Altre balle sull’agrivoltaico: nessun controllo? Falso

Si moltiplicano le balle sull’agrivoltaico, fake news non da sprovveduti ma ripetute da persone preparate con un chiaro obiettivo: disinformare. Una delle bugie che si ripete con maggior frequenza è quella relativa alla mancanza di controlli. Non è vero. Scriveteci a info@vaielettrico.com

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Le aziende possono alimentare i veicoli con l’energia auto prodotta

La mancanza di controlli è una balla, c’è una banca dati nazionali per il monitoraggio

Un ettaro con agrivoltaico può costare centinaia e centinaia di migliaia di euro. Sono opere incentivate e se non si osservano le regole si perdono tanti soldi. I controlli ci sono e le sanzioni sono pesanti.

Come si legge nel regolamento del GSE nei primi cinque anni, da quando partono gli incentivi  vengono registrati i dati forniti annualmente dai soggetti beneficiari nella banca dati del RICA.  Come? Con i fascicoli aziendali e le relazioni agronomiche asseverate (leggi qui).

Si crea così un database degli impianti agrivoltaici per ogni singola attività. I dati acquisiti nel periodo di monitoraggio contribuiscono alla definizione di una baseline di riferimento. Servirà per misurazioni più mirate nel periodo successivo.

E i controlli? «Il GSE effettuerà il controllo della documentazione trasmessa annualmente dagli operatori, con l’ausilio di professionisti esperti terzi, anche mediante verifiche con sopralluogo o documentali». Sono procedure «il cui rispetto rappresenterà uno degli elementi di valutazione della continuità agricola/pastorale».

Finito il monitoraggio «con cadenza annuale, verrà effettuato un controllo
documentale, a campione, della documentazione trasmessa annualmente dagli operatori» in questo modo si verifica la conformità dell’attività condotta». No coltivazione, no incentivo.

(Immagine tratta dal sito ufficiale di Enel Green Power).

Se non si rispettano le regole  l’incentivo si restituisce

I controlli riguardano anche le modifiche tecniche, queste non devono alterare i requisiti che hanno permesso di accedere agli incentivi. Stesso discorso in caso di recesso dal contratto dove si prevede «lrestituzione dell’incentivo netto fruito».

Per essere chiari i controlli si fanno sempre. «I sistemi agrivoltaici possono essere oggetto di controllo mediante verifiche documentali o sopralluoghi in ogni fase prevista del progetto e dell’esercizio».

E le sanzioni? La tabella del GSE qui sotto è abbastanza chiara, si recupera l’incentivo erogato e si revoca il diritto agli incentivi.

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La tabella con le violazioni e le sanzioni per chi non rispetta le regole su agrivoltaico

 

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Impianto agrivoltaico in Kenia

Obbligatorio anche il monitoraggio per assicurare risparmio idrico, recupero di fertilità, microclima e resilienza ai cambiamenti climatici

Oltre i controlli, per di più previsti per ogni finanziamento pubblico, con gli impianti agrivoltaici vengono richiesti una serie di interventi che vanno oltre la constatazione della continuità aziendale.

Un monitoraggio che punta a misurare la qualità e i benefici dell’intervento. Qui nel dettaglio cosa richiede il Gse: «Sistemi di monitoraggio che consentano di verificare la continuità dell’attività agricola/pastorale, il risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici». Insomma investire in agrivoltaico non è solo differenziare il bilancio aziendale, ma migliorare resa e qualità di frutta e verdura.

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Lo schema della procedura del GSE

Se i comitati gridano e urlano allo scippo di terreni fertili, nella realtà con l’agrivoltaico si possono recuperare terreni degradati: «Il sistema di monitoraggio del recupero della fertilità del suolo è un aspetto che riguarda l’eventuale recupero dei terreni

non coltivati che potrebbero essere restituiti all’attività agricola per la realizzazione di sistemi agrivoltaici».

Un maggior ombreggiamento e migliori condizioni climatiche dell’ambiente protetto creato dall’impianto possono garantire una ripresa dell’attività agricola. Spesso le aziende, vista la concorrenza globale sempre maggiore, grazie all’agrivoltaico possono tornare competitive con le entrate generate dall’energia prodotta, dalla minora spesa per la risorsa idrica e una maggiore resa grazie alla resilienza ai cambiamenti climatici.

Inquinamento elettromagnetico: la chicca di Siena Post

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I ciliegi fioriti all’interno di un impianto agrivoltaico

Insomma siamo ben lontani da quello che leggiamo in gran quantità soprattutto nelle testate locali che danno spazio ai comitati locali.

Incredibile quello che si legge su Siena Post: «Nel ben tracciato solco della ipocrita furbizia italiana aggiraregole l’Agrivoltaico è di fatto un artificio elaborato a fini di lucrosa produzione energetica per aggirare le benvenute (seppur tardive) regole che vietano direttamente il fotovoltaico sui terreni agricoli».

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il limoneto 4.0 con i pannelli sopra le piante

Ma l’abisso è evidente in questo passaggio: «Uno dei più gravi fenomeni distruttivi dell’ambiente, dell’agricoltura, del paesaggio e oggi sempre più invasivo, è legato al proliferare senza regole e controlli di impianti industriali fotovoltaici… renderanno impossibile per decenni le storiche coltivazioni di pregio che caratterizzano la nostra agricoltura». Tutte balle.

