Agrivoltaico avanzato: una balla che non c’è legame con agricoltura

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Agrivoltaico avanzato sotto accusa a Pecetto (Torino), Mulazzano (Lodi), Succivo (Caserta), a Traversetolo e Montechiarugolo (Parma). Ma sono solo alcune delle proteste in corso. Sulle barricate pure a Ca’ Solaro con il plauso del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, primo cittadino con tanti problemi d’inquinamento atmosferico.

Si tratta di proteste di comitati locali, a volte con sostegno politico trasversale e spesso con la Coldiretti in prima linea, che contestano il sacrificio di suolo agricolo o come dicono alcuni: “di terreni fertili”. E vero? Per niente con l’agrivoltaico la coltivazione è obbligatoria e sostiene una maggiore resa e qualità della produzione.

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Impianto agrivoltaico nei vigneti Caviro in Emilia Romagna

L’autorizzazione per l’agrivoltaico avanzato arriva solo con la relazione agronomica firmata da un agronomo

C’è tempo fino al 30 giugno per partecipare al bando per finanziare gli impianti dedicati all’agrivoltaico avanzato (leggi) e finalmente emerge con chiarezza una regola: l‘obbligatoria relazione agronomica deve essere firmata solo da un professionista della materia. Un agronomo in particolare.

Lo ha ribadito il Gse che ha trovato il plauso del Conaf, l’ordine degli agronomi che ha diffuso una nota che spazza via gli alibi di coloro che parlano di sacrificio di suolo fertile.  «Le relazioni agronomiche asseverate previste nell’ambito delle regole operative del DM Agrivoltaico devono essere redatte da professionisti in possesso dei requisiti professionali e iscritti a un ordine professionale del settore agrario».

«Siamo lieti che sia stata fatta chiarezza – sottolinea Mauro Uniformi, presidente Conaf – attribuendo solo ai professionisti qualificati la responsabilità della redazione delle relazioni asseverate che attestano la correlazione tra le attività agricole e quelle di produzione di energia elettrica».

La relazione agronomica asseverata è importante perché attesta la correlazione tra le attività agricole e quelle di produzione di energia elettrica e soprattutto la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale. Senza la relazione l’imprenditore agricolo non può accedere ai prestiti o contributi a fondo perduto. E soprattutto con il DL Agricoltura sono vietate ovvero non autorizzate altre forme di produzione energetica su suolo agricolo (leggi). Azzoppando la produzione di energia pulita anche in suoli agricoli ma marginali e residuali.

Un impianto fruttivoltaico in Olanda per la coltivazione dei piccoli frutti

Le fake news sull’agrivoltaico avanzato seminano e fanno crescere l’opposizione ai nuovi impianti

«Protesta di agricoltori e amministrazione comunale contro il fotovoltaico sui terreni fertili», è il titolo che si legge sul quotidiano Caserta News dove si riportano le posizioni di amministrazione comunale, agricoltori e Coldiretti: «Questo territorio è la nostra vita, e non permetteremo che venga sacrificato in nome di un progetto che potrebbe essere spostato altrove».

Cosa si difende? «La coltivazione di ortaggi, una delle eccellenze agricole locali apprezzati in tutto Europa. Perderemo non solo attività economica locale ma anche la nostra identità come comunità agricola. Sarebbe opportuno che questi progetti siano realizzati su terreni marginali e non su terreni fertili. Non è necessario sottrarre terra fertile all’agricoltura».

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L’impianto agrivoltaico in Kenia

Le realtà  è diversa. L’Università di Sheffield in collaborazione con la World Agroforestry and the Kajiado-based Latia Agripreneurship Institute ha condotto una ricerca sull’agrivoltaico applicato agli ortaggi. I pannelli «forniscono ombra alle colture, contribuendo a trattenere l’umidità nel terreno e stimolandone la crescita».

I risultati? «I cavoli coltivati ​​sotto i 180 pannelli solari da 345 watt sono risultati un terzo più grandi e più sani di quelli coltivati ​​in appezzamenti di controllo con la stessa quantità di fertilizzante e acqua». Bene, come si vede anche osservando la foto sopra.

