Altre colonnine imprigionate per le feste: questa colta la segnalazione arriva dalla provincia di Treviso, da un lettore decisamente infuriato. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it
Altre colonnine imprigionate, qui in provincia di Treviso
“Vengo spesso a Sant’Alberto, comune di Zero Branco (Treviso) per motivi privati e sono un possessore di autovettura 100% elettrica. Spesso mi capita di avere necessità di ricaricare l’autovettura e di trovare la colonnina sita nel piazzale della chiesa, ostruito da transenne per feste patronali o eventi festivi. Mi chiedevo deve sta la serietà del Comune nel non permettere ad un cittadino di usufruire di un servizio indispensabile. Mi chiedo inoltre: per quale motivo non organizzano altri eventi transennando qualche distributore di benzina? È una vergogna. Ho prontamente inviato una email di protesta al Sindaco del Comune di Zero Branco. Vediamo cosa mi risponde. Cordiali saluti“. Salvatore Manera
In Piemonte e Veneto il ripetersi di questi casi
Risposta. Non abbiamo più parole: usciamo da un’estate caratterizzata da ripetute segnalazioni di colonnine imprigionate, inaccessibili per eventi di tutti i tipi. Se dovessimo abbozzare una statistica, diremmo che Piemonte e Veneto sono di gran lunga le regioni in cui questo tipo di situazioni si verifica con più frequenza. Resta la domanda di sempre: con che criterio sono state scelte location in cui si sa benissimo che si terranno eventi che rendono l’area inaccessibile? La società di gestione, in questo caso ENI-Be Charge, perde incassi e anche il Comune non ci fa una gran figura. Senza contare che, come detto più volte, sulle varie app queste colonnine risultano libere. Magari c’è chi fa una deviazione per venire proprio lì a ricaricare e e non la prende sicuramente bene…
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La colpa non è dei Comuni, la colpa è di chi erroneamente le colonnine le ha installate in posti in cui tradizionalmente spesso non possono essere accessibili, ed è incredibile. Ma questo è capitato perché soprattutto enel ed eni hanno fatto a gara per creare più stalli possibili beccando un sacco di soldi in maniera agevolata dall’UE acquisendo in vantaggio enorme sui più piccoli concorrenti, salvo poi installare le colonnine in luoghi spesso inaccessibili o remoti, raddoppiare i prezzi, eliminare i convenienti abbonamenti. Per queste pratiche mirate a contrastare fortemente la diffusione della mobilità elettrica, quindi più sostenibile e salutare, non si possono dare colpe ai Comuni ma a enel-x e a Plenitude BeCharge.
Ci sta tutto quanto hai scritto, Volpesalva.
Ma adesso che il danno è fatto e ci troviamo a dover convivere con colonnine installate ‘ad minchiam’, possiamo pretendere che i Comuni, sapendo ben in anticipo che una colonnina sarà inaccessibile per fiera / sagra / lavori ecc. dal giorno X al giorno Y, gentilmente informi il CPO in modo che costui la segnali come “in manutenzione” (o simile) e che quindi il povero utente, che si affida alle app per trovarle e verificarne l’utilizzabilità, non rimanga fregato?
Tra l’altro, dato che la colonnina è assimilabile ad un esercizio commerciale (è lì per vendere energia elettrica, non per bellezza), in teoria il CPO di una colonnina con percentuale di utilizzo significativa che venisse resa inaccessibile a sua insaputa potrebbe benissimo provare a quantificare il mancato introito e a rivalersi sul Comune che non l’ha avvisata della temporanea inaccessibilità. È ovvio che i due colossi a controllo statale, viste le nuove istruzioni ricevute da giusto un paio d’anni in qua, non lo faranno mai, ma magari qualche CPO minore potrebbe… Se cominciasse ad accadere, sono certo che i Comuni cambierebbero atteggiamento rapidamente.
