Agricoltura: ritorna il fotovoltaico a terra?

Il ritorno del fotovoltaico a terra nelle aree agricole? La tecnologia, messa fuorilegge dal Decreto Agricoltura, in prima linea il ministro Lollobrogida, potrebbe tornare ad essere praticabile. Merito della sentenza del Tar del Lazio che ritiene fondata la questione di incostituzionalità posta sul divieto a fissare i pannelli a terra nei terreni agricoli. Ora la palla passa alla Consulta.

Un impianto fotovoltaico di Juwi, a Viterbo Grotte (foto dal sito di Juwi).

Il Decreto Agricoltura permette solo l’agrivoltaico dinamico ed avanzato: i rilievi dei giudici

Il Tar del Lazio ha sollevato la questione di legittimità costituzionale del Decreto Agricoltura  presso la Corte Costituzionale. Per i giudici amministrativi l’incostituzionalità è legata al fatto che nelle aree agricole si consente solo l’istallazione di agrivoltaico  avanzato, quello elevato  da terra,  e non si tiene conto del principio di ragionevolezza e della necessità della diffusione delle rinnovabili.

Più nel dettaglio il divieto assoluto del decreto urta contro l’articolo 41 della Costituzione in quanto contrasterebbe con i principi costituzionali di ragionevolezza e proporzionalità. Inoltre va contro il principio di integrazione delle politiche previsto dall’art. 11 del Trattato sul funzionamento della Ue e con l’art. 9 Cost. che tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi «anche nell’interesse delle future generazioni». Infine con i principi comunitari di massima diffusione degli impianti rinnovabili. Insomma non sono infondate le questioni di costituzionalità quindi il Tar ha sospeso il giudizio e trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale.

In passato la Consulta  aveva  giudicato incostituzionale ogni divieto, espresso in alcune leggi regionali, di installazione degli impianti fotovoltaici nelle zone agricole.

comal
impianto fotovoltaico

Lollobrigida l’ha definita una misura di “buonsenso”

«Una norma di buon senso che – parole del ministro Lollobrigida  – non avrà impatto sugli impianti agrivoltaici. A patto che questi ultimi siano realizzati con sistem

i compatibili con l’agricoltura».

La norma però ha bloccato (leggi) lo sviluppo dell’agrivoltaico a terra (il tipo 2) che permette la coltivazione tra  una schiera e l’altra dei pannelli. Una soluzione che garantisce la continuazione dell’attività agricola nei terreni marginali,  spesso a rischio per mancanza di ritorno economico. E la produzione energetica è a costo più basso rispetto all’agrivoltaico avanzato.

Quest’ultima è una tecnologia che permette anche di difendere soprattutto frutteti e colture di nicchia dai cambiamenti climatici,  ma necessita di forti investimenti e capitali che spesso le aziende agricole non hanno.  Su questo capitolo c’è ancora tempo per partecipare al bando del Pnrr dedicato al finanziamento dell’agrivoltaico.

  • LEGGI anche “Ammoniaca: il carburante quasi perfetto (automobili a parte)” e guarda la VIDEO intervista al professor Alessandro Abbotto

Visualizza commenti (12)
  1. Le pale eoliche si sono rivelate economicamente inefficienti perchè alla fine del ciclo di vita la spesa complessiva sostenuta era maggiore dei soldi guadagnati con l’energia prodotta. I pannelli invece hanno rovinato intere aree agricole in Piemonte (risaie), in Puglia (ulivi) , in Sardegna ecc. Mettere a rischio la produzione agricola italiana per far guadagnare imprese piuttosto sospette che trafficano con i pannelli elettrici è risultata una scelta deleteria per i territori locali.

    1. Ma per carità. In tutto il mondo piazzano le pale per sport? Rovinato cosa? Ma la smetta. I pannelli sono amovibili, a fine vita male che vada si portano via e si riciclano. Ci spieghi ” intere aree agricole rovinate”. Siamo curiosi di saper e conoscere questi presunti e fantomatici danni.

  2. Approfitto per ricordare che le installazioni di FTV o agri-FTV sul territorio anche se fossero “completamente libere”, sarebbero AUTOLIMITANTI

    cioè più ne metti e più scende il prezzo energia, nel giro di pochi anni fornirebbero tutta l’energia necessaria (insieme ad accumuli ed le altre rinnovabili per coprire anche sera e notte) saturando il mercato e per es. con prezzi energia medi scesi a 2 cents al KW-h non ci sarebbe più convenienza economica ad installare altri impianti, le installazioni si fermerebbero

    quante ne servirebbero per saturare la richiesta di energia? meno dell 0,6% della superficie nazionale (che per metà è classificata come agricola) e ora siamo neanche a 0,06%

    per questo chi teme o parla di “invasione” è stato ingannato dalla disinformazione, non ha idea di come sta la faccenda: a regime tra un po’ di anni avremo solo un pizzico di terreni messi ad Agri-FTV, non di più, e in buona parte su terreni non di pregio o che erano persino abbandonati, e basterebbero ad alimentare la nazione

    quanto pizzico?
    secondo me 800 km2 di pannelli (diciamo 1.600 km2 lordi)

    su un territorio nazionale di 312.000 Km2,
    di cui 165.000 Km2 sono classificati agricoli,
    e ci cui almeno 20.000 km2 sono non utilizzati e/o in stato di abbandono,
    a almeno altrettanti sono usati cone pascoli perennni

    ====

    es futuro anche volendo esagerando moltissimo le POTENZE da installare rispetto ai piani PNIEC che invece sono molto più timidi:

    200 GW di Agri-FTV su terreni agricoli ( -> 800 km2 di pannelli <-)
    100 GW di FTV su terreni non agricoli
    100 GW di FTV su tetti (capannoni, case, coperture parcheggi)

    e siamo a circa 530 TW-h annui di energia

    40 GW eolico su terra
    35 GW eolico su mare

    e sono altri 200 TW-h annui di energia

    aggiungiamo altri 45 TW-h annui da idroelettrico, 10 TW-h da geotermia, 100 TW-h dalle pompe di calore, 25 TW-h da bio-metano, altri 100-200 TW-h da biomasse

    siamo già sui 1000 TW-h annui di energia elettricità, probabilmente molto più di quanto sarà necessario al 2050 anche contando l'aumento dei consumi elettrici

    e avremmo fatto 800 km2 di pannelli solari agri-FTV (con beneficio per le aziende agricole stesse).. dove sta l'invasione ?