I tanti esempi di agrivoltaico avanzato in Italia

Questo è solo un esempio dei tanti relativi alla simbiosi tra agricoltura e produzione di energia. Settore in cui stanno investendo diverse aziende come Caviro, cantine che hanno brindato con vino da agrivoltaico al Vinitaly. va benissimo con il kiwi, le ciliegie e altre colture, mentre in Texas, ci sono aziende che fanno pascolare le pecore tra i pannelli. Si tratta di un progetto Enel.

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I ciliegi fioriti all’interno di un impianto agrivoltaico

Insomma è una balla sostenere che con l’agrivoltaico si perde terreno fertile, purtroppo la cattiva informazione, i gruppi di interesse che rappresentano l’economia delle fonti fossili, la ricerca di consenso di tanti amministratori locali e nazionali stanno creando dei grandi danni. Anche all’agricoltura che in tempi di cambiamento climatico per tenere rese e qualità ha necessità dell’innovazione tecnologica. E il consumatore non paga 20 euro il chilo le ciliegie.

  • LEGGI ANCHE:  FUOCO AMICO / Chi frena la TRANSIZIONE ENERGETICA? Primo la POLITICA. Poi…

Visualizza commenti (46)
  1. Giuseppe Nanni

    Vivo nella zona dell’Alto Lazio, ci sono ormai circa 10000 ha a fotovoltaico, vorrei sapere da voi dove posso trovare un agrivoltaico reale con coltivazioni sotto e non invece un fotovoltaico un po’ più alto da terra. Grazie

    1. no Kendric,
      leggo che nel Lazio ci sono 2.000 ettari con impianti fotovoltatici di vario tipo (e quasi altrettanti interessati dalla presenza di pale eoliche)

      il Lazio sono 1.720.000 ettari, quindi come aree con pannelli fotovoltaici siamo ancora a 1 su 1.000

      poi ripassiamo le categorie:

      1) fotovoltaico a terrra (pannelli bassi)
      non ha l’obbligo di pascolo o coltivazione; e anche se vedi un prato, potrebbe anche essere un terreno accastato per usi industriali e non agricoli

      2) agrivoltaico a pannelli bassi
      visivamente assomiglia al fotovoltaico a terra, ma le file dei pannelli leggermente più distanziate tra loro e ha obbligo di pascolo o coltivazione TRA le file dei pannelli

      3) agrivoltaico a pannelli alti
      obbligo di pascolo o coltivazione SOTTO ai pannelli

  2. A Mulazzano il fronte del No agrivoltaico evoluto le motivazioni; 1 rumori derivati dal movimento dei pannelli rotanti, 2 ondate di calore aggiunto sempre a causa del numero elevato di pannelli, 3 assenza di benefici, nessuno sconto in bolletta solamente la creazione di una ciclabile che con la piantumazione per nascondere l’agrivoltaico crea un’ altissima barriera ombreggiante oscurante paurosa, 4 la recinzione lunghissima e la vegetazione FAVORISCONO lo spaccio di stupefacenti rendendo impossibile il controllo delle forze di polizia. 5 chi garantirà lo smaltimento a fine vita dell’ impianto in caso di fallimento di questa azienda

    1. Leonardo (R)

      Si sono dimenticati anche:

      – La tramutazione dell’acqua in sangue;
      – L’ invasione di rane dai corsi d’acqua;
      – L’ invasione di zanzare;
      – L’ invasione di mosche tropicali;
      – La morte del bestiame;
      – Le ulcere su animali e umani;
      – La pioggia di fuoco e ghiaccio;
      – L’ invasione di cavallette e locuste;
      – Le tenebre per tre giorni;
      – La morte dei primogeniti maschi.

      E non è neppure detto che sia finita qui.

  3. Autarchia elettrica

    https://sienapost.it/global/gli-aggiraregole-dellagrivoltaico/

    Non ce l’ho fatta a finire di leggere talmente sono tendenziose e pretestuose le ragioni contro l’agrivoltaico…

    Ora, va bene che ho preso una pagina a caso senza valore, ma la mentalità è quella…uso di paroloni catastrofisti e sensazionalistici con presagi di distruzione e morte e lunga sequela di crimini dei pannelli solari, alcuni dei quali farebbero anche ridere se non fosse che a me fanno piangere.

