Ci sono tanti agricoltori che credono nel Green Deal. A loro non è piaciuta la strumentalizzazione di chi ha cercato di orientare la marcia dei trattori – soprattutto di chi “a Bruxelles si, a Roma no” – e ora parlano. “Il biologico e il Green Deal non sono il problema della mancanza di reddito degli agricoltori“. Parole di Giuseppe Romano, presidente di Aiab (associazione italiana per l’agricoltura biologica).
Italia leader europeo del biologico, si fa a meno della chimica
C’è chi ha brindato al passo indietro della Commissione europea sulla riduzione del 50% dei fitofarmaci entro il 2030. Ma in Italia sono tanti i contadini che hanno rinunciato in parte alla chimica.

Ecco alcuni numeri presentati a Sana – la fiera più importante del settore biologico – dall’Osservatorio tematico utilizzando le ricerche di Nomisma. “L’Italia, con oltre 2,3 milioni di ettari e la più alta percentuale di superficie bio sul totale (19% contro una media europea ferma al 12%), è ormai vicina all’obiettivo previsto dalla Strategia Farm to Fork per il 2030, cioè il 25% di superfici dedicate alle coltivazioni biologiche“.

Vediamo l’impatto economico: “Nel 2022 le vendite alimentari bio nel mercato interno (consumi domestici e fuori casa) hanno superato i 5 miliardi di euro“. A cui si sommano 3 miliardi e 600 milioni di export. Quanti sono gli operatori bio? Per la precisione quasi 93mila. Numeri rappresentativi di una filiera economica che semina e raccoglie valore. Ancora più alto visto che oltre quello economico bisogna considerare i benefici sull’ambiente e sulla salute umana grazie alla riduzione dell’uso dei pesticidi.
Il Green Deal non è il problema, anzi la strada per uscire dalla crisi
Gli slogan contro le politica europea per la riduzione di chimica ed emissioni non è piaciuta al mondo biologico. Basta leggere le parole di Giuseppe Romano, presidente di Aiab (associazione italiana per l’agricoltura biologica).”C’è la necessità che il mondo del biologico assuma una posizione quanto più unitaria possibile sulle questioni sollevate dalle manifestazioni dei trattori, ribadendo con forza che il biologico e il green deal non sono il problema della mancanza di reddito degli agricoltori, ma sono anzi una delle strade per uscire da questa crisi“.
Insomma bene investire sulle rinnovabili, la riduzione delle emissioni e della chimica.
Lavorare per la transizione agro-ecologica
La strada è chiara per i produttori del biologico: “Bisogna quindi spingere – chiede Romano – verso una transizione agro-ecologica dell’agricoltura, che non è più procrastinabile, anche se comporta scelte importanti e difficili. Sappiamo che l’Italia è tra i paesi più forti da questo punto di vista, e quindi sappiamo che siamo in grado di vincere la sfida. Fondamentale, però, è operare in stretta collaborazione con gli agricoltori, favorendo così le attività di accompagnamento alla crescita di questo settore. Questa è l’unica strada percorribile”.
Oltre questa presa di posizione dell’associazione i bandi dedicati alla transizione energetica per l’autoproduzione da rinnovabili hanno avuto un gran successo. La Commissione europea per questo ha deciso si mettere sul piatto altri 800 milioni di euro (leggi qui).
E non c’è azienda che non stia investendo in agricoltura di precisione per ridurre il consumo di acqua, chimica e fertilizzanti. Più ardua l’introduzione di veicoli elettrici su alcune tipologie di lavorazione pesanti. Ma la filiera, soprattutto in Italia, si sta sviluppando con investimenti (leggi qui) per elettrificare l’agricoltura.
Decine di miliardi di danni dai cambiamenti climatici
Negli ultimi 40 anni in Italia il cambiamento climatico è costato 210 miliardi di euro. Sono numeri diffusi da Confcooperative che ha commissionato al Censis uno studio sull’impatto economico del climate change sull’economia nazionale.
L’agricoltura è il settore più colpito, solo nel 2022 si sono volatilizzati circa 900 milioni. “L’agricoltura – sottolinea il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini – è il settore economico che risente di più le conseguenze dei cambiamenti climatici. L’andamento dell’economia agricola nel 2022 ha registrato un calo della produzione dell’1,5%, poco meno di 900 milioni di euro“.
