
La aCar si avvia alla produzione di serie. Non è un’auto elettrica come le altre. È un camioncino pensato all’Università di Monaco per l’Africa, più utile che bello.
Costerà 10 mila euro in Africa, 22 mila in Europa

L’abbiamo detto e lo ripetiamo: il bello dell’elettrico è anche nella capacità di sprigionare forze e idee nuove. Nascono tante start-up, con giovani imprenditori che sfidano i soliti noti del mondo delle auto e degli scooter. Non tutti lo fanno per diventare ricchi e famosi. C’è anche chi pensa che l’auto a batterie possa essere uno strumento per riscattare le zone più povere del pianeta. In quest’ottica il Politecnico bavarese – TUM sta lavorando da diversi anni alla aCar. Un primo prototipo è stato mostrato nel 2016, un secondo (migliorato dopo un lavoro di sviluppo in Ghana) al Salone di Francoforte 2017 (guarda). Ma ora è stata fondata un’azienda-veicolo, la Evum, che si occuperà della produzione vera e propria. I primi mille esemplari dovrebbero essere costruiti l’anno prossimo e destinati appunto a paesi in via di sviluppo. Nel vecchio continente la aCar arriverà solo in un secondo momento. Ma con un prezzo di 22 mila euro, decisamente superiore ai 10 mila con cui si acquisterà nelle nazioni più povere. Sei più ricco? Paghi.
Come si diceva, l’aCar non guarda all’estetica, ma alla praticità di uso per chi deve vivere con un’agricoltura di sussistenza. Quindi: bassa velocità (massimo 60 all’ora) e autonomia contenuta (80 km), con il tetto ricoperto da pannelli solari che alimentano un pacco-batterie da 20 kWh. Che naturalmente, si può ricaricare con una presa di corrente in 7 ore. E poi: trazione integrale, per superare i tratti più impervi, e massima capacità di carico. Anche le dimensioni sono contenute: l’aCar è lunga 3,7 metri (poco più di una Panda), larga 1,5, alta 2,1. Oltre all’Africa, il team di aCar (la a sta per Africa e agricoltura) pensa a Paesi come il Brasile e l’Indonesia. Mentre per l’Europa si pensa soprattutto a clienti come le polizie forestale e gli agricoltori di zone svantaggiate.

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