    Il modus operandi è conosciuto…

    1. Incredibile queste poche righe: “Uno dei più gravi fenomeni distruttivi dell’ambiente, dell’agricoltura, del paesaggio e oggi sempre più invasivo, è legato al proliferare senza regole e controlli di impianti industriali fotovoltaici, agrivoltaici, grattacieli eolici…” e poi un elenco di luoghi comuni, con una serie di problematiche che arrivano ben prima delle rinnovabili. L’abbandono delle campagne è in atto da decenni. Il problema è che queste sconclusionati poi trovano anche il sostegno, seppure con toni e termini diversi, di assessori regionali di centro destra e centro che perdono la ragione per pochi voti

      1. Ho il terrore a chiedere cosa sono i grattacieli eolici, sarebbero le turbine?
        Però a questi fenomeni va benissimo irrorare i campi di disinfestanti, che tra le altre cose uccidono gli insetti utili, come il caso emblematico delle api.

          1. Eh ma capisco benissimo l’effetto sugli AF, che vedono un campo da calcio come unità di misura di “qualcosa di grande” quando sono poco più di 5000 mq. Praticamente il prato di molte case di provincia…

          2. sarà che scrivono “20 campi di calcio” perché si intendono solo di calcio?

        1. il compagno di mia sorella è un apicoltore … è un vero disastro l’effetto di pesticidi ed altri prodotti usati sia in agricoltura che vivaismo (per non parlare di emissioni industriali ! )
          le api si stanno decimando coi livelli attuali di neonicotinoidi e diserbanti….

          poi ci lamentiamo se frutta e verdura costan tanto (eh.. normale, visto che mancano gli impollinatori naturali … oltre ovviamente ai disastri climatici)

  4. Autarchia elettrica

    Domanda per chi ne sa di più:

    Comprare un piccolo terreno agricolo e piazzarci dei pannelli con una batteria di accumulo è fattibile? al di là dei costi (che comunque uno potrebbe partire con pochi pannelli e poi aggiungerne nel tempo,) è solo un esercizio teorico, per capire eventuali ostacoli burocratici prima che economici.

    Abito in Toscana.

  5. Autarchia elettrica

    Totalmente a favore dell’agrivoltaico (altrimenti non mi chiamerei autarchia elettrica), ma anche eolico, sia offshore che non.

    Rivediamo come sempre la solita solfa, come per gli OGM, come per le antenne 5G, ecc ecc ecc.

    Sperando nelle CER.

    Abbiamo l’oro sopra la testa e non lo sfruttiamo…che rabbia, spendo 2300€ l’anno fra luce e gas e mi girano parecchio che non posso installare il fotovoltaico (condominio da cui fuggirò, spero, fra 3/4 anni).

  6. Ho visto centinaia di persone protestare ai cancelli di una raffineria.
    Ho visto centinaia di persone, bloccare le autocisterne cariche di veleni.
    Ho visto centinaia di persone protestare sotto gli uffici delle big oil, per gli sversamenti in mare.
    Ho visto centinaia di persone bloccare camion anonimi mentre scaricano immondizia per strada…
    E niente, poi all’improvviso è suonata la sveglia.

    1. Se le vedi pure da sveglio… con l’ultimo “Decreto sicurezza” poi vedi centinaia di persone protestare sotto mandato di custodia…

      1. Per “migliorare” il nuovo decreto sicurezza, aggiungeranno il divieto di assembramento oltre tot persone.
        Quindi, stop alle assemblee condominiali, alle cene aziendali, alla messa la domenica e alle sagre estive.
        Comunque, è avvilente vedere tutte queste prese di posizione, immotivate, contro gli impianti rinnovabili. Ipocrisia all’ennesima potenza.

