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Addio litio: ecco la prima auto elettrica con batterie agli ioni di sodio, cioè al sale. Si chiama Hua Xianzi (bel fiore, il significato). E’ una compatta a cinque posti con 250 km di autonomia, prodotta dalla joint venture cinese tra JAC Group e Volkswagen. Le batterie da 25 kWh sono di un produttore di secondo piano: HiNa Battery Technologies che ha bruciato sul tempo colossi come Catl e BYD entrambi impegnati nella nuova chimica delle batterie.
La rivoluzione proletaria della batteria agli ioni di sodio
Hua Xianzi è il primo veicolo elettrico al mondo alimentato da una batteria 2al sale” (NA). La nuova chimica potrebbe rivoluzionare l’industria dei veicoli elettrici perchè è molto più economica di quella agli ioni di litio.
HiNa Battery Technologies pensa già di espandere la nuova tecnologia della batteria ad altre piattaforme EV, come autobus, camion e scooter.
Poca densità energetica, ma è più sicura e dura di più
Sebbene le batterie agli ioni di sodio abbiano una densità energetica inferiore rispetto alle batterie agli ioni di litio, presentano altri vantaggi, come migliori prestazioni a bassa temperatura, velocità di ricarica, una maggiore durata. Sono anche meno soggette al surriscaldamento e quindi più sicure. La bassa densità energetica le rendeva più indicate all’accumulo statico.
Ma i vantaggi di costo e di reperibilità dei materiali hanno indotto i principali produttori di batterie per autotrazione a spingere sullo sviluppo. Catl e BYD stanno lavorando per ottenere una densità di 160 Wh per kg, ma prevedono di poterle montare sui primi veicoli solo alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo.
Con l’addio al litio una Bev costa il 10% in meno
La batteria che equipaggia la Hua Xianzi può contare su una densità energetica inferiore (140 wH per kg) ma costa fra il 30 e il 50% in meno di una di equivalente capacità agli ioni di litio. Perciò HiNa Battery Technology afferma che il costo complessivo di un veicolo elettrico potrebbe ridursi del 10%. Il prezzo della Hua Xianzi, però, non è ancora stato svelato.
«Il futuro dei veicoli elettrici sembra promettente con l’introduzione di una tecnologia delle batterie più accessibile e sostenibile» si è limitato a doichiarare Karl-Heinz Göbel, CEO di JAC Motors. «Con lo sviluppo della nuova tecnologia delle batterie, i prezzi dei veicoli elettrici diventeranno più competitivi, offrendo a un maggior numero di acquirenti di auto l’accesso a veicoli di nuova energia».
questa è buona notizia, ma non capisco come possibile che con batterie che costano la metà il prezzo del veicolo diminuisca solo del 10%.
significa che il costo di un pacco batterie influisce solo per un 20% sul costo di una vettura (40kw 6000€ considerando una bev da 30000€), e che considerando che una elettrica costa il 30% in più di una benzina, se ne deduce che un veicolo a propulsione elettrica senza batteria costa comunque un 10% di uno endotermico???
Cioè siamo realistici, un motore elettrico è molto meno elaborato rispetto ad uno termico, meno meccanismi e leveraggio, niente ingranaggi valvole etcc.. quindi qualcosa non mi torna.. che ci sia una speculazione della madonna su ste elettriche?
Al di là di quello che dice Massimo, che è giustissimo, c’è anche una questione di tipo produttivo. A grandissime linee: oggi come oggi le batterie al sodio sono prodotte in quantità infinitamente minori rispetto a quelle al litio. Quando i numeri cominciassero a salire sensibilmente è abbastanza probabile che i prezzi delle singole celle possano calare altrettanto sensibilmente.
I BEV richiedono non solo litio (o sodio) ma anche altri metalli: un singolo modello richiede importanti quantità di rame (53 kg), nickel (40), grafite (66) e circa 9 kg di litio. Un veicolo tradizionale necessita de facto solo di rame (22,3 kg) e manganese (11,2 kg). Tutto questo incide in maniera rilevante sui costi, specie per il nickel. Fonte: AIE
Ricarica veloce e maggiore durabilità ai cicli di ricarica si abbinano perfettamente alla minore densità energetica. La ricarica veloce e ubiquitaria sarà la chiave del successo di mercato delle auto elettriche.
-Ricarica veloce e maggiore durabilità ai cicli di ricarica si abbinano perfettamente alla minore densità energetica. –
Esattamente. Se è vero quello che ci raccontano, la “fortuna” delle battrie al sodio è quella di essere sì meno “capienti”, ma più “facili” da riempire.
