Venezia soffre un forte inquinamento atmosferico da traffico navale, un problema da risolvere. C’è tanto da fare per convertire il parco barche metropolitano, eppur qualcosa si muove. Micro progetti, ma tutti da seguire. Come l’agricoltura a miglio ed emissioni zero di Boris Borella, un personaggio da conoscere…
Trasportare gli ortaggi coltivati nei campi delle isole di Venezia in barche a vela tradizionali spinte dal vento e dal motore elettrico. Un progetto filmato e documentato da Boris Borella che oltre ad amare il cinema documentaristico nutre una forte passione per le imbarcazioni tradizionali che fa viaggiare a vela, a remi e con la propulsione del motore elettrico. Fino a compiere imprese notevoli come Galeas per Montes Ri-conducendo ovvero risalire il corso dell’Adige controcorrente in un mese di tempo. Nel suo piccolo Boris è un grande attivista della navigazione ad emissioni zero dove la propulsione elettrica gioca un ruolo importante.
Ma lasciamo parlare Boris: “Mi occupo di cantieristica tradizionale da circa 8 anni, mi sono avvicinato a questo settore con un progetto di recupero di un vecchio “topo”, una barca tradizionale veneziana in legno, destinato alla demolizione.
Nel cercare un luogo per il restauro sono venuto a contatto con l’associazione Il Caicio che proprio in quel periodo iniziava un programma di cantiere finalizzato al restauro e alla costruzione di barche tradizionali a Forte Marghera. Il progetto si è sviluppato in circa 5 anni di attività basandosi unicamente sul volontariato. In questo lasso di tempo abbiamo portato avanti vari progetti legati alle barche tradizionali e ho avuto modo di sperimentare l’applicazione di motori elettrici fuoribordo a scafi tradizionali, in supporto ai remi e alla vela, quindi non come unica forza motrice”.
Chiara l’auto presentazione di Boris che nonostante la chiusura del cantiere a Forte Marghera ha continuato la sua navigazione ad emissioni zero: “Ho sviluppato progetti di viaggio con l’utilizzo di barche tradizionali veneziane sia a vela, sia a remi ma integrando sempre con il motore elettrico”. E nel 2015 riesce in un’impresa non facile: “Sono partito alla volta del lago di Garda con il progetto Galeas per Montes Ri-conducendo. In estrema sintesi ho ricondotto una “Sampierotta” lungo il tragitto che 600 anni prima la Serenissima Repubblica di Venezia aveva percorso per soccorrere l’alleata Brescia.
Il viaggio è durato un mese e ho dovuto affrontare svariati problemi, in particolare la risalita del fiume Adige controcorrente e per questo ho attrezzato la barca con un fuoribordo elettrico da 500 watt che aveva la funzione principale di annullare l’effetto della corrente contraria. Quindi in integrazione alla vela e ai remi ho percorso i 170 km che dividono la foce del fiume da Verona. L’approvigionamento di energia elettrica avveniva tramite 500 watt di pannelli solari, montati sopra il furgone di appoggio logistico, e l’alternanza di due batterie alla carica”.
L’anno scorso il marchio Edison, all’interno del progetto Edison for Nature seguito dai registi Andrea Segre e Gabriele Mainetti, ha finanziato il suo lavoro di documentazione sul trasporto degli ortaggi a chilometro/miglia zero nella laguna di Venezia: “Sto portando avanti collaborazioni con varie realtà sensibili al tema della sostenibilità, come aziende agricole situate nella laguna, per sviluppare micro progetti di sinergia tra trasporto sostenibile e cultura delle tradizioni”. Un lavoro di testimonianza, ma pure di tutela della memoria storica navale in modo sostenibile grazie alla propulsione elettrica. Merito anche della collaborazione con l’associazione “Una vela Per” di Tiziano Rossetti, altro esempio di navigazione responsabile.