  7. secondo me:

    se erano terreni già usati per colture o pascoli, l’agricoltore dopo aver aggiunto gli impianti agrivoltaici (che danno un buon reddito rispetto al solo uso agricolo dei terreni), ha comunque una ulteriore convenienza economica a continuare anche il pascolo o le coltivazioni

    le verifiche credo le abbiano messe per i terreni accatastati come agricoli, ma di fatto terreni cosidetti “economicamente marginali”, che per qualche motivo di scomodità di accesso, siccità, vicinanza con aree industriali, per essere utilizzatio avrebbero un costo superiore alla resa agricola, ed allora erano in stato di abbandono o comuque non uso

    in questi casi con l’agrivoltaico si obbliga, grazie alla buona resa economica della vendità dell’elettricità, anche ad eseguire il recupero del terreno ad uso agricolo o pastorali, anche se fosse scomodo o antieconomoco per qualche motivo

    che poi pensa valga più per le coltivazioni, perchè nel caso di un pascolo, non sembra così oneroso aggiungere/mantenere l’attività di pascolo, fosse anche un terreno con accesso scomodo, perchè tutto sommato le pecore sfalciano la vegetazione che non deve crescere sino all’altezza dei pannelli, sennò andrebba fatta tagliare a pagamento 2-3 volte l’anno

    1. Il tema è interessante ovvero non solo si tutela la coltura da troppo caldo e troppo freddo – basta una variazione di pochi gradi per salvare la coltura – o da eventi meteo estremi (non tutti naturalmente) ma si può migliorare la qualità con un giusto grado di ombreggiamento. Questo è un problema per alcuni piante che hanno bisogno di tanta luce e quindi l’agrivoltaico non è considerato positivo.

      Detto questo leggendo il monitoraggio obbligatorio degli impianti finanziati con il Pnrr – ho postato pochi passaggi in una risposta precedente – si chiede anche un intervento del recupero della fertilità del suolo ovvero grazie in zone particolarmente colpite da fenomeni che poi alla lunga portano alla desertificazione l’ombreggiamento e altre variabili possono permettere di migliorare la fertilità. Il monitoraggio è pluriannale e si basa sulle stazioni di rilevazione da installare in campo e sono in collegamento e connesse con una serie di sensori che rilevano diversi parametri.

      1. L’ Italia ha un estensione microscopica rispetto a competitors internazionali (Argentina, Brasile, USA etc etc).
        Possiamo competere solo con (pochi) prodotti di altissima qualità (e costo), usando una piccola frazione del nostro territorio ma magari evolute tecniche agricole e ambientali (migliore il prodotto ma migliore anche l’ambiente..che per noi costituisce anche primario fattore di richiamo turistico).

        Utilizzare a “doppio scopo” aree agricole -con agrivoltaico e casse espansione acque meteoriche- e industriali (capannoni e aree già compromesse dal punto di vista ambientale e non usabili per coltivare) è un ottimo modo per diminuire l’enorme consumo di suolo e cementificazione…diminuire le “isole di calore” e non impermeabilizzare più del necessario.

  8. “L’Università di Sheffield in collaborazione con la World Agroforestry and the Kajiado-based Latia Agripreneurship Institute….”

    Nieddu,
    la sua abilità di scovare parauniversità nei più remoti angoli del mondo e pseudo organizzazioni aderenti alle sue farneticazioni da sfasciacarrozze dell’agrivoltaico è sempre più stupefacente!
    Fantastica, poi, quella dei cavoli coltivati sotto i pannelli “… risultati un terzo più grandi e più sani di quelli coltivati ​​in appezzamenti di controllo con la stessa quantità di fertilizzante e acqua….”
    Ah!Ah! Ah!
    Ma, dopo averli scritti, i suoi articoli li rilegge o li pubblica a presa diretta?

    1. Ho pensato ma questo para commento lo butto nel cestino dove merita di finire visto che il contenuto è a livello di rifiuto speciale oppure questo Tobia, un altro nick dei soliti No Vatt lo smentiamo subito?
      La ricerca è condotta, come anche riportato anche dall’autorevole e prestigioso The Guardian, dall’Università di Sheffield ovvero: “Nel Regno Unito è l’istituto di istruzione superiore leader a livello mondiale, fondato nel 1897 come fusione di Sheffield School of Medicine (1828), Firth College (1879) e Sheffield Technical College (1884). L’università ha ottenuto una Royal Charter nel 1905 ed è attualmente classificata al 75 ° posto nella classifica QS World University”.
      Viste le fesserie che scrive, se vuole in privato, le posso indicare qualche buon psichiatra dove farsi vedere.
      Mi stia bene

    2. I vantaggi dell’Agrivoltaico sono evidenti e sotto molti punti di vista, gli studi serviranno solo a confermare un qualcosa che è evidente e sarà sempre più evidente.
      Se mette il naso fuori da casa girando per le campagne agricole noterà che molte colture e frutteti sono già coperte con teloni di plastica per fare ombra e proteggerle dal sole.