È un se gigante il tuo, che spero si avveri il prima possibile (ormai ho la “scimmia” addosso e voglio prendere una EV, ma non ho i soldi “nemmeno per piangere” al momento)
Non saranno contenti quelli che stanno lavorando sul riciclo del litio.
Ho l’impressione che la tecnologia delle batterie stia correndo molto più veloce e tra 5-10 anni quando i processi di riciclo del litio saranno stati ottimizzati ed il litio riciclato reso competitivo rispetto alla condizione odierna potrebbemmo scoprire che nessuno più lo vuole perchè nel frattempo sono state sviluppate batterie con altre chimiche più economiche.
Mi sembra un business a rischio.
Cosa ne pensate?
Difficilmente le batterie al sodio potranno equipaggiare le auto dal segmento C in su. A mio parere resterà almeno un 50% di veicoli elettrici con batterie agli ioni di litio
Ma ci sono anche altre tecnologie in sviluppo.
E da qui a che ci sia un volume notevole di batterie da smaltire ne passeranno ancora di anni.
Vedremo come andrà a finire.
Esistono anche gli accumuli statici residenziali/aziendali. E li anche passare da 800€/KWh a 600€/KWh è tanta roba, se ci aggiungiamo che ste batterie al sodio sembrano fare 4500 cicli carica/scarica.
Vuoldire 15 anni tranquilli di utilizzo se ben dimensionate.
Penso che difficilmente prima di una ventina di anni il riciclo delle attuali batterie al litio potrà essere davvero impattantea livello di numeri.
Ma mica per complottismi strani: semplicemente “da progetto” le batterie di oggi devono fare prima una decina d’anni in pancia alle attuali vetture, poi un’altra decina di anni nei gruppi di accumulo e stabilizzazione della rete. Poi si potranno serenamente riciclare
E’ per questo che, secondo me, qualsiasi discorso sul riciclo oggi come oggi è intelligentissimo ma fondamentalmente “accademia”.
Per contro giusto quello che dice Massimo.
Il che porta a pensare, a buon senso, che il sodio potrebbe essere uno “stabilizzatore” del mercato del litio.
Il quale, giustamente relegato a ben determinati settori del mercato, non sarebbe più così tanto “sotto pressione” a livello di domanda.
In pratica, se sale la riciesta di sodio per le vetture più economiche, d’altro canto il litio potrebbe scendere di prezzo già solo per quello e pur rimanendo fortissima la domanda. A questo aggiungiamo che se ne sta ampliando la produzione e la raffinazione.
Insomma, sarebbe un win win se fatto bene.
La parola più importante della notizia, secondo me, non è tanto “batterie al sodio”.
A quelle ci saremmo arrivati comunque.
Quello che mi fa drizzare le antenne e pensare molto in bene è leggere “Volkswagen”.
Che si, avrà tutti i difetti di questo mondo, inutile ripercorrere la lista.
Ma rimane un player globale, basato in Europa e già impegnato fino al collo in questo processo di transizione.
Scrivere le solite cento righe di considerazioni tecniche e sociopolitiche circa le batterie al sodio ormai lascia il tempo che trova. Che mi stiano simpatiche lo sapete.
Quindi molto bene: tempo al tempo ma sta notizia mi “rallegra” parecchio.
Le batterie al sodio esistono davvero (e non “sulla carta”), e ora ufficialmente “combattono”.
Il quadro si fa molto più interessante.
-adottano la stessa tecnologia delle “italiche” Zebra-
Penso di no
-al commento sulla casalinga di Voghera-
La casalinga di Voghera in realtà ne sa a pacchi.
Perchè a furia di dire che “lo sa anche la casalinga di Voghera” bisogna onestamente concludere che sta donna di cose ne sa parecchie.
Se Salvini fosse intelligente, cavalcherebbe subito la tigre della “batteria Italiana”, fatta dalle casalinghe di Voghera con materiali di “casa nostra”, ampiamente disponibili lungo tutta la Penisola e “non ricattabili” dai perfidi cinesi.
Noi figli della metropoli 😉 altro che carriola. 🙂
Già da tempo immemore, ancora in dialetto, diciamo: “Se’l me nonno ‘l g’aveva la perteghètta, l’era un tramvai”
Che per inciso è pure elettrico. 🙂
Ma le batterie al sale ..
saranno ancora salate ?
