L’agrivoltaico conquista l’Europa – in Italia si è chiuso da due settimane il primo bando con circa 650 domande e 1,7 Gw richiesti (leggi qui) – e si moltiplicano i progetti. Come i 100 delle società Insolight e Eaton. In Sardegna stop all’impianto da 400 ettari. L’ha bocciato la commissione nazionale Via (Valutazione impatto ambientale) e Vas (Valutazione ambientale strategia).
Eaton e Insolight per l’agrivoltaico
Sono 100 i progetti di agrivoltaico che le due società stanno sviluppando in tutta Europa. Vediamo i numeri. Insolight, azienda svizzera, entro il 2026, punta a installare impianti per più di 300 MWp, 66 MWp già in fase di sviluppo. Eaton sosterrà l’iniziativa con i sistemi di accumulo a batteria (BESS). L’energia potrà essere usata per il fabbisogno aziendale o venduta tramite la rete.
In una nota le due aziende sottolineano il legame con la mobilità a emissioni zero e i mezzi di lavoro elettrici: «La combinazione con l’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici (EVCI) di Eaton consente di utilizzare l’energia prodotta per l’alimentazione di veicoli o trattori elettrici». E’ la filosofia del bando del Pnrr Parco Agrisolare (aperto fino al 14 ottobre) che finanzia pure le colonnine (ben 30mila euro).
Agrivoltaico: simbiosi agroenergetica
La scelta dell’agrivoltaico permette una simbiosi tra produzione agricola ed energetica (leggi qui). L’impianto svolge anche una funzione di protezione delle piante dal troppo caldo e dal troppo freddo. Per questo è obbligatoria la relazione agronomica che evidenza i benefici per le colture.
Sardegna: stop a impianto da 400 ettari
Bocciato il progetto fotovoltaico più esteso presentato in Sardegna: 400 ettari tra Sassari e Olmedo, per 132 megawatt di potenza di picco è stato bocciato dalla Commissione nazionale Via (Valutazione impatto ambientale) e Vas (Valutazione ambientale strategia). Più nel dettaglio erano 177 gli ettari destinati ai pannelli su una superficie totale di 400 ettari.
Niente da fare per la società britannica Lightsource Renewable Energy, anche se può sempre fare ricorso al Tar. Lo stop al progetto è arrivato dopo i pareri negativi espressi dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Sassari e Nuoro e dalla Regione. Un’iniziativa ritenuta troppo impattante.
Su questo territorio – siamo tra tra Sassari, Alghero e Porto Torres – sono stati presentati altri 32 progetti, tutti in fase di valutazione per complessivi 3,8 gigawatt di potenza.
Questo smentisce il terrorismo seminato dai sostenitori del metanodotto e del Galsi (leggi qui) e dai fondamentalisti, il partito del “non esistono aree idonee“, che spaventano le persone parlando di 800 impianti da realizzare nell’isola con una produzione energetica che soddisferà il fabbisogno di 50 milioni di persone.
Come dimostra la storia di progetti in attesa da 15 anni e tanti rispediti al mittente, non c’è nessun automatismo. Si parla di invasione e di assalto, di far west e mancanza assoluta di regole. Non è vero.
La cosa che si devono battere i Sardi è il riconoscimento di un giusto prezzo non la colonizzazione selvaggia a loro scapito come vorrebbero fare le multinazionali.
Il giusto prezzo non è una concessione dall’alto, non piove dal cielo ma sempre più è definita dalla produzione pulita di energia. Non certo da chi per il 70% e oltre produce da carbone e scarti del petrolio.
ricordiamo che:
– 1 GW di potenza nominale (potenza di picco) di fotovoltaico, corrisponde a una potenza media effettiva circa 5 volte più bassa, circa 0,2 GW
– consumo medio della sardegna (compreso di un 10% di inevitabili perdite di rete), oscilla tra un minimo di 1,2 GW e un massimo di 1,5 GW MEDI,
cioè equivarrebbero a circa 6 GW NOMINALI di installazioni di rinnovabili
– consumi di corrente futuri circa raddoppieranno man mano che vari servizi che oggi si fanno con petrolio e metano, verrano invece svolti con l’elettrifcazione
– nel caso della Sardegna, contando energia per fare aqua dolce dal mare, idrogeno verde, reinsediare attività produttive o centri di ricerca, ed elettrificazione anche di parte delle barche, oltre che delle auto e dei riscaldamenti, è possibile anche che il fabbisogno futuro persino triplichi, a 3,6 GW di potenza media, 16-17 GW nominali di rinnovabili
– la previsione per l’italia è di installare 335 GW di fotovoltaico + eolico ( quasi tutto marino), in aggiunta a 13 GW di altre rinnovabili ( idroelettrico, geotermico, bioenergie); cioè circa 335 GW /20 regioni = 17 GW a regione
Ben fatto, consumo di territori coltivato, tanti Photoshop che non corrispondono a realtà. Multinazionali che fanno i fatti loro a casa nostra, prezzi dell’ energia che non diminuiscono, nonostante le rinnovabili in aumento.
Lei è così sicuro? Sa di cosa parla? Perché i dati scientifici parlano di desertificazione dei terreni sardi https://portal.sardegnasira.it/desertificazione e di abbandono del lavoro agricolo. Non per le rinnovabili, ma per la scarsa redditività della terra. Tanti agricoltori e pastori unendo produzione agricola con energetica resterebbero in campagna
“Vabbè, continuiamo così, facciamoci del male…” (N. Moretti, “Bianca”, 1984) 😩
peccato per l’ìmpianto da 400 MW, come quantitativo sembrava già abbastanza per iniziare a far abbassare rapidamente il PUN regionale, e far maturare anche il mercato degli accumuli
speriamo allora riescano a mettere in funzione un totale importante di MW con gli impianti più piccoli