      Utilizzare pannelli solari per ottenere lo stesso risultato però non va bene, perché si mette in discussione la politica pro-GAS e pro-Fossili del governo. Abbiamo speso circa 1 Miliardo di Euro per il nuovo rigassificatore di Ravenna, SOLO per ACCETTARE il GAS che dovremo comunque PAGARE A CONSUMO!!!

      Con 1 Miliardo di investimento quanto Fotovoltaico si poteva incentivare? Quanto Eolico Offshore si poteva incentivare? Tutti investimenti SENZA ALCUN COSTO RICORSIVO.

      Senza contare gli enormi danni ambientali del rigassificatore, che sversa candeggina H24 7 giorni su 7 in mare.

      Senza contare che il consumo di gas andrà a diminuire e rendere questa opera INUTILE ben prima di ammortarla.

      Senza contare che superato l’anno di crisi del gas, ora i rigassificatori esistenti sono sottoutilizzati di parecchio.

      Ma tranquilli, rimanete nel vostro delirio pro-fossile. I ricchi (del fossile) vi stanno convincendo che in effetti è meglio rimanere poveri al loro guinzaglio che installare impianti in grado di farvi risparmiare o peggio GUADAGNARE.

      1. giusto rimarcare che nessuno dice niente sulle serre, molto meno amovibili rispetto all’agrivoltaico, o sulle coperture: in Emilia Romagna sono il 15% i frutteti protetti e c’è un bando della Regione da 70 milioni di euro.

        L’anno scorso sono entrato dentro un terreno coperto a Vignola, un frutteto con ciliegie, completamente coperto dai teli. Solo la produzione di energia disturba.

        1. @Camillo ha ragione .. i tanti “teloni” cui fa riferimento anche lui sono poco efficaci negli ultimi anni perché anche se “anti-grandine” non riescono più a fermare i “bombardamenti” di grosse palle di ghiaccio (più aumentano i contrasti termici, più i “chicchi” can su e giù diventando pesanti.. )

          Ultimamente i nuovi pannelli hanno una resistenza molto maggiore anche contro la grandine nonostante l’efficienza elevata, e possono proteggere almeno le colture sottostanti (un pannello – generalmente coperto da assicurazione – si sostituisce in breve tempo mentre una piantagione di alberi da frutto richiede anni e anni prima che torni in produzione)

          Camillo poi cita giustamente anche i rigassificatori … e cito appunto il fatto che il governo si era impegnato a mantenere quello di Piombino (LI) solo pochi anni e poi trasferirlo in altra località più idonea che all’interno di un’area portuale molto movimentata da traghetti RoRo e passeggeri, a pochissima distanza dalla città e da impianti industriali ove lavorano tante persone, accanto ad una bellissima spiaggia molto frequentata nella bella stagione.
          Indovinate un po’ ?
          adesso fanno tutti “spallucce” e la Italis (prima nota come “Golar Tundra”) e non vogliono più spostarla ove prima destinata (Liguria, giustamente! altro posto già impegnato in modo fortemente errato da altro rigassificatore in pieno porto di La Spezia e usato per rifornire direttamente autocisterne !! – ricorda nulla Campi Bisenzio?)

          https://www.shippingitaly.it/2025/03/19/arera-contraria-allo-spostamento-del-rigassificatore-di-piombino/

          1. Solo gli sprovveduti hanno creduto che dopo 3 anni l’avrebbero spostata…
            Collegare la nave rigassificatrice di Ravenna alla terraferma ha richiesto 400 Milioni, qui non lo so ma sicuramente nell’ordine delle centinaia. In 3 anni questo investimento non è ammortizzabile, in una logica in cui anche la nave stessa sarà inutile entro fine decennio che fanno si mettono a spostarla?

