paio di cesoie tagliacavo (che costano una stupidata, ce ne ho pure io) la prospettiva di guadagnare facilmente anche solo una cinquantina ti euro ti fa la differenza tra portare a casa e la giornata oppure no.
E malgrado ciò il costo della ricarica è un furto legalizzato.
Una Vergogna
Devi moltiplicare la cosa per n giorni di “lavoro” ad estrarre rame da qualunque posto.
Anche tu, come me, lavori quasi tutti i giorni per lo stipendio a fine mese.
Poi, in un paese dove la certezza della pena è una chimera, dove alcune categorie ci sguazzano nell’impunità, alla faccia delle leggi e della convivenza civile, pensi che gliene freghi qualcosa delle telecamere?
Vabbè, ma anche supponendo che tra telecamere e il resto al 99% resti impunito, ripetendo la cosa 100 giorni vai poco lontano…
Poi forse sono io che non riesco a ragionare da ladro
Ho pensato la stessa cosa anch’io. Tra l’altro se l’obiettivo fosse il rame perché lasciare quei 2 monconi di mezzo metro ciascuno? Lo avrebbero tagliato più a ridosso possibile della colonnina. Secondo me è vandalismo di fanatici contro l’elettrico
Forse una squadra disomogenea di ladruncoli, può spiegare il taglio a diversa altezza.
Se fosse un atto vandalico, avrebbero lasciato lì i tronconi tagliati. Portarli via, diventa furto, reato più grave.
Fatto sta che sono colonnine inutilizzabili da aggiungere all’elenco.
Si Daniele e quando rubavano le matasse dalle cabine elettriche delle ferrovie lo facevano i pendolari per i treni in ritardo o quando ruvank le grondaie sulle palazzine in costruzione lo danno fanaticj ecologisti contro la cementificazione dell’ambiente … ma per favore non cerchiamo sempre “il nemjco” per giustificare quanto avviene !!!!
Rubare una bobina di cavo da cabine o ferrovie significa rubare almeno qualche quintale di rame, se non qualche tonnellata, e il ladro opera in posti isolati e poco controllati.
Dal punto di vista del ladro il gioco (potenziale guadagno) può valere la candela (rischio di essere beccato dalle forze dell’ordine).
Idem per le grondaie: magari si rubano meno kg delle bobine ma è sempre un peso significativo; inoltre il rischio di essere scoperti nei cantieri, specie di notte, è molto basso.
Invece rischiare per rubare pochi euro di rame da un autogrill videosorvegliato, con presenza umana h24, recintato e con accesso obbligato solo da autostrada mi sembra poco vantaggioso in termini di rischio/beneficio. Se non ne rubi abbastanza non ti basta neanche per pagare l’autostrada 🙂
Per questo dico che sono dubbioso su chi sia stato, senza complottismi o nemici a tutti i costi.
Ho anche già scritto che magari i ladri ragionano diversamente, e quindi forse mi sbaglio, ma è una riflessione che mi sembra avere un senso
Lo so è dura immedesimarsi in un ladro, per chi non lo è.
Detto questo non sono un ladro 🤗.
L’accesso ad un area di servizio è relativamente facile. C’è un area di parcheggio, fuori autostrada, per il personale, ci si arriva dalla rete stradale urbana. La rete di protezione, dell’area di servizio, offre sicurezza molto blanda, per chi vuole entrare o uscire senza essere visto.
Entro, taglio i cavi, esco, carico la macchina. Tempo trascorso forse 2 minuti.
Stessa cosa per i vandali.
Spero solo che una telecamera abbia inquadrato la targa della macchina, sempre che le forze dell’ordine si prendano la briga di indagare a fondo.
la prova che l’autogrill videosorvegliato con presenza umana non serve a una ciolla l’hai appena avuta.
a cosa è servita la presenza dell’operatore?
a niente.
a cosa son servite le n telecamere disseminate in autogrill, ponti e caselli vari?
a niente.
figurati se l’omino sottopagato che ti vende il caffè è il panino gli frega qualcosa, o sogna semplicemente di rischiarsi le botte per allontanare i ladri.
ma non gli passerà nemmeno per l’anticamera del cervello di muovere un dito.
