In Sardegna non ci sono solo i comitati che chiedono di limitare e frenare eolico e fotovoltaico, ma pure l’agrivoltaico. C’è anche chi pensa il contrario ovvero che sia necessario per assicurare reddito e sicurezza agli agricoltori. Appuntamento il 24 luglio alle 10,30 nella Borgata agricola di Campanedda (a circa venti chilometri da Sassari) in un incontro a cura del Centro Studi Agricoli.
La demonizzazione dell’agrivoltaico, anche ricorsi al Tar
In Sardegna ci sono sindaci che hanno dichiarato guerra all’agrivoltaico come nel Comune di Uta dove l’amministrazione ha promosso un ricorso straordinario al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Tar.

E non è l’unica opposizione contro il sistema che assicura la convivenza tra attività agricola e produzione. Per poter prendere i finanziamenti statali, infatti, si deve rispettate il vincolo che l’installazione degli impianti fotovoltaici non comprometta la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale.
Il progetto agrivoltaico per poter essere preso in considerazione deve essere corredato da una relazione agronomica asseverata, il documento che attesta la correlazione tra le attività di produzione di energia elettrica e le attività agricole e pastorali.
Una sicurezza per l’agricoltore spesso costretto a vendere a poco prezzo la sua produzione
Il direttivo dell’associazione Centro Studi Agricoli, ha organizzato nella Borgata agricola di Campanedda per mercoledì 24 luglio alle ore 10,30 nel salone Parrocchiale un incontro sull’agrivoltaico.

Seppure l’associazione esprima dubbi sull’alta quantità di richieste di autorizzazioni per il fotovoltaico nel territorio – ma c’è da sottolineare che non si traducono tutti in progetti reali – si pensa che il bando Pnrr per l’agrivoltaico, scadenza il 2 settembre (leggi qui), sia un’opportunità.
Il presidente del Csa Tore Piana spiega: “Ci sono norme Europee, nazionali e regionali che vanno ben spiegate. Con i bando del Pnrr, contributi a fondo perduto del 40 % alle aziende agricole, vi è la necessità di informare e chiarire quale è l’iter autorizzativo, cosa si può fare e cosa no“.
Un incontro tecnico, ma c’è anche una considerazione politica. “Noi come Csa non ci schieriamo a favore o contro, ma siamo coscienti che la Sardegna, con la chiusura nel 2030 delle termo centrali, rischia di non avere scorte e produzioni sufficienti al fabbisogno degli stessi sardi, ecco che l’alternativa di produrre energia pulita e potendo continuare a coltivare o pascolare le greggi nei campi agro voltaici diventa una azione molto importante e sentita dagli agricoltori“.
Una logica di buon senso: “Gli agricoltori si dichiarano da subito favorevoli agli insediamenti agro voltaici sui propri terreni“. Pronti a collaborare con le aziende che comprano l’energia e assicurano un’entrata sicura a chi ogni anno e sempre di più deve fare i conti con l’incertezza produttiva derivata anche dai cambiamenti climatici.
Insomma una misura che permette di non abbandonare la terra per scarso rendimento e remunerazione del capitale investito.
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Chissà chi c’è dietro questi comitati anti rinnovabili!?!?
L’ignoranza credo….
Continuo a non capire questa mentalità sarda, sembra preferiscano continuare a bruciare carbone invece di produrre con le rinnovabili che hanno in abbondanza, parlano di “invasione” di rinnovabili quando nel loro mix energetico quasi non compaiono, forse la regione peggiore in Italia con solo il 25% la pur turistica e bellissima Puglia ad esempio è arrivata a oltre l”80%. Capisco una accurata valutazione ma bloccare i progetti per continuare a riempirsi i polmoni con l’inquinamento del carbone e pagare energia carissima mi sembra davvero una politica incredibilmente stupida e autolesionista.