            Era solo una mossa per imbonire la popolazione locale promettendo prezzi bassi (mai visti) e uno spostamento dopo 3 anni (un miraggio)….

            Ma come al solito in Italia il provvisorio diventa la normalità, una volta che hai zittito le proteste e piazzato la nave poi difficilmente l’italiano continua a fare proteste per mesi o anni…. E hai bollito la rana

    3. svegliati @Tobia … chiunque tu sia (dietro un nickname) e ovunque tu stia…

      il mondo sta drammaticamente peggiorando… e pure da noi succedono eventi ciclici che prima o poi ci costringeranno ad evaquare vaste zone d’Italia…

      non scrivere fesserie (visto che non credo qualcuno ti “stipendi” per farlo..) ma documentati..
      Il tempo sta scadendo … e dobbiamo rimediare alla svelta.

      1. Mario Bonati

        >> svegliati @Tobia … chiunque tu sia (dietro un nickname)

        “damiano l” esattamente come lei … ah, no, dopo il nome lei ha messo uno spazio ed una lettera in più

        1. per un normale lettore anche @Mario Bonati può essere un nickname… solo la Redazione ha modo di far qualche verifica d’identità iniziale

          io ho avuto varie interazioni con la Redazione (ed ho anche spiegato che preferisco non esser individuabile a tutti perché molto spesso faccio riferimento a fatti che coinvolgono aziende e persone e non voglio crear loro problemi… solo spiegare certe dinamiche che ben conosco per esserci “stato dentro” per 30 anni.

          cordiali saluti… col mio nickname 😉

          1. Mario Bonati

            Può farlo per il motivo che vuole, non è che mi interessi più di tanto. Sottolineavo solo il fatto curioso che stesse rinfacciando ad un altro utente la stessa cosa che fa pure lei

          2. Confermo, signor Bonati. Noi vediamo la mail e possiamo contattare direttamente gli autori. Tranne quelli come Tobia e molti altri che non ci rispondono o indicano una mail bloccata. Dopo un po’ vengono bannati.

          3. Se necessario… posso anche scrivere una PEC in redazione

            Comunque anche il sig. Bonati ha fatto una giustissima considerazione.. ed ha diritto alla spiegazione.

            Grazie per la conferma 👍

        2. non è la stessa cosa, Tobia, Kendric, etc sono decine di nick di uno stesso trollino sciocchino e rancoroso

          1. Mario Bonati

            Ho già risposto sopra, per quanto mi riguarda, potete anche usare tutti il nick “Pinco Pallo”. Sottolineavo solo il fatto curioso che stesse rinfacciando ad un altro utente la stessa cosa che fa pure lui, cioè usare un Nickname

          2. vabbè … io mi impegno a spiegar meglio quel che scrivo a favore di tutti i lettori
            se sono “trollini sciocchini” o rancorosi che devono sfogarsi.. pazienza
            l’importante sono tutti gli altri…
            magari ci fossero solo persone che propongono riflessioni come fai tu … misterioso ” >R.S.” 😉

          3. Non ho mai avuto questo privilegio…ma mi piacciono molto i suoi documentati interventi… così come di molti altri assidui commentatori ..

            La differenza tra Vaielettrico e molti altri siti è che è aperto…a tutti..
            Ma se vengono travalicati i limiti di decenza o propinate tesi smentite dai fatti e dalla Scienza vengono prontamente stoppati e costretti al “cambio Nick & mail”.
            Altri siti o sono molto autoreferenziali e Senza possibilità di discussione oppure sono una jungle selvaggia Senza moderazione..in preda a chi vuole sfogare frustrazioni.
            L’ errore è sempre possibile a tutti..ma qui se avviene è ammesso e corretto.

            Grazie!

  9. Leonardo (R)

    Il fatto è che ogni impianto agrivoltaico (e in generale ogni impianto fotovoltaico privato) sono migliaia di metri cubi di gas che non verranno bruciati in centrale. Questa mi pare una più che buona motivazione per creare campagne contro, approfittandosi della credulità della gente comune.