Oggi a Bergamo ho visto colonnine (anche da 50) inaccessibili per la manifestazione ‘centogradini’, auguri ai turisti
vuol dire che tutti i turisti passati da Bergamo (e quelli “potenziali”) terranno conto di ciò … ed andranno altrove….
però i cittadini bergamaschi han fama di essere intraprendenti lavoratori… possibile che aziende del commercio, ristorazione (ed altre) non pensino di esser loro per primi a proporre un servizio di ricarica ai propri clienti e visitatori ?
mica occorre sperare di avere SUC Tesla ovunque…. però qualche ristorante con WallBox anche solo a 3 o 7kWh andrebbe più che bene per ripartire rilassati e tranquilli…
Presupponendo che le feste esistano da molti anni, e che le piazze utilizzabili a questo scopo siano una sola in paesini piccoli, cosa ne possono fare loro?
Ps il commento sui distributori è la solita monnezza trita e ritrita… Non mi risulta che i distributori siano in piazza, o su territorio comunale
“Loro” chi?
Ma basta con sta rottura. Le colonnine elettriche occupano solo spazio di suolo pubblico e sono sempre vuote. Avete voluto l’auto elettrica e ora non rompete le scatole, cercate la colonnina di ricarica in posti apposito, non nel suolo pubblico. E non mettete sempre in mezzo i distributori, quando mai questi sono nelle piazze ? Quando ci sono le sagre, sono DA SEMPRE stati usati spazi con parcheggi, ma ora arrivano i piagnistei elettrici, gli hanno tolto il parcheggio con la spina poverino, beh è normale, è in un luogo in cui facevano le sagre ben prima che tu pensassi di comprarti la macchinina e pensare di aver più diritti degli altri.
Una volta tanto… Voglio darti ragione…
Il “peccato originale” è stato fare punti di rifornimento elettrico in posti multifunzione… Segno che i comuni (ed i loro sindaci, assessori e tecnici) son poco consapevoli .. e ancora meno motivati a perseguire politiche ambientali serie e coerenti…oppure interessati solo a mettere a bilancio una minima somma per lo spazio concesso.
Le titolari di concessioni per la ricarica dovrebbero procedere come coi distributori: comprare uno spazio adeguato (ne basta poco…minore dei normali distributori cittadini) e gestirlo seriamente…come una qualsiasi attività commerciale: sto aperto per fornire un servizio..su cui guadagno.
In zone turistiche sono presenti sempre più attività commerciali (negozi, ristoranti, hotel e B&B etc) che si stanno attrezzando in proprio: wallbox anche a bassa potenza… in due ore di sosta presso le loro attività si può caricare a sufficienza per proseguire il percorso…anche verso un altro punto di ricarica HPC se necessario…
Io stesso da 2 anni beneficio di un supermercato che mi offre 1 ora di ricarica (dal loro impianto FV, gratis!) ed io li “ripago” sempre (o quasi) facendo lì acquisti che altrimenti avrei potuto fare altrove ..
In Italia mancano in troppe zone le alternative…ai 2 o 4 punti di ricarica pubblica..piazzati anche “male” (zone utili..per fare altro… chesso’..una palestra… uffici pubblici , la spesa).
Ma è frutto del generale disinteresse ad un ambiente più salubre per tutti.
Forse anche lei sig. Donato potrebbe apprezzare di più le elettriche…anche quelle degli altri.
Donato, sa perché “rompiamo”? È un motivo talmente semplice che la sorprenderà, e che vale anche per chi NON guida elettrico.
Noi “rompiamo” perché, prima di recarci ad una colonnina, abbiamo la comoda possibilità di verificare su qualche app se la colonnina presso cui intendiamo – e a volte DOBBIAMO – ricaricare è libera: se risulta libera, è naturale che uno faccia affidamento su quell’informazione e vi si diriga per caricare l’auto. Magari quella è l’unica colonnina del paesino e nel raggio di diversi chilometri, quindi può essere importante conoscerne esattamente se sia accessibile.
