Aixam. I quadricicli elettrici sono il futuro delle quattro ruote?

Sono un segmento in fortissima crescita che ha abbracciato l’elettrico con grande decisione. Nessun segreto, fanno poche cose ma le fanno molto meglio. Abbiamo provato il modello d’ingresso alla gamma, la e-Minauto Access.

Quando pensiamo ai quadricicli ci viene in mente l’anziano a cui hanno ritirato la patente. Veicoli sobbalzanti e rumorosi. L’occasione di conoscerli meglio (e di provarli) per noi è stata la presentazione Aixam-Mega. L’azienda francese, leader europea nella produzione e vendita di quadricicli leggeri, ha presentato la nuova e-Minauto Access che, come si deduce dal nome, è il modello di accesso alla gamma elettrica. Lo scopo è quello di incrementare anche in Italia il pubblico allargando l’offerta. Il nostro Paese rappresenta per Aixam il secondo mercato dopo quello interno con tassi di crescita velocissimi: 263% nell’arco dell’ultimo decennio e +13% dal 2022 al 2023. Incremento ancora più rapido per la percentuale di veicoli elettrici che sono passati in soli cinque anni sono passati dal 2% al 22% e che nel 2024 con tutta probabilità raggiungeranno il 30%.

I quadricicli elettrici sono sempre più un’alternativa per spostarsi in città, un’alternativa a cavallo tra lo scooter e le utilitarie compatte. A confermarlo sono i dati di vendita che vedono ai primi quattro posti della classifica dei veicoli L elettrici proprio quattro quadricicli. D’altra parte il rapporto rapporto che lega qualità, prezzo e caratteristiche di utilizzo rendono i quadricicli elettrici leggeri dei veicoli particolarmente capaci di rispondere alle necessità di mobilità in ambito urbano.

Aixam Mega e-Minauto Access, come è fatta

La e-Minauto Access vuole rendere possibile per sempre più utenti accedere alla mobilità elettrica. Per farlo l’unico modo è quello di abbassare i prezzi. “Prima l’elettrico era pensato solo per l’alto di gamma, ma ora – spiega il Direttore Generale Aixam Mega Italia Tom Faget – le richieste dei consumatori, con l’allargarsi del perimetro di riferimento, sono cambiate. e-Minauto Access va in questa direzione unendo l’accessibilità del prezzo alla nostra tradizionale attenzione alla sicurezza, al design, alla tecnologia e alle caratteristiche peculiari dei nostri prodotti ispirati al mondo auto”. Premessa che ci porta a definire questa e-Minauto Access, come davvero essenziale nella dotazione e volutamente spartana nell’allestimento, ma tra gli optional ci sono anche un sistema multimediale con Tablet touch 6,2” con BluetoothTM e USB e ovviamente l’aria condizionata.

Il telaio è in alluminio e la carrozzeria in ABS acrilico. È lunga poco meno di 2,8 metri e larga un metro e mezzo. Il bagagliaio è grandissimo: 422 litri. Ha un motore da 6 kW alimentato da una batteria al litio da 5 kWh. Raggiunge una velocità di 45 km/h e ha un’autonomia dichiarata di 75 km. Per la frenata si affida a un disco da 210 mm all’anteriore e a un tamburo  da 160 al posteriore. Prezzo 12.500 € che scende di 3.000 € con gli incentivi statali.

Aixam Mega e-Minauto Access, come va?

Il confort di bordo è tutto sommato buono. L’accelerazione è comparabile a quella di un ciclomotore e più che rapportata all’utilizzo di questo genere di mezzi. Buona la frenata che beneficia di un sistema a “X” che ripartisce l’azione in modo alternato tra ruote detra/sinistra e anteriore/posteriore. Questo per evitare sbandamenti nelle decelerazioni più decise. Ovviamente è utile non per le velocità raggiunte, ma perché stiamo parlando di un veicolo che pesa circa 420 kg e con un interasse ridotto (179 cm). La risposta dello sterzo ha pro e contro: non è prontissimo, ma in compenso è preciso e leggero.

Visualizza commenti (15)
  1. Dodici mila euro per un aggeggio di alluminio e plastica? Ma solo a me sembrano prezzi un tantino esagerati? 420 Kilogrammi frenati da UN disco davanti e UN tamburo sul retro? Con la stessa cifra si può acquistare una Kawasaki 7 hybrid; ci si bagnerà quando piove ma i contenuti sono ben diversi e si evita di avere patemi d’animo se si finisce su una strada ad alto scorrimento.