  10. L’agrivoltaico è una delle più intelligenti combinazioni WinWin per tutti:

    doppio uso del medesimo terreno (a terra coltivazioni & pastorizia) sopra energia FER

    maggior protezione del sottostante terreno dalla crescente esposizione a eventi climatici estremi (lunghe siccità che inaridiscono il suolo, forti precipitazioni che devastano le colture, riparo per gli animali ..

    protezione di quel sito Agri-voltaico dalla cementificazione (se viene usato per almeno 30 anni per produrre energia.. vuol dire che non ci potranno costruire capannoni o altre brutture.

    si può sempre predisporre fondamentali vasche contenimento acque da eventi estremi che siano “anche” siti di produzione FV (come recentemente scelto in provincia di Pisa… nei campi dello “scolmatore” dell’Arno.. invece che altro suolo

    E poi… dove sono i “contestatori Nimby” in tema “capannoni” e “serre” ??
    Chi percorre in Toscana la A11 da Firenze al mare vedrà come tutto il tratto Pistoia e provincia si “coperto” da serre o campi di “vasetteria & arte topiaria” (con appositi teloni x pacciamatura – non far crescere erbacce- a rivestire migliaia di ettari); qualcuno si è mai lamentato?
    Tutte quelle superfici a “serra” se fossero coperti di apposito fotovoltaico (non coi pannelli rigidi solitamente usati per i tetti o campi FV con “inseguitori” ) produrrebbero energia in misura altamente superiore al consumo del vivaio stesso (che comunque proficuamente potrebbe utilizzare macchinari a batterie e ridurre l’impatto ambientale & acustico (i trattori e sollevatori ICE son rumorosi ! ), oltre ovviamente a ridurre i costi di gestione di tutti i mezzi in flotta (tra cui, volendo, i TIR per il trasporto piante… che adesso sono in arrivo anche BEV… quindi molto idonei a chi vuole un’immagine veramente “green” 😉

  11. se ho capito bene, la relazione agronomica va rifatta e ripresentata ogni anno, non solo all’inizio, ogni volta monitorando il dettaglio della produzione agricola annuale

    il professionista che la firma ci mette la sua responsbilità legale, e sono soggette a verifica a campione

    1. E’ previsto un monitoraggio continuo, questi i principali requisiti:

      REQUISITO D: è dotato di un sistema di monitoraggio che consenta di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture e la continuità delle attività delle aziende agricole interessate;
      REQUISITO E: è dotato di un sistema di monitoraggio che consenta di verificare il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici.

      D.2 – Continuità dell’attività agricola: – redazione di una relazione tecnica asseverata da un agronomo con una cadenza stabilita (piani annuali di coltivazione, alle
      condizioni di crescita delle piante, tecniche di coltivazione).

      Ed è solo una parte

      1. Abito a Mulazzano dove si sta dibattendo sull’impianto agrivoltaico.
        Sono quasi tutti contrari, per i più disparati motivi (alcuni ridicoli). Io ovviamente sono uno dei pochi favorevoli perché ne vedo le potenzialità e benefici. L’unico mio dubbio è sull’agricoltore.
        Se non rispetta la legge e non coltiva, che sanzioni sono previste? Se queste sono ridicole in confronto a quanto guadagna dando in affitto il terreno va a decadere tutto il discorso agrivoltaico.

        1. Ecco. In caso di Assenza dell’attività agricola/pastorale: Accertata in qualunque momento della vita utile dell’impianto comporta:
          • recupero dell’incentivo in conto capitale erogato laddove il sistema agrivoltaico non sia mai stato oggetto di attività
          agricola/pastorale;
          • revoca dal diritto alle tariffe incentivanti.
          Inoltre quando si ha la reiterata difformità degli indici di resa agricola/pastorale: Registrata alla verifica triennale comporta: • revoca temporale delle tariffe incentivanti

          1. È una giusta protezione per impedire di beneficiare di agevolazioni non dovute 👍
            E tutela il territorio…che non perde naturalità e, a termine vita dell’ impianto, se non rinnovato, può tornare ad uso esclusivo agricolo…ma per almeno 30 anni protetto da speculazioni edilizie.

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