@ fabio sabatini
Sei mesi fa, nella palazzina a fianco al mio lavoro, di notte ovviamente, hanno portato via i tubi delle gronde circa 40 metri di tubi e nella parte più bassa a copertura di posti auto almeno 20 metri di grondaia…
Vai a vedere quanto costano….
20€? Neanche 200€, ti bastano!!!
E pensa che i proprietari dell’edificio volevano sostituire tutto con grondaie di acciaio, sti furbi… Poi hanno optato per rimpiazzare tutto con plastica marrone scuro….
Aspetta, un respiro profondo e rileggi il commento.
I 20 euri sono per la vendita del rame rubato, a 4 euro al kg, quando lo porti in un azienda di recupero.
Dovrebbero mettere la cauzione su bottiglie di birra, lattine e bottiglie di bevande in generale.
In questo caso è più conveniente ravanare nei cestini o raccoglierle ai lati della strada.
In questo modo si tengono pulite le città e invece di tagliare i cavi ci guadagnano anche di più.
Invece, alle pompe di benzina, viene strappato il tubo solo da quelli che dimenticano la pistola nel bocchettone.
Aver scoperto la facilità con cui si può rubare questo cavo, può solo far peggiorare la situazione.
Purtroppo, lasciare una piccola carica elettrica nel cavo, per disincentivare il taglio, non si può fare.
Il rame ha raggiunto prezzi esagerati pertanto un cavo abbandonato in mezzo al nulla, diventa un ghiotto bottino per certi ladruncoli.
( Nel mio paesello si sono fregati i canali appena rifatti del cimitero)🤷🤷🤷🤷
Lasciare i cavi in tensione……
Seguite le roulottes. 🤭
Esatto. Io una idea la avrei, ma poi diventi razzista…
Secondo me, il tuo è un commento razzista.
Secondo me, a dar retta alle statistiche ufficiali delle questure circa gli autori accertati dei furti di rame, è la pura verità.
quindi con rispetto parlando di prendermi del razzista non me ne frega un accidente. 😂
Che poi, nello specifico, non è questione di razza ma di cultura.
E su quella siamo tutti abbondantemente autorizzati a fare scelte e addirittura forme di “discriminazione” (nel senso etimologico del termine)
ma scusa, come fai a escludere che invece non siano organizzate bande di Liguri
Scherza? Troppa fatica. 😂
Ma figurati, un genovese ci metterebbe 6 mesi solo a trovare le cesoie che costano meno su internet, poi una quindicina di giorni per vedere quando costa meno il pieno di benzina e solo poi partirebbe alla ricerca del rame.
No Alessandro. Su questo sito non sei autorizzato a fare nessuna discriminazione, nè razziale nè culturale. Spiacente
Come fa ad essere un commento razzista quando non ho fatto menzione di nessuna razza o etnia che dir si voglia poi me lo spieghi. Lasciando perdere i ragionamenti filosofici ed andando più sul concreto lo sappiamo benissimo tutti le percentuali delle varie etnie coinvolte nei vari tipi di furti, basta leggere le cronache dei giornali ogni giorno. Sarebbe ora che si ricominciasse a chiamare le cose col loro nome, a classificare i fatti per quello che sono: una volta per esempio se uno straniero commetteva un reato tale era la notizia che veniva riportata ,adesso invece sono tutti italiani di seconda generazione… quasi a volere sminuire la cosa .Non che se il reato è commesso da un italiano sia meno grave, ovviamente : un furto è sempre un furto, da chiunque arrivi
Non so che dire, sembra tutto alquanto assurdo.