Buona parte del risultato negativo si legge nella ricerca è da imputare alla siccità e alla carenza di precipitazioni. Quasi tutte le tipologie di coltivazioni hanno subito un duro contraccolpo: la produzione di legumi (-17,5%), l’olio di oliva (-14,6%), i cereali (-13,2%). In flessione anche ortaggi (-3,2%), piante industriali (-1,4%) e vino (-0,8%). Il comparto zootecnico ha subito una riduzione della produzione pari allo 0,6%”. Insomma il problema c’è tutto.
giustamente però il prodotto “bio” (qualcuno ha mai visto frutta chimica?) costa 3 volte tanto..
e nei supermercati è sempre più la frutta (trattata) proveniente da altre parti del mondo a basso costo: chissà qual’è la più venduta? bio o basso prezzo?
e in italia vigono divieti e controlli che nel restante mondo auguri..
PS: per completezza d’informazione bisognerebbe riportare anche quanti miliardi ha generato il non bio
Insomma cosa dobbiamo fare criticare chi ci fa mangiare meglio, evita l’uso del veleno in campo e che crea valore per quasi 9 miliardi (tra consumi interni ed export) ovvero più del settore nautico. Figurati che quest’anno le pesche difficilmente si trovano sotto i 3 euro, spesso quotavano 5. Stessi valori per l’uva. Per non parlare, anche se con altalene create dalle variazioni climatiche, delle zucchine a 4 euro nella Gdo. I cachi? Sui tre euro il kg, susine mai sotto i 2 euro. Le pere? Non sotto i 4 euro e anche a sei euro il kg. Per non parlare delle ciliegie quotate anche tra 15 e 20 euro. Carissimo scrivo ogni settimana una rubrica sui prezzi dell’ortofrutta all’ingrosso quindi quest’anno è evidente a tutti la minore distanza tra prodotto convenzionale e biologico.
Probabilmente è troppo impegnato a scrivere rubriche sui prezzi dell’ortofrutta all’ingrosso per avere il tempo necessario a fare la spesa. Da pensionato, cerco di destreggiarmi tra i vari prezzi della GDO e le assicuro che, nella provincia emiliana, trovo ortofrutta a prezzi ben più ragionevoli: mele a 1,20-1,30 euro/kg; cicoria e bieta ad 1,00 euro/kg; agrumi a 1,20-1,50 euro/kg e potrei farle tanti altri esempi tra i prezzi che trovo un queste settimane. Basta evitare le primizie, scegliere i prodotti stagionali ed approfittare delle offerte. Poi, ovviamente, ciascuno è libero di fare altre scelte, come il biologico, che però oggi, purtroppo, non è alla portata di tutti. Negli anni ’50-’60 del XX secolo una famiglia media italiana destinava il 40% delle proprie entrate all’alimentazione, oggi siamo al 20%: tornare indietro porterebbe ad un impoverimento generalizzato
Se ha letto bene non ho citato le mele – le trovo a 1 euro ma pure a 4 euro – e neanche bieta e cicoria (come la gran parte delle verdure da cuocere) che nessuno compra più come mi dicono agricoltori, ambulanti e grossisti. A 1,20/1,50 trova arance di calibro 9/8 o massimo 6 ovvero soprattutto da spremuta. I cavolfiori 1 mese fa erano a 2 euro il kg all’ingrosso e anche a 4 euro al dettaglio ora, il mio articolo sui prezzi, a 40 centesimi perché con i cambiamenti climatici sono saltate tutte le programmazioni e c’è alta sovrapposizione. Su pesche, ciliegie, albicocche, uva difficilmente ha trovato promozioni e merce a basso costo. I pomodori sono caduti nelle ultime due settimane ma sono rimasti all’ingrosso (il grappolo) per mesi sui 2/2,50 euro. Poi c’è sempre merce albanese (per questo sono inc… i contadini) sui pomodori, come arance egiziane (per questo sono inc… gli agricoltori) a meno ma con manodopera pagata tra 0,50/1 euro in media all’ora contro i 10 euro italiani. Poi vogliamo parlare delle pere abate? Riduzione del 70% della produzione e non si trovano sotto i 4 euro. Insomma la situazione è molto più complessa di promozioni alla Gdo come l’anguria dell’Eurospin a 5 centesimi di tre estati fa che naturalmente significa sfruttamento. Ma oggi anche l’anguria non l’hanno svenduta, basta parlare con i produttori. Io lo faccio quotidianamente.