Com ste batterie al sodio addolciremo gli oceani… (Ma il mio commento delle 17:38 dove è finito?)
questa è buona notizia, ma non capisco come possibile che con batterie che costano la metà il prezzo del veicolo diminuisca solo del 10%.
significa che il costo di un pacco batterie influisce solo per un 20% sul costo di una vettura (40kw 6000€ considerando una bev da 30000€), e che considerando che una elettrica costa il 30% in più di una benzina, se ne deduce che un veicolo a propulsione elettrica senza batteria costa comunque un 10% di uno endotermico???
Cioè siamo realistici, un motore elettrico è molto meno elaborato rispetto ad uno termico, meno meccanismi e leveraggio, niente ingranaggi valvole etcc.. quindi qualcosa non mi torna.. che ci sia una speculazione della madonna su ste elettriche?
Le batterie non sono fatte di sole celle. Ci sono i cablaggi, l’involucro, il BMS, la climatizzazone: qui i costi sono gli stessi.
Al di là di quello che dice Massimo, che è giustissimo, c’è anche una questione di tipo produttivo. A grandissime linee: oggi come oggi le batterie al sodio sono prodotte in quantità infinitamente minori rispetto a quelle al litio. Quando i numeri cominciassero a salire sensibilmente è abbastanza probabile che i prezzi delle singole celle possano calare altrettanto sensibilmente.
I BEV richiedono non solo litio (o sodio) ma anche altri metalli: un singolo modello richiede importanti quantità di rame (53 kg), nickel (40), grafite (66) e circa 9 kg di litio. Un veicolo tradizionale necessita de facto solo di rame (22,3 kg) e manganese (11,2 kg). Tutto questo incide in maniera rilevante sui costi, specie per il nickel. Fonte: AIE
Ricarica veloce e maggiore durabilità ai cicli di ricarica si abbinano perfettamente alla minore densità energetica. La ricarica veloce e ubiquitaria sarà la chiave del successo di mercato delle auto elettriche.
-Ricarica veloce e maggiore durabilità ai cicli di ricarica si abbinano perfettamente alla minore densità energetica. –
Esattamente. Se è vero quello che ci raccontano, la “fortuna” delle battrie al sodio è quella di essere sì meno “capienti”, ma più “facili” da riempire.
Bè, inoltre la macchinetta è carina.
Come aspetto mi ricorda una Hyundai ix20 con la coda della Smart..
Anche uno sconto del 10%… basta immaginare un MG4 a 27800€ o una Spring extreme a 21000€.
Non voglio pensare ad una Model 3 a 37500€ o a quale prezzo potrebbero mettere una Model 2 con una tecnologia simile.
Le termiche hanno gli anni contati, se la soglia di acquisto scende verranno travolte.
My opinion
Hai colto nel segno
È un se gigante il tuo, che spero si avveri il prima possibile (ormai ho la “scimmia” addosso e voglio prendere una EV, ma non ho i soldi “nemmeno per piangere” al momento)
Fam Teverola ha iniziato fabbrica batterie litio in Italia
Non saranno contenti quelli che stanno lavorando sul riciclo del litio.
Ho l’impressione che la tecnologia delle batterie stia correndo molto più veloce e tra 5-10 anni quando i processi di riciclo del litio saranno stati ottimizzati ed il litio riciclato reso competitivo rispetto alla condizione odierna potrebbemmo scoprire che nessuno più lo vuole perchè nel frattempo sono state sviluppate batterie con altre chimiche più economiche.
Mi sembra un business a rischio.
Cosa ne pensate?
Difficilmente le batterie al sodio potranno equipaggiare le auto dal segmento C in su. A mio parere resterà almeno un 50% di veicoli elettrici con batterie agli ioni di litio
Ma ci sono anche altre tecnologie in sviluppo.
E da qui a che ci sia un volume notevole di batterie da smaltire ne passeranno ancora di anni.
Vedremo come andrà a finire.
Massimo NON esiste solo la mobilità.
Esistono anche gli accumuli statici residenziali/aziendali. E li anche passare da 800€/KWh a 600€/KWh è tanta roba, se ci aggiungiamo che ste batterie al sodio sembrano fare 4500 cicli carica/scarica.
Vuoldire 15 anni tranquilli di utilizzo se ben dimensionate.
Penso che difficilmente prima di una ventina di anni il riciclo delle attuali batterie al litio potrà essere davvero impattantea livello di numeri.
Ma mica per complottismi strani: semplicemente “da progetto” le batterie di oggi devono fare prima una decina d’anni in pancia alle attuali vetture, poi un’altra decina di anni nei gruppi di accumulo e stabilizzazione della rete. Poi si potranno serenamente riciclare
E’ per questo che, secondo me, qualsiasi discorso sul riciclo oggi come oggi è intelligentissimo ma fondamentalmente “accademia”.
