
L’Adiconsum scende in campo con un suo “Manifesto sulla mobilità elettrica”. Un documento (guarda) pieno di proposte, da cui abbiamo tratto il capitolo sulla ricarica domestica. Che va privilegiata, anche a nostro giudizio.
A casa o al lavoro, ecco la soluzione
“Prima di preoccuparsi delle infrastrutture di ricarica pubbliche presenti nelle strade…occorre porre maggiore attenzione alle infrastrutture di ricarica ad accesso privato” scrive l’Adiconsum. “È evidente che il consumatore italiano vuole vita facile e poche complicazioni… Attualmente le batterie permettono un’elevata autonomia di percorrenza (da 300 km a 600 km). E nel tempo saranno sempre più capienti, permettendo di muoversi in città senza tante ricariche. Basterà partire da casa pieni di energia. Più si garantisce la ricarica presso l’abitazione o il posto di lavoro, meno stazioni di ricarica pubbliche saranno necessarie… La possibilità di ricaricare presso la residenza o posto di lavoro, (box, posto auto privato, posto auto condominiale e/o parcheggio aziendale) dev’essere un diritto oggi spesso negato. E si dovrebbe ottenere senza costi o con costi bassissimi”. Ecco come Adiconsum analizza le varie casistiche:
Ricarica presso residenza con utenza elettrica collegata: già realizzabile. Se i box o i posti auto sono situati nella proprietà della singola residenza (ville, villette familiari, ecc.), i pro-blemi sono limitati o non sussistono, perché gli adeguamenti impiantistici sono nulli o di facile realizzazione. Il costo dell’energia per la ricarica è lo stesso della fornitura elettrica dell’abitazione (o magari impianto fotovoltaico), ricaricando l’auto al costo di utilizzo di qualsiasi altro elettrodomestico. Questa attualmente è l’unica categoria agevolata, ma è da ricordare che è minoritaria.
Ricarica presso box o posto auto privato in condominio: iniziano i problemi. In questa categoria rientrano coloro che sono discriminati. Se i box o i posti auto di pertinenza alla propria abitazione e quindi privati, sono posti in luoghi comuni con altri proprietari (sotto i palazzi, in aree specifi-che), la problematica cambia con molte varianti. NO PROBLEM, se i box o i posti auto sono di pertinenza alla prima casa o ad altra residenza e la fornitura in uso è la stessa che alimenta l’abitazione. PROBLEM, se la pertinenza non è raggiunta dallo stesso impianto elettrico della cosiddetta “prima casa”. Diventa necessario installare un nuovo contatore con probabili opere di adeguamento sia murarie che impiantistiche, con vincoli e costi eccessivi. Inoltre, l’installazione di un nuovo contatore ha un costo rilevante. E , soprattutto, il costo dell’energia necessaria per la ricarica è il più alto in assoluto. Questo perché la tariffa di trasporto applicata e i relativi oneri corrispondono a quelli di un’attività industriale o commerciale di potenza molto più alta rispetto ai 3 o 6 kW di una fornitura domestica. Ai costi dell’energia occorre poi aggiungere i costi per realizzare l’infrastruttura e il tempo per ottenere i permessi dall’amministrazione locale e/o dagli altri proprietari di box e posti auto.
Ricarica in posto auto su area comune o condominiale: possibile, ma complicata. Nel caso in cui si ha l’uso di un posto auto su un’area comune o condominiale, tutto si complica! Bisognerà realizzare un’infrastruttura di ricarica condominiale con le relative delibere assembleari. Che difficil-mente troveranno il consenso dei proprietari che non hanno interesse per la mobilità elettrica. Si dovrà poi realizzare un’infrastruttura che riparta i costi delle singole ricariche. Tuttavia, in base alla delibera ARERA 21 dicembre 2017, che ha modificato la definizione di “unità di consumo”, è possibile evitare il contatore aggiuntivo individuale. A patto che si trovi un accordo, pur sempre difficile, tra i condomini e l’amministratore di condominio. Secondo tale delibera, infatti, è consentito aggregare in un’unica unità di consumo più unità immobiliari (anche di tipo pertinenziale, come solai, garage, cantine). Siano esse anche nella disponibilità di diverse persone fisiche o giuridiche, facenti parte di un unico condominio.
Le quattro proposte di Adiconsum
1) CHIAREZZA DEL COSTO DELL’ENERGIA per ricariche dei veicoli elettrici in luoghi privati: le pertinenze indicate negli atti catastali, e quindi facilmente identificabili, devono essere equi- parate all’abitazione collegata. Anche in caso di nuova fornitura elettrica con nuovo contatore, la tariffa dell’energia da applicare deve essere la stessa prevista per la proprietà principale.
2) ONERI ACCESSORI CALMIERATI: gli oneri accessori presenti nella tariffa dedicata alla ricarica di veicoli elettrici devono essere calmierati per garantire che il costo del servizio non sia troppo diverso dalla tariffa residenziale.
3) MODIFICA DEL CODICE DEL CONDOMINIO: i lavori nelle parti comuni non devono essere autorizzati da delibere condominiali, ma essere garantiti quando ne fa richiesta un utilizzatore di un veicolo elettrico. E se contemplati, devono prevedere deduzioni fiscali.
4) NO AD AUTORIZZAZIONI PARTICOLARI: garantire la fattibilità di qualsiasi lavoro per la realizzazione di infrastrutture di ricarica in proprietà privata senza autorizzazioni particolari.