Guardi che avevo scritto “Basta evitare le primizie, scegliere i prodotti stagionali ed approfittare delle offerte”. Di conseguenza ora non cerco pesche, ciliegie, albicocche, uva, e neppure pomodori , che mangio in primavera ma soprattutto estate, ma solo prodotti stagionali, ed anche le arance di calibro 9/8 si possono benissimo mangiare. Quello che volevo rimarcare, comunque, è che se non si è troppo schizzinosi si trova frutta e verdura fresca a buon prezzo senza problemi, basta saper scegliere
gbn, scrivere di questo o quello non vuol averci le mani in mezzo: tu stai affermando che se tutti producessero in un determinato modo (il tuo) guadagnerebbero di più.. dimostralo coi fatti: compra terra, macchinari (elettrici), essenziali droni e sensori vari, e comincia a coltivare qualcosa. ci risentiremo quando andrai in pari, ma senza sussidi e/o fondi, solo coi guadagni del coltivato..
se parli solo con chi fa agricoltura in un modo ed eviti accuratamente tutti gli altri, sai che giudizi imparziali che ne escono..
io commento di cosa si vede nei supermercati (spesso e volentieri extra eu) e tu parli di ingrosso..
sai quanto conviene fare stracchino o formaggi “molli” rispetto al parmigiano reggiano? verifica i prezzi al kg e dimmi se vale la pena di fare tutta quella lavorazione e stagionatura.. chissà come mai tutti i piccoli contadini hanno chiuso i battenti..
PS: e quel latte da dove arriva? nella stalla di quando ero piccolo una volta al mese veniva prelevato un campione di latte per ogni vacca da controllare (ente terzo)
c’era un antico greco che diceva : “impara da chi ha esperienza”.. nei fatti, aggiungo io.
ma sono io che voglio polemizzare.. 🤷♂️
Scusami e non offenderti ma mi sembri un po’ presuntuoso e scrivi così tanto che si perde facilmente il filo del discorso. Torniamo al punto ovvero all’articolo dove si da voce , tra i pochi media, ai rappresentanti di una filiera che produce 8 miliardi di valore, crea posti di lavoro, non inquina l’atmosfera e le acque. Imprenditori da valorizzare e che giustamente chiedono rispetto da chi, non agricoltore, butta gratuitamente fango contro. Quali sono le tue osservazioni? A parte dire di prendere la zappa in mano o salire su un trattore?
Preferiscono la gallina oggi all’uovo domani, così domani non avranno neppure più l’uovo.
Purtroppo molti coltivatori sono istruiti (o vogliono credere a) da certi leader politici che fanno gli interessi di una parte di industria chimica e petrolchimica facendo finta di fare gli interessi degli agricoltori.
Chi biasima Cina e India (Cindia) non vi è mai stato…come del resto in gran parte dell’Asia dove , tranne rare eccezioni (vedi Singapore e HK), avranno pure più mezzi elettrici ma convivono con uno sporco e un inquinamento che in confronto Milano ha l’aria di Cortina !
Quando ci andavo (e spesso) dopo una settimana ero già maturo…personalmente non faccio cambio nemmeno sotto tortura 👍
Qui caro Daniele ci interessa la tendenza. Secondo uno studio dell’Energy Policy Institute dell’Università di Chicago la Cina ha ridotto l’inquinamento atmosferico in sette anni quasi quanto gli Stati Uniti hanno fatto in tre decenni. Magari le proporzioni non sono precise ma è evidente la volontà di risolvere o attenuare il problema.
In Italia più che Milano, la misura del suo inquinamento si presta a narrazioni politiche interessate, ci interessa la Pianura Padana che come ci confermano le restrizioni alla circolazione dei giorni scorsi ha seri problemi. Innegabili.