    1. Credo che i dischi e i tamburi siano due per asse.. Il numero “uno” si riferisce alla singola ruota altrimenti dubito che il veicolo avrebbe ottenuto l’omologazione.

  2. I quadricicli elettrici potrebbero essere una soluzione alla mobilità cittadina (il classico percorso casa lavoro su strade cittadine congestionate). A patto di vederli come come un’alternativa allo scooter ma non all’automobile. Il punto fondamentale deve essere il costo di questi mezzi tenuto anche conto che hanno dei criteri di omologazione diversi dalle auto (tipo non sono obbligatori air bag, adas, ecc) deve restare basso o perdono di interesse (e anche di senso), dalle miei parti spopola la amí e ho incrociato due topolino.

  3. Alessandro D.

    … E ancora a nessuno è venuto in mente che con l’elettrico (e soprattutto l’elettronica) lo stesso identico quadriciclo può essere omologato sia come leggero sia come pesante.
    E, ad esempio, con due diverse chiavi, essere utilizzato contemporaneamente dal figlio quattordicenne come quadriciclo leggero e dalla mamma o dal papà come quadriciclo pesante.

    Fantascienza? mica tanto: Zero Motorcycles permette su alcuni modelli di “aggiornare” via software la potenza massima in modo che la moto, prima limitata alla potenza prescritta per i neopatentati, possa in seguito essere “sbloccata”.
    (copio dal sito: “Zero SR esce dal concessionario pronta per essere guidata dai titolari di patente A2, ma può essere aggiornata per erogare una potenza ancora maggiore di 40 kW al momento del conseguimento della patente A.”)

    Il tallone d’achille commerciale di questi mezzi, come mi è stato ripetuto non poche volte da chi li produce, è che la loro vita commerciale dura spesso l’arco di tempo corrispondente al passaggio delle varie patenti.
    Leggi: spesso i fanciulli a 16 anni vorrebbero passare al mezzo più performante (e come dargli torto?).
    Ma la cosa costicchia.

    Con una doppia olmologazione, due differenti chiavi che all’avvio “sbloccano” l’una o l’altra… e chiaramente una legislazione che vada bene dietro a sta cosa, lo stesso quadriciclo amplierebbe di N volte la sua attrattiva.

    Farlo “a benzina” è praticamente impossibile, farlo con un elettrico è sostanzialmente una passeggiata.

      1. Alessandro D.

        No, le assicuro che non costerebbe molto.
        Si può fare con un normalissimo transponder (ormai tutte le chiavi delle automobili lo integrano) e molto banalmente quando il veicolo fa il check di avvio (anche qui: lo fanno tutte oramai) si parametra in realzione al transponder della chiave e va ad offrire le prestazioni “relative” alla chiave che lo ha acceso.
        Mi creda: oggi come oggi sarebbe ordinaria amministrazione da un punto di vista tecnico.

        1. Credo che come al solito l’ostacolo maggiore sarebbe burocratico.. Ricordo che diverse moto termiche potevano/possono essere omologate a potenza ridotta per chi aveva la patente A “limitata” per due anni e poi “sbloccate” dal rivenditore per portarle a potenza piena. Beninteso si tratta(va) di modifica irreversibile perché comporta(va) l’aggiornamento del libretto come – se ho capito bene – nel caso della Zero. L’unico caso di doppia omologazione che conosco (senza aggiornamento del libretto) riguarda le misure delle gomme dei modelli stradali-motard per garantirne il doppio uso.

          1. Alessandro D

            -Credo che come al solito l’ostacolo maggiore sarebbe burocratico-

            Assolutamente. Però se lo si volesse superare…

            -diverse moto termiche … omologate a potenza ridotta … “sbloccate” dal rivenditore per portarle a potenza piena. Beninteso si tratta(va) di modifica irreversibile –

            Esatto.
            Modifica irreversibile un po’ per quetioni burocratiche (ma teoricamente nulla vieterebbe un “ritorno” al depotenziamento, così come è stata fatta una volta la cosa può essere ripetuta) e un po’ perchè materialmente il lavoro per passare dall’uo all’altra è una discreta menata che non si può certo fare a comando da un utilizzatore all’altro .

