Fattoria agrisolare: altri 800milioni per pannelli sui tetti e colonnine

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A un mese e mezzo dal nostro ultimo aggiornamento, il Parco Agrisolare entra nella fase operativa: decreto pubblicato, avviso e regole Gse in arrivo, bando previsto per gennaio. Le imprese avranno 18 mesi dall’atto di concessione per completare gli interventi, con una dotazione di quasi 800 milioni destinati a fotovoltaico, bonifica dell’amianto, isolamento e ventilazione dei tetti, sistemi di accumulo e infrastrutture di ricarica. Un investimento con i fondi europei del Pnrr che può accelerare la transizione energetica del settore e abilitare nuove tecnologie: dai droni per l’agricoltura di precisione ai mezzi elettrici per la logistica interna, fino ai robot a emissioni zero.

Pubblicato il decreto del ministero dell’agricoltura

Via libera al decreto ministeriale che, già dal titolo, chiarisce l’ampiezza dell’intervento: la realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo comprende infatti i settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Un sostegno anche per stabilimenti ad alto consumo energetico, impegnati ad alimentare macchinari, celle frigorifere e veicoli da lavoro e stradali.

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Una fattoria agrisolare

I 789 milioni messi in campo derivano dalla rimodulazione dei fondi Pnrr e la nuova misura è stata battezzata “Facility Parco Agrisolare”. A ottobre il ministro aveva illustrato i numeri del progetto: «Con questo investimento sono state finora finanziate oltre 23.000 imprese e installati 800 MW di capacità rinnovabile. Il nuovo obiettivo è raggiungere 1,7 GW entro il 2026, superando il target concordato con Bruxelles (1,3 GW) e quadruplicando quello originario del 2021, fissato a 400 MW».

Un contributo significativo in vista degli obiettivi al 2030, anche se resta il nodo del divieto di installazione dei pannelli a terra su terreni agricoli incolti e degradati, come ha recentemente sottolineato il presidente nazionale di Legambiente.

Il mondo agricolo ha accolto positivamente la misura. Confagricoltura guarda con attenzione alla produzione di energia come leva per rafforzare i bilanci aziendali e contrastare lo spopolamento delle aree rurali. Coldiretti  evidenzia: «La grande novità del nuovo decreto è l’attenzione specifica ai soggetti che non hanno mai beneficiato dei fondi nei bandi precedenti – anche se questo aspetto ci sembra scontato (ndr) – e ai soggetti iscritti alla “Rete agricola di qualità”».

Come già avvenuto per l’agrivoltaico, ma non per le comunità energetiche, anche per il Parco Agrisolare è previsto una sorta di “salvacondotto” sui tempi del Pnrr: i lavori dovranno essere conclusi entro 18 mesi dalla data dell’atto di concessione del finanziamento, superando così il vincolo del 26 giugno 2026.

La ripartizione dei fondi, si aspettano i dati su accumulo e colonnine

Alla produzione agricola primaria è destinata la quota più consistente dei fondi. Ben 473 milioni. Un’ulteriore quota di 140 milioni  è riservata  sempre alla produzione agricola primaria, ma senza alcuni dei vincoli previsti per la prima tranche. Nella tabella qui sotto tutti i particolari.

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La ripartizione dei fondi per ciascun macro intervento

Gli interventi relativi ai sistemi di accumulo (batterie) e ai dispositivi di ricarica sono considerati interventi complementari all’installazione principale degli impianti fotovoltaici. Per quanto riguarda i limiti di spesa: Per i pannelli fotovoltaici resta confermato il tetto massimo di 1.500 €/kWp. I massimali dedicati ai sistemi di accumulo e alle infrastrutture di ricarica saranno invece definiti dal Ministero e comunicati dal Gse nei prossimi avvisi.

  • LEGGI anche “La “sostenibilità all’italiana”: senza bussola e senza una guida” e guarda il VIDEO

 

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