  3. No Nanni (o ti chiamo Kendric?)

    — altezza minima da terra dei pannelli che era stata imposta da lollobriggida, è 2,1 metri

    — fotovoltaico non è permesso sui terreni agricoli, ma solo agrifotovoltaico, con obbligo di attività agricola o pastorale e verifica annuale, ma già da altro si capiva che stavi scrivendo stupidate.. chi scrive altro è un alcolista o un bugiardo

    — “spopolamento dei paesi” lo hai copiato da un nostro ragionamento in altre discussioni, che però mostra il contrario:

    sono classificati agricoli anche molti terreni “economicamente marginali”, cioè che non sono economicamente convenienti da coltivare per vari motivi e vengono abbandonati, loro e se le aziende agriciole riducono gli addetti, specie al Sud Italia, vengono abbandonati anche i paesi rurali, se mancano le famiglie, mancano le scuole , le farmacie, etc

    viceversa un terreno marginale, se messo ad agrivoltaico (coltivazione o almeno pascolo, obbligatori in associazione alla produzione di elettricità) produce un reddito notevole con la vendita dell’elettricità che paga senza problemi le spese per la sua sistemazione e coltivazione o pascolo, e ne avanza per pagare molti stipendi di addetti all’azienda agricola

    è l’agrivoltaico che permette di non abbandoanre i terreni in via di desertificazione per soccità (sud italia) o economicamente marginali per altri motivi, e di non far abbandonare e spopolare i paesi di campagna

    lo spiegava un ‘intervista dell’energy manager della Sicilia.. la resa economica di un terreno margianale messo ad agrivoltaico, anche una piccola porzione del totale, è circa 20-35 volte maggiore che se fosse solo agricolo; questo reddito farebbe la prosperità delle aziende agricole che potrebbero pagare più addetti e più investimenti

    Lollobrigida per fare un favore secondo me al gruppo di interessi recentemente associatosi ENI petroli – Coldiretti – Bonifiche Ferraresi, ha fatto un danno enorme agli agricoltori e a noi tutti considerando i prezzi energia che sono ancora rimasti alti

    speriamo venga costrettodalle snetenze dei tribunali a riscrivere il decreto, e allora avremo perso “solo” 2-3 preziosi anni.. per me andrebbe anche messo a lavorare per ripagare almeno in parte simbolica il danno economico che ha procurato

  4. Giuseppe Nanni

    Ma anche la “ furbata” del provvedimento di Lollo dell’agrivoltaico con altezza minima di 1,3 da terra, non ha modificato quasi per nulla la determinazione delle grandi società energetiche specie spagnole nella realizzazione di megaimpianti. Nell’Alto Lazio migliaia di ettari coltivabili sono coperti da pannelli e in quei terreni non ci viene coltivato nulla ,solo in qualche caso i terreni vengono usati come pascolo ovino: risultato l’abbandono delle coltivazioni e spopolamento dei paesi.

    1. Sarebbe interessante sapere quanti di questi terreni erano coltivati fino all’installazione degli impianti FV.

    2. su terreni agricoli puoi fare solo agrivoltaico,
      con tanto di verifiche, devi coltivare o almeno pascolare dove c’è agrivoltaico;

      in pratica è una garanzia che terreni prima non sfruttati per ragioni di scarso ritorno (terreni marginali), non saranno più in stato di abbandono

      poi “migliaia di ettari” e “megaimpianti” è il modo di scrivere spregiativo e a pene di segugio dei troll

      gli impianti da noi sono tipicamente di dimensioni solo medie, sotto ai 10-15 ettari, cioè sotto 10 MW di potenza, perché sopra 10 MW le autorizzazioni diventano di competenza nazionale e in Italia sono (con dolo) quasi bloccate dal governicchio attuale di traditori della patria venduti al fatturato dell idrocarburo ENI

      ed è un peccato non poter avere (come in Spagna) anche dei mega-impianti anche in italia nelle aree già esageratamente selezionate, perché sopra 10 MW le economie di scala rendono i prezzi dell’energia FTV a prezzi ancora più stracciati, si scende sotto i 3 cents al KW-h, per noi consumatori sarebbe un quasi gratis

  5. E pensare che io ero estremamente propenso a ritenere Lollobrigida al Dicastero dell’Agricoltura la miglior scelta possibile, basandomi sul semplice assunto che “trattandosi chiaramente di 2 braccia rubate all’agricoltura, meglio di lui lì non può fare nessuno”.
    Epperò mi sbagliavo …..

    1. E’ da tanto tempo che in agricoltura le sole braccia non sono più sufficienti, ci vuole anche il cervello. Per questo motivo ci sono scuole specializzate e anche università. Nonostante il lavoro dei tecnici agricoli, a causa del cambiamento climatico, l’agricoltura sta vivendo dei giorni difficili e sfide sempre più ardue. Come ministro dell’agricoltura ci vorrebbe una persona veramente preparata, perchè qui si parla di pensare a come alimentare una nazione, micca bubbole!

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