Qui il maggior concretato di fake news: «Isole di calore, rumore, interdizione di vaste aree, inquinamento elettromagnetico, inquinamento luminoso, frammentazione ecologica, perdita di suolo pregiato, perdita di attività economiche, perdita di valori culturali, storici e paesaggistici, disturbo della fauna».  Riprenderemo tutte queste considerazioni, una per una.

  • LEGGI anche “Ricarica domestica: è un must, ma che rompicapo!” e guarda il VIDEO

Visualizza commenti (4)
  1. Autarchia elettrica

    Mi fa piacere di aver dato l’idea per questo post con il mio link all’altro post

    ; )

    Come sottolineato da altri, le accusa all’agrivoltaico sono tutte PRETESTUOSE.

    I nemici dell’agrivoltaico sono solo infastiditi dall’impatto paesaggistico, e siccome è una motivazione ridicola in confronto al risparmio energetico possibile con le rinnovabili, devono inventarsi tutta una serie di accuse ridicole e farlocche per convincere i creduloni.

    Il problema è che in parte ci riescono.

    Contro tale disinformazione che nuoce alle tasche degli italiani ci vorrebbero pene severissime, lo dico senza remore.

    L’energia è strategica e chi attenta alla nostra autonomia energetica va considerato come un criminale comune.

  2. Da toscano…riparto dalla fine e dalle fesserie di SienaPost ..
    Intanto la Toscana è una delle regioni con territorio più “umanizzato” che c’è fin da tempi lontanissimi; filari di olivi ..di viti .. di strade 3 stradine attorniare da quercie o cipressi o pini. ..
    Ampie pianure bonificate già ai tempi dei romani (come la piana tra Firenze e Pistoia) e successivamente, come in Maremma.. non si può certo parlare di territorio “naturale” !
    Per millenni abbiamo adattato il territorio alle nostre esigenze produttive..e in molti casi è andata abbastanza bene, nonostante grande perdita di “diversità di specie” vegetali e animali. Son stati protetti territori da frane e inondazioni…per tutelare il nostro benessere…la sopravvivenza e la crescita (anche culturale e artistica, visto che col “benessere” abbiamo tutelato e sviluppato anche alcuni geni riconosciuti dall’ intero pianeta).

    Le nuove sfide sia produttive che legate ai veloci cambiamenti climatici che minano tutto questo “benessere” ci devono portare a riconsiderare sia il modo con cui si produce tutto…ed in promo luogo l’ energia con cui si produce tutto..visto che è dagli anni ’80 che era risaputo in ambito scientifico (ma tenuto ben nascosto al “grande pubblico”) della impennata delle temperature sul pianeta che avrebbero portato a perdita di vaste zone abitabili…oltre ai devastanti effetti sulla salute degli esseri viventi.

    L’ agrivoltaico (con colture sotto..o riparo per animali “in campo”) porta enormi benefici pur costituendo un impatto estetico non indifferente.
    Però protegge i suoli dai forti raggi solari estivi creando aldi sotto un microclima più favorevole; visto il costo degli impianti a terra vengono giustificate anche opere di consolidamento e regimazione delle acque meteoriche..e magari anche la creazione di bacini di contenimento alluvioni+riserva d’acqua e , perché no?- installazione di FV galleggiante che ha resa maggiore -riflessi dell’ acqua su pannelli bi-facciali! che consente di dare doppio uso alla medesima superfice.

    Tra l’altro l’ installazione delle paline dei pannelli e dei cablaggi consente anche di installare con la stessa spesa di scavo pure efficientissimi impianti di irrigazione “a goccia” anziché gli spreconi” a pioggia ” (è drammatica la perdita di acqua in agricoltura!! ).

    Nel senese…se continua la diminuzione dei lunghi periodi di precipitazioni piovose e nevose…a breve saremo ricordati solo per il colore”terra di Siena bruciata “..che assomiglierà di più alle dune desertiche del centro Sicilia (perduti granai d’Italia) o a quelle stile sahariano di Mas Palmas..

    E scordiamoci pure i famosi e pregiati vini ed oli là prodotti (che forse si dovranno spostare sull’Amiata o all’ Abetone).

    1. non lontano dall’Abetone ho dei cugini agricoltori, beati loro anche se lavorano spesso dall’alba alla notte tra campi e scartoffie per l’azienza, li vedo contenti, e sono aperti alle novità tecnologiche, delle ideologie non gli importa, sono “pratici”, unico limite è quando hanno o non hanno del capitale da investire in qualche novità

      nel tempo hanno aggiunto tanto fotovoltaico sui loro grossi capannoni, non sui terreni forse perché sono ad uva e olivi su terreni ababstanza irregolari e in pendenza, poi macchine raccoglitrici autolivellanti e semiautomatiche (“vendemmiatrici”), e stanno iniziando a tastare piccoli sistemi di monitoraggio e automazione per l’irrigazione

      1. Ormai l’agricoltura è sempre più tecnologica, il singolo agricoltore “ignorante” non potrà più competere con chi utilizza sistemi avanzati per monitorare e fare attività nel campo.
        Probabilmente entro pochi anni le macchine saranno più economiche dei braccianti sfruttati e finalmente spariranno…

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