Se ci pensa, è lo stesso problema di chi, guidando un’auto termica, si trovasse in riserva in un luogo non conosciuto e cercasse su Google Maps il distributore più vicino, magari l’unico del paesino in cui ci si trova… per poi scoprire una volta arrivato in loco che il self-service è fuori uso e non segnalato in alcun modo (cosa capitatami svariate volte nella mia vita termica precedente). Oppure se cercasse urgentemente l’unico bancomat o l’unica farmacia del paesino, e scoprisse che le informazioni che le vengono date sono errate.
Ecco perché ci arrabbiamo: perché nel mondo di oggi, che è il mondo dell’informazione, la correttezza dell’informazione è essenziale, è fondamentale, a volte è vitale. E avere a disposizione strumenti come Google Maps o le app per le stazioni di ricarica di auto elettriche che però riportano informazioni errate perché gli umani se ne fregano di aggiornare gli strumenti, concorderà con me che disturba non poco.
Quindi, per chiudere il discorso su noi elettrici che rompiamo: se, bontà loro eh!, l’organizzatore dell’evento e/o l’amministrazione comunale si degnassero di avvisare il proprietario della colonnina che la medesima sarà temporaneamente inaccessabile per sagra / evento / manifestazione / lavori dalla data X alla data Y, il suddetto proprietario della colonnina – a parte la sua facoltà di contrattare una compensazione per il mancato introito, dato che la colonnina l’ha installata in quel posto per guadagnare, non come elemento decorativo ipermoderno – semplicemente la segnalarebbe come “in manutenzione” (o similare) e il guidatore elettrico si organizzerebbe fin dal principio per cercare un’altra colonnina, risparmiando tempo ed energia per andare a quella colonnina e una frazione di salute del suo fegato nello scoprire che non può usarla.
Sostituisca “colonnina” con “distributore”, “bancomat” o “farmacia” e sono sicuro che concorderà che “rompiamo” un po’ per il bene di tutti. 😊
Il problema è chiaramente di comunicazione, detto questo, visto che i proprietari delle colonnine non se ne preoccupano arrecando un danno ai propri clienti perché il comune dovrebbe sprecare risorse proprie per fare delle comunicazioni specifiche solo per loro? Per ogni chiusura c’è un’ordinanza che è già pubblica per sua natura, dovrebbe preoccuparsi della cosa chi è proprietario della colonnina, anche per non dare un cattivo servizio ai propri clienti
Davide, il Comune emette certamente tutte le ordinanze del caso, ma, se vuole vivere in pace e non trovarsi millemila comitati “contro”, di solito informa le imprese interessate e, se del caso (ad esempio, lavori particolarmente prolungati nel tempo), addirittura pianifica con loro gli interventi e discute dei fattori di mitigazione e, a volte, anche di supporto economico per i mancati introiti.
Si tratta quindi semplicemente di ricordarsi di inserire nella lista dei destinatari delle comunicazioni suddette anche i CPO delle colonnine eventualmente interessate.
Non mi pare difficile, anche un Comune ce la può fare.
Senza contare che – lo so che è un caso remoto, ma è comunque un caso possibile – un CPO non informato di una lunga inaccessibilità per cause esterne di una sua colonnina potrebbe rivalersi contro il Comune per il mancato introito. Non è ancora capitato, ma appena cominciasse a capitare…
Come possiamo pretendere che i comuni puniscano coloro che parcheggiano la termica al posto delle elettriche quando loro sono i primi a renderle inutilizzabili?
La colonnina è nel piazzale della chiesa? E lei scriva anche al parroco.
Una letterina serena mica è colpa del prevosto… intanto però gli racconta cosa succede davanti alla “sua” chiesa. 😉
Dico sul serio, magri il rispetto del creato è un argomento che smuove più santi del senso civico. 🤭😇