Non è mentalità sarda, ma di alcuni sardi che fanno tanto rumore. Sui social si espongono però le grandi adunate non le ho viste. Purtroppo la centrale a carbone o Sarroch sono località isolate, si vedono poco. Le pale distribuite sul territorio colpiscono di più ma nonostante un evidente impatto paesaggistico non hanno un rilevante impatto ecologico/ambientale. Quasi nullo
sembra che contrari in modalità terrapiattisti sono pochi.. che cercano di occupare spazi sul web e sui giornali per sembrare tanti
quando fanno le attività per farsi fotografare dai giornali sono poche decine.. principalmente persone che non lavorano e con idee un parecchio confuse, basta leggere i cartelli
i comitati di contrari hanno fatto anche una manisfestazione riunendosi in occasione dell’inizio lavori per il cavo del Tyrrenian link a Cagliari, e venendo da tutta la regione erano circa 300.. insomma pochini.. per fortuna
che lo sappiano o no, fanno il gioco di chi ha interessi sui metanodotti e sulle centrali a carbone e a gas, e può usare anche il giornale regionale per scrivere articoli disinformanti
se invece parliamo delle masse vere, scommetterei che ci sia tensione più su una parte delle installazioni di eolico su terra, nemmeno tutte perchè alcuni comuni le voglioni.. e non escludo che qualche progetto sia davvero da verificare
mentre interesse per agrivoltaico, ed escludendo qualche furbetto che confonde le informazioni, interesse anche per eolico off-shore (piazzato ben al largo, a circa 35 km dalla costa), avevo visto i video degli incontri aperti tra Comuni e realizzatori dei progetti off-shore e si cercava di definire gli accordi, non c’era muro a prescindere come invece sembrerebbe dagli esagitati su web
Pochi ai raduni, ma c’è una crescita esponenziale sui social
Behhh… a me non sembrano così pochi e così innocui, se la Todde appena eletta ha imposto una moratoria di un anno e mezzo su gran parte dei progetti…. secondo me è un pensare diffuso in sardegna, che poi manifestino in pochi è un altra cosa. Io, vista la situazione penosa (rinnovabili al 25%) mi aspetterei chi manifesta contro il carbone e pro rinnovabili ma a quanto pare è una questione di mentalità ottusa. Poi sicuramente ogni impianto va valutato ma non puoi opporti a prescindere, a chiunque piacerebbe non avere necessità di pale eoliche ma se servono… servono e soprattutto se hanno un impatto minimo come quelle off shore a 10-20-30Km dalla costa diventa solo una stupida questione di principio.
Nelle manifestazioni sono in pochi, sui social si vede un marea crescente. La Todde non ha chiesto la moratoria per i comitati, su una regolamentazione e un freno si è espressa anche la segretaria del Pd. E’ anche vero che le richieste sono esagerate. Ma come ho scritto, come pensano alcune associazioni ambientaliste la moratoria frena anche i buoni progetti che devono andare avanti. E non possono fermarsi per 18 mesi. Detto questo gli impianti già autorizzati stanno procedendo. Non si può applicare la retroattività.
Meno male che qualcuno che ragiona c’è ancora…
Fra l’altro, la foto di Enel Green Power in apertura di articolo già dice molto su quanto possa essere del tutto felice la combinazione fra agricoltura e fotovoltaico… gli animali lo capiscono, ci riuscirà anche l’animale Homo?
L’animale si muove la sua convenienza, l’uomo spesso seguendo la convenienza di altri che lo prendono per il c…
Io penso che prima di dire NO serva capire a chi serve l energia .
Avevamo la Ex Alcoa Alluminio di portovesme che era azienda energivora e necssitava di energia a prezzi speciali in concorrenza con la francia .ù
Perche non aprire una discussione che protegga gli operai di portovesme ricevendo parte dell energia eolica dei progetti ? MA forse sarebbe troppo intelligente
Purtroppo il presidente di Confindustria Sardegna e l’assessore regionale all’industria hanno parlato del tema, solo che per riattivare le industrie chiuse chiedono più gas ovvero il metanodotto Snam (chiamato per essere più digeribile la dorsale) e su eolico c’è un vero e proprio linciaggio e un oceano di fake news, con bugie di ogni genere https://www.vaielettrico.it/sardegna-altro-che-rinnovabili-spazio-a-gas-nucleare-e-fake-news/