per curiosità, viaggi recenti o di qualche anno fa? mi vengono in mente i mezzi di trasporto “poveri” a 2 tempi, che spero abbiano eliminato dalle strade
==============
Qui c’è una mappa che monitora tra le varie i PM 2.5, meno visibilima piìù letali del PM 10
https://aqicn.org/map/world/it/
pare che oggi (2024) la moderna Milano e Pianura Padana sa la giocano nella classifica dei peggiori posti
mi pare che i peggio posti Cinesi e la Padania hanno valori (gravi) sui 150;
simili anche in India, ma lì ci sono anche alcuni hot-spot a 270
Ieri è stato presentato il Rapporto annuale dal Sistema nazionale per la protezione dell’Ambiente (Snpa) e per il particolato fine, il Pm2.5, «risulta superato, nella quasi totalità delle stazioni di monitoraggio, il valore di riferimento annuale dell’Oms (99,7% dei casi) che nelle nuove linee guida è stato ridotto a 5 microgrammi per metro cubo»
molto lunghi (decenni , secoli ,etc)…imiei passaggi in quei luoghi mi dicono che :In Cina non c’è una sola metropoli o paese in cui vorreivivere (in alcune città , nonostante stormi di motorini elettrici , vi è unosmog che non vedi ben definito il grattacielo a 500 metri) e nelle zoneproduttive , le varie Company magari hanno la facciata tutta vetri a specchioma nella parte posteriore hanno poi la “polvere sotto al tappeto”…In India ,dove in alcuni casi vi è una natura bellissima, c’è uno sporco diffuso (uso untermine educato) e relativo inquinamento ,vedi smog cinese, dove uno di noi nonpuò starvi anche qualche giorno senza pagare dazi alla toeletta…in Thailandia hannoancora i tuc-tuc a 2T …Indonesia quasi invivibile ovunque per l’inquinamento(Jakarta risulta una delle città più inquinate al Mondo) …Manila parliamone(anzi no) …Vietnam segue in coda…invito a non considerare i documentari suSingapore , Honk Kong o Pucket piuttosto che le Maldive…la vita “vera” là è un’altraed è questo che intendo con il non biasimare Cina e tanti altri paesi di quel continenteche virtuosi alla fine non sono !Insomma rimango fermamente convinto che l’inquinamento loproduca si lo stile di vita dell’uomo (ciò che usa e come si comporta) ma anchee soprattutto l’uomo stesso e la sua enorme popolazione in un territtorio…certiformicai non possono essere ecologici…come certe fette di società dove il targetè voler avere tutto quello che hanno gli Europei , gli Americani , etc…e perquesto non guardano in faccia a niente e a nessuno tanto meno all’ambiente (oalmeno ok di facciata e per interesse ma in realtà gli frega quasi zero).Queste le mie esperienze in quel contesto…che ora non mimancano per niente (senza essere provocatori ma meglio le nostre città inquinate, il nostro mare con le microplastiche, gli Italiani che strombazzano neltraffico , etc.. insomma tanti miei colleghi Asiatici vorrebbero abitare quimentre nessuno che conosca vorrebbe abitare la…qualcosa vorrà dire)
va beh ma esistono anche la Corea del sud o il Giappone che pur essendo fortemente industrializzate non hanno situazioni di inquinamento paragonabili alla Cina o l’India anzi…Indonesia Filippine parte dell’india sono enormi e comunque con una buona parte della popolazione in povertà assoluta
Si ma Corea del Sud e Giappone (che non ho volutamente citato) non fanno 200 mio di abitanti messi insieme mentre Cindia fanno 3 miliardi !!!
Non si possono fare comparazioni non prendendo in considerazione il quadro storico di nazioni che stanno iniziando, soprattutto la Cina, solo ora a usufruire di un maggior grado di benessere diffuso. Il punto interessante e il “grande balzo” di Paesi come la Cina verso una maggiore sostenibilità ambientale. Forti investimenti e grandi risultati. Con grande intelligenza come ricorda il piccolo esempio del traghetto solare che trasporta carbone ma non inquina il fiume che attraversa. https://www.vaielettrico.it/vendere-pannelli-ai-cinesi-successo-della-solbian-di-giovanni-soldini/
Ottimo sapere che ci sono veri agricoltori rispettosi e amanti della terra da cui traggono anche il loro sostentamento, con buona pace di coloro che sguazzano nei pesticidi per sfruttare la terra all’inverosimile.
Eccolo qua il green deal in altre parti del mondo:
https://www.youtube.com/watch?v=40MSH2P7Mgc
Caro Maurizio lei deve essere un cultore del folklore, legga i miei articoli (e quelli dei miei colleghi) sull’India a emissioni zero https://www.vaielettrico.it/india-le-piccole-barche-della-tradizione-in-elettrico/ e qui anche https://www.vaielettrico.it/la-lambretta-rinascera-elettrica-ma-in-india/ e poi di nuovo in acqua https://www.vaielettrico.it/metro-sullacqua-in-india-con-78-traghetti-siemens-cochin/ e poi su due ruote https://www.vaielettrico.it/zero-in-india-con-hero-motocorp-quattro-nuove-moto-in-arrivo/ ma ne abbiamo scritto tanti altri. Da sardo con studi su colonialismo e neo colonialismo mi sembra che le inforchi lenti vecchi e appannate. Grazie per seguirci e attendiamo con piacere altri suoi commenti