L’Adriatico, dal Friuli alla Puglia compresa la costa croata, unito da porti dove si auto produce energia per barche elettriche. Si chiama Deep Sea, un progetto dell’Unione Europea.
Deep Sea è l’acronimo di Development of Energy Efficiency mobility services for the Adriatic marinas. Dal titolo è facile capire il senso di questo intervento finalizzato all’efficientamento energetico dei porti, con particolare attenzione al sistema della mobilità. In altri termini la produzione di energia è indirizzato in particolare al sostegno della nautica elettrica.
Un budget da 2,5 milioni
Finalmente _ abbiamo anche scritto della ricerca sul tema in Sardegna con il programma Poseidon (guarda) _ si punta a un sistema portuale a emissioni zero. Il budget è di 2,5 milioni di euro, da spendere da gennaio 2019 al 30 giugno 2021, messo a disposizione nell’asse del Trasporto marittimo del Programma Interreg Italia-Croazia.
Produzione, stoccaggio e ricarica
I promotori e gestori dell’iniziativa, a iniziare dal capofila Aries Camera di Commercio Venezia Giulia, hanno sintetizzato programma e obiettivi: “Il progetto svilupperà un piano di azione relativo alla pianificazione e allo sviluppo di microgrid per la produzione di energia da fonti rinnovabili, lo stoccaggio e l’utilizzo dell’energia prodotta per la ricarica di imbarcazioni, yacht e veicoli elettrici a zero emissioni utilizzati all’interno delle aree portuali destinatarie dell’intervento”.
Rinnovabili per una filiera tutta a emissioni zero
La scelta delle energie rinnovabili qualifica l’intera filiera a emissioni zero. “In modo da sviluppare una nautica sostenibile senza emissioni, rumori, vibrazioni dove l’energia elettrica viene prodotta direttamente nelle Marine e utilizzata dalle barche, per la mobilità dei turisti che raggiungono le banchine o le aree attigue”. L’obiettivo è stato annunciato a Trieste, nei locali della Camera di Commercio Venezia Giulia, durante l’incontro operativo dei partner di progetto.
L’aria pulita come un brand
Pulire l’aria dei porti dalle emissioni velenose oltre che un obiettivo sanitario, voluto dall’Europa, rappresenta per l’Adriatico una leva di marketing territoriale ovvero lo strumento per promuovere il turismo sostenibile che non sporca l’aria o l’acqua con gli sversamenti degli idrocarburi, del tema abbiamo scritto qui. I protagonisti: “Dar vita a un turismo a basso impatto ambientale e trasformarlo in brand di qualità ecapace di contraddistinguere l’Adriatico come esempio pilota in ambito non solo europeo”.
Lavoro per cantieri ed albergatori
In Deep Sea c’è anche l’intenzione di valorizzare e qualificare le professioni della nautica e del turismo: “Potranno trovare nuove opportunità di investimento anche gli imprenditori nautici e della cantieristica, gestori delle marine, albergatori e operatori del terziario – sostengono gli organizzatori -. Tutte quelle attività che si trovano a utilizzare energie rinnovabili e non più motori a scoppio. La propulsione elettrica è coerente con un turismo verde e sostenibile”.
Tutti i partner di progetto
Questi tutti i partner coinvolti: Aries Camera di Commercio Venezia Giulia, Università degli Studi di Trieste, Camera di Commercio di Foggia, Regione Puglia, Comune di Andria per la parte italiana, mentre per la Croazia l’Autorità portuale di Krk-Veglia, il Comune di Malinska Dubašnica, Rera-Agenzia per lo sviluppo della Regione Spalato-Dalmatina, le Università di Rijeka-Fiume e Split-Spalato e il marina H.L. Dvorac.
LEGGI ANCHE: Colonnine in porto, Enel X ne metterà 300. Parla il presidente di Assoporti