            Cosa che invece la trazione elettrica permetterebbe con facilità e con adeguate garanzie di corretto utilizzo.
            Chiaro che si torna al primo punto: bisognerebbe pensare ad un giusto quadro normativo.

  4. roberto guidetti

    Però a questi prezzi è molto meglio una Dacia Spring, più polivalente e sicura. Il prezzo dell’Aixam sarebbe accettabile se fossimo di fronte ad un quadriciclo pesante, categoria L7e, non lo è assolutamente per un quadriciclo leggero

  5. /// i quadricicli elettrici sono sempre più un’alternativa per spostarsi in città, un’alternativa a cavallo tra lo scooter e le utilitarie compatte \\\ Vero, li trovo una “via di mezzo” piuttosto versatile soprattutto in versione “pesante” da 90 kmh. Premettendo che parlare di crash test per questi veicoli è un pó fuori luogo, mi chiedo se la scelta dell’alluminio per il telaio incida sull’assorbimento dell’urto in caso di incidente (lieve, visto il verosimile contesto di utilizzo..) vista la rigidità tipica del materiale..

  6. Razionalmente parlando (pardon..scrivendo) questi quadricicli rappresentano il modo più semplice ed economico per spostarsi privatamente in città e dintorni con qualunque tempo..
    Famiglie benestanti le regalano ai figli in età di motorino… giustamente temuto visto il pessimo stato delle strade e talvolta anche delle teste di certi guidatori..
    Persone che non possono più permettersi un’ auto ricorrono a queste per ripiego…
    Talvolta qualcuno scopre che sono tutto ciò che gli serve..e lascia la macchinona in garage.
    Da tanti anni ho amici e colleghi che le vendono… perché c’è mercato… anche nell’ usato..
    Ovviamente le nuove son quasi automobili per comfort e dotazioni..e pian piano crescono anche su progettazione e sicurezza attiva e passiva.
    Se continua questo trend di decrescita del potere d’acquisto..e dello spennamento degli automobilisti sia a carburanti che elettricità.. diventeranno molto diffuse…e le città sembreranno un po’ quei romantici filmati anni ’50-60.con tante piccole automobiline in giro…

    1. Luca Dell'Oca

      Mio figlio ha 13 anni, e pur da ex-motoclicista io stesso, visto come sottolinei tu stesso lo stato delle strade, l’aumento del numero di auto in circolazione (molte di grande taglia) e sopratutto l’enorme mole di dementi che si distraggono continuamente col telefono, stiamo pensando magari tra un paio di anni di prendergli un quadriciclo invece del motorino. Solo che siamo sempre al solito problema, il costo, anche qui 13k. Con soli 1000€ in più abbiamo preso la Twingo EV full optional, usata con un solo anno di vita.
      L’unica con un prezzo “semi-umano” è la AMI, che vien via a 8k.

      1. Caro Luca…il mestiere di genitore è nobile ma duro..
        Penso che finirai per prendere ciò che tuo figlio desidererà tra 2 anni…
        Magari le nuove generazioni sono meno appassionate di motori e vivono nel loro mondo mediatico… anche se talvolta le “buche” virtuali non sono meno pericolose..
        Due anni sono brevi…ma cambiano tante cose…
        Sicuramente ci sarà il tempo di maturare assieme la migliore scelta per le prime esperienze motorizzate di tuo figlio…
        Magari troverai un buon usato… tanto…passeranno velocemente anche gli anni che mancano alla patente auto…
        Tu dagli tutte le basi per essere un ottimo guidatore..che è ciò che conta…e che sicuramente ricorderà con amore…

      2. Alessandro D.

        -Mio figlio ha 13 anni-

        Motocross, subito! Così si toglie la voglia in un ambiente chiuso, e se tombola lo fa in un posto mille volte più sicuro che la strada. E intanto impara davvero ad andare in moto.
        Lögia, carrello, 125 2 tempi usatissimo che paghi due lire, Maggiora e Ciglione… E sei in pole position.
        (E stai a vedere che a un certo punto non vien voglia anche a te… tanto una moto si usa anche in due…)

        Poi il resto, come diceva Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo. Ma nel frattempo lo fai contento (e vorrei anche vedere che non lo fosse, a 14 anni col 125 da cross in pista…) e mentre impara a dare gas senza farsi male da solo vivi senza il pensiero di saperlo in giro come un vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro.

        -da ex-motoclicista-

        Ci sono vizi che è meglio avere, e lo sai. 😀

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