Per contro giusto quello che dice Massimo.
Il che porta a pensare, a buon senso, che il sodio potrebbe essere uno “stabilizzatore” del mercato del litio.
Il quale, giustamente relegato a ben determinati settori del mercato, non sarebbe più così tanto “sotto pressione” a livello di domanda.
In pratica, se sale la riciesta di sodio per le vetture più economiche, d’altro canto il litio potrebbe scendere di prezzo già solo per quello e pur rimanendo fortissima la domanda. A questo aggiungiamo che se ne sta ampliando la produzione e la raffinazione.
Insomma, sarebbe un win win se fatto bene.
Consiglio di andare su sito Motus-E in quanto hanno appena fatto stime su opportunità riciclaggio batterie
Se permette, è sufficiente restare su Vaielettrico Riciclo batterie, ecco i numeri del nuovo business
Ottimo articolo (e rispondo a Daniele) che in maniera più estesa dice e conferma quello che ho appena detto io. 😉
Sono in attesa dell’auto in Europa e del suo costo .
E’ importante al riguardo che la joint venture on la JAC Group l’abbia fatta la Volkswagen. Tavares (Stellantis) avra’ parecchio da meditare
La parola più importante della notizia, secondo me, non è tanto “batterie al sodio”.
A quelle ci saremmo arrivati comunque.
Quello che mi fa drizzare le antenne e pensare molto in bene è leggere “Volkswagen”.
Che si, avrà tutti i difetti di questo mondo, inutile ripercorrere la lista.
Ma rimane un player globale, basato in Europa e già impegnato fino al collo in questo processo di transizione.
Scrivere le solite cento righe di considerazioni tecniche e sociopolitiche circa le batterie al sodio ormai lascia il tempo che trova. Che mi stiano simpatiche lo sapete.
Quindi molto bene: tempo al tempo ma sta notizia mi “rallegra” parecchio.
Le batterie al sodio esistono davvero (e non “sulla carta”), e ora ufficialmente “combattono”.
Il quadro si fa molto più interessante.
Non ho capito se le batterie del “Fiorellino” cinese (https://www.hinabattery.com/en/index.php?catid=12) adottano la stessa tecnologia delle “italiche” Zebra (https://www.qualenergia.it/articoli/a-volte-ritornano-le-batterie-zebra-al-sodio-nickel/) che hanno bisogno di alte temperature per funzionare.. E’ un dettaglio importante :-/
Volevo rispondere al commento sulla casalinga di Voghera che si cimenta con le batterie ma la mia risposta è finita qui..
-adottano la stessa tecnologia delle “italiche” Zebra-
Penso di no
-al commento sulla casalinga di Voghera-
La casalinga di Voghera in realtà ne sa a pacchi.
Perchè a furia di dire che “lo sa anche la casalinga di Voghera” bisogna onestamente concludere che sta donna di cose ne sa parecchie.
E comunque qualsiasi casalinga di sale se ne intende, a prescindere dalle batterie
Esatto.
E sarebbe pure capace di inventare le batterie al pepe. O al prezzemolo. Che come è noto, sta bene su tutto.
🙂 Le batterie di pentole sono una grande scuola di vita 😉
Sarebbe già tantissimo se producessero power station al sodio con costi la metà di quelli attuli. Ne beneficerebbe pure il fotovoltaico
andranno via come il pane. svegliaaaa
Il pane toscano?
E no, in quello non c’è sale (poveri gli amici toscani che non sanno cosa si perdono)
A Blume, Salvini e Urso deve essere andato di traverso il whiskey ieri sera.
Se Salvini fosse intelligente, cavalcherebbe subito la tigre della “batteria Italiana”, fatta dalle casalinghe di Voghera con materiali di “casa nostra”, ampiamente disponibili lungo tutta la Penisola e “non ricattabili” dai perfidi cinesi.
Se Salvini…
Fosse…
Se…
Mi ricorda qualcosa a proposito di ruote, nonni e sistemi di trasporto di materiali da costruzione e/o terra dotati di manici a trazione umana…
Perchè tu vivi vicino alla campagna.
Noi figli della metropoli 😉 altro che carriola. 🙂
Già da tempo immemore, ancora in dialetto, diciamo: “Se’l me nonno ‘l g’aveva la perteghètta, l’era un tramvai”
Che per inciso è pure elettrico. 🙂
(